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29/10/24

Fondazione Giorgio Griffa



Fra le novità di questa settimana dell'arte la Fondazione Giorgio Griffa che aprirà in zona Vanchiglia in una sede nell’ex complesso industriale dei primi del Novecento con una collettiva di artisti italiani dell’arte contemporanea.




CS

La Fondazione Giorgio Griffa inaugura il suo nuovo spazio pubblico a Torino con INSIDE. 
Curata da Sébastien Delot, la mostra collega storie e opere di sette artisti che lavorano da anni nello stesso edificio della Fondazione: Marco Gastini, Giorgio Griffa, Luigi Mainolfi, Nunzio, Elisa Sighicelli, Grazia Toderi e Gilberto Zorio.

Un percorso che intreccia visioni e linguaggi, rivelando l'identità quasi ignota di un luogo unico per l'arte contemporanea: quell' "isola/isolato", ex edificio industriale Michelin di Via Oropa 28, che come scrive il curatore nel suo testo per la mostra «è una piccola SoHo, a due passi dal centro storico di Torino». 

 
Presentazione del curatore

Perché il nostro occhio vede meglio in sogno rispetto a quando siamo svegli?

Marco Gastini, Giorgio Griffa, Grazia Toderi, Luigi Mainolfi, Nunzio, Elisa Sighicelli e Gilberto Zorio hanno in comune l'interesse per i sistemi di rappresentazione e la scrittura del tempo.
È indubbiamente questo il motivo per cui le loro traiettorie individuali hanno quell'energia indeterminata che contribuisce alla costruzione di un'identità collettiva. Un cammino che nell'attraversare lo spazio, i confini, le lingue, i libri sarà irrimediabilmente il più breve.

Concepito come una camera di risonanza. Due opere di Giorgio Griffa dialogano con tutti gli artisti. Pensiamo alle intuizioni di Gilberto Zorio come filo conduttore della mostra: «Energia è la possibilità di colmare un vuoto, la possibilità di svuotare un contenuto, è la possibilità di attraversare presente e futuro, è la possibilità di rendere operative le funzioni consce e inconsce della lingua».

In contrappunto, Marco Gastini propone un'immersione nella pittura sviluppando una magica alleanza con la materia. Come lui, Nunzio sperimenta il colore attraverso la combustione superficiale del legno. Elisa Sighicelli ha un approccio scultoreo alla fotografia che non è mai una rappresentazione piatta della realtà, ma un filtro. La città di San Paolo è visibile attraverso la rete che ricopre il Copan, l'iconico edificio di Niemeyer.

L'intelligenza della materia si esprime nelle terrecotte di Luigi Mainolfi che paiono archetipi ereditati da antiche civiltà. La serie di disegni di Grazia Toderi evoca la reminiscenza di un'antica cosmologia che segue il corso delle stelle in un movimento che: «in un momento del tempo, troppo breve per essere misurato, lo spazio girò e si avvolse su se stesso» . 
L'esposizione è stata allestita in modo tale da creare un paesaggio in cui ogni artista trova la propria collocazione. Per riprendere le parole della poetessa Etel Adnan: «Dipingere paesaggi. È creare eventi cosmici. Lo spazio che occupa un dipinto – le sue dimensioni proprie – è quello della memoria. Quando chiudiamo gli occhi, i campi più vasti occupano uno schermo interiore di pochi centimetri. Trasponiamo questo schermo su una tela che, a sua volta, restituisce la nostra memoria al mondo esterno.»

Sébastien Delot



La Fondazione 

La Fondazione Giorgio Griffa nasce a Torino nel 2023 per mano dell’artista. Si dedica alla valorizzazione e promozione dell'opera e del pensiero di Giorgio Griffa, alla conservazione del suo Archivio, e allo sviluppo di progetti, mostre, eventi, incontri e attività educative che mettano in relazione il suo lavoro con il panorama artistico e culturale a livello locale e internazionale.

Con l'Art Space nasce uno spazio espositivo della Fondazione, che è luogo vitale in cui si relaziona con i visitatori, un luogo dove l’arte può essere vissuta, esplorata e interpretata in maniera innovativa.

Sede e organigramma

Gli uffici della Fondazione si trovano nell’ex edificio Michelin di Via Oropa 28, dove ha sede anche il suo spazio espositivo, e dove Giorgio Griffa ogni giorno dipinge.


Lo Spazio 

È lo spazio espositivo per le mostre e gli eventi organizzati dalla Fondazione Giorgio Griffa. Si trova nell'edificio Loft Uno, lo stesso che ospita lo studio d'artista di Giorgio, dove si reca ogni giorno da più di vent’anni per dipingere e pensare.

Ex edificio industriale, utilizzato da Michelin principalmente come magazzino per pneumatici dalla fine della guerra fino agli anni '80, oggi fa parte della storia dell'arte non solo torinese, in quanto sede degli studi d’artista di molti dei protagonisti della stagione artistica iniziata negli anni '70, fra cui Gastini, Mainolfi e Zorio.

A due passi da Piazza Vittorio, in quella lingua di città tra i due fiumi principali di Torino (il Po e la Dora) che è il quartiere Vanchiglietta, lo spazio della Fondazione Giorgio Griffa è un luogo privilegiato dove entrare in contatto con l'arte contemporanea. 


Giorgio Griffa

Nasce a Torino nel 1936 e inizia a dipingere da bambino. Già a metà degli anni Sessanta le sue tele mostrano i primi elementi di astrazione e una profonda riflessione sullo status della pittura.  

Dal 1967-68 con il ciclo Segni primari prende forma il suo sistema di lavoro su tele libere, non preparate, dipinte a terra, con tratti e linee che «potrebbero appartenere alla mano di tutti». Griffa è da subito uno dei protagonisti nel dibattito che nasce dall’Informale e si fa strada tra la Pop Art, il Minimalismo e l’Arte Concettuale. Percorre così i primi passi del suo personale sentiero d'artista, accanto agli amici dell'Arte Povera con cui condivide il rispetto e l'interesse per l'intelligenza della materia.

Dopo più di cinquant’anni di carriera e tredici cicli di pittura, il percorso di Griffa rimane unico, al di fuori di una corrente specifica. Nelle collezioni e musei nel mondo, dalla Tate Modern al Centre Pompidou, i suoi segni e i suoi colori sono altamente riconoscibili: una cifra che passa con continuità e coerenza, vitalità e poesia da un’opera all’altra.