I luoghi espositivi sono determinanti per la riuscita di un evento, il contesto certifica il valore dell’opera.
Un manufatto presentato in uno spazio assume su di se il valore dello spazio stesso. La medesima opera proposta in un ristorante o in una galleria o ancora di più in qualche Fondazione/Museo, cambia di valore e di considerazione, come ben ci ha insegnato Duchamp.
Ma ora anche lo spazio classico del whitecube pare essere surclassato, in questi ultimi anni l’ibridazione con spazi di ogni genere è stata determinante. Più la location è particolare più l’evento potrà fare breccia nei cuori dei fruitori/collezionisti.
L’arte in questo è stata maestra, già i surrealisti a Parigi avevano tentato nelle loro eventi situazioni/allestimenti estremi ed originali, per cui pare normale che oggi si realizzano mostre in luoghi impossibili ed enfatici in ogni angolo remoto del globo, sia privati che pubblici.
Tanto più che un artista che cosa può ancora ideare, visto che tutto in qualche forma è già stato tentato. Per cui il ruolo dell’allestimento/spazio risulta determinante, ma questo fa sembrare tutto sempre più un evento teatrale, dove già la sperimentazione recentemente ha dato cose eccelse.
Il tempo di un’arte prettamente estetico si sta concludendo, la società è mutata e l’estetica non è più un parametro da consolidare ma da rinterpretare e mutare. Come è cambiato il nostro paesaggio visivo/tecnico, il nostro concetto di comunicazione, nel nostro presente. Oggi lo sguardo umano si posa sempre di più su uno schermo tridimensionale, su un universo che è visivo e molteplice. In ogni attimo sono disponibili milioni di immagini di ogni tipo e genere, che chiunque in un breve spazio di tempo può trovare sul web ed elaborare con semplici programmi software.
A seguito di tutte queste considerazioni penso che l’arte di oggi sarà sempre meno “arte” nel senso oggettuale e sempre più “altro”.
Un universo di cose che attraverserà sempre di più la sfera del tempo libero, lasciando i fumosi pensieri del passato.
Un altro aspetto dello spazio è la sua funzione promozionale, in Italia molto carente, in quanto i luoghi espositivi per gli artisti sono rari e quasi sempre di difficile adattabilità. Un poco sopperiscono le realtà autogestite che però scarse di risorse e, spesso, di idee; diventano quasi dannose per la gestione dell’evento stesso.
Sugli spazi privati la situazione è molto variegata, una grande maggioranza agisce in modo semplice e diretto alla vendita, senza nessun filo strutturale. Rari quelli che cercano una linea specifica. Il resto sta in mezzo con situazioni che cercano consenso ma che devo stare attente al pareggio economico, che in questi tempi di crisi è molto difficile mantenere.