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12/05/10

Marina Abramovic


Nata a Belgrado il 30 Novembre 1946, da una importante famiglia serba, durante un’esperienza d’insegnamento all'Accademia di Belle Arti di Novi Sad, inizia a dedicarsi alle performance, per poi trasferirsi nel 1976 ad Amsterdam, dove collabora e si relazione con Ulay, artista tedesco, nato tra l'altro nel suo stesso giorno, su questo tipo di pratica artistica.
I due realizzano tantissimi progetti performativi che termineranno, come il loro rapporto, nel 1989, con una performance camminata lungo la Grande Muraglia Cinese. Marina partì dal lato orientale sulle sponde del Mar Giallo, mentre Ulay da quello occidentale. Dopo novanta giorni si incontrarono a metà strada dopo aver percorso duemila e cinquecento chilometri.

Raggiunge notorietà mondiale nel 1997 con la Biennale di Venezia dove presenta la performance “Balcan Baroque", per tre giorni l’artista gratta e pulisce una montagna sanguinolenta di ossa di animale, cantando litanie e lamenti.

Di lei mi affascina tantissimo l’essersi posta come corpo fisico in una dimensione sociale, l’essersi esposta direttamente in sperimentazioni molto estreme e ideologiche. Peccato che la sua dimensione più recente stia prendendo una piega modaiola, che forse sta dando maggiore visibilità ma snatura un poco il suo validissimo percorso.