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03/08/25

Prossimamente Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT

Sede di Torino 

 Nel venticinquesimo anno dalla sua costituzione (27 dicembre 2000), la Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT prosegue con impegno crescente nell'implementare le linee strategiche del proprio programma, consolidando di anno in anno la sua visione e il suo impatto grazie a singoli eventi e a progetti speciali: Spazio pubblico, scelto come luogo privilegiato per realizzare opere attraverso un processo di coinvolgimento attivo di abitanti, enti locali, associazioni, rendendo l'arte accessibile e partecipata; Internazionalizzazione: un’apertura a progetti oltre i confini della città di Torino e del Piemonte; Comunità, filo conduttore che attraversa tutti i progetti della Fondazione, intesa come destinazione dei progetti di Fondazione e come approccio diretto alla costruzione di una pluralità di gruppi, con l'obiettivo di creare connessioni e rafforzare il tessuto sociale attraverso l'arte; Professioni, quelle dell’arte contemporanea, un settore che richiede competenze specifiche che vanno incoraggiate e formate; Educazione, da sempre un pilastro dell'azione della Fondazione e strumento fondamentale per avvicinare persone di tutte le età ai linguaggi dell'arte, promuovendone la comprensione e l'apprezzamento; Collezione, il cuore dell'identità istituzionale della Fondazione, un patrimonio artistico a disposizione della collettività.

 

La programmazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT racconta ciò che questi 25 anni sono stati, ma anche ciò che la Fondazione CRT ha voluto e continua a volere: promuovere la cultura come bene collettivo, generare valore attraverso l’arte, rendere il patrimonio accessibile a tutta la comunità – dichiara Anna Maria Poggi, Presidente della Fondazione CRT -Nata nel 2000 per valorizzare un nucleo di opere di Arte Povera, la Fondazione è cresciuta fino a diventare una realtà culturale di riferimento a livello internazionale, con una collezione di oltre 930 opere di 330 artisti, messa a disposizione della collettività e dei musei torinesi. Nel tempo abbiamo ampliato il nostro impegno, avvicinandoci sempre più al territorio, come con il progetto di arte pubblica Radis, e sostenendo attivamente il sistema dell’arte contemporanea piemontese. Abbiamo promosso progetti di rete nei campi della formazione e dell’educazione, come Aperto e aulArte, riconosciuti come best practice a livello nazionale. Oggi la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT continua a contribuire a rafforzare l’identità di Torino come capitale italiana dell’arte contemporanea: il ritorno in Italia del summit internazionale del CIMAM, proprio a Torino dopo oltre cinquant’anni, rappresenta un riconoscimento importante di questa visione aperta, dinamica e attenta alle nuove sfide, come quella dell’AI e della contaminazione tra arte e tecnologia, che trova una delle sue case naturali alle OGR Torino, hub di cultura e innovazione della Fondazione CRT, da dove CIMAM prenderà il via”.

 

“È per me una gioia veder riunite in questo ricco calendario le attività che vedranno la luce nei prossimi mesi, a testimonianza della continuità e dello sviluppo del programma 2024-2027 – dichiara Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT -. Le sei parole chiave, con le quali abbiamo sistematizzato la strategia dell’istituzione, rispecchiano le sue vocazioni originarie, collezionistiche ed educative e, d’altra parte, ne indirizzano gli investimenti, progettuali ed economici, verso programmi innovativi nell’ambito dell’arte nello spazio pubblico, dell’alta formazione e dell’internazionalizzazione. Intorno alla collezione, giunta all’importante traguardo dei suoi 25 anni, la Fondazione è oggi più che mai un’istituzione impegnata a favore della comunità dei pubblici dell’arte, del sistema e delle sue istituzioni. Sono certa che, dopo il successo delle prime edizioni, i programmi di arte pubblica Radis e di alta formazione Aperto confermeranno il valore strategico che rivestono per l’istituzione e il territorio. Infine, sono felice che la Fondazione CRT, insieme alla Fondazione Arte, sostenga la Conferenza annuale del CIMAM, un evento internazionale che si svolgerà a Torino nel novembre 2025 e che darà nuova visibilità e centralità alla nostra città”.

 

SPAZIO PUBBLICO / Radis

Lo spazio pubblico è uno dei luoghi privilegiati dalla Fondazione per realizzare opere, attraverso un processo di coinvolgimento di abitanti, enti locali, associazioni, come dimostrato dal progetto Radis, il progetto di arte nello spazio pubblico ideato e promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

 

Dopo l’esperienza più che positiva nel comune di Rittana, che ha visto la realizzazione dell’opera le masche di Giulia Cenci, la seconda edizione, a cura di Marta Papini e nuovamente in collaborazione con la Fondazione CRC, vedrà l’artista visivo kosovaro Petrit Halilaj realizzare un’opera nella Borgata Valdibà, nel territorio di Dogliani (CN).

 

Le due istituzioni dialogheranno anche quest’anno con il territorio, trasformando in azioni concrete l’idea di patrimonio diffuso che rappresenta una delle missioni statutarie della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e della Fondazione CRT, da sempre impegnata nell’ampliare l’accesso alla cultura e all’arte per tutte e tutti.

 

L’opera verrà inaugurata il 5 ottobre 2025 insieme alla mostra collettiva Tutto ciò che tocchi cambia. Tutto ciò che cambi, ti cambia che accoglierà opere della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e della Fondazione CRC.

 

Petrit Halilaj (1986, Kostërrc, Kosovo) interverrà nella Borgata Valdibà, un’area in un punto panoramico nel cuore delle Langhe, lungo una strada che conduce da Dogliani a Monforte d’Alba. Qui, accanto alla Chiesa di San Bartolomeo e alla sua canonica, c’è un piccolo edificio a due piani che fino agli anni Sessanta era la scuola di borgata, il punto di riferimento per tutti le bambine e i bambini del territorio circostante. Al posto dell’edificio, ormai non più agibile, Petrit Halilaj realizzerà un’opera dalla serie Abetare, creata a partire da disegni incisi sui banchi delle scuole di Dogliani, che verranno combinati con disegni tratti dall’archivio dell’artista. L’opera che andrà a occupare lo spazio lasciato dalla ex scuola rappresenterà una casa stilizzata e senza muri, popolata da creature inventate provenienti sia dai banchi delle Langhe sia dei Balcani che, incontrandosi, la faranno diventare un monumento al linguaggio universale dell’immaginazione e della fantasia.

 

Come per la prima edizione, anche quest’anno la produzione dell’opera sarà accompagnata da un programma educativo per le scuole del territorio, curato da Feliz in collaborazione con l’associazione La Scatola Gialla. La seconda parte del programma, rivolta alle scuole primarie e secondarie di primo grado, si svolgerà a opera già installata, durante l’anno scolastico 2025-2026. Come nella scorsa edizione di Radis, la realizzazione della nuova opera offre un ampio public program, che si svolgerà fino a ottobre con una nuova edizione di Supercondominio e un programma di valorizzazione delle opere di arte pubblica nella provincia di Cuneo, con un focus specifico sul progetto A Cielo Aperto di Fondazione CRC. Ideati da Barbara De Micheli, project manager e producer con consolidata esperienza nella gestione di progetti artistici e culturali, questi itinerari di scoperta delle opere diffuse sul territorio cuneese offriranno al pubblico l'opportunità di esplorare un patrimonio artistico che si fonde con il paesaggio e le comunità locali. Il progetto si riconnette al lavoro di mappatura e valorizzazione avviato dalla Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, in occasione della precedente edizione di Radis, una pubblicazione, curata da Vittoria Martini, che censisce e racconta opere radicate nei luoghi, ispirate dalle loro storie e dal dialogo con le comunità che li abitano.

 

INTERNAZIONALIZZAZIONE / La 57ª Conferenza Annuale di CIMAM

 

L’apertura della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ai circuiti internazionali quest’anno si concretizza nel supporto – realizzato insieme alla Fondazione CRT – alla 57ª Conferenza Annuale di CIMAM - International Committee for Museums and Collections of Modern Art, che si aprirà il 28 novembre alle OGR Torino e proseguirà fino al 30 novembre, facendo di Torino una capitale internazionale dell’arte con oltre 300 delegati in arrivo da tutto il mondo.

 

L’evento, organizzato da CIMAM, è supportato dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e dalla Fondazione CRT, ed è curato dal Comitato dei Contenuti, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Torino Musei e il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea.

 

CIMAM ritorna in Italia dopo quasi 50 anni dal 1976, anno in cui la conferenza si tenne a Bologna e Prato per la sua unica tappa nel nostro paese in oltre 60 anni di Conferenze Annuali. La Conferenza di Torino è intitolata al tema “Enduring Game: Espandere Nuovi Modelli di Fare Museo”, e sarà guidata dal motto “Of Necessity Virtue” (Di Necessità Virtù). L’edizione di quest’anno inviterà i professionisti museali a misurarsi e confrontarsi, attraverso un’indagine critica e pratiche di immaginazione collettiva, sulle evoluzioni del ruolo delle istituzioni d’arte contemporanea, in un contesto globale sempre più complesso. La conferenza, articolata in tre sessioni collettive, si concentrerà sulla necessità di affrontare cambiamenti sistemici importanti e difficili – tagli economici e un clima crescente di antagonismo politico e sociale – reinventando al contempo la missione sociale, pedagogica e culturale delle istituzioni dedicate all’arte contemporanea. 

 

Ogni giornata inizierà con un discorso di benvenuto e un intervento artistico, seguiti da una keynote di 40 minuti e da atti performativi; i partecipanti prenderanno poi parte a sessioni di lavoro in piccoli gruppi, concepite non come discussioni convenzionali ma come laboratori di pensiero, in cui riflessioni generali e teoriche si intrecceranno a conversazioni pratiche su problemi e strategie rilevanti nel contesto attuale. Le giornate si concluderanno con una breve sessione di sintesi, che riassumerà le idee chiave e metterà a confronto prospettive comuni e divergenti.


COMUNITÀ / Luci d’Artista

 

La Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT si conferma partner di riferimento per il sistema culturale di Torino, mantenendo un impegno costante nel sostenere le principali manifestazioni cittadine legate all’arte contemporanea, come The Phair, EXPOSED e Artissima, e nel porsi come interlocutore aperto per la condivisione di idee, aspirazioni e bisogni.

 

Per celebrare il proprio venticinquesimo anniversario, la Fondazione produrrà per la prima volta una nuova installazione luminosa di una importante artista internazionale nell’ambito di Luci d’Artista, vero e proprio laboratorio a cielo aperto e istituzione per l’arte contemporanea, da sempre sostenuta dalla Fondazione CRT. La nuova opera, che si aggiungerà a quelle esistenti all’interno del progetto, sarà un dono della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per la città.

 


PROFESSIONI / Aperto

La Fondazione è da sempre sensibile all’ambito professionale dell’arte contemporanea. Con Aperto, avviato nel 2024, ha scelto di investire sulla formazione specialistica, con un programma gratuito di alto livello per le professionalità dell’arte contemporanea, ideato e promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e giunto alla sua seconda edizione. Aperto coinvolge una rete di istituzioni e spazi del contemporaneo con una riconosciuta expertise nel campo della formazione che offrono seminari volti ad approfondire uno specifico ambito, unendo l’acquisizione di nuove competenze alla dimensione teorica e riflessiva e all’attività laboratoriale. 

 

L’edizione 2025 di Aperto prevede quattro seminari della durata di tre/quattro giorni ciascuno, accessibili tramite singole open call. I seminari si svolgeranno da luglio 2025 febbraio 2026 e coinvolgeranno il Castello di Rivoli, Almanac Inn, Cripta 747, Mucho Mas!, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Artissima

 

Il primo seminario, Raccontare le mostre. Per una storia della curatela al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Testimonianze e confronti si terrà in due sessioni il 24 e il 25 luglio 2025 e il 25 e il 26 settembre 2025; ideato e organizzato dal CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli, è affidato alla curatela di Antonella Soldaini, storica dell’arte, curatrice e autrice, consulente curatoriale e responsabile della ricerca dello Studio Celant.

 

EDUCAZIONE / aulArte

 

Insieme alla formazione, l’educazione rappresenta da sempre uno degli obiettivi centrali della strategia della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, quale strumento per avvicinare le giovani generazioni ai molteplici linguaggi dell’arte contemporanea; questo si concretizza anche attraverso il bando aulArte, progetto rivolto alle scuole del Piemonte e finalizzato a favorire la conoscenza e la divulgazione dell’arte contemporanea nell’ambito dei programmi scolastici. 

 

Giunto alla terza edizione, aulArte ha due obiettivi fondamentali: favorire l’avvicinamento e la divulgazione dell’arte contemporanea in ambito scolasticopromuovendo l’accesso ai luoghi di cultura da parte degli studenti e delle studentesse e la formazione degli insegnanti. 

 

Attraverso il bando (rivolto a tutte le scuole del Piemonte di ogni ordine e grado), la Fondazione ha messo a disposizione un contributo totale di 60.000 euro2.000 euro per ognuna delle 30 scuole beneficiarie (in aumento rispetto alle 25 dell’edizione precedente), destinato a sostenere i costi delle uscite didattiche nei musei e nelle fondazioni di arte contemporanea del Piemonte: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Rivoli), Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (Biella), Fondazione Ferrero (Alba), GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, PAV Parco Arte Vivente, Pinacoteca Agnelli (Torino). Chiuso lo scorso 13 giugno, il bando ha registrato un progressivo aumento della partecipazione con oltre 70 candidature ricevute da parte di scuole provenienti da tutte le province piemontesi. Oltre alla costante presenza delle scuole primarie e secondarie di primo grado, che da sempre rappresentano la maggioranza degli istituti candidati, quest’anno un significativo numero di scuole dell'infanzia e di scuole secondarie di secondo grado ha risposto all'appello. Questi dati confermano il crescente posizionamento del programma e la sua capacità di espandere il proprio raggio d'azione su tutto il territorio regionale piemontese.

 

Al contributo si affiancherà un programma gratuito di formazione docenti, che partirà nell’autunno 2025, a cura dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni di arte contemporanea coinvolte, con l’obiettivo di fornire gli strumenti utili a sviluppare autonomamente una didattica che utilizzi l'arte contemporanea nell'ambito dei programmi scolastici. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di oltre 400 insegnanti.

COLLEZIONE / La collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

 

Centro dell’identità istituzionale della Fondazione e suo patrimonio, la collezione privata della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, conosciuta a livello internazionale, è un patrimonio mostrato in diverse sedi e messo principalmente a disposizione delle due più importanti istituzioni di arte contemporanea del Piemonte, la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; inoltre, una parte della collezione è accolta dalle OGR Torino e presso la sede stessa di Fondazione CRT.

 

Oggi la Collezione conta 950 opere di oltre 380 artiste e artisti attivi negli ultimi settant’anni, tra cui Lucio Fontana, Mario e Marisa Merz, Marina Abramovic, Olafur Eliasson, William Kentridge, Liam Gillick, Monica Bonvicini, Michelangelo Pistoletto, Anna Boghiguian solo per citarne alcuni; all’interno della collezione trovano spazio oltre 350 fotografie dei più grandi fotografi italiani del dopoguerra, insieme a dipinti, sculture e installazioni, opere video (oltre 120), opere sonore, NFT e opere che vivono nel metaverso. Dal 2017, inoltre, la Fondazione dedica un budget specifico all’acquisto di Libri d’Artista – oggi quasi 140 – destinati al Fondo Maffei della GAM e utili ad arricchire la narrazione dei progetti espositivi dei musei. 

 

Oltre alle acquisizioni di opere, la linea collezionistica della Fondazione comporta la loro tutela e salvaguardia attraverso un esteso progetto di monitoraggio avviato nel 2024 e che proseguirà fino al 2027, allo scopo di mappare puntualmente la condizione conservativa dell’intero patrimonio e di intervenire con azioni di manutenzione mirate a garantirne lo stato di conservazione e fruizione. Comprende inoltre attività di valorizzazione per rendere la collezione sempre più conosciuta in Italia e nel mondo, attraverso progetti espositivi (come la mostra inclusa nel progetto Radis o l’allestimento di un percorso espositivo nelle sale di Fondazione CRT) pensati anche per favorire e incrementare il più possibile campagne di prestito delle opere nei più importanti musei nazionali e internazionali. Il 2025 segna inoltre l’avvio dell’importante progetto di studio finalizzato alla realizzazione di un nuovo catalogo della collezione, che sarà presentato nell’autunno 2026.

02/08/25

Arte, gatti e mele ...


A Los Angeles la Matthew Marks propone in questi giorni estivi la fresca mostra Cats & Apples , nella sua galleria al 1062 North Orange Grove.
La mostra è incentrata su due motivi che gli artisti hanno rappresentato per secoli: Gatti e Mele . Con un'estensione di oltre cento anni e un'ampia gamma di tecniche, tra cui pittura, scultura, disegno, fotografia e video.


La mostra presenta opere di quindici artisti: Georges Braque, Joan Brown, Leidy Churchman, Edwin Dickinson, Vincent Fecteau, Peter Fischli e David Weiss, Katharina Fritsch, Robert Gober, Nan Goldin, Peter Hujar, Gary Hume, Laura Owens, Pablo Picasso, Linda Stark e Sturtevant. 
Gli artisti presenti traggono ispirazione da una varietà di fonti, tra cui tropi storico-artistici come il memento mori o le bagnanti di Ingres, cartoni animati degli anni '60 e i loro ricordi d'infanzia.
Cats & Apples sarà in mostra al 1062 North Orange Grove dal 28 giugno al 16 agosto 2025, dal martedì al sabato, dalle 10:00 alle 18:00.

01/08/25

Ipogea Parabita

 
Francesco Arena, La Grotta, 2025, installazione site-specific (vasche in pietra leccese, neon). Progetto Ipogea, Città di Parabita. 
Foto di Gabriele Fiorito.

Il mondo sotteraneo nella città di Parabita viene trasformato in un affascinante mondo artistico col progetto Parabita per il contemporaneo.

L'iniziativa prende avvio  con Francesco Arena  e il progetto ispirato ai vani ipogei del sottosuolo parabitano per generare nuovi spazi di incontro tra comunità e arte contemporanea.
 
Dalle edicole votive al cuore della terra: Ipogea è la nuova tappa del percorso avviato dal Comune di Parabita con il programma Parabita per il contemporaneo, che ha preso avvio nel 2024 con l’obiettivo di restituire centralità culturale, simbolica e civile al territorio attraverso il linguaggio dell’arte.
 
Dopo il successo di Votiva, che ha trasformato le edicole votive del centro storico in opere d’arte pubblica permanente, Ipogea invita a spostare lo sguardo verso il sottosuolo parabitano: un mondo silenzioso e stratificato, ricco di storia e di potenzialità espressive. Proprio i vani ipogei – antichi frantoi, cavità naturali e architetture invisibili – diventano il punto di partenza per una nuova riflessione sulla contemporaneità, sulla memoria condivisa e sul paesaggio interiore di una comunità.

Dice il Sindaco Stefano Prete «Parabita per il contemporaneo nasce da una visione politica e culturale che guarda al futuro senza smettere di interrogare il passato. Vogliamo che la nostra città diventi sempre più fertile non solo sul piano materiale, ma anche su quello simbolico. L’arte, in questo processo, è strumento di rigenerazione: accende la meraviglia, restituisce profondità al pensiero e riattiva legami tra le persone, tra i luoghi, tra le generazioni».
 
Ipogea si apre con l’installazione La Grotta di Francesco Arena, artista tra i più significativi della sua generazione, già tra i protagonisti di Votiva. A cura di Carmelo Cipriani e con la direzione artistica di Giovanni Lamorgese, l’opera è la prima tappa di un percorso artistico destinato a crescere nel tempo, coinvolgendo artisti italiani e internazionali in dialogo con il paesaggio invisibile della città.
 
L’intervento di Arena è accompagnato dalla presentazione ufficiale del catalogo di Votiva, edito da Cura Books, e dal lancio dell’app “Parabita per il contemporaneo”, pensata per esplorare le opere permanenti del progetto attraverso mappe, testi e audioguide – anche in lingua inglese – affidate alle voci di Michele Placido e Francesco Pannofino.
 
Ipogea prosegue e approfondisce lo spirito generativo di Votiva: se le edicole invitavano a riscoprire i luoghi di devozione popolare attraverso lo sguardo degli artisti, gli spazi ipogei attivano una dimensione più interiore, che chiama in causa la memoria, il silenzio, la trasformazione.
 
Il progetto, che prevede nuove opere nei prossimi mesi, intende fare di Parabita un laboratorio permanente per l’arte pubblica e per una cittadinanza attiva, in cui l’immaginazione artistica si intreccia con la valorizzazione culturale, la narrazione del territorio e la costruzione di senso collettivo.
Francesco Arena, La Grotta, 2025, installazione site-specific (vasche in pietra leccese, neon). Progetto Ipogea, Città di Parabita. 
Foto di Gabriele Fiorito.

L’intervento artistico di Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978) si presenta come una grande scultura composta da due parallelepipedi cavi in pietra leccese, in passato vasche utilizzate per la sedimentazione dell’olio, qui disposti verticalmente l’uno di fronte all’altro, a creare un varco che invita lo spettatore a guardare dentro e che dà il titolo all’opera, La Grotta.
 
Spiega il curatore dell’installazione Carmelo Cipriani: «La grotta e il frantoio ipogeo condividono una vocazione alla condivisione, alla trasformazione, all’interiorità. Da questa somiglianza simbolica nasce il titolo dell’opera di Arena, che allude anche alla Grotta delle Veneri, sito archeologico parabitano di grande valore, e si offre come spazio di riflessione e sospensione in un tempo che corre».
 
Spiega Giovanni Lamorgese, direttore artistico di La Grotta: «Ipogea a Parabita nasce dalla necessità di recuperare e valorizzare l’importante patrimonio culturale degli antichi frantoi ipogei attraverso l'arte contemporanea. Un viaggio tra passato e futuro che ripercorre la storia, tra identità, radici e territorio, per riscoprire materiali, processi e tradizioni nel loro percorso evolutivo, sottolineando quei mutamenti che li caratterizzano nella loro unicità e rendendoli accessibili attraverso un processo circolare di restituzione in coerenza con il presente».
 
Luogo di protezione e introspezione, la grotta e così l’installazione dell’artista diventano uno spazio di contemplazione e speculazione, in un continuo scambio tra materia e pensiero, percezione e suggestione.
 
Collocata sulla scalinata di piazza della Vittoria, in corrispondenza di uno dei più grandi frantoi ipogeo della città, l’installazione si completa di due scritte al neon, elemento usato per la prima volta da Arena nella sua produzione: essere e tempo, che possono essere lette separatamente, rievocando in contrapposizione la transitorietà dell’esistenza e l’eternità del tempo, oppure congiunte alludendo alla vita di ciascuno, fatta di storie, esperienze, incontri e relazioni vissute.
 
Il riferimento agli ipogei, elemento caratterizzante il nuovo progetto, è affrontato da Francesco Arena per via metonimica: trattandosi di ambienti oggi in gran parte ricaduti in proprietà private e quindi interdetti al pubblico, l’artista allude alle presenze nel sottosuolo attraverso forme e materie, creando un cortocircuito tra tempi e spazi lontani.
 
In occasione dello svelamento della nuova opera, è stato presentato al pubblico il catalogo di Votiva, edito da Cura Books, e l’applicazione “Parabita per il contemporaneo”, strumento versatile e completo di geolocalizzazione che consentirà di visitare le edicole votive avvalendosi dell’audioguida o delle schede testuali (anche in lingua inglese) di ogni opera. A guidare coloro che sceglieranno l’opzione “ascolto” saranno due Ciceroni d’accezione: Michele Placido e Francesco Pannofino, che hanno prestato la voce alla narrazione. 


31/07/25

Iscrizioni al Castello di Rivoli

 


Il Castello di Rivoli presenta, nel solco dei festeggiamenti dei quarant’anni dell’istituzione, la nuova serie Inserzioni, un nuovo formato volto a commissionare ad artisti contemporanei un’opera pensata per il Castello. Gli artisti coinvolti nella prima edizione del progetto sono: Guglielmo Castelli (Torino – Italia, 1987), Lydia Ourahmane (Saïda – Algeria, 1992) e Oscar Murillo (Valle del Cauca – Colombia, 1986). In concomitanza con Inserzioni, il Museo presenta anche l’opera vincitrice del premio Collective 2025, Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, di Adji Dieye (Milano – Italia, 1991) e la recente acquisizione tramite il bando PAC del Ministero della Cultura italiano di Mare con gabbiano, 1967, di Piero Gilardi (Torino – Italia, 1942-2023) e di a.C., 2017, di Roberto Cuoghi (Modena – Italia, 1973).
 
Inserzioni introduce nuove commissioni nel tessuto della Collezione del Castello di Rivoli, invitando una selezione di artisti particolarmente rilevanti oggi a intervenire ciascuno in una sala del Museo per relazionarsi con l’architettura aulica, la storia espositiva del museo e le altre opere attualmente allestite. Il format, della durata di sei mesi e rinnovato due volte l’anno, trasforma sale tradizionalmente dedicate alla Collezione in una mostra collettiva in continua evoluzione, portando le nuove voci a cui normalmente i musei dedicano una sala a parte al centro della narrazione istituzionale. Questo permette di arricchire l’offerta culturale degli allestimenti della Collezione con artisti, movimenti e aree geografiche finora non pienamente rappresentati nella storia espositiva e nel patrimonio artistico del Museo.
 
Ispirandosi alla formula inaugurata dal primo direttore Rudi Fuchs per la prima mostra Ouverture del 1984, ogni artista è invitato a creare un’opera specificamente concepita per una delle sale auliche del Castello, quasi a collaborare con esse, attraverso il tempo storico. Come per la prima mostra, gli artisti vengono messi al centro del progetto, sottolineando il valore delle ricerche individuali di ciascuno di loro. Il Museo intende mantenere la sua caratteristica apertura alle voci degli artisti come momento chiave nella scrittura della storia dell’arte. Questo modus operandi incorpora oggi principi di grande urgenza come quelli di inclusione, apertura ad altre culture e approcci e partecipazione sociale e culturale.
 
Una delle particolarità del Castello di Rivoli è il suo carattere di luogo non finito. Questa sua caratteristica lo trasforma in un “contenitore” che gli artisti possono letteralmente o metaforicamente completare inserendosi, così da far nascere esperienze e allestimenti unici. Spesso le opere sono arricchite dal dialogo con le sale in cui vengono allestite e, viceversa, le sale a volte diventano più forti grazie agli interventi artistici in esse contenuti.
 
Inserzioni apre al pubblico da venerdì 26 settembre 2025 sino a febbraio 2026.
Il progetto è sostenuto da Radical Commissioning Group, un gruppo ristretto di benefattori che crede, come il Museo, nella necessità di dare carta bianca agli artisti per creare opere visionarie, dando allo stesso tempo la possibilità all’istituzione di espandere la propria voce.

 
Guglielmo Castelli
Guglielmo Castelli ha lavorato a un nuovo corpo di opere da inserire nella sala affrescata dedicata ai Continenti. L’artista presenta una nuova serie scultorea, che vede alcuni dei personaggi che popolano i suoi dipinti sfuggire da essi per esibire in forma bidimensionale in curiosi ambienti tridimensionali un’idea di infanzia silenziosa e d’attesa. Realizzate su ritagli di carta, le figure umane delle opere sono coreografate attorno a piccole maquette di tavoli progettati dall’artista di un ambiente casalingo e teatrale immaginario. Alle pareti, una serie di nuovi dipinti – tra cui uno monumentale di oltre tre metri – raffigurano le atmosfere fantastiche e condensate tipiche di Castelli in cui si svolgono molteplici azioni, ripetute cadute e altrettanti fallimenti. Nella sala adiacente, lunga e sottile, sono esposte alcune opere su carta e per la prima volta una speciale presentazione dei materiali preparatori e dei quaderni di schizzi di Castelli, che comprendono studi per i personaggi del suo mondo inventato, apparenti scarti che divengono ecosistema e stratificazione insieme a prove di composizione che rivelano il processo di realizzazione dei suoi quadri.
 
Lydia Ourahmane
La nuova commissione di Lydia Ourahmane è realizzata in collaborazione con la sorella Sarah Ourahmane, compositrice e musicista. Una composizione scritta per tre cantanti ipovedenti si sviluppa in tre stanze del museo. Appena visibile ma percepibile al tatto, la partitura è incastonata nelle pareti di ogni stanza e rimane dunque permanentemente a disposizione per future esecuzioni. Per leggere la partitura, ogni cantante si muove lungo i muri o le ringhiere del Castello, seguendo con il tatto le frasi musicali. Negoziando i limiti della composizione come linguaggio e della composizione in braille come mezzo, la partitura viene interpretata dai cantanti mentre si muovono. Il margine dell’interpretazione è aumentato dalla coreografia spaziale, poiché i cantanti camminano mentre cantano. Quando si traduce una frase musicale in Braille, la cella a sei punti riporta uno dopo l’altro vari dati: l’altezza e il ritmo di ogni nota, oltre alla chiave e all’ottava in cui è scritta la composizione. Le partiture si presentano come un’unica riga con le note, la loro durata, l’altezza in ottave, le legature, le pause e le istruzioni interpretative comunicate in sequenza. Riducendo la quantità di ornamenti o istruzioni interpretative, ogni cantante apporta la propria logica personale a ogni frase. Il coro di elementi composto dall’architettura, lo spazio e il corpo inoltre contribuisce a dare forma alla partitura. I cantanti devono quindi memorizzare gli elementi distinti e poi ricomporli, creando una possibilità amplificata di entropia, di evoluzione e di sviluppo.
 
Oscar Murillo
In seguito a una visita al Museo, Oscar Murillo ha scelto la Sala 18 come ambientazione per la sua installazione immersiva site-specific, A see of history, 2025. L’opera riunisce 48 dipinti della serie Disrupted Frequencies di Murillo in un grande piano dipinto che invita i visitatori a esperire l’opera dal basso, come un affresco caduto e sospeso nel tempo. Composta da un arazzo di tele intrecciate - provenienti dal database Frequencies di Murillo – l’installazione esplora una tensione tra visione e vastità, immaginando nuovi territori scolpiti in un mare di segni stratificati. Iniziata nel 2013, Frequencies prevedeva il posizionamento di tele vuote sui banchi di scuola di tutto il mondo e la cattura dei segni consci e inconsci lasciati dagli studenti. Concepite dall’artista come dispositivi di registrazione analogica, queste tele fungono da registro frammentato di una frequenza culturale e sociale globale. Su questi frammenti, Murillo ha lavorato in varie tonalità di blu, applicando pennellate gestuali di pittura a olio e una miscela di pigmento iridescente che ricorda sia l’oceano sia il cielo, elementi che contemporaneamente legano e separano lo spazio geografico. In questo terreno sospeso, la storia e il tempo diventano fluidi, incerti e aperti alla riconfigurazione.
 
Nuove aquisizioni allestite in Collezione
Adji Dieye, Piero Gilardi, Roberto Cuoghi
 
Vincitrice della seconda edizione del Premio Collective per il Castello di Rivoli, Adji Dieye (Milano – Italia, 1991) presenta per la prima volta al Museo Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, donata al Castello dall’Associazione Collective. La pratica di Dieye si sviluppa nell’intersezione tra immagine, spazi urbani e memoria culturale. Attraverso l’uso di materiali di archivio o relativi alla pubblicità e all’architettura, l’artista indaga come si formano e trasformano le epistemologie nazionali, interrogando le strutture visive e ideologiche che modellano l’identità collettiva.
 

Grazie alla vincita dell’avviso pubblico PAC – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il Castello di Rivoli ha acquisito Mare con gabbiano, 1967, importante opera storica di Piero Gilardi (Torino – Italia, 1942-2023). L’opera è uno tra i primissimi esempi di Tappeti-natura, serie che ha scritto un importante capitolo della storia dell’arte, anticipando l’attuale attenzione per tematiche ecologiste. Per valorizzare questa acquisizione, il Museo, in collaborazione con la Fondazione Centro Studi Piero Gilardi, presenta una sala dedicata all’artista con ulteriori opere, tra cui una rara Macchina per discorrere, 1963, e materiali documentari.
 
Grazie alla vincita dell’avviso pubblico Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il Castello di Rivoli ha acquisito la serie fotografica a.C., 2017, di Roberto Cuoghi (Modena – Italia, 1973). Mai esposta al pubblico, a.C. riguarda opere scultoree e esperimenti di decadimento realizzati nello studio dell’artista a Milano per Imitatio Christi, il progetto da lui sviluppato per la sua partecipazione al Padiglione Italia della Biennale di Venezia nel 2017.
 

Il progetto di Piero Gilardi è sostenuto dal PAC2024 Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

30/07/25

Prossimamente Nan Goldin al Pirelli HangarBicocca




 Per la stagione autunnale il Pirelli HangarBicocca presenterà la mostra " Nan Goldin This Will Not End Well" organizzata col Moderna Museet, Stoccolma, in collaborazione con Pirelli HangarBicocca, Milano, Stedelijk Museum Amsterdam, Neue Nationalgalerie, Berlino, e Réunion des musées nationaux - Grand Palais, Parigi. Curatela di Roberta Tenconi con Lucia Aspesi.

L'evento prenderà avvio dall’11 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026,  si tratta della prima retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin come filmmaker. A Milano la mostra riunisce il più grande corpus di slideshow mai presentato, include una installazione sonora appositamente commissionata e offre l’occasione di esporre per la prima volta in Europa in un contesto museale i suoi due più recenti slideshow.

"Ho sempre desiderato essere una filmmaker. I miei slideshow sono film composti da fotogrammi", dice Nan Goldin.

 La retrospettiva è allestita in diverse strutture architettoniche, definite come padiglioni, progettati dall’architetta Hala Wardé, che già in varie occasioni ha collaborato con Goldin. Ciascun padiglione è concepito in risposta a un’opera specifica, e tutti insieme formano un villaggio. Benché il titolo della mostra "This Will Not End Well" [Non finirà bene] possa suonare cupo, è contestualmente carico di un’ironia benevola, ed esprime con forza la "caratteristica, incrollabile joie de vivre" di Goldin.

L’esposizione include: The Ballad of Sexual Dependency (1981-2022), capolavoro di Goldin; The Other Side (1992-2021), ritratto storico, omaggio agli amici trans attraverso scatti intimi e privati realizzati tra il 1972 e il 2010; Sisters, Saints and Sibyls (2004-2022), testimonianza sul trauma familiare e sul suicidio; Fire Leap (2010-2022), incursione nel mondo dell’infanzia; Memory Lost (2019-2021), trip claustrofobico nell’astinenza da sostanze stupefacenti; e infine Sirens (2019-2020), viaggio nell'estasi della droga. A Milano, l'installazione Sisters, Saints and Sibyls (2004- 2022) sarà presentata all'interno del "Cubo", uno spazio in cui le dimensioni e l'altezza – che supera i 20 metri – richiamano la natura architettonica de La Chapelle de la Salpêtrière di Parigi, luogo in cui l'opera è stata originariamente commissionata ed esposta nel 2004. L'installazione presso Pirelli HangarBicocca sarà riproposta in una forma fedele all'originale, che comprende anche gli elementi scultorei, visibili da una piattaforma sopraelevata.

 
In occasione della mostra in Pirelli HangarBicocca, curata da Roberta Tenconi con Lucia Aspesi, e ospitata nelle Navate, saranno inclusi due slideshow aggiuntivi: You Never Did Anything Wrong (2024), il primo lavoro astratto di Goldin, ispirato a un antico mito secondo cui un’eclissi sarebbe causata da animali che rubano il sole, è una meditazione poetica sulla vita, la morte e i cicli naturali che collegano tutti gli esseri viventi. La seconda opera, Stendhal Syndrome (2024), si basa su sei miti tratti dalle “Metamorfosi” di Ovidio che prendono vita attraverso i ritratti degli amici di Goldin in un dialogo visivo attraverso il tempo, e in cui l'esperienza personale dell’artista si intreccia con i suoi scatti di dipinti e sculture provenienti da musei di tutto il mondo.
Inoltre, l’esposizione si aprirà con una nuova installazione sonora del collettivo Soundwalk Collective, che l’ha concepita in stretta collaborazione con l'artista. Come una sorta di preludio, l’opera guiderà i visitatori verso il simbolico villaggio di slideshow di Goldin. Il duo, formato dall’artista e compositore Stephan Crasneanscki e dal compositore Simone Merli, collabora con Nan Goldin dal 2015: hanno realizzato colonne sonore per progetti quali il documentario "All the Beauty and the Bloodshed" (2022), vincitore del Leone d'Oro alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, e ambienti sonori immersivi per installazioni come "The Women's March, 1789" (2019), presentata nell’ambito della mostra personale Visible/Invisible presso il Domaine du Trianon, Versailles, nel 2019. La nuova composizione, appositamente commissionata da Pirelli HangarBicocca, trae origine dalle registrazioni ambientali raccolte durante le precedenti edizioni della mostra di Goldin a Stoccolma, Amsterdam e Berlino. Dalle sonorità che scaturiscono dai padiglioni sovrapponendosi, emerge un nuovo ambiente acustico che traccia un ideale itinerario poetico tra spazi e tempi diversi.
 
Nan Goldin (nata a Washington D.C. nel 1953) è una delle artiste di maggior rilievo nel panorama contemporaneo. La sua indagine dell'esperienza umana è ormai leggendaria, e ha influenzato profondamente generazioni successive. La sua prima opera, The Ballad of Sexual Dependency, documenta esperienze di vita a Provincetown, New York, Berlino e Londra a partire dagli anni '70 e '80 fino ai giorni nostri. Nel lavoro Goldin ha fotografato con ruvida tenerezza il suo gruppo di amici, creativi e bohémien. I suoi scatti catturano istanti di intimità e sessualità, il quotidiano e feste sfrenate, mettendo in luce il conflitto tra autonomia e dipendenza.
 
Goldin appartiene alla generazione che ha sperimentato la libertà e stili di vita prima dell’AIDS, e un mondo alternativo fuori delle norme sociali. La sua opera si pone dunque come una testimonianza dell’epoca. Intorno al 1980 l’artista ha iniziato a presentare i suoi slideshow in diversi club e spazi pubblici di New York, in cinema underground e festival cinematografici europei. In ciascuna di queste occasioni, Goldin ha aggiornato e rieditato The Ballad of Sexual Dependency, utilizzando proiettori di diapositive azionati direttamente da lei e con una eclettica colonna sonora di sottofondo. È proprio la capacità di Goldin di rivisitare gli slideshow che nel tempo ha definito il cuore della sua pratica artistica. Negli ultimi 40 anni, Goldin ha prodotto una decina di slideshow diversi, che spaziano da ritratti di amici a racconti di eventi familiari traumatici. Col tempo, l'artista ha aggiunto alle sue opere altri elementi quali immagini in movimento, voci e materiali d'archivio.
 
Oltre all'influenza che Goldin ha esercitato sull’arte e sul sistema dell'arte, è difficile pensare all’odierna fotografia di moda e pubblicitaria senza riflettere sui suoi rivoluzionari paradigmi visivi.
 
L'artista
Numerose sono le istituzioni internazionali che hanno ospitato mostre personali di Nan Goldin, tra cui: National Gallery of Australia (2023), Neuer Berliner Kunstverein, Berlino (2022), Art Institute of Chicago (2020), Tate Modern, Londra (2019), Triennale di Milano (2017), MoMA Museum of Modern Art, New York (2016), Museu de Arte Moderna, Rio de Janeiro (2012), Musée du Louvre, Parigi (2010), Kiasma, Helsinki (2008), Centre Pompidou, Parigi (2007, 2001), La Chapelle de la Salpêtrière, Parigi (2004), Musée d'Art Contemporain de Montréal, Quebec (2003), Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Torino, Museu Serralves, Porto, Whitechapel Art Gallery, Londra (2002), Reina Sofía, Madrid (2001), Kunsthalle Wien, Vienna (1998), Stedelijk Museum Amsterdam (1997), Fotomuseum Winterthur (1997), Whitney Museum of American Art, New York (1996), Kunstmuseum Wolfsburg (1996), Neue Nationalgalerie, Berlino (1994), Moderna Museet, Stoccolma (1993) e The Institute of Contemporary Art, Boston (1985).
Le opere dell’artista sono state presentate in diverse edizioni della Biennale del Whitney di New York (1985, 1993, 1995) e in occasione della Biennale di Sydney (1996). Dopo quattro decenni di pratica artistica, nel 2022 è stata invitata a partecipare alla Biennale di Venezia con lo slideshow Sirens (2019-2021).
Goldin è stata nominata Commandeur des Arts et des Lettres nel 2006, e ha ricevuto numerosi e prestigiosi premi, tra cui il Kering Women in Motion Award for Photography (2025), il Käthe Kollwitz Prize, Berlino (2022), la Centenary Medal della Royal Photographic Society di Londra (2018), la Edward MacDowell Medal, New Hampshire (2012) e l'Hasselblad Award, Göteborg, Svezia (2007).
 
P.A.I.N. e paradigmi rivoluzionari di espressione visiva
Nan Goldin si è sempre confrontata, con approcci differenti, con questioni sociali quali identità di genere, salute mentale e AIDS. In Memory Lost, ad esempio, visibile anche in questa mostra, l’artista evoca i lati più oscuri della tossicodipendenza. Nel 2017 Goldin ha fondato P.A.I.N. (Prescription Addiction Intervention Now), un “gruppo di azione” indirizzato contro la famiglia Sackler. Il gruppo ritiene la famiglia di miliardari responsabile di aver innescato la crisi epidemica da overdose di oppioidi. I Sackler figurano fra i maggiori donatori di numerosi e rilevanti musei internazionali. Ciononostante, molte di queste istituzioni hanno risposto alle pressioni di P.A.I.N. rimuovendo ogni traccia del nome Sackler dalle loro sedi.
 
Il tour internazionale
Il tour internazionale della mostra è organizzato da Moderna Museet di Stoccolma (29 ottobre 2022 - 26 febbraio 2023), in collaborazione con Stedelijk Museum Amsterdam (31 agosto 2023 - 28 gennaio 2024), Neue Nationalgalerie di Berlino (23 novembre 2024 - 6 aprile 2025), Pirelli HangarBicocca di Milano (11 ottobre 2025 - 15 febbraio 2026) e Réunion des musées nationaux - Grand Palais di Parigi (marzo - giugno 2026). Il tour è curato da Fredrik Liew, Capo Curatore, Moderna Museet, mentre la mostra in Pirelli HangarBicocca è curata da Roberta Tenconi, Capo Curatrice, Pirelli HangarBicocca, con Lucia Aspesi, Curatrice, Pirelli HangarBicocca.
 
Catalogo
In occasione della mostra è stato realizzato un catalogo di 216 pagine, di cui 140 illustrate, con testi di Vince Aletti, Thomas Beard, Guido Costa, Marvin Heiferman, Roni Horn, Patrick Radden Keefe, Caitlín R. Kiernan, Fredrik Liew, Andrea Lissoni, Gabor Maté, Cookie Mueller, Eileen Myles, Alfred Pacquement, Darryl Pinckney, Rene Ricard, Lucy Sante, Sarah Schulman, Anne Swärd, Hala Wardé e David Wojnarowicz. Il catalogo è pubblicato in inglese e distribuito internazionalmente da Steidl Verlag.
 
Pirelli HangarBicocca
Pirelli HangarBicocca è una fondazione no profit dedicata alla produzione e alla promozione dell’arte contemporanea, voluta e sostenuta da Pirelli. Fondata nel 2004, Pirelli HangarBicocca è oggi un’istituzione di riferimento per la comunità dell’arte internazionale, per i cittadini e per il territorio. Realtà museale totalmente gratuita, accessibile e aperta, è un luogo di sperimentazione, ricerca e divulgazione in cui l’arte è lo spunto di riflessione sui temi più attuali della cultura e della società contemporanea. Le attività, rivolte a un’audience ampia ed eterogenea, comprendono un calendario di importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali, un programma multidisciplinare di eventi collaterali e di approfondimento, un’attività editoriale scientifica e divulgativa, proposte educative e di formazione. Il dialogo tra pubblico e arte è inoltre favorito dalla presenza costante, negli spazi espositivi, di uno staff di mediatori museali. A partire dal 2012 la direzione artistica è affidata a Vicente Todolí. Ospitato in un edificio ex industriale, un tempo sede di una fabbrica per la costruzione di locomotive, Pirelli HangarBicocca ha una superficie di 15.000 metri quadrati ed è uno degli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più ampi d’Europa. L’area espositiva comprende gli spazi di Shed e Navate, dedicati a ospitare mostre temporanee, e l’opera permanente di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015, monumentale installazione costituita da sette torri in cemento armato divenuta una delle opere più iconiche della città di Milano.

29/07/25

La Terza Risonanza della GAM di Torino

  



Con l'autunno, alla GAM di Torino, arriva la Terza Risonanza, in programma dal 29 ottobre 2025 al 1° marzo 2026,  prosegue così il percorso di indagine sui linguaggi dell’arte contemporanea, articolando con un nuovo nucleo tematico che esplora l’incontro tra incanto, sogno e inquietudine. L’incanto a cui qui si fa riferimento non è mai pacificato né puramente estetico: si alimenta di ambiguità, di slittamenti percettivi, di quelle crepe sottili che si aprono nella superficie del reale e ne svelano il lato più fragile, misterioso o perturbante.
 
Le mostre che compongono questa Risonanza offrono esperienze visive e sensoriali in cui la fragilità dei materiali, l’uso della luce e dell’ombra, l’ambiguità e la rivelazione delle immagini, conducono il pubblico in un paesaggio sconosciuto, poetico e perturbante.
 
La Terza Risonanza si intreccia anche con la collezione storica della GAM, grazie a un accurato lavoro di selezione e accostamento. Come ogni volta le opere del passato entrano in dialogo con quelle contemporanee, attivando connessioni temporali e concettuali inedite, e rafforzando l’idea di una continuità dinamica tra memoria e presente, tra sedimentazione e risonanza. Prosegue al secondo piano l’allestimento del deposito vivente, che, riprendendo il concetto di un deposito museale, offre al pubblico la visione di un gran numero di opere del patrimonio artistico del museo.
 
 
NOTTI CINQUE SECOLI DI STELLE, SOGNI, PLENILUNI
Mostra a cura di Fabio Cafagna ed Elena Volpato
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
29 ottobre 2025 – 1° marzo 2026
  
A cura di Fabio Cafagna ed Elena Volpato, la mostra presenta circa cento opere provenienti da prestigiose istituzioni europee e dalle collezioni della GAM.
 
Il percorso esplora la notte come spazio di sperimentazione tecnica, riflessione scientifica e introspezione poetica dall’inizio del XVII secolo fino alla contemporaneità. Ordinata tematicamente, in una sequenza tesa a rispettare nel suo percorso principale il susseguirsi cronologico delle diverse stagioni culturali, la mostra invita a una riflessione sul fascino del notturno come luogo dell’ambiguità, del mistero e della scoperta, in un dialogo costante tra razionalità e sentimento, scienza e visionarietà.
 
Dalle ricerche seicentesche di Galileo e Maria Clara Eimmart in dialogo con opere di Johann Carl Loth, Giuseppe Antonio Petrini e Antonio Canova, fino alle visioni cosmiche contemporanee di Vija Celmins e Thomas Ruff. Ampio spazio è dedicato all’Ottocento romantico e simbolista e al Novecento onirico, di cui si presentano opere dove la notte è intessuta di visioni e immaginazioni trascendenti, come i notturni di Victor Hugo, Odilon Redon, Franz von Stuck, František Kupka, Marc Chagall, Jackson Pollock e Joseph Cornell.
 
 
 
LINDA FREGNI NAGLER
ANGER PLEASURE FEAR
Mostra a cura di Cecilia Canziani
 
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Spazio del Contemporaneo
29 ottobre 2025 - 1 marzo 2026
  
La GAM presenta la prima mostra antologica in un’istituzione italiana dedicata a Linda Fregni Nagler, a cura di Cecilia Canziani.
L’artista utilizza la fotografia come mezzo di riflessione sulla visione, sulla memoria e sulla materialità dell’immagine, intrecciando collezionismo, ricerca e narrazione.
 
Nell’isolare e conservare frammenti del visibile, le immagini fotografiche raccontano la storia dello sguardo: testimoniano non solo ciò che mostrano, ma anche i diversi modi in cui, nel tempo, abbiamo osservato il mondo.
Nella fotografia, presenza e assenza, visibile e invisibile si inseguono, rendendo ogni immagine un luogo di riflessione, memoria e immaginazione. In mostra opere realizzate in oltre vent’anni di lavoro, tra cui la grande installazione The Hidden Mothers (2013) e la serie inedita Vater, dedicata al Mensur, duello rituale delle confraternite studentesche tedesche. Il percorso include anche Pour commander à l’air, ingrandimenti di fotografie tratte dalla cronaca, la serie Untitled, stampe da disegni ispirati a oggetti di lavoro e architetture, e Smokes, clouds, explosions, tratte dalla sua collezione di lastre per lanterna magica. Presenti anche opere degli esordii, come Bambini e Non voglio uccidere nessuno.
 
 
 
ELISABETTA DI MAGGIO
FRANGIBILE
mostra a cura di Chiara Bertola e Fabio Cafagna
 
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Primo piano
29 ottobre 2025 - 1 marzo 2026
  
Allestita al primo piano della GAM, la mostra ripercorre la carriera di Elisabetta Di Maggio, presentando lavori storici e nuove produzioni create appositamente per gli spazi del museo.
 
L’intaglio, carattere peculiare della pratica artistica di Di Maggio, è insieme un mezzo per esplorare il materiale, prendendosene cura, e un gesto violento, che lacera e non consente il ben che minimo ripensamento.
Le sue opere – pareti di carta velina incisa, saponi scolpiti come mappe urbane, mosaici di cera e vetro, porcellane sottili, elementi vegetali, mandala di francobolli – mettono in crisi il confine tra astrazione e figurazione, tra naturale e artificiale. L’instabilità percettiva si accompagna a un’immersione sensoriale fatta di odori, suoni e contemplazione.
 
La mostra si apre con Annunciazione (2025), due ali di libellula in rame ossidato, e si chiude con Desiderale (2006), video in cui l’intaglio della pellicola genera un cielo stellato. Il percorso, articolato in sei stanze, esplora temi come le mappature, le trame cosmiche e vegetali, la memoria, la sacralità della natura e le simmetrie ipnotiche, trasmettendo lo stupore profondo dell’artista al cospetto dalla varietà delle forme organiche e artificiali.
 
 

OMAGGIO A LOTHAR BAUMGARTEN
Mostra a cura di Chiara Bertola
 
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Videoteca
29 ottobre 2025 - 1 marzo 2026
 
Negli spazi della Videoteca della GAM prende forma un Omaggio a Lothar Baumgarten, artista scomparso nel 2018, noto per aver intrecciato la ricerca estetica con una profonda riflessione antropologica ed ecologica. La selezione di opere esposte - in particolare fotografie - documenta la sua esperienza immersiva nel villaggio degli Yanomami, in Venezuela, dove visse per oltre un anno alla fine degli anni ’70.
In questi scatti il paesaggio si fa racconto, la natura diventa linguaggio, memoria, costruzione visiva e simbolica. Le immagini non restituiscono semplicemente ciò che è stato visto, ma aprono prospettive inedite, lasciando emergere significati multipli, stratificati.
 
Come in una celebre fotografia dell’artista, dove una scodella di latte con un frammento di gelatina verde evoca, in trasparenza, un’intera visione di paesaggio, le opere di Baumgarten mettono in discussione la separazione tra oggetto e rappresentazione, tra il visibile e il pensato.
 
 
 
L’INTRUSO
DAVIDE SGAMBARO
a cura di Virginia Lupo
 
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Videoteca
29 ottobre 2025 - 1 marzo 2026
 
L’”Intruso” è un artista o un curatore invitato in ogni Risonanza a dialogare con le mostre e con le collezioni della GAM. La sua “intrusione” è decisiva in ogni riallestimento delle collezioni e in quel rimettere in moto traiettorie interpretative o tranquillizzanti percorsi cronologici.
 
L’artista invitato a ricoprire il ruolo di Intruso per questa Terza Risonanza è Davide Sgambaro. La sua ricerca si sviluppa in una tensione tra incanto e inquietudine: al primo impatto le sue opere mostrano un’estetica giocosa e colorata, con materiali e forme che richiamano immaginari ludici, vivaci e gesti poetici. Tuttavia, a uno sguardo più attento e riflessivo, gli oggetti, le abitudini e i gesti di una gioventù disincantata che si ritrovano nelle sue opere, permeati da un’atmosfera tragicomica, si trasformano in chiavi per indagare con delicatezza e stupore il trauma generazionale. Negli spazi interni della GAM, Sgambaro presenterà due opere: la prima in un’area di passaggio al primo piano, mentre l’altra occuperà la Sala del Riposo al secondo piano. Inoltre, durante la serata di inaugurazione il 28 ottobre, con replica il 28 novembre, Davide Sgambaro proporrà una performance negli spazi esterni, coinvolgendo la particolare architettura del museo.