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30/06/25

Shilpa Gupta a San Gimignano



 La Galleria Continua ospita nei suoi spazi a San Gimignano una importante raccolta di opere di Shilpa Gupta.




Sono state adattate, alle diverse aree, i lavori creando una serie di installazione e allestimenti che, quasi in forma antologica, raccontano del lungo operato artistico dell'artista indiana. 



Foto della mostra di Shilpa Gupta presso la Galleria Continua di San Gimignano Ela Bialkowska, OKNO Studi

29/06/25

Alla ricerca del cavallo perduto ...

 


Fra arte e spettacolo la casa di abbigliamento Hermès dopo Shanghai porta al Pier 36 di New York City  “Mystery at the Groom’s” , un progetto installativo che coinvolge in forma di gioco i visitatori. 



In un'ambientazione di una fittizia tenuta francese si va alla ricerca dei cavalli scomparsi, gli ospiti sono invitati a risolvere il mistero usando i loro device per trovare gli indizi nelle diverse stanze.



Un divertente modo di promuovere e condividere esperienze. 

28/06/25

"Untitled" (Go-Go Dancing Platform) di Felix Gonzalez-Torres


 
Hauser & Wirth ha porta ad Art Basel Unlimited l'iconica "Untitled" (Go-Go Dancing Platform) di Felix Gonzalez-Torres, esposta in oltre 30 mostre. 

Una volta al giorno, una ballerina go-go vestita di lamé sale sulla piattaforma con un dispositivo di ascolto personale per circa cinque minuti. 





Eccovi il video, con l'intervento di Humberto Moro, che spiega l'opera e il suo percorso di rimandi e significati. 

L'opera fu realizzata nel 1991 in un momento di profonda paura per la pandemia dell'Aids, lavoro che racconta una perdita in una chiave che attraversa attimi di gioia e desiderio.

27/06/25

Grandi artisti sconosciuti...


Ci sono ancora proprio tanti magazzini da svuotare, la roba rimasta purtroppo è poca cosa e forse per questo ultimamente si vedono una marea di mostre su artisti assolutamente sconosciuti ma su cui si creano aspettative e narrazioni iperboliche.

Anche questo autunno infatti si vedrà una nuova ondata di mostre con nomi mai sentiti che però vengono proposti, anche da  istituzioni importanti, come personaggi significativi della storia dell'arte nel ventesimo secolo.

Leggendo le presentazioni e dai titoli dei giornali del settore, e di tanti curatori pragmatici al mercato, vengono narrati nuovi (vecchi) artisti come grandi personaggi, influenti maestri, di cui però mai nessuno ha sentito il nome e quando si vedono le opere, si capisce subito perchè...

E pensare che io ricordo, come importanti figure dello scorso secolo, che ha prodotto migliaia di opere, figure quali Picasso, De Chirico, Chagall, Francis Bacon, Andy Warhol, ... ma ora compaiono questi mai letti su nessun libro di storia... 

Il sistema dell'arte è in forte crisi, i collezionisti si sono stufati di farsi prendere per i fondelli e queste favelle sicuramente non serviranno a renderlo migliore.

26/06/25

25mo Serpentine Pavilion

Foto : Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). 
© Marina Tabassum Architects (MTA). Photo: Iwan Baan. Courtesy Serpentine

Anche quest'anno alla Serpentine Galleries arriva un padiglione, il 25mo. 

Il progetto di questa edizione è di Marina Tabassum, che ha ideato una forma molto modulare e semplice, in legno,  che si offre in dialogo con le forme della stessa Serpentine. 


Foto : Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). 
© Marina Tabassum Architects (MTA). Photo: Iwan Baan. Courtesy Serpentine


Forma flessibile che può trasformarsi con alcune parti mobili adattandosi alle esigenza di questo temporaneo spazio culturale. 






L'evento è reso possibile grazie al sostegno della Goldman Sachs e sarà fruibile fino al 27 ottobre 2025.

Foto : Serpentine Pavilion 2025 A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). 
© Marina Tabassum Architects (MTA). Photo: Iwan Baan. Courtesy Serpentine

25/06/25

Adji Dieye vince al Castello di Rivoli

Adji Dieye, Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, veduta dell’installazione C,O Berlin, © C/O Berlin Foundation 
Foto  David von Becker

Vincitrice della della seconda edizione del Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea è  Adji Dieye (Milano, 1991). Grazie all’acquisto effettuato dai Soci di Collective, l’opera Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, entra a far parte della Collezione permanente del Museo, in qualità di donazione.
 
Andro Eradze (Georgia, 1993) e Agnes Questionmark (Roma, 1995) sono gli altri due finalisti e finaliste della seconda edizione del Premio. La prima edizione del Premio, tenutasi nel 2023, era stata vinta da Alice Visentin (Ciriè, Torino, 1993).
 
Promosso da Collective, Associazione italiana di collezionisti d’arte contemporanea costituita nel 2019, il Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli ha come obiettivo l’acquisizione e donazione al Museo di un’opera realizzata da una o un artista di età inferiore ai 35 anni. Corrispondente a 20.000 euro, il Premio ha cadenza biennale.
 
Adji Dieye è stata selezionata da una commissione composta dal Direttore del Castello Francesco Manacorda, dalla Vice Direttrice e Capo Curatrice Marcella Beccaria e dalla Curatrice Marianna Vecellio, a partire da un’ampia rosa di lavori realizzati da artiste e artisti provenienti dall’Italia e internazionali proposti dai Soci di Collective.
 
La pratica di Adji Dieye si sviluppa nell’intersezione tra immagine, spazi urbani e memoria culturale. Attraverso l’uso di materiali d’archivio, o relativi alla pubblicità e all’architettura, l’artista indaga come si formano e trasformano le epistemologie nazionali, interrogando le strutture visive e ideologiche che modellano l’identità collettiva e il senso di appartenenza a essa.
L’opera vincitrice, Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, è composta da una struttura in ferro su cui è montato un lungo foglio di seta stampato con frammenti di immagini provenienti dall’Archivio Iconografico Nazionale del Senegal e dall’archivio personale dell’artista. L’opera riflette sui gesti che hanno attraversato e sovvertito gli spazi istituzionali coloniali, attraverso un’alternanza visiva di dettagli corporei e architettonici. In questo lavoro, Dieye invita a interrogarsi sul concetto di archivio come luogo di autorità simbolica, selezione e rimozione, più che di pura conservazione.
“Il premio ad Adji Dieye” dichiarano Marcella Beccaria e Marianna Vecellio “riconosce la capacità di questa giovane artista di guardare con occhio critico ai modi in cui l’eredità del passato e la costruzione della memoria influenzano la comprensione del complesso presente nel quale viviamo”.
 
“La passione e l’impegno del gruppo di collezionisti Collective è encomiabile, il Museo vive del supporto di persone di questo calibro con cui sono stato onorato di collaborare”, aggiunge il Direttore Francesco Manacorda, “e ringrazio la Vice Direttrice Marcella Beccaria per aver tessuto con cura le relazioni con Collective e la Curatrice Marianna Vecellio. Il loro coinvolgimento attivo nella selezione che ci ha permesso di raggiungere un ottimo risultato”.
 
L’opera vincitrice del Premio Collective, Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, di Adji Dieye sarà visibile al pubblico dal 25 settembre 2025 al Castello di Rivoli, in concomitanza con Inserzioni, un nuovo programma a cura di Francesco Manacorda incentrato su nuove commissioni per il Museo. 
 
BIOGRAFIA
 
Adji Dieye (Milano, 1991) è un’artista visiva che vive e lavora tra Dakar, Milano e Zurigo.
Adji ha conseguito una laurea in Nuove Tecnologie dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) e un MFA presso l'Università delle Arti di Zurigo (ZHdK). Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale, in mostre recenti tra cui Our Rivers Share a Mouth, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2024), Aphasia, Fotomuseum Winterthur (2023), Cultura Persa e Imparata a Memoria, ar/ge Kunst (Bolzano, 2022), Culture Lost and Learned by Heart, C/O Berlin (2021), “...of bread, wine, cars, security and peace, Kunsthalle Wien (2020), A Matter of Time al Cultural Summit (Abu Dhabi, 2024) e The Norval Sovereign African Art Prize, Norval Foundation (Città del Capo, 2024).
Ha partecipato a più biennali internazionali: 24esima Biennale Arte Paiz (Guatemala, 2025), 16esima Biennale di Lione (2022), 14esima di Dak’Art Biennale - I NDAFFA (2022), 13esima Biennale di Bamako - Rencontres de Bamako (2022), Mediterranea Biennale - Schools of Water (San Marino, 2021).
Nel 2025 Adji ha ricevuto il Premio New York XX edizione. Ha ricevuto il Ducato Prize - Contemporary Award, 2023, il Photographic Encounters al Fotomuseum Winterthur, 2023, il C/O Berlin Talent Award, 2021. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private come la Vontobel Collection (Zurigo), Musée des civilisations noires (Dakar), C/O Berlin, Muzeum Sztuki Nowozesnej (Varsavia) e Fotomuseum Winterthur (Winterthur).


24/06/25

L'arte nel suono



 Entrando nel primo spazio del Pirelli HangarBicocca a Milano, la prima sensazione è "dove metto i piedi", tutto questo materiale a terra pare molto confuso, ma poi il lavoro si svela nel suo essere e diventa molto piacevole seguirne le suggestioni, che l'artista Tarek Atoui (Beirut, Libano, 1980; vive e lavora a Parigi) propone come indagine sulle proprietà acustiche e le modalità con cui elementi quali acqua, aria, pietra e bronzo, assorbono il suono e lo restituiscono con sfumature inattese. Questo processo instaura dinamiche di aggregazione e curiosità nel visitatore. Gli ambienti sonori creati dall’insieme delle opere presenti nello spazio suggeriscono esperienze di ascolto e stimolano processi di apprendimento non tradizionali.

Dopo una formazione in ambito musicale, Atoui ha esplorato le proprietà del suono attraverso la performance e successivamente ha ampliato le sue ricerche sulla spazialità di un oggetto relazionandosi con il contesto artistico. Nella sua carriera ha lavorato con compositori e artigiani di diversi Paesi per l’invenzione e alla produzione di strumenti dalla forte impronta scultorea che combinano una vasta gamma di materiali e competenze. Utilizzando apparecchi elettronici e software, l’artista riflette sulle odierne realtà sociali e politiche, rivelando come la musica e le nuove tecnologie costituiscano importanti aspetti dell’espressione e dell’identità. La valenza educativa e i rapporti sociali sono aspetti costitutivi della pratica di Atoui, che spesso collabora con diverse comunità locali e invita il visitatore a interagire e a sperimentare i suoi ambienti multisensoriali.




“Improvisation in 10 Days” è il titolo della mostra di Tarek Atoui. Attingendo da un termine specifico del linguaggio musicale, Atoui esplora le potenzialità compositive in uno spazio, mettendo in dialogo le connotazioni materiali, scultoree, architettoniche e relazionali delle opere con la natura immateriale dei suoni e i loro riverberi nei corpi e nelle cose. Usando lo Shed come una grande tela bianca, l’artista disgrega e ricompone le opere appartenenti a una sua mostra precedente, e abbracciando l’identità dello spazio (un luogo di produzione) e le specifiche temporali (i giorni di allestimento) “improvvisa” movimenti, armonie e sintonizzazioni per creare un’esperienza collettiva e un ambiente sonoro. È la prima volta che Atoui concepisce una mostra come un vero e proprio dispositivo capace di evolversi e materializzarsi nel tempo in una certa situazione, innescando una relazione dinamica tra lo spazio, gli strumenti e le persone. Il vero potenziale del progetto giace proprio nel suo stato “dinamico”, nella sua apertura al mutamento.

I lavori di Tarek Atoui sono concepiti come progetti in continua evoluzione che cambiano nel tempo e si adattano ai diversi contesti in cui vengono presentati. L’artista spesso prende ispirazione da lavori passati che vengono reimmaginati, creando ogni volta un’esperienza poetica e una sensibilità differente. La sua ricerca inizia sempre con un paradigma acustico, sperimentato per esempio attraverso workshop con comunità locali di artigiani, ricercatori o musicisti, per poi arrivare a una produzione scultorea e installativa che invita a un approccio meditativo e plurisensoriale. Nel suo lavoro, infatti, il suono assume connotati materici, e oltre all’ascolto, questo può essere tramesso e percepito tramite la vibrazione, la sollecitazione meccanica di una superficie o l’esperienza tattile. La mostra presenta tre corpus di lavori esposti armoniosamente nello spazio e in dialogo con la luce naturale.




La mostra sarà accompagnata da una monografia pubblicata da Marsilio Editori. Il volume racconterà, attraverso una poetica narrazione visiva, la mostra di Pirelli HangarBicocca e le precedenti personali dell’artista esposte in tre istituzioni internazionali: Kunsthaus Bregenz, S.M.A.K Ghent (2024), Institute Institut d’art contemporain – Villeurbanne/Rhône-Alpes (2023). Disegnato da Goda Budvytyte, il libro è il risultato di una collaborazione tra le quattro istituzioni europee e includerà un saggio critico della curatrice Ute Meta Bauer che ripercorrerà la pratica di Atoui. Insieme al catalogo verrà realizzato un set di vinili che raccoglierà le registrazioni delle attivazioni degli strumenti di Atoui da parte di diversi musicisti internazionali, tra cui Jad Atuoi, Nicolas Becker, Laure Boer, Gobu Drab, Susanna Gartmayer, Charbel Haber, Mazen Kerbaj, Eric La Casa, Boris Shershenkov, DJ Snif e Ziúr.


23/06/25

13° Biennale di Arte Contemporanea di Berlino







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La 13a Biennale di Arte Contemporanea di Berlino, intitolata "  Passing the Fugitive on",  si è inaugurata la sera del 13 giugno 2025, in quattro sedi di Berlino, con oltre 170 opere di oltre 60 artisti. Più della metà delle opere sono nuove commissioni per la mostra.
 
La 13a Biennale di Arte Contemporanea di Berlino è curata da Zasha Colah. Valentina Viviani è curatrice associata e sarà aperta fino al  14 settembre 2025.

Nelle condizioni più dure, prigionia, censura, repressione, tortura, di fronte alla violenza legislativa, gli artisti avanzano rivendicazioni artistiche,ma non solo. Per questa 13a Biennale, la curatrice indiana Zasha Colah collabora con artisti provenienti in particolare da Myanmar, India nord-orientale, Argentina, !Garib-Zambezi-Afrasia-Seabelt, Sudan, Kazakistan, Ungheria, Italia e Germania. 

Raramente nella storia della Biennale di Berlino c'è stato un momento più appropriato per presentare prospettive internazionali sul momento presente. La mostra considera i modi in cui il pensiero e l'immaginazione persistono, anche in condizioni di persecuzione, militarizzazione ed ecocidio. Nonostante le limitazioni alle loro libertà, gli artisti possono scoprire una profonda libertà nello spazio concentrato delle loro menti.  
 
Il titolo della 13a Biennale di Berlino - passando il fuggitivo - si riferisce anche al carattere estetico delle opere in mostra, che incorporano forme effimere di trasmissione e materializzazione, spesso coinvolgendo il corpo e l'oralità. Nella serie di eventi  Encounters , le opere d'arte parlano direttamente agli spettatori. Includono allestimenti teatrali, performance, gruppi di lettura, conferenze, tribunali, spoken word, passeggiate commemorative e stand-up comedy.
 
La 13a Biennale di Berlino apre nei seguenti luoghi della città: KW Institute for Contemporary Art , Sophiensæle , Hamburger Bahnhof - Nationalgalerie der Gegenwart e nell'ex tribunale di Lehrter Straße .
 
Dal 2004 la Biennale di Berlino è sostenuta dalla Kulturstiftung des Bundes (Fondazione Culturale Federale Tedesca) come uno dei suoi "fari culturali" in Germania. 


Gli artisti hanno esposto nelle seguenti sedi:
KW Institute for Contemporary Art
Akademia Ruchu; Anawana Haloba; Armin Linke; Bwanga "Benny Blow" Kapumpa; Chaw Ei Thein; Etcétera; Exterra XX - Künstlerinnengruppe Erfurt;  flowers (Ceija Stojka, Erika Kobayashi, Fredj Moussa, Hannah Höch, Nyi Pu Lay e Ma Thida, OMARA Mara Oláh, Steve McQueen); congelamento; Gernot Wieland; Gernot Wieland con Carla Åhlander e Konstantin von Sichart; Han Bing e il camminatore di cavoli del Kashmir; Huda Lutfi; Iris Yingzen; Judith Blum Reddy; Kazuko Miyamoto; Kikí Roca, Las Chicas del Chancho y el Corpiño; Margherita Moscardini; Mila Panić; Mila Panić e ospiti (Carmen Chraim, Deo Katunga, Maya Upchurch, Sasha Dolgopolov, Tamer Katan, Victor Patrascan); Nge Nom; Mutandine per la pace; società parallela; Piero Gilardi; Sarnath Banerjee; Sawangwongse Yawnghwe;  La Mosca  (Htein Lin, Chaw Ei Thein); Tsuyoshi Ozawa (con Andreas Eberlein, Dagmar Tinschmann, Daisuke Deguchi, Jinran Kim, Kathrin Schiffbauer, Li Koelan, Manuela Warstat, Yuan Shun); Yoshiko Shimada e BuBu de la Madeleine; Zoncy Heavenly

Sophiensæle
Amol K Patil; Daniel Gustav Cramer; Luzie Meyer; Major Nom

Hamburger Bahnhof – Nationalgalerie der Gegenwart
Gabriel Alarcón; Jane Jin Kaisen; Larissa Araz; Vikrant Bhise; Zamthingla Ruivah Shimray

Ex Palazzo di Giustizia Lehrter Straße
Anna Scalfi Eghenter; Piattaforma Artcom; Busui Ajaw; Elshafe Mukhtar; Exterra XX – Künstlerinnengruppe Erfurt; Fredj Moussa;  latitanza  (Daniella Bastien, ☂️MM Thein, Steve McQueen); Helena Uambembe; Htein Lin; Isacco Kalambata; Memoria Biwa; Memory Biwa e ospiti (Anike Joyce Sadiq, Céline Barry, Lusine Khurshudyan); Merle Kröger; Milica Tomić; Padmini Chettur; Tribunale popolare (con il Gruppo Bana per la pace e lo sviluppo, ALPAS Pilipinas e la Coalizione internazionale per i diritti umani nelle Filippine (ICHRP) – Germania, சிந்துஜன் வரதராஜா (Sinthujan Varatharajah), مشترى هلالI(Moshtari Hilal)); Salik Ansari; Shahana Rajani; Simon Wachsmuth; Stacy Douglas

Per la 13a Biennale di Berlino, atelier le balto ha progettato il giardino dell'ex tribunale di Lehrter Straße ed è consulente del progetto artistico di Nge Nom presso il KW Institute for Contemporary Art. 

 
Organizzazioni gemellate
Mettendo in risalto le istituzioni indipendenti come incubatori per l'innovazione artistica a Berlino, la 13a Biennale di Berlino ha stretto gemellaggi con spazi culturali profondamente radicati nella città. Sezioni del programma sono ospitate e organizzate in complicità curatoriale con queste quattro organizzazioni gemellate: European Roma Institute for Arts and Culture (ERIAC ), Filmrauschpalast Moabit , SİNEMA TRANSTOPIA , Sophiensæle . 

Incontri e atti fuggitivi
Diverse attivazioni, tribunali, performance, conferenze e passeggiate si svolgeranno durante la settimana di apertura e per tutta la durata della mostra. La serie Encounters  apre lo spazio espositivo ad azioni inaspettate o effimere, non sempre previste in anticipo nel programma. Questi incontri programmati – e spontanei – mirano a creare un senso di complicità immediata, instaurando un rapporto diverso tra l'opera d'arte e il suo pubblico.
 
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Companion della mostra
La pubblicazione che accompagna la 13a Biennale di Berlino contiene informazioni sugli artisti e testi aggiuntivi sul concetto curatoriale e sulle sedi della 13a Biennale di Berlino. Gli autori sono Alicja Schindler, Claire Tancons, Kate Sutton, Kito Nedo, Somrak Sila, Sumesh Sharma, Valentina Viviani e Zasha Colah. È disponibile presso le biglietterie del KW Institute for Contemporary Art, dell'ex tribunale di Lehrter Straße, presso Walther König all'Hamburger Bahnhof e sul sito web della 13a Biennale di Berlino. 
 
184 pagine 12 €  ISBN 978-3-00-082629-0  Design: Enver Hadzijaj   

22/06/25

ArtBasel

 


Questi giorni sono quelli della grande settimana di Basilea, dove si svolge la nuova edizione di Art Basel, la fiera dedicata all'arte più importante al mondo, quest'anno fra i tanti eventi guardiamo con più attenzione al progetto Art Basel Awards, che vede la selezione di trentasei visionari riconosciuti in importanti iniziative globali che celebrano il mondo dell'arte contemporanea

Gli Art Basel Awards sono i primi riconoscimenti globali dedicati a riconoscere e promuovere l'eccellenza nel mondo dell'arte contemporanea, celebrando visionari che spaziano in tutto il settore e il cui lavoro sta plasmando la prossima generazione di artisti d'avanguardia. Artisti pionieristici, creatori interdisciplinari di moda, design, musica e performance; curatori; istituzioni; mecenati e fondazioni; scrittori e giornalisti; e gli specialisti dietro le quinte, dai direttori di studio ai produttori, vengono premiati nell'anno di debutto del prestigioso ciclo annuale di premi di Art Basel.

Una giuria internazionale di esperti premia 36 vincitori di medaglie, selezionati tra le voci più influenti e i talenti emergenti più promettenti del mondo, per la loro visione all'avanguardia, le loro competenze e il loro impatto.

Tra loro:

Lubaina Himid – Pioniera britannica delle arti nere che sta rimodellando il canone e rappresenta il Regno Unito alla Biennale di Venezia del 2026

Adrian Piper – Leggendario artista concettuale di prima generazione che sfida razza, identità e potere con un intelletto impavido

Meriem Bennani – Remixare la cultura digitale, la critica postcoloniale e l’arguzia assurda attraverso la pratica video e scultorea

Pan Daijing – Visionario del suono che crea mondi grezzi e immersivi attraverso performance e coreografie

Grace Wales Bonner – La stella nascente della moda che fonde stile, letteratura e narrazione diasporica

Formafantasma – Il duo di designer italiani affascina i marchi leader mondiali con indagini radicali sul pensiero progettuale

Candice Hopkins – Pioniere del Carcross/Tagish First Nation che promuove la narrazione storico-artistica attraverso la leadership e la visione indigena

RAW Material Company – l'incubatore d'arte sperimentale e think tank di Dakar, fondato dal defunto e visionario direttore del museo, curatore e giurato degli Art Basel Awards Koyo Kouoh

Fondati sulla convinzione che il futuro dell'arte non dipenda solo dagli artisti ma anche dagli ecosistemi che li sostengono, gli Art Basel Awards conferiscono medaglie in nove categorie (Artisti iconici, Artisti affermati, Artisti emergenti, Creatori interdisciplinari, Mecenati, Istituzioni, Curatori, Alleati e Narratori) e stabiliscono un nuovo precedente per onorare e rafforzare le complesse e interconnesse reti che alimentano e sostengono la produzione artistica odierna.
"Gli Art Basel Awards non sono un concorso, ma un faro. Illuminano chi lavora con visione radicale, competenza e impegno per costruire comunità di pratica e scambio."

Vincenzo de Bellis, Presidente degli Art Basel Awards e Direttore di Fiere ed Esposizioni, Art Basel

I vincitori delle medaglie saranno premiati durante la storica fiera di punta di Art Basel in Svizzera a giugno e attraverso campagne e iniziative globali durante tutto l'anno. Inoltre, il 20 giugno, i vincitori delle medaglie saranno i protagonisti del primo Art Basel Awards Summit annuale , la prima conferenza di Art Basel dedicata alla leadership intellettuale nel mondo dell'arte, che riunisce le figure più influenti del mondo dell'arte e delle industrie creative a livello globale, che si terrà anch'essa a Basilea.

Più avanti nel corso dell'anno, i vincitori della medaglia sperimenteranno un processo tra pari, in base al quale voteranno per selezionare tra loro fino a 12 vincitori della medaglia d'oro, metà dei quali saranno artisti, che rappresenteranno il massimo riconoscimento degli Art Basel Awards e un nuovo modello di riconoscimento in cui i futuri innovatori vengono esaltati in modo unico dai loro pari.

Le medaglie d'oro nelle categorie dedicate agli artisti offrono un supporto immediato e flessibile, distribuendo un totale di quasi 300.000 dollari all'anno in compensi e donazioni filantropiche , oltre a networking globale, partnership personalizzate e commissioni di alto profilo pensate per promuovere il lavoro degli artisti su nuove piattaforme globali. Con un'attenzione particolare agli artisti destinatari dell'anno pilota, i vincitori della medaglia d'oro nella categoria Artista Emergente riceveranno ciascuno un compenso illimitato di 50.000 dollari; i vincitori della medaglia d'oro nella categoria Artista Affermato riceveranno ciascuno un compenso di 50.000 dollari, oltre a una commissione pubblica di ampia portata che debutterà durante Art Basel a Basilea nel giugno 2026 ; infine, per i vincitori della medaglia d'oro nella categoria Artista Icona, Art Basel effettuerà una donazione di 50.000 dollari a un'organizzazione scelta dall'artista, a loro nome.

I vincitori della medaglia d'oro saranno svelati nel dicembre 2025 durante la serata ufficiale degli Art Basel Awards a Miami Beach.

Gli Art Basel Awards vengono assegnati in collaborazione con il rinomato marchio di moda BOSS , marchio principale di HUGO BOSS. Gli Art Basel Awards incarnano l'impegno di lunga data del Gruppo HUGO BOSS nel promuovere la scoperta e il dialogo all'intersezione tra moda e arte.

Per saperne di più sui vincitori di quest'anno, consulta il dossier stampa degli Art Basel Awards .

Elenco completo dei medagliati:

ARTISTI – ICONA
Davide Hammons
Lubaina Himid
Giovanna Jonas
Adrian Piper
Betye Saar
Cecilia Vicuña

ARTISTI – Affermati
Nairy Baghramian
Tony Coca-Cola
Cao Fei
Ibrahim Mahama
Delcy Morelos
Ho Tzu Nyen

ARTISTI – EMERGENTI
Mohammad Alfaraj
Meriem Bennani
Pan Daijing
Saodat Ismailova
Lidia Ourahmane
Sofia Salazar Rosales

CREATORI INTERDISCIPLINARI
Formafantasma
Saidiya Hartman
Grace Wales Bonner

PATRONI
Shane Akeroyd
Maja Hoffmann
Joel Wachs

ISTITUZIONI
ARTE + PRATICA
Centro artistico Jameel
Azienda di materie prime

CURATORI
Candice Hopkins
Shanay Jhaveri
Eungie Joo

ALLEATI
Artigiani dell'arte*
Officine del gas / Rete triangolare
Sandra Terdjman

MEDIA E NARRATORI
Negar Azimi
Barbara Casavecchia
La rivista degli studi curatoriali

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In memoria di Koyo Kouoh (24 dicembre 1967 – 10 maggio 2025),
gli Art Basel Awards sono profondamente grati a Koyo per la sua partecipazione attiva come giurata dell'edizione di quest'anno e per il suo incrollabile impegno nella missione degli Awards: sostenere la prossima generazione di artefici del cambiamento culturale, di cui lei era un esempio emblematico. Gli Art Basel Awards onorano la vita di Koyo e ne portano avanti l'esempio e la tradizione duraturi.

21/06/25

I legami artistici fra USA ed Europa


Un progetto che guarda alle influenze americane nell'arte europea e italiana, nei recenti decessi, è l'interessante mostra che le Gallerie d’Italia di Milano presentano sotto il titolo  “Una collezione inattesa. La Nuova Arte degli Anni Sessanta e un Omaggio a Robert Rauschenberg”, curata da Luca Massimo Barbero, curatore Associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea della Banca, che ha ideato un omaggio al grande artista americano Robert Rauschenberg, e un itinerario inedito sull’arte contemporanea degli anni Sessanta e el sue influenze in italia.

L’esposizione, che conta oltre 60 opere, si sviluppa nelle monumentali sale delle Gallerie d’Italia di Milano, offrendo al pubblico un viaggio ricco e articolato che attraversa la grande sperimentazione radicale degli anni Sessanta, per arrivare agli sviluppi più significativi del decennio successivo. Il percorso si arricchisce di intensi dialoghi tra opere rappresentative della cultura visiva concettuale, sia europea che americana. Le Collezioni di Intesa Sanpaolo, ancora una volta, si rivelano al grande pubblico in modo inatteso e sorprendente, grazie anche al fondamentale contributo della Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico della Banca. Un’occasione unica per esplorare l’evoluzione dell’arte contemporanea, attraverso una selezione di lavori raramente esposti.

Il percorso espositivo, ideato da Luca Massimo Barbero - curatore associato delle Collezioni d'arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo - prende avvio dalla rivoluzione formale introdotta in Europa da Lucio Fontana, Piero Manzoni e Yves Klein, per poi continuare con una riflessione profonda sul Minimalismo americano, raramente rappresentato in Italia. La mostra prosegue con un focus sull’Arte Povera e sulle sue riflessioni concettuali, che hanno segnato profondamente gli anni Sessanta e Settanta, mettendole in relazione con le vibranti tensioni dell'arte statunitense, dalla forza iconica della Pop Art fino ad alcuni significativi esempi degli anni Ottanta.



Il racconto si sviluppa in modo lineare ma aperto, dove opere di artisti internazionali come Carl Andre, Robert Mangold, Roy Lichtenstein, Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat dialogano con protagonisti della scena italiana quali Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e Francesco Clemente, restituendo tutta la complessità e l'energia di una fase cruciale per l'arte contemporanea.

Un tributo speciale è riservato a Robert Rauschenberg che, in occasione del centenario della sua nascita, è presentato nel Salone Scala, dove vengono esposte tutte le sue opere presenti nella Collezione e provenienti dalla raccolta Agrati. Si tratta di un corpus eccezionale che include lavori fondamentali e un importante nucleo grafico, raro e quasi unico all'interno delle collezioni italiane.


Foto di Duilio Piaggesi

20/06/25

Prossimamente ArtVerona

 


La nuova direttrice della rassegna Laura Lamonea nei giorni scorsi ha annuncia le linee guida del suo mandato e le prime novità della prossima edizione di ArtVerona, in programma dal 10 al 12 ottobre 2025 a Veronafiere. Tra le più solide manifestazioni in Italia dedicate al mercato dell’arte, ArtVerona entra nel suo ventesimo anno con un forte spirito di rinnovamento. La fiera mette al centro le gallerie, i collezionisti e le istituzioni culturali ed economiche della città, attraverso investimenti già in atto, con l’ambizione di riconfermare ArtVerona come uno dei modelli più versatili e innovativi all’interno del panorama del mercato d’arte italiano.


IL SUPERAMENTO DEL CONFINE TRA MODERNO E CONTEMPORANEO

Nella visione di Laura Lamonea, ArtVerona supera la tradizionale suddivisione tra le gallerie del contemporaneo e le gallerie che propongono artisti del secolo scorso. Lo spazio fieristico valorizza, con questa precisa scelta e con le sue nuove sezioni, le conversazioni tra le opere e i linguaggi espressivi al di là della narrazione cronologica. Conversazione e scrittura sono, quindi, le linee guida tematiche della prossima edizione. La fiera viene pensata come un’occasione per riflettere sul linguaggio, nel recupero della pregnanza del segno. Dalle esperienze artistiche verbovisuali, come quelle emerse negli anni ’70, alla scrittura/montaggio video, a partire da uno sconfinato serbatoio di materiale, la sovversione delle regole di scrittura e di linguaggio, lo sconfinamento della parola sono da sempre una forma di opposizione all’appiattimento comunicativo oltre che ideologico.


SEI LE SEZIONI


Nei tradizionali padiglioni 11 e 12 di Veronafiere, oltre alla Main Section e alla sezione dedicata alle editorie, sono quattro le sezioni rinnovate. Due le sezioni dedicate ad artisti e gallerie emergenti: la prima ispirata a quello che in museologia è definito l’effetto sauna (il confronto tra pratiche di artisti in fasi professionali diverse e per questo reciprocamente benefica), dove le gallerie saranno invitate a mettere in dialogo i propri artisti con la proposta di un artista giovane non ancora rappresentato; l’altra è, invece, una sezione dedicata a giovani gallerie invitate a presentare un progetto con due artisti. Due le sezioni dedicate ad un focus tematico ed espressivo: la prima alla pittura e al disegno, dove viene ripreso il tema della conversazione tra artisti appartenenti a generazioni diverse; la seconda, ispirata alle “immagini in movimento”, coinvolge gallerie invitate a partecipare alla fiera con almeno un progetto video in dialogo con altre forme espressive. Lo spazio per l’editoria e i servizi per l’arte ospita come sempre riviste d’arte e librerie specializzate, ma, tra queste, anche quelle che comprendono riviste dal carattere interdisciplinare – cinema, design, musica, illustrazione, natura, cucina, letteratura – con cui l’arte contemporanea si confronta e si compenetra da sempre.


IL NUOVO TEAM

Si rafforza il team di ArtVerona grazie all’ingresso di nuove importanti figure professionali. Isabella Paghera ricoprirà il ruolo di VIP manager: professionista con solide esperienze in ambito internazionale e nel collezionismo rivolto alle nuove generazioni; specialista del panorama artistico contemporaneo, negli anni ha costruito una rete capillare e dinamica di relazioni con collezionisti italiani e stranieri.

Sara Benedetti, consulente strategica di progetto, manager nel settore e conoscitrice della manifestazione che segue fin dal 2005, affiancherà il team e la nuova direzione artistica nel suo progetto di rafforzamento della fiera. Ad Alessio D’Ellena (Superness), visual art director, è stato affidato l’incarico di rinnovare l’immagine e la brand identity di ArtVerona. L’identità di ArtVerona 2025 nasce dalla decostruzione formale della tipografia, ispirandosi alle sperimentazioni verbovisuali della poesia visiva. L’inversione dei segni alfabetici e la combinazione di elementi costruttivi dell’alfabeto sono interventi concettualmente semplici ma di forte impatto, che sovvertono la linearità della scrittura e lo standard compositivo. A+V diventa Ɐ, simbolo del cambio di prospettiva richiesto a operatori e visitatori per aprire la fiera a nuove visioni.


I PROGETTI SPECIALI

«Credo che il rafforzamento del legame tra la fiera e la città debba passare attraverso una pluralità di iniziative – dichiara Laura Lamonea –, non solo interventi espositivi a corollario dell’evento fieristico, ma public program articolati nel corso dell’anno, progetti interdisciplinari ed educativi, collaborazioni con musei, università, accademie, collezioni private, associazioni culturali, scuole secondarie di secondo grado. I linguaggi dell’arte contemporanea, senza mai rinunciare alla ricerca e alla sperimentazione, possono agire come catalizzatori per ripensare i luoghi, ridefinire le loro funzioni e stimolare una riflessione collettiva e visionaria sulla convivenza. Per generare un impatto duraturo, è indispensabile attivare una partecipazione condivisa che coinvolga attivamente la cittadinanza e tutte le realtà locali». ArtVerona presenterà un programma di progetti speciali in fiera e in città, riservando ampio spazio anche alla performance, alle sperimentazioni sonore e alle intersezioni tra cinema e video. A questo proposito, una novità: ospiterà una sala cinema, uno spazio destinato a tutto il pubblico della fiera che sarà attivo con una programmazione di opere video, presentata in collaborazione con archivi nazionali e internazionali.


IL PODCAST DI ARTVERONA

In programma anche il lancio di un podcast e di una rubrica di approfondimento a esso connessa, scritti da Laura Lamonea e da Tommaso Santagostino, già autori di Fino a Prova Contraria. Coinvolgendo musei, fondazioni, collezionisti e centri di produzione, la fiera costruirà un laboratorio collettivo di storie e prospettive di rilevanza nazionale, capace di attraversare le geografie dell’arte italiana e di restituire al pubblico un’immagine dinamica del sistema artistico. A tutti gli effetti un viaggio di avvicinamento alla manifestazione che culminerà nei giorni di fiera.


19/06/25

Icarus



 Avevo visto per la prima volta una sua opera alla Biennale di tanti anni fa, il lavoro delle "bandiere" con le formiche mi era piaciuto tantissimo, ora l'ho rivedo ora qui al Pirelli HangarBicocca presentaato nell'antologica intitolata “ICARUS”, la prima in Europa, dedicata alla pratica artistica di Yukinori Yanagi: un’ampia selezione di opere iconiche risalenti agli anni novanta e duemila insieme a lavori più recenti. I visitatori possono percorrere le traiettorie imprevedibili create dall’opera dell’artista giapponese. 




Yanagi ricontestualizza alcune delle sue installazioni più significative e monumentali negli spazi ex industriali di Pirelli HangarBicocca innescando una riflessione, più che mai attuale, sui temi del nazionalismo, delle dinamiche governative e sugli aspetti paradossali delle società contemporanee.




Yukinori Yanagi (Fukuoka, 1959) vive e lavora sull’isola di Momoshima in Giappone, lontano dalla scena pubblica, pur rappresentando uno dei più influenti artisti giapponesi contemporanei. Invitato nel 1993 alla sua prima rassegna internazionale, la 45. Biennale di Venezia, presenta centottanta bandiere di sabbia colorata sgretolate giorno dopo giorno dal lavoro incessante di migliaia di formiche vive. Yanagi torna in Italia con una grande mostra dopo trentadue anni.




Noto per l’esplorazione di temi complessi legati alla sovranità, alla globalizzazione e ai confini, che indaga attraverso installazioni site-specific di grandi dimensioni, l’artista si addentra sovente nella storia giapponese, confrontandosi tuttavia con tematiche universali legate al nazionalismo e all’impatto della modernizzazione e della tecnologia sulla società. Il suo modus operandi evoca gli intricati sistemi di immagini simboliche e i preconcetti di oppressione politica e nazionale, sfidandone la stasi e dissolvendoli in forme organiche per natura intrinsecamente mutabili.




“ICARUS” è il titolo della mostra di Yukinori Yanagi a cura di Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli che raggruppa un corpus di lavori che ripercorrono la carriera dell’artista nelle Navate e nel Cubo di Pirelli HangarBicocca. Il titolo rievoca il mito greco di Icaro e Dedalo che funge come avvertimento e invito a riflettere sull’arroganza umana nata dall’eccessiva fiducia riposta nella tecnologia. Avvicinandosi troppo al sole (inteso come metafora dell’energia nucleare), Icaro diviene infatti responsabile della sua caduta. La narrativa espositiva presenta continue dualità, creando un dialogo tra passato e presente, distruzione e rinascita, realtà e fantasia, materia e simbolismo, movimento e permanenza. L’idea di trascendere i confini fisici rappresentati da elementi come container, barili ed altri oggetti utilizzati per i sistemi di trasporto, diventa una metafora per l’interconnessione globale.


La mostra sarà accompagnata da una monografia pubblicata da Marsilio Editori che esplorerà le tematiche ricorrenti che hanno influenzato il percorso di Yukinori Yanagi, approfondendo le influenze e gli sviluppi della sua pratica nel corso della carriera. Il volume includerà saggi di studiosi e critici internazionali, tra cui la curatrice Mami Kataoka e la storica dell’arte Reiko Tomii, oltre a una conversazione tra Yanagi e Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli, curatori della mostra in Pirelli HangarBicocca. Il libro raccoglierà, per la prima volta, tutti i progetti architettonici più ambiziosi realizzati dall’artista dal 2008 fino ad oggi. Saranno inoltre presenti schede dettagliate dedicate alle opere esposte, redatte da studiosi e arricchite da una selezione di immagini storiche.









18/06/25

Pansy Project

 



Pansy Project è  stato ideato dall'artista Paul Harfleet che pianta viole del pensiero nei luoghi di abusi omofobi e transfobici da quando ha fondato il Pansy Project nel 2005. Ogni viole del pensiero viene documentata, intitolata all'abuso e poi aggiunta alla pagina dei luoghi di questo sito web. 




Questo progetto, in corso di svolgimento, rivela una realtà frequente di esperienze LGBTQ+, che spesso non viene denunciata alle autorità. Dal 2005 Harfleet ha piantato più di 300 viole del pensiero in tutto il mondo, da Londra a New York, in una varietà di contesti, tra cui mostre, festival ed eventi.

17/06/25

Guardami come se mi amassi




A Milano gli spazi della Gallerie d'Italia  ospitano, fino al 19 ottobre 2025, “LOOK AT ME LIKE YOU LOVE ME | GUARDAMI COME SE MI AMASSI", dell’artista statunitense Jess T. Dugan, a cura della giornalista Renata Ferri, un progetto fotografico ideato e organizzato con la struttura Diversity, Equity & Inclusion di Intesa Sanpaolo e la collaborazione di  ISPROUD, la Community LGBTQ+ di Intesa Sanpaolo.

È il lavoro fortemente autobiografico attraverso cui l’artista, d’identità queer e non binaria, ci conduce nel suo mondo: una comunità di corpi e volti, gesti e sguardi, in coppia o soli, luminosamente narrata attraverso ritratti di grande formato capaci di ispirare una meditazione profonda e sensibile che sfiora i temi dell’identità, del desiderio, dell’intimità e della relazione.
L’intensità è la matrice dell’incontro tra Dugan e i soggetti protagonisti, ora artefici di una poetica opera corale.

La mostra si pone in continuità con le attività di “Arte e Inclusione” .


Jess T. Dugan (americana, nata nel 1986) è un'artista e scrittrice il cui lavoro esplora le complessità della personalità, delle relazioni, del desiderio, dell'amore e della famiglia. La sua produzione è incentrata sulla fotografia, ma comprende anche scrittura, video, suono, disegno e installazione.

Tutta la sua opera è influenzata dalle esperienze di vita, inclusa l’identità di persona queer e non binaria e riflette una profonda convinzione dell'importanza della rappresentazione e del potere trasformativo della narrazione. Il suo lavoro viene regolarmente esposto a livello internazionale ed è presente nelle collezioni permanenti di oltre 60 musei.

L'uso del pronome they nella traduzione inglese rispetta la scelta Jess T. Dugan di non identificarsi con i pronomi di genere maschile o femminile.

16/06/25

UK AIDS Memorial Quilt


In questi giorni presso la Turbine Hall della Tate Modern è possibile vedere la trapunto del memoriale per l'AIDS nel Regno Unito 

Una combinazione di 42 trapunti e 23 pannelli individuali è esposta nella Turbine Hall, facendo eco a come il britannico AIDS Memorial Quilt (c.1989-ongoing) è stato mostrato all'aperto come una forma di protesta per sensibilizzare la pandemia di AIDS in corso.

Dal 12 al 16 giugno, There Is A Light That Never Goes Out (1995), un documentario inedito sul più grande spettacolo del UK AIDS Memorial Quilt, sarà proiettato nel cinema Starr. Si prega di controllare i tempi di screening nel box a discesa sottostante. L'ingresso è gratuito e non è richiesta alcuna prenotazione.

Sabato 14 giugno c'è stata una lettura live dei nomi alle 11.00 e alle 14.00. Bakita Kasadha aprirà ogni lettura con una poesia. Seguirà un pezzo corale speciale del London Gay Men’s Chorus alle 12.45 e alle 16.00. Per ulteriori informazioni e un programma di eventi completi, vedere il riquadro a discesa sottostante.

Questo display è presentato dalla Tate in collaborazione con UK AIDS Memorial Quilt e avviato da Charlie Porter. A cura di Elliot Gibbons, ricercatore di dottorato collaborativo.