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25/06/24

JB Blunk alla Martell Foundation


JB Blunk entrain de sculpter Continuum, c. 1979. © Mike Conway Courtesy JB Blunk Estate


 Presso la  Martell Corporate Foundation è in corso la prima mostra retrospettiva in Europa dello scultore americano JB Blunk (James Blain Blunk, 1926-2002) organizzata in collaborazione con la figlia Mariah Nielson, direttrice della JB Blunk Estate, con il contributo per la ricerca di Anne Dressen, curatrice del Museo d'Arte Moderna della Città di Parigi.

La mostra CONTINUUM è un'immersione nell'opera di JB Blunk, poco noto al grande pubblico, ma leggendario per molti artisti, per i quali rimane fonte di ispirazione.

La mostra presenta una vasta collezione di pezzi realizzati da Blunk permettendoci di comprendere il suo approccio unico: che si tratti di creare opere d'arte o creare oggetti di uso quotidiano, il suo lavoro - in costante dialogo con l'ambiente - è un potente appello che pone al centro la creazione della vita quotidiana.

Blunk ha tratto ispirazione dal rapporto che aveva con la natura che lo circondava quotidianamente: situato vicino alla cittadina di Inverness in California, in un sito eccezionale nel cuore della foresta e vicino alla costa del Pacifico. L'artista ha cercato per tutta la sua vita di creare una connessione profonda con il suo ambiente, utilizzando le risorse naturali che ha trovato (ceppi di sequoia e tronchi di legni, terra, pietre, ecc.) per creare un corpus di opere che si riconnettono con forme ancestrali di espressione e gioco. con scale sia modeste che monumentali.

Una selezione di oltre 150 pezzi tra cui opere scultoree, ceramiche, mobili, modelli, dipinti, schizzi e fotografie originali provenienti dalla JB Blunk Estate e da collezioni private illustra l'ampiezza della sua pratica artistica, all'intersezione tra arte e artigianato. La mostra rivela in particolare una delle sue prime ceramiche conosciute, realizzate a Los Angeles, mentre era studente alla UCLA, negli anni '40, ma anche una serie di modelli in legno, raramente esposti fino ad ora. Infine, corrispondenza, schizzi e opere provenienti dagli archivi di famiglia fanno luce sul processo lavorativo dell'artista, sui suoi legami amichevoli e professionali ma anche sulle sue fonti di ispirazione, siano esse le prime civiltà, i diversi approcci alla spiritualità o anche la sua visione pionieristica in termini di ecologia.

Un filmato appositamente commissionato per l'occasione ci invita a comprendere le molteplici sfaccettature della casa e del laboratorio che lo scultore aveva costruito interamente con le sue mani, dalla struttura architettonica ai mobili, passando per le stoviglie, gli interruttori o ancora il lavandino completamente scolpito. Realizzata principalmente con materiali di recupero, la Blunk House, emblematica della sua pratica e del suo stato d'animo, è considerata la sua principale opera d'arte totale. Il cortometraggio si concentra sulla trasmissione dell'ambiente unico in cui Blunk viveva con la sua famiglia vicino alla costa selvaggia di Point Reyes, nel nord della California.

JB Blunk, Untitled, c.1990 © Daniel Dent.  Courtesy JB Blunk Estate

Un secondo nuovo film ci permette di scoprire una selezione di quattro opere d'arte monumentali installate nella regione di San Francisco: scolpite da blocchi di sequoia gigante, queste pratiche sedute rivolte alla comunità e installate negli spazi urbani testimoniano un'altra parte del lavoro di Blunk .

Il corso si estende su 900 m2 e affronta il lavoro di Blunk attraverso 6 sezioni tematiche – Giappone, Paesaggio, Casa, Archetipi, Processo e Arte nello spazio pubblico – presentando il suo approccio olistico al design, all'arte e all'architettura. Come la sua vita e la sua opera, le sezioni della mostra sono interconnesse e permeabili, offrendo ai visitatori un'immersione sensibile nelle varie discipline e tecniche da lui praticate. La scenografia è stata appositamente progettata dal designer Martino Gamper in collaborazione con la graphic designer Kajsa Ståhl (Åbäke).

Per Anne-Claire Duprat, direttrice della Fondazione “Rivelando il lavoro poco conosciuto di un artista che celebra la forza della natura, della vita e della creazione al crocevia delle discipline, questa retrospettiva soddisfa l'ambizione della Fondazione Martell di incoraggiare la l’emergere di nuovi approcci artistici incentrati sulla trasformazione ecologica dei territori e dei nostri stili di vita”.

The Blunk House à Inverness, Californie © Leslie Williamson Courtesy JB Blunk Estate

24/06/24

London Art Week

Quest'anno la London Art Week si svolgerà a fine mese e comprenderà l'arte più raffinata con qualsiasi mezzo attraverso i millenni, con una primaria concentrazione di importanti commercianti internazionali di dipinti, disegni, sculture e oggetti d'arte eccellenza. Quest'anno LAW dedica un'attenzione particolare al mezzo delle opere su carta. Questa voce più flessibile puntare al vecchio mercato principale è attraente per i collezionisti nuovi e più giovani.

Durante LAW Summer, il nuovo collaboratore Trois Crayons fornirà un hub comune per ospitare eventi internazionali lavora su commercianti di carta anche dalla Francia e dal Belgio, insieme a discorsi su questo focus speciale. Il fulcro sarà situato nel cuore di Mayfair al numero 9 di Cork Street, lo spazio espositivo permanente di Frieze. La collaborazione mira a rafforzare l’importanza di lunga data della capitale come centro di eccellenza per gli anziani in particolare i disegni principali, sostenendo la posizione di Londra come destinazione cruciale per il mercato internazionale collezionisti e curatori di musei.

Presto sarà annunciato un programma di eventi con conferenze e tour. La mappa della London Art Week, in formato cartaceo e online, è illustrata da Adam Dant e individua ogni luogo. Sarà inoltre disponibile per tutti un catalogo digitale tramite un codice QR.

22/06/24

Wolfgang Laib. Una montagna da non scalare. Per Monet



A Parigi il Musee dell'Orangerie propone le opere di Wolfgang Laib, nato in Germania nel 1950, in cui la natura invade l’arte. 

I suoi materiali, il polline, il latte, il riso, la cera d’api, determinano quindi la forma finale delle sculture dalle forme geometriche semplici progettate dall’artista (quadrati, coni, allineamenti). 

Ognuna delle sue opere viene quindi presieduta da una serie di gesti semplici e parsimoniosi che ingaggiano una relazione con la natura: raccogliere, setacciare, versare.


21/06/24

Superbo Guercino




La storia dell’arte italiana è da sempre un continuo percorso di certezze del grande valore dei suoi artisti, che però spesso subiscono anche l’ombra del tempo come è già successo con artisti quali Caravaggio o Moroni. Questa riflessione può valere anche per Giovanni Francesco Barbieri (Cento, 1591-Bologna, 1666), detto Il Guercino, a causa di una forma di strabismo, che la stupenda mostra alle Sale Chiablese dei Musei Reali a Torino rimette in luce in un ricercato percorso storico che prende le mosse dalle tante opere presenti nelle collezioni sabaude e nelle più importanti raccolte nazionali, da cui molte opere sono giunte per questa esposizione.




Il titolo della mostra "Guercino. Il mestiere del pittore", che durerà fino al 28 Luglio, chiarisce molto bene il percorso di ricerca che i curatori Annamaria Bava dei Musei Reali e da Gelsomina Spione dell'Università di Torino hanno ideato per farci immergere nella professionalità del grande artista barocco. 

La mostra si apre con l'"Autoritratto" che proviene dalla Schoeppler Collection di Londra, che offre già subito l'immagine ideale e concreta di questo maestro della pittura. 




Le diverse sezioni, una decina con oltre 110 lavori, sono ricche di un buon apparato informativo e di tante opere che mettono in risalto, spesso in confronti con artisti coevi, Carracci, Guido Reni, Domenichino e Scarsellino, le grandi doti del maestro di Cento. Un cammino che affronta temi biografici e culturali, analizzando anche il libro dei conti, le dinamiche di vendita e le tecniche adottate per la realizzazione delle sue opere.




Il percorso affronta così gli anni di formazioni ispirati alle opere della pittura bolognese, fra cui gli ammirati Carracci, per proseguire con i decenni di crescita e successo con lavori molto significativi come la serie di quadri realizzati per il papa Gregorio XV, che ritornano, dopo diversi secoli, nuovamente insieme per questa esposizione, si tratta di  "Susanna e i vecchioni" dal Museo del Prado,  "Lot e le figlie" da San Lorenzo a El Escorial, la "Resurrezione di Tabita" dalle Gallerie degli Uffizi e "Il Ritorno del figliol prodigo" dai Musei Reali.



L'occasione è anche il poter vedere da vicino, cogliendo i raffinati dettagli, dopo il recente restauro, della monumentale pala della "Madonna del Rosario" che tornerà poi nella chiesa di San Domenico in Torino. 




Fra le tante opere presenti in mostra c' è la superba tela con Venere, Marte e Amore (1633) delle Gallerie Estensi, che gioca direttamente con lo spettatore e la suggestiva "Assunta" (1620), che una volta era nella chiesa del Rosario a Cento.




La mostra, sostenuto da BPER e NovaCoop e prodotto da CoopCulture con Villaggio Globale International, è presso le  Sale Chiablese, parte dei Musei Reali di Torino, in piazzetta Reale, orario di apertura dal martedì alla domenica dall 10 alle 19.







20/06/24

Marco Bagnoli da Persano a Torino

 


Presso la Galleria Giorgio Persano è in corso la mostra VOLUCELLE con le recenti opere ideate da Marco Bagnoli  per lo spazio di Torino di via Stampatori.

L’artista torna in galleria dopo la grande esposizione EMA KHAM SUM del 2006 in via Principessa Clotilde.

Il titolo della mostra è VOLUCELLE. Tratto da un quadro di Picabia e scritto di suo pugno. La scritta contiene la parola luce che è il filo conduttore della personale di Bagnoli e dà titolo anche alla scacchiera in alabastro con la forma degli scacchi che rimanda sia alla figura del danzatore di Harappa – custodito nel museo archeologico di Delhi – sia per allusione all’ultima partita di Marcel Duchamp. Dove gli scacchi occupano ormai tutto lo spazio e non è più possibile alcun movimento.

Lo spazio della galleria è dominato dunque da questa immobilità che solo la luce può attraversare.




Una grande “libreria” occupa la sala centrale, uno spazioxtempo che si fa contenitore – e incorpora oggetti – quasi ad indicare come nel fondamento della poetica di Bagnoli possano essere accolte molte opzioni comprese in un’unità.

Un gioco di rimandi favorito dalle pedine della scacchiera che proiettano le loro ombre dove è dipinto il logo di Atelier Marco Bagnoli: la parola io x te e la parola sanscrita.

Sulla libreria prendono posto anche i prototipi lignei della scacchiera, a sottolineare che: “A contare, nelle sue proposte, è il dialogo, che fa risuonare tra loro, mediante il ricorso a colori e oggetti, a luci e ombre, il fisico e il mentale, l’emotivo e il logico.” – come ebbe a scrivere Germano Celant nella monografia dedicata all’artista.




In mostra anche una mongolfiera in acciaio, Senza titolo (Fontana), 2002, contenente una parabola in vetro smaltata in rame al terzo fuoco e Nel Paesaggio di Xvarnah una cartella di grafiche che riproducono un intervento pittorico dell’artista su sette miniature persiane fotografate a Istanbul e che rappresentano un paesaggio dell’origine in una luce senza ombra alcuna.

A completare il percorso: log 0 = ̶ ∞ (Banda Rossa x parabola ∞), 19 febbraio 2014, una serie di 8 fotografie in cui riflessi cangianti della banda sono testimoni di luce nel concavo di una parabola di rame.

Banda e Parabola – due opere simboliche di Bagnoli – che si fondono per dar vita a un inedito lavoro.

Immagini poste in dialogo con un pilastro di pietra, Luce su pietra serena, 2010, che aprono e chiudono la mostra. Un’opera unica che evoca un percorso di trasmutazione che da pietra si fa luce.






19/06/24

Chicago a Londra


 Image: Judy Chicago: Revelations, 2024. Installation view, Serpentine North. © Judy Chicago/Artists Rights Society (ARS), New York. 
Photo: Jo Underhill. Courtesy Judy Chicago and Serpentine

A Londra presso la Serpentine è in corso la mostra "Revelations" dedicata all'artista pionieristica, autrice, educatrice, storica culturale e femminista Judy Chicago (nata nel 1939, Chicago, USA). 

Chicago divenne famosa alla fine degli anni '60 quando sfidò il panorama del mondo dell'arte dominato dagli uomini realizzando opere che fossero coraggiosamente dal punto di vista di una donna. Artista poliedrico, il lavoro di Chicago è definito da un impegno per l'artigianato e la sperimentazione, sia attraverso la scelta del soggetto che per il metodo e i materiali che utilizza.

Nel corso dei suoi sessant’anni di carriera, Chicago ha contestato l’assenza e la cancellazione delle donne nel canone culturale occidentale, sviluppando un linguaggio visivo distintivo che dà visibilità alle loro esperienze. A questo scopo, Chicago ha prodotto progetti individuali e collaborativi che affrontavano i temi della nascita e della creazione, il costrutto sociale della mascolinità, la sua identità ebraica, le nozioni di potere e impotenza, l’estinzione ed esprimeva la sua preoccupazione di lunga data per la giustizia climatica.


 Image: Judy Chicago: Revelations, 2024. Installation view, Serpentine North. © Judy Chicago/Artists Rights Society (ARS), New York. 
Photo: Jo Underhill. Courtesy Judy Chicago and Serpentine

Judy Chicago: Revelations traccia l'intero arco della carriera di Chicago con un focus specifico sul disegno, evidenziando opere raramente viste. Diversi elementi multimediali coinvolgenti, tra cui un'app AR, una cabina di registrazione video e altri componenti audiovisivi, distinguono questo spettacolo dalle precedenti indagini sul lavoro di Chicago. Con quaderni di schizzi, film e diapositive mai visti prima, interviste video ai partecipanti di The Dinner Party (1974-79), registrazioni audio e una visita guidata a The Dinner Party realizzata dalla stessa Chicago, questo nuovo approccio all'esposizione del lavoro di Chicago rende il la presenza dell'artista si è fatta sentire in tutta la galleria.

La mostra prende il nome da un manoscritto miniato sconosciuto di Chicago, scritto all'inizio degli anni '70, che sarà pubblicato per la prima volta in concomitanza con la mostra da Serpentine e Thames & Hudson. Intitolato Revelations, questo lavoro visionario è una rivisitazione radicale della storia umana che recupera alcune delle storie di donne che la società ha cercato di cancellare e che Chicago non avrebbe mai immaginato sarebbe stata pubblicata durante la sua vita. Estratti audio del libro possono essere ascoltati in ciascuna delle gallerie attraverso un'audioguida di accompagnamento, creando senza soluzione di continuità un collegamento tra arte visiva e parola scritta che ha occupato la pratica dell'artista sin dagli anni '70.


 Image: Judy Chicago: Revelations, 2024. Installation view, Serpentine North. © Judy Chicago/Artists Rights Society (ARS), New York. 
Photo: Jo Underhill. Courtesy Judy Chicago and Serpentine

18/06/24

L' Autoritratto di Leonardo da Vinci


Nel cuore di Torino c’è quel bellissimo antro delle meraviglie che è la Biblioteca di Palazzo Reale che a sua volta ospita un magnifica raccolta di disegni fra cui lo storico Autoritratto di Leonardo da Vinci, un’opera che è un’icona di fama internazionale e che da sempre ha affascinato il pubblico di tutto il mondo.




La Biblioteca Reale di Torino presenta questo famoso disegno in una mostra appositamente dedicata, ma propone, a rotazione nel tempo, parte della sua ricca raccolta con altri pezzi storici, yra cui disegni di Michelangelo, Raffaello e tanti altri meravigliosi lavori delle più importante epoche artistiche.




La visita inizia attraversando il Salone palagiano della Biblioteca Reale dove due apparati tecnologici consentono di conoscere l'opera scientifica e creativa di Leonardo e l'interesse che ha suscitato anche nel mondo scientifico. Si prosegue poi verso il fondo della biblioteca e si accede al meraviglioso Caveau, realizzato grazie alla Consulta, associazione che raccoglie alcune storiche aziende torinesi per la salvaguardia del patrimonio culturale ed artistico della città.




Il percorso è diviso in due sezioni una dedicata al ritratto e agli studi che Leonardo fece al tempo della sua permanenza al Castello di  Amboise, estratti dal famoso codice Atlantico provenienti dalle collezioni della Veneranda Pinacoteca Ambrosiana di Milano e da fogli appartenenti alla collezione reale sabauda.




Nella prima sezione un percorso di avvicinamento è realizzato attraverso alcuni disegni e al diario della visita che il Cardinale Luigi d’Aragona fece al Maestro, ad Amboise, il 10 ottobre 1517, che descrive i lineamenti dell'artista. Al centro del percorso c'è l'iconico ritratto, poi vengono proposti alcuni studi e riflessioni anatomiche che l'artista fece sul corpo umano e animale. 




Il disegno del suo volto, che potremmo quasi definire uno dei selfie più antico e famoso della storia dell'arte, è stato realizzato da Leonardo da Vinci con la tecnica definita “sanguigna”, e risale all’incirca al 1515, quando Leonardo aveva 63 anni. Presenta i lineamenti di un uomo elegante e maturo, avvolto da una folta barba e incorniato da lunghi capelli. 





La seconda sezione della mostra racconta della fama e della diffusione di questo ritratto che  inizialmente fu riprodotto in maniera certosina nel 1570 e poi nei primi decenni del 800 da Raffaele Albertolli, talmente fedele che fu anche confuso come un autentico disegno del maestro vinciano. Questa parte di mostra mette così in risalto quanto il disegno dell'Autoritratto abbia affascinato gli studiosi e il pubblico più vasto, diffondendolo in tutte le epoche e in tutto il mondo. 




La mostra "L’Autoritratto di Leonardo – Storia e Contemporaneità di un Capolavoro", è stata curata da Paola Salvi e gode dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è visitabile fino al 30 Giugno, dal Martedì alla Domenica dalle  09.00 alle 18.30, la biglietteria chiude alle 17.30




17/06/24

Munch a Milano

 Edvard Munch, The Girls on the Bridge, 1927. Oil on canvas, 100,5x90 cm. Foto Halvor Bjørngård. ©Munchmuseet


Fra i tanti eventi del prossimo autunno sicuramente la mostra "Munch. Il grido interiore" che si svoglerà dal 14 Settembre a Palazzo Reale a Milano, sarà una di quelle più gettonate. 

Ci saranno oltre 100 opere prestate eccezionalmente dal Munch Museum di Oslo per la più importante mostra dedicata al genio di Edvard Munch.

Il progetto è stato ideato da Palazzo Reale e Arthemisia che vogliono rendono omaggio a uno dei più importanti artisti del Novecento, che ha saputo interpretare il tormento e l’inquietudine dell’essere umano.

L’ampia retrospettiva racconterà l’intero percorso umano e artistico di Munch, esponendo opere tra le più note e iconiche della storia dell’arte.


Edvard Munch, Starry Night, 1922–1924. Oil on canvas, 80,5x65 cm. Photo © Munchmuseet


CS

Dopo 40 anni dall’ultima mostra a Milano, Edvard Munch (Norvegia, 1863 -1944) viene celebrato con una grande retrospettiva, promossa da Comune di Milano – Cultura, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo.

Protagonista indiscusso nella storia dell’arte moderna, Munch è considerato un precursore dell’Espressionismo e uno dei più grandi esponenti simbolisti dell’Ottocento, nonché l’interprete
per antonomasia delle più profonde inquietudini dell’animo umano.

La vita di Munch è stata segnata da grandi dolori che lo hanno trascinato ai limiti della follia: la perdita prematura della madre e della sorella, la tragica morte del padre, la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen. Tutto ha contribuito a formare la poetica di Munch, che riuscirà a esprimere, grazie a un eccezionale talento, il suo grido interiore trasformandolo in opere d’arte. I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore riescono a raggiungere ogni essere umano, trasformando le sue opere in messaggi universali, il malessere esistenziale che affligge ogni essere umano. È questo che ha determinato la grandezza di Munch, rendendolo uno degli artisti più iconici del Novecento.

La mostra, curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo di Munch, racconterà tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione, e lo farà attraverso 100 opere, tra cui una delle versioni litografiche custodite a Oslo de L’Urlo (1895), ma anche La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–19249), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901) e Danza sulla spiaggia (1904).

Ad arricchire la mostra milanese, è previsto un ricco palinsesto di eventi che coinvolgerà diverse realtà culturali della città e che andrà ad approfondire la figura dell’artista ed espandere i temi delle sue opere esplorando diversi linguaggi, dal cinema all’architettura, dalla musica alla letteratura e molto altro.
Il programma sarà pubblicato prossimamente sui canali di comunicazioni dei partner coinvolti.

La mostra avrà una seconda tappa a Roma, a Palazzo Bonaparte, dal 18 febbraio al 2 giugno 2025.

L’ARTISTA
Munch è uno degli artisti che ha saputo meglio interpretare sentimenti, passioni e inquietudini della sua anima, comunicandoli in maniera potente e tragica.
Plasmato inizialmente dal naturalista norvegese Per Lasseu Krohg, col quale iniziò la carriera pittorica nel 1880, si spostò a Parigi per la prima volta nel 1885 e qui subì le influenze impressioniste e postimpressioniste che gli suggerirono un uso del colore più intimo, drammatico ma soprattutto un approccio psicologico.

Munch fu per tutta la sua vita condizionato dalla sofferenza e dalla mancanza che conobbe già da bambino, quando subì la perdita scioccante della madre e della sorella, malate di tubercolosi.

A Berlino contribuì alla formazione della Secessione Berlinese e nel 1892 si tenne la sua prima personale, che non solo non fu apprezzata, ma fu anche reputata scandalosa: da quel momento Munch ha incarnato la figura dell’artista eversivo e maledetto.

Una vita precaria e vissuta “sull’orlo di un precipizio” che lo portò all’alcolismo e a una crisi psicologica, fino al ricovero in alcune case di cura tra il 1908 e il 1909.
Scegliendo l’isolamento, si spostò quindi nella sua proprietà di Ekely a Oslo fino alla sua morte nel 1944, dopo un mese dal suo ottantesimo compleanno.

15/06/24

Phyllida Barlow da Hauser & Wirth Somerset


 
Il lavoro di Phyllida Barlow (1944 – 2023) trova una sua espressività negli eleganti spazi della Hauser & Wirth Somerset.




Una celebrazione dell'approccio trasformativo dell'artista britannico alla scultura, in occasione del decimo anniversario del centro artistico inaugurato dalla mostra personale di Barlow "GIG" nel 2014. 




La mostra storica, curata da Frances Morris, si basa sul suo stretto rapporto di lavoro con l'artista durante la sua vita.

14/06/24

Dan Flavin a Basilea



 In queste giornate di ArtBasel il  Kunstmuseum cittadino dedica una bella antologica all'artista americano Dan Flavin (1933–1996) che è stato un pioniere dell'arte minimale. Divenne noto per il suo lavoro con tubi fluorescenti prodotti industrialmente. In tal modo, ha creato una nuova forma d'arte e ha fatto la storia. La mostra si concentra sulle sue opere dedicate ad altri artisti o eventi. Quando nel 1963 Dan Flavin fissò un tubo fluorescente industriale alla parete del suo studio con un angolo di 45 gradi - subito lo dichiarò arte - fu un atto radicale. Infatti, fu grazie a questa azione che furono introdotti i prodotti commerciali industriali nell'arte. L'arte minimale emersa in quel periodo enfatizzava la serialità, la riduzione e l'oggettività. Ironicamente, l'artista autodidatta americano Flavin, che non si è mai considerato un vero membro del movimento artistico, ne è letteralmente diventato il rappresentante più brillante.




Dall'inizio degli anni '60 Flavin ha lavorato con tubi fluorescenti, che ha organizzato in cosiddette "situazioni" e poi sviluppato in serie e installazioni. I colori e le dimensioni dei materiali utilizzati erano dettati dalla loro produzione industriale. Attraverso l'inondazione della luce, gli spettatori stessi diventano parte delle opere: lo spazio e gli oggetti in esso contenuti sono posti in relazione tra loro e, infine, in esperienze artistiche immersive che possono innescare esperienze sensuali, a volte quasi spirituali. Così facendo Flavin libera il colore dalla bidimensionalità della pittura. Finora la comprensione comune delle sue opere luminose si era concentrata principalmente sulla loro dimensione minimalista e industriale e quindi sulla semplicità della loro bellezza.




La mostra al Kunstmuseum Basel, tuttavia, si concentra nel vedere l'opera di Flavin in un contesto meno familiare: le sue opere spesso contengono riferimenti a eventi specifici nei titoli, come le atrocità della guerra o la violenza della polizia, oppure sono dedicate ad altri artisti - ad esempio l' opera senza titolo (in memoria di Urs Graf), che ogni sera inonda di luce colorata il cortile interno dell'edificio principale.




Con la grande mostra al Kunstmuseum Basel, i curatori esaminano le strategie narrative utilizzando opere e una serie dell'intera opera di Flavin invitando a un viaggio sensuale attraverso la sua creatività unica.

13/06/24

L'arte naturale di Giuliano Mauri


Lodi, presso le Scuderie di Palazzo Barni in Corso Vittorio Emanuele 17, è stato inaugurato  lo SPAZIO GIULIANO MAURI, con una mostra che ripercorre ogni fase della vita artistica dell’artista - dagli anni '60 fino alla sua scomparsa nel 2009. Questo luogo permanente dedicato al “Poeta della Natura” occupa le scuderie del seicentesco Palazzo Barni nel centro di Lodi, in corso Vittorio Emanuele, a cinque minuti dalla stazione ferroviaria.

La prima esposizione ha lo scopo di presentare l'artista a 360 gradi, dalle prime opere in vetro e neon, ai quadri di stampo militante che raccontano la cronaca del tempo, con l’Azione alla Palazzina Liberty (1976) di Milano con Dario Fo e le “Tele” che porta alla Biennale di Venezia nel 1976. Una sezione lignea, con le maquette preparatorie alle opere di Art In Nature, scritti, disegni, fotografie e video introducono il visitatore a installazioni monumentali come L’Albero dei cento nidi (1992, Lodi), Osservatori Estimativi (2001, Gorlitz-Zgorzelec, Germania-Polonia), La Casa della Memoria (1997, St. Louis, Missouri, USA) la Voliera per Umani (Monza, 2006), fino alle Cattedrali Vegetali di Arte Sella (2001) e del Parco dello Orobie (2009).

L’esposizione è allestita fino alla fine di dicembre 2024. Dal 2025 lo Spazio sarà organizzato in due sezioni, una permanente con le opere principali dell'artista e una in movimento, dove, attraverso una programmazione studiata, verranno presentate mostre tematiche e di approfondimento dedicate alla vita e all'arte di Mauri, restituendo il suo pensiero e la sua filosofia, più che mai attuali.

Un grande traguardo per l'Associazione Giuliano Mauri, a 15 anni dalla scomparsa dell'artista, nata per volontà degli eredi nel 2016 e divenuta APS Giuliano Mauri ETS nel 2021 con l’obiettivo di rendere pubblico e fruibile l'archivio, che fino a questo momento è rimasto privato e aperto solo su appuntamento. Il fondo è composto da oltre 1000 opere che raccontano, nella loro unicità, l'intero percorso artistico di Mauri: quadri, disegni, progetti, neon, vetri, tele di canapa grezza, fotografie, video, maquette e prototipi di opere realizzate nell'ambiente. Segue poi l'archivio cartaceo, composto da riviste, pubblicazioni, lettere, testi, tesi di laurea.

Visitatori, studenti, critici e studiosi avranno la possibilità di conoscere le opere e il pensiero di Giuliano Mauri, in modo diverso rispetto a quanto fatto sin d'ora: approfondendo la sua arte e la sua poetica naturale, attraverso la visione diretta delle sue opere, partecipando a workshop, visite guidate, videoproiezioni ecc.

Lo Spazio Giuliano Mauri è pensato quindi come luogo di racconto, di studio, di didattica, di restauro e di memoria, legati alla relazione uomo-natura attraverso la sua arte. La sua superfice di 130 metri quadrati è abbastanza grande da permettere di presentare in maniera esaustiva la sua opera e il suo pensiero, e nello stesso tempo sostenibile dall’Associazione.
Il principale sostenitore è la Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi ha creato un Fondo dedicato a Giuliano Mauri, attraverso il quale potranno essere raccolte donazioni con una campagna di fundraising che consentirà il lancio e il mantenimento del nuovo spazio espositivo. Una formula utilizzata anche da altre realtà del Terzo Settore, che consente trasparenza ed efficienza.La Fondazione Banca Popolare di Lodi ha anch'essa contribuito con un importante contributo, mentre a sostenere il progetto sono Comune di Lodi, Fondazione Castello di Padernello e donatori privati.






Sponsor Tecnico: Area Architecture, Italian Branch.
Per maggiori informazioni su come donare è possibile consultare il sito della Fondazione Comunitaria a questo link: https://www.fondazionelodi.org/fondo/fondo-giuliano-mauri/Il beneficiario è Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi ONLUS e la causale è "FONDO GIULIANO MAURI".

Didattica e comunicazione
Comunicazione, marketing museale, territoriale e turistico e didattica, saranno al centro dell’attività dell’Associazione. La volontà è di coinvolgere, grazie a una promozione costante dell’artista e della sua opera, sia un pubblico internazionale, tramite gli enti e i musei dove l’artista è già molto conosciuto, sia la comunità del territorio circostante. Lo Spazio Giuliano Mauri sarà un luogo ricco di bellezza e di storia legato al paesaggio, un luogo sempre vivo, finalizzato a promuovere rispetto verso il mondo ambientale, attraverso l'arte. 

La collaborazione dell'Associazione con le realtà dove sono presenti le opere monumentali di Mauri, come Arte Sella e la Fondazione Castello di Padernello (dove si trova “Ponte San Vigilio”, ultima opera dell’artista), permetterà di creare un ponte di collegamento con la Città di Lodi. Intenso infine sarà il programma del servizio educativo rivolto a scuole e università, con attività ad hoc dedicate a Giuliano Mauri e al movimento di Art in Nature.

Giuliano Mauri è stato il primo Artista italiano entrato a far parte del Movimento Europeo “Art In Nature” nato nel 1981 grazie all'incontro tra i critici d'arte Vittorio Fagone e Dieter Ronte. I primi artisti che aderiscono a questo movimento sono tre: Giuliano Mauri, Nils-Udo e Herman Prigann.

Considerato l'artista ambientale più importante del secondo '900 italiano, Mauri racconta con le sue installazioni il rapporto originario tra uomo e natura.

Philippe Daverio lo descriveva così: “Un pensiero anarchico e poetico. Un atteggiamento semplice e aristocratico, per cui si distaccava dalle banalità. Giuliano sapeva di avere il dono delle fantasie, aveva diritto a quell’aria di superiorità che è concessa ai poeti.”

11/06/24

Art Basel 2024



Eccoci nella settimana più famosa del mercato dell'arte a Basilea che ogni anno vede tutto il mondo dell'arte contemporanea presente alla fiera più ricca e stimolante.

Come garanzia poche variazione, sempre più curata la sezione delle gallerie, ben strutturata la mega sezione Unlimited, le sezioni dedicate ai video, alle opere storiche e poi il giusto corredo di eventi sparsi nelle solite aree della città svizzera. 

Tutto pare come sempre molto ben strutturato e organizzato, ma pare sempre più noioso in quanto privo di emozioni e tanto più ideato per un consumo.



CS

Art Basel  unveils further highlights for its 2024 edition, including full details of its expanded city-wide program featuring Parcours, the Merian, Film, Conversations, and the Messeplatz project

  • Parcours, curated for the first time by Stefanie Hessler, Director of Swiss Institute (SI) in New York, will showcase more than 20 site-specific public art installations along Clarastrasse, which connects the fairgrounds to the Rhine.
  • The Messeplatz will host a major work by conceptual artist Agnes Denes, curated by Samuel Leuenberger, Founder of SALTS.
  • Unlimited, curated by Giovanni Carmine, Director of Kunst Halle Sankt Gallen, will present 70 large-scale installations by distinguished and emerging artists.
  • Kabinett, Art Basel’s sector for thematic presentations within galleries’ main booths, will showcase 22 projects presented by 23 galleries.
  • Celebrating its 20th anniversary, Conversations, curated for the first time by Kimberly Bradley, will bring together over 25 thought leaders across 11 panels, focusing on the issues shaping contemporary culture.
  • Presenting a week of extraordinary cinema and celebrating its 25th edition, the Film program, curated by Filipa Ramos, will feature artists’ surveys, feature films, and a special program for young audiences, from age four onwards.
  • Art Basel, whose Global Lead Partner is UBS, will take place at Messe Basel from June 13 to 16, 2024, with Preview Days on June 11 and 12.

The 2024 edition of Art Basel in Basel will feature 285 of the world’s leading galleries, showcasing the highest quality of works across all media, including painting, sculpture, photography, and digital artworks. 22 first-time participants will join a robust lineup of European exhibitors and returning galleries from around the globe.

In addition to remarkable presentations in its Galleries, Feature, Statements, and Edition sectors, around 70 large-scale installations and performances will be on view in the show’s Unlimited sector, while the Kabinett sector will return for the second time to Art Basel’s Swiss edition to spotlight distinct, curated exhibitions within the main booths of exhibitors.

This year’s show will also present an expanded city-wide program, which will include Agnes Denes’ seminal land art work Honouring Wheatfield - A Confrontation (2024) on the Messeplatz, curated by Samuel Leuenberger. The reconceptualized Parcours sector, curated for the first time by Stefanie Hessler, will unfold along Clarastrasse up to the Middle Bridge, where Art Basel will activate the Merian to provide audiences with a stimulating venue for around-the-clock artistic events and showcases. Free to the public, Art Basel’s Conversations series, curated for the first time by Kimberly Bradley, will focus on ways to build and shape the art world’s future, while the Film program, curated by Filipa Ramos, will showcase a unique lineup of surveys, feature films, and a special program for young audiences from age four onwards.

Maike Cruse, Director of Art Basel in Basel, said: ‘I am particularly excited about this year’s expanded city-wide program as a testament to Basel’s cultural pulse. The Messeplatz project, featuring Agnes Denes’ transformative installation Honouring Wheatfield - A Confrontation (2024), redefines the dialogue between environment, land art, and the value of things. Our Parcours sector transforms the Clarastrasse into an exhibition exploring the topics of circulation and transformation. And the Merian will not only showcase Petrit Halilaj’s installation on the façade but will also extend Art Basel’s activation into the evening and night. Join us to celebrate community and the limitless possibilities of artistic expression along the Rhine.’

Unlimited

Art Basel’s unique sector for large-scale projects, Unlimited provides exhibitors the opportunity to present monumental installations, colossal sculptures, boundless wall paintings, comprehensive photo series, and expansive video projections. Unlimited will be curated for the fourth time by Giovanni Carmine, Director of Kunst Halle Sankt Gallen.

Highlights from Unlimited include:

  • A site-specific installation by Swedish artist Anna Uddenberg, titled Premium Economy (2023-2024), presented by Kraupa-Tuskany Zeidler and Meredith Rosen Gallery
  • A reenactment of American artist Faith Ringgold's first multimedia performance, titled The Wake and Resurrection of the Bicentennial Negro (1976), presented by Goodman Gallery in collaboration with ACA Galleries
  • Untitled (2022), an installation by American artist Henry Taylor, presented by Hauser & Wirth
  • Greek Italian artist Jannis Kounellis’ installation Senza titolo (vele) (1993), presented by Kewenig
  • An installation of a significant section from American artist Keith Haring’s mural Untitled (FDR NY) #5-22 (1984), presented by Gladstone Gallery and Martos Gallery
  • A new video installation titled DOKU The Flow (2024) by Chinese artist Lu Yang, presented by Société
  • Chess (2012), a seminal installation by American artist Lutz Bacher, presented by Galerie Buchholz
  • ARCHITEKTURTRAUM (2001) by Swiss artist Miriam Cahn, presented by Meyer Riegger and Galerie Jocelyn Wolff
  • A complete set of Robert Frank’s The Americans (1954-1957) presented by Pace Gallery and Thomas Zander

Art Basel’s Unlimited Night will return on Thursday, June 13, providing visitors the chance to experience the sector alongside special performances during extended opening hours. For the first time, visitors of Unlimited will have the opportunity to vote for their favorite artwork for the whole duration of Art Basel. The Unlimited People's Pick will then be announced towards the end of the show week. Further details around the prize will follow in due course.

For the full list of artists and galleries presenting in Unlimited, please visit artbasel.com/basel/unlimited.

Parcours

Curated for the first time by Stefanie Hessler, Director of Swiss Institute (SI) in New York, Art Basel’s public art sector will unfold along Clarastrasse up to the Middle Bridge, connecting the fairgrounds with the Rhine. Hessler’s concept for Parcours is a curated exhibition that meanders through empty stores and operational shops, a hotel, a restaurant, a brewery, and other quotidian spaces on Basel’s Clarastrasse. Through ambitious projects, many of them site-specific and newly produced, the sector explores transformation and circulation in areas such as trade, globalization, and ecology. Hessler takes over Parcours from Samuel Leuenberger, who successfully managed and expanded the sector over the past eight years.

Highlights from Parcours include:

  • An architectural structure lined with paintings that houses produce on sale at the Tropical Zone store by London-based artist Alvaro Barrington, presented by Sadie Coles HQ, Thaddaeus Ropac, and Massimodecarlo
  • An installation combining traditional Chinese shadow play and digital animation by Swedish artist Lap-See Lam, unfolding in a food court, and presented by Galerie Nordenhake
  • A portable garden by Austrian artist Lois Weinberger, transposing nature into an urban context with the aim to attract insects and birds, presented by Galerie Krinzinger
  • A performance by London-based artist Mandy El-Sayegh interrogating the circulation of information and goods inside a partially vacant shopping mall, presented by Thaddaeus Ropac and Lehmann Maupin
  • A series of pirate flags by Rirkrit Tiravanija, lining the Middle Bridge crossing the Rhine, presented by neugerriemschneider
  • Peruvian artist Ximena Garrido-Lecca’s Conversion systems contraposing ancestral techniques and artisanal materials with industrial applications in petrol extraction, installed inside a brewery, presented by Galerie Gisela Capitain

Newly the Parcours Night will be hosted on Wedneday, June 12, from 8 to 11pm, offering a festive night filled with live performances and other acts along Clarastrasse and at the Merian. All Parcours locations will have extended opening hours to provide visitors a unique experience. For the full list of artists and galleries featured and further information, visit artbasel.com/basel/parcours.

Messeplatz

The city’s Messeplatz will feature a site-specific presentation by conceptual artist Agnes Denes, curated for the third time by Samuel Leuenberger, founder of the non-profit exhibition spaces SALTS in Birsfelden and Bennwil. Denes’ artistic practice is distinctive in terms of its aesthetics and engagement with socio-political ideas. As a pioneer of environmental, ecological, and land art, she will present the piece Honouring Wheatfield - A Confrontation (2024), referring to her iconic land art work from the 1980s. The work will remain on the Messeplatz throughout the summer until its harvest. Born in 1931 in Budapest, Hungary, raised in Sweden, and educated in the United States, Agnes Denes today lives in New York City.

The Merian

The Merian, situated right at the Middle Bridge along the Rhine in Kleinbasel and across Basel’s Old Town, features a hotel bar, restaurant, and terrace that will host a continuous, around-the-clock program. The façade of the former Hotel Merian will be taken over by When The Sun Goes Away We Paint The Sky, an artwork by Petrit Halilaj symbolizing guidance and commemorating the 30th anniversary of the partnership between UBS and Art Basel. Evenings will be curated and enlivened by various members of the global and local arts community including Jenny Schlenzka, Director of Gropius Bau Berlin; Aindrea Emelife, Curator Modern and Contemporary at the Museum of West African Art in Benin City, Nigeria; Pati Hertling, Director of Performance Space New York; Stefanie Hessler, Director of Swiss Institute New York; Benedikt Wyss, Curator of SALTS and Finally Saturday in Basel; and others.

Film

For its 25th edition, the Film program will present a week of extraordinary artists’ cinema projects. Film is curated by Filipa Ramos, founding curator of the online video platform Vdrome and lecturer at the Arts Institute of the FHNW in Basel, in collaboration with Marian Masone, a New York-based independent curator. This year’s program will address topics such as ecology, intimacy, history, and politics in a series of short film programs, surveys, and feature films.

The program starts on Wednesday, June 12 with ‘The Political Life of Plants’, a series of short films by Nefeli Chrysa Avgeris, Zheng Bo, Ulla von Brandenburg, Kyriaki Goni, and Tiffany Sia. Inspired by the title of two films by Bo, the program looks at how the vegetal world has been a major figure in recent artists’ cinema. On Saturday, June 15, ‘Bats and Rockets’ will celebrate artists’ films for young audiences, from age four onwards. This year’s film program will then conclude with Taking Venice (2023), a documentary about Robert Rauschenberg’s participation in the 1964 Venice Biennale by Amei Wallach.

For further information, please visit artbasel.com/basel/film.

Conversations

Art Basel’s flagship talks program returns for its 20th anniversary edition with an exciting lineup, curated for the first time by Berlin-based art critic Kimberly Bradley. Bringing together more than 25 thought leaders, the 2024 edition features 11 focused panels, all relating to the pressing issue of how to build and shape contemporary culture’s future. The discussions will explore the art trade’s challenges and opportunities in a super election year, the potentials of increased interdisciplinarity in museums, how artists relate to politics in a time of global crisis, and the ways digital technologies are recasting art’s social and economic ecosystems. Conversations is free and accessible to all.

Highlights from this year’s Conversations series include:

  • Launching the program with a special celebration of 20 years of Conversations, Hans Ulrich Obrist will speculate on worldbuilding and revisit the notion of utopia with pioneering digital artists Rebecca Allen and Danielle Braithwaite Shirley, as well as architect Carlo Ratti.
  • Ahead of her Hyundai Commission at Tate Modern’s Turbine Hall, artist Mire Lee reflects on her practice – which references the art-historical lineage of kinetic sculpture – in the Premiere Artist Talk.
  • Ben Davis, Artnet News’ Editor-at-Large, will discuss how technology is blurring the lines of art’s communities and art’s valuation with artist Cecile B. Evans.
  • Legal experts Katalin Andreides and Till Vere-Hodge, along with UBS’s Paul Donovan, will debate the ways potential political and legal reorientations in an election year could change how art is bought, sold, and distributed, in a talk moderated by Georgina Adam.
  • The talks will conclude on a light note, with Basel-based artist Sophie Jung and curator/critic Francesco Bonami discussing the multiple roles humor and satire play in contemporary art.
  • During the show’s final weekend, a curated series of videos of Conversations’ most notable debates, spanning nearly two decades, will be on view in the Conversations auditorium.

Conversations will take place from June 13 to 16 at the Auditorium in Hall 1. The series is free to attend. For further information, visit artbasel.com/stories/conversations.

Kabinett

The sector dedicated to curated and thematic presentations featured in a separate section within galleries’ main booths, Kabinett will present 22 projects by 23 galleries for the second year.

Highlights from Kabinett include:

  • Air de Paris’ presentation of works by American artist Sarah Pucci and her daughter Dorothy Iannone. The presentation aims to shed light on Pucci’s mesmerizing objects by contextualizing them within the loving relationship with her daughter.
  • Croy Nielsen’s presentation of paintings by German Japanese artist Ernst Yohji Jaeger, addressing intimacy and emotion with a moody palette and mysterious subject matter
  • Experimenter’s presentation of Indian artist Kanishka Raja’s Switzerland for Movie Stars (2014), which plots a speculative Google map journey from Srinagar to Geneva through a panoramic panel painting and an accompanying brochure
  • Catriona Jeffries’ presentation of paintings by Canadian painter Elizabeth McIntosh, which respond to the ever-shifting workflows of contemporary industrialization
  • Sies + Höke’s presentation of works by German artist Gerhard Richter, including mirror pieces of various tints and dimensions as well as Richter’s quintessential stainless-steel spheres.