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08/08/25

Arte in vetta a Hauser & Wirth St.Moritz

 



 Per chi vuole unire passione d'arte e montagna sicuramente una meta può essere a St. Moritz dove la sede di Hauser & Wirth presenta "Light", una mostra collettiva a cura di Angeliki Kim Perfetti, che esplora il modo in cui gli artisti interagiscono con il fenomeno della luce attraverso media, forme e concetti. La mostra presenta opere di Larry Bell , Frank Bowling , Martin Creed , Jenny Holzer e Pipilotti Rist , offrendo prospettive distinte su come la luce risuoni nella pratica artistica contemporanea, aperta fino al 30 Agosto.

L'approccio curatoriale di Perfetti è plasmato dalla sua educazione nella Lapponia svedese settentrionale, dove le forti oscillazioni tra la luminosità estiva e l'oscurità invernale – spesso punteggiate dall'aurora boreale – hanno reso la luce un elemento caratterizzante della vita quotidiana. L'artista osserva: "La luce continua a simboleggiare conoscenza e trasformazione, dallo yin e yang della filosofia cinese all'Illuminismo in Occidente. Gli artisti di questa mostra usano la luce per modificare la percezione, accendere le emozioni e mettere in discussione l'autorità".

La luce ha da sempre svolto un ruolo centrale nella storia dell'arte. Dagli interni suggestivi di Vilhelm Hammershøi alle esplorazioni della luminosità di William Turner, fino agli studi sulla percezione degli Impressionisti, gli artisti hanno costantemente indagato il modo in cui la luce plasma l'esperienza visiva. Frank Bowling porta avanti questa tradizione attraverso un'astrazione stratificata, influenzato dai paesaggi della sua nativa Guyana e dal trattamento della luce nelle opere di Gainsborough, Constable e Turner. Il suo dipinto "Senza titolo" (ca. 1978), un vibrante acrilico e collage su tela, evoca il calore di un tramonto: i suoi colori stratificati catturano la luce fugace in movimento.




Larry Bell considera la luce come un fenomeno fisico plasmato dalla materia e dallo spazio. Una scultura in vetro rivestito in mostra ne è un esempio, trasformando la luce in un'esperienza percettiva dinamica. "Sebbene tendiamo a pensare al vetro come a una finestra", spiega Bell, "è un liquido solido che possiede contemporaneamente tre qualità distintive: riflette la luce, la assorbe e la trasmette".

Pipilotti Rist utilizza la luce su un registro diverso: emotivo, immersivo e metaforico. Pioniera della videoarte spaziale, crea installazioni che inondano gli ambienti di colori saturi e proiezioni luminose. La sua nuova opera per la mostra di St. Moritz, "Tine füllt das Öl nach <Tine refills the oil>" (2025), presenta uno schermo verticale luminoso in vetro acrilico rosso sabbiato, racchiuso in una cornice a specchio. Irradiando colori saturi e disseminata di forme traslucide, l'opera immerge gli spettatori in un campo sensoriale in cui luce, riflessi e superficie confondono i confini tra tecnologia e natura, percezione e subconscio.
Jenny Holzer è nota per le sue opere testuali – spesso realizzate in spazi pubblici – che utilizzano le parole per denunciare i sistemi di potere. I dipinti di redazione in mostra a St. Moritz proseguono questo approccio critico. Le superfici metalliche a foglia di queste opere sono costruite su ricalchi ingranditi di documenti governativi pesantemente censurati, segnando l'ultima fase della pratica pittorica di Holzer, che esplora i tumulti in corso e interconnessi della politica americana dall'era di George W. Bush a oggi. Bilanciando cancellazione ed esposizione, queste opere "fanno luce" su ciò che altrimenti sarebbe nascosto.

"Work No. 2204 DON'T WORRY" (2015) di Martin Creed, una scultura al neon multicolore, trasforma una frase informale in un'audace dichiarazione visiva. Parte di una serie iniziata nel 1999, questi testi illuminati oscillano tra ironia e sincerità, offrendo un conforto fugace e affermando al contempo una presenza autorevole. "Nessuno può davvero dirti che andrà tutto bene", riflette Creed, "ma sono stato molto confortato da persone che mi dicevano cose del genere".

Attraverso materiali diversi – vetro, specchio, pittura e proiezione – le opere in mostra da Hauser & Wirth St. Moritz esplorano le dimensioni emotive, politiche e percettive della luce nell'arte. Allestendo la mostra nella suggestiva luce estiva dell'Engadina, Perfetti estende questo tema oltre le pareti della galleria, permettendo alla luce naturale di St. Moritz di diventare un'estensione attiva della mostra.


07/08/25

Impresa Cultura secondo Federculture

 
Concerto a Cuneo 

Sta riscuotendo molto interesse il recente rapporto "Impresa Cultura" di Federculture presentato nei giorni scorsi a Milano, realizzato col contributo di Fondazione Cariplo.

Una documentazione e analisi di una realtà che sta sempre più diventando impresa significativa del nostro territorio, tutti i dati mostrano una grande crescita ed interesse per gli eventi culturali, i musei, iconcerti e gli spettacoli di teatro. 

Una crescita di numeri e di qualità che mette in risalto un bisogno che può anche essere economica e sviluppo sociale. 

Ci sono anche aspetti delicati come il tema dell'overtourim ma anche aspetti di rinnovamento del territorio come borghi e luoghi più marginali che tornano a vivere e ad essere apprezzati. 

06/08/25

Riaperto UBU

 


Forse uno dei siti più belli del web, UBU ha deciso dopo una periodo di chiusura, di riattivare il suo percorso di corservazione della memoria, visti i complessi tempi contemporanei, come ha anche scritto nella sua pagina di apertura.

05/08/25

Diagrams - Fondazione Prada Venezia

 

Una delle mostre più interessanti in questo periodo a Venezia, è sicuramente “Diagrams”, un progetto espositivo concepito da AMO/OMA, lo studio fondato da Rem Koolhaas, per la sede veneziana della Fondazione Prada, Ca' Corner della Regina, che indaga la comunicazione visiva dei dati come potente strumento di costruzione di significato, comprensione o manipolazione e come strumento pervasivo di analisi, comprensione e trasformazione del mondo circostante. 

Eccovi il video che racconta di questa iniziativa che ha l'obiettivo di promuovere il dialogo e la riflessione speculativa sul rapporto tra intelligenza umana, fenomeni scientifici e culturali e creazione e diffusione della conoscenza. 




04/08/25

Stile libero



Da alcuni giorni è aperto il progetto, nato dall’invito rivolto a venticinque studenti dell’Accademia di Brera di Milano, appartenenti alla Generazione Z, di Stile libero, la mostra diffusa tra otto sedi del Comune di Magnano ideata, organizzata e curata dall’Associazione Fuoriprogramma aps, visitabile da sabato 26 luglio a domenica 28 settembre 2025.

Con questa nuova mostra l’Associazione Fuoriprogramma, nata da un’idea di Michela Pomaro e Giovanni Frangi, prosegue il proprio impegno a sostegno dell’arte contemporanea in dialogo con il territorio di Magnano. Per Stile libero ha coinvolto un gruppo di giovani studenti del corso del Triennio di Tecniche Pittoriche dell’Accademia di Brera di Milano.

 Con la sua storia e i suoi edifici, Magnano è parte viva del progetto; è la materia con cui i giovani artisti interagiscono per dare forma a opere inedite, diverse per formato, ricerca e media, distribuite in un percorso che spazia dalla pittura alla scultura, fino al disegno, alla fotografia e oltre.

I 25 artisti coinvolti, ancora in una fase germinale della loro ricerca, sono nati tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila. Con le loro opere definiscono visioni ancora inesplorate, che si nutrono del confronto con il presente, per immaginare nuove soluzioni per il futuro.

Stile libero inizia dal Monastero di Bose, per la prima volta utilizzato per una mostra di Fuoriprogramma.

Sotto un grande portico ad angolo di fronte a un prato, e immediatamente dietro la Chiesa di Bose, sono esposti una serie di grandi quadri ad acrilico con dei fiori di gusto pop, realizzati da Camilla Trumellini in un rapporto attivo con l’ambiente circostante.

Il percorso procede a tappe, prima verso la Chiesa di Santa Marta, dove sono raccolti gli interventi di diversi artisti, tra cui i collage astratti di Elia Di Nola, interpretazione libera della storia e degli spazi, e i dipinti di Beatrice Pachera, attratta dalle montagne del Marocco, vivaci e vibranti. Poi verso la Casa Parrocchiale, in via Castello, dove trovano posto i disegni naturalistici di Silvia Rocchi, realizzati con una precisione da miniaturista, e i lavori a matita dedicati al cielo e all’acqua di Samuele Brambilla. 

Stile libero conduce verso la parte più antica del paese, dove si incontra la Cantina del Ricetto, con la serie Ragazzi che dormono di Filippo Colombani, che racconta di giovani che si radunano, fanno gruppo, parlano, si riposano come in un Déjeneur sur l’herbe del nostro tempo; e a seguire, nella Piazza Comunale, dove si incontra la Locanda Borgo Antico, scelta per esporre una serie di lavori di Matteo Bianchi, riflesso del suo sguardo puntato agli orizzonti delle montagne della Val Camonica, parte della sua biografia. 

 La mostra raggiunge poi la sede della Pro Loco, in via Roma, i cui spazi sono occupati da una serie di incisioni che hanno come soggetto la natura; e il Mulino Ottino, all’inizio di via Campi, che ospita tra gli altri i personaggi punk di Tommaso Frattini, dipinti su materiali di recupero. E si conclude al Centro Culturale Sosio, sede della Biblioteca del paese, dove trovano posto le fotografie in bianco e nero di Lucrezia Mora ispirate a Helmuth Newton, che ritraggono donne dalla bellezza spiccata colte nella loro intimità, e sulle quali interviene scrivendo con un filo di seta rosso.

 Stile libero raccoglie le esperienze creative di artisti ancora in una fase germinale di esplorazione e definizione del proprio linguaggio e del proprio stile, liberi di sperimentare e sbagliare. La diversità delle soluzioni espressive proposte rivela l’urgenza e le potenzialità di ognuna di esse. Costituita in un percorso a tappe, la mostra include il paese di Magnano come parte viva del progetto, con cui gli artisti si sono relazionati in un dialogo aperto e inedito.

INFORMAZIONI AL PUBBLICO
 
STILE LIBERO - La Generazione Z dell’arte protagonista a Magnano nel Biellese.

25 giovani talenti in una mostra diffusa in 8 sedi. A cura di Fuoriprogramma

 Artisti: Alessia Albano (2004), Caterina Antonetti (1999), Chiara Baldini (2000), Matteo Bianchi (2005), Samuele Brambilla (2004), Alice Brigante (2004), Eduarda Brocco (1998), Haojun Chen (2002), Martino Chiappa (2002), Filippo Colombani (2005), Elia Di Nola (2001), Tommaso Frattini (2002), Qiuchen Li (1993), Alessandra Lotteri (2001), Lucrezia Mora (2005), Luna Noa (2001), Giulia Nozzolino (2004), Beatrice Pachera (2004), Linda Picoco (2003), Silvia Rocchi (2005), Denis Romano (2000), Giulia Tarabini (2004), Camilla Trumellini (2003), Amelia Magda Ussia (2003), Francesca Zanaldi (2003).

 26 luglio – 28 settembre 2025   Ingresso libero

 Luoghi: Monastero di Bose, Chiesa di Santa Marta, Casa Parrocchiale, Cantina del Ricetto, Locanda Borgo Antico, Pro Loco, Mulino Ottino, Centro Culturale Sosio

ORARI:  Sabato e domenica: 16.30 – 19.30

03/08/25

Prossimamente Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT

Sede di Torino 

 Nel venticinquesimo anno dalla sua costituzione (27 dicembre 2000), la Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT prosegue con impegno crescente nell'implementare le linee strategiche del proprio programma, consolidando di anno in anno la sua visione e il suo impatto grazie a singoli eventi e a progetti speciali: Spazio pubblico, scelto come luogo privilegiato per realizzare opere attraverso un processo di coinvolgimento attivo di abitanti, enti locali, associazioni, rendendo l'arte accessibile e partecipata; Internazionalizzazione: un’apertura a progetti oltre i confini della città di Torino e del Piemonte; Comunità, filo conduttore che attraversa tutti i progetti della Fondazione, intesa come destinazione dei progetti di Fondazione e come approccio diretto alla costruzione di una pluralità di gruppi, con l'obiettivo di creare connessioni e rafforzare il tessuto sociale attraverso l'arte; Professioni, quelle dell’arte contemporanea, un settore che richiede competenze specifiche che vanno incoraggiate e formate; Educazione, da sempre un pilastro dell'azione della Fondazione e strumento fondamentale per avvicinare persone di tutte le età ai linguaggi dell'arte, promuovendone la comprensione e l'apprezzamento; Collezione, il cuore dell'identità istituzionale della Fondazione, un patrimonio artistico a disposizione della collettività.

 

La programmazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT racconta ciò che questi 25 anni sono stati, ma anche ciò che la Fondazione CRT ha voluto e continua a volere: promuovere la cultura come bene collettivo, generare valore attraverso l’arte, rendere il patrimonio accessibile a tutta la comunità – dichiara Anna Maria Poggi, Presidente della Fondazione CRT -Nata nel 2000 per valorizzare un nucleo di opere di Arte Povera, la Fondazione è cresciuta fino a diventare una realtà culturale di riferimento a livello internazionale, con una collezione di oltre 930 opere di 330 artisti, messa a disposizione della collettività e dei musei torinesi. Nel tempo abbiamo ampliato il nostro impegno, avvicinandoci sempre più al territorio, come con il progetto di arte pubblica Radis, e sostenendo attivamente il sistema dell’arte contemporanea piemontese. Abbiamo promosso progetti di rete nei campi della formazione e dell’educazione, come Aperto e aulArte, riconosciuti come best practice a livello nazionale. Oggi la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT continua a contribuire a rafforzare l’identità di Torino come capitale italiana dell’arte contemporanea: il ritorno in Italia del summit internazionale del CIMAM, proprio a Torino dopo oltre cinquant’anni, rappresenta un riconoscimento importante di questa visione aperta, dinamica e attenta alle nuove sfide, come quella dell’AI e della contaminazione tra arte e tecnologia, che trova una delle sue case naturali alle OGR Torino, hub di cultura e innovazione della Fondazione CRT, da dove CIMAM prenderà il via”.

 

“È per me una gioia veder riunite in questo ricco calendario le attività che vedranno la luce nei prossimi mesi, a testimonianza della continuità e dello sviluppo del programma 2024-2027 – dichiara Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT -. Le sei parole chiave, con le quali abbiamo sistematizzato la strategia dell’istituzione, rispecchiano le sue vocazioni originarie, collezionistiche ed educative e, d’altra parte, ne indirizzano gli investimenti, progettuali ed economici, verso programmi innovativi nell’ambito dell’arte nello spazio pubblico, dell’alta formazione e dell’internazionalizzazione. Intorno alla collezione, giunta all’importante traguardo dei suoi 25 anni, la Fondazione è oggi più che mai un’istituzione impegnata a favore della comunità dei pubblici dell’arte, del sistema e delle sue istituzioni. Sono certa che, dopo il successo delle prime edizioni, i programmi di arte pubblica Radis e di alta formazione Aperto confermeranno il valore strategico che rivestono per l’istituzione e il territorio. Infine, sono felice che la Fondazione CRT, insieme alla Fondazione Arte, sostenga la Conferenza annuale del CIMAM, un evento internazionale che si svolgerà a Torino nel novembre 2025 e che darà nuova visibilità e centralità alla nostra città”.

 

SPAZIO PUBBLICO / Radis

Lo spazio pubblico è uno dei luoghi privilegiati dalla Fondazione per realizzare opere, attraverso un processo di coinvolgimento di abitanti, enti locali, associazioni, come dimostrato dal progetto Radis, il progetto di arte nello spazio pubblico ideato e promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

 

Dopo l’esperienza più che positiva nel comune di Rittana, che ha visto la realizzazione dell’opera le masche di Giulia Cenci, la seconda edizione, a cura di Marta Papini e nuovamente in collaborazione con la Fondazione CRC, vedrà l’artista visivo kosovaro Petrit Halilaj realizzare un’opera nella Borgata Valdibà, nel territorio di Dogliani (CN).

 

Le due istituzioni dialogheranno anche quest’anno con il territorio, trasformando in azioni concrete l’idea di patrimonio diffuso che rappresenta una delle missioni statutarie della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e della Fondazione CRT, da sempre impegnata nell’ampliare l’accesso alla cultura e all’arte per tutte e tutti.

 

L’opera verrà inaugurata il 5 ottobre 2025 insieme alla mostra collettiva Tutto ciò che tocchi cambia. Tutto ciò che cambi, ti cambia che accoglierà opere della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e della Fondazione CRC.

 

Petrit Halilaj (1986, Kostërrc, Kosovo) interverrà nella Borgata Valdibà, un’area in un punto panoramico nel cuore delle Langhe, lungo una strada che conduce da Dogliani a Monforte d’Alba. Qui, accanto alla Chiesa di San Bartolomeo e alla sua canonica, c’è un piccolo edificio a due piani che fino agli anni Sessanta era la scuola di borgata, il punto di riferimento per tutti le bambine e i bambini del territorio circostante. Al posto dell’edificio, ormai non più agibile, Petrit Halilaj realizzerà un’opera dalla serie Abetare, creata a partire da disegni incisi sui banchi delle scuole di Dogliani, che verranno combinati con disegni tratti dall’archivio dell’artista. L’opera che andrà a occupare lo spazio lasciato dalla ex scuola rappresenterà una casa stilizzata e senza muri, popolata da creature inventate provenienti sia dai banchi delle Langhe sia dei Balcani che, incontrandosi, la faranno diventare un monumento al linguaggio universale dell’immaginazione e della fantasia.

 

Come per la prima edizione, anche quest’anno la produzione dell’opera sarà accompagnata da un programma educativo per le scuole del territorio, curato da Feliz in collaborazione con l’associazione La Scatola Gialla. La seconda parte del programma, rivolta alle scuole primarie e secondarie di primo grado, si svolgerà a opera già installata, durante l’anno scolastico 2025-2026. Come nella scorsa edizione di Radis, la realizzazione della nuova opera offre un ampio public program, che si svolgerà fino a ottobre con una nuova edizione di Supercondominio e un programma di valorizzazione delle opere di arte pubblica nella provincia di Cuneo, con un focus specifico sul progetto A Cielo Aperto di Fondazione CRC. Ideati da Barbara De Micheli, project manager e producer con consolidata esperienza nella gestione di progetti artistici e culturali, questi itinerari di scoperta delle opere diffuse sul territorio cuneese offriranno al pubblico l'opportunità di esplorare un patrimonio artistico che si fonde con il paesaggio e le comunità locali. Il progetto si riconnette al lavoro di mappatura e valorizzazione avviato dalla Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, in occasione della precedente edizione di Radis, una pubblicazione, curata da Vittoria Martini, che censisce e racconta opere radicate nei luoghi, ispirate dalle loro storie e dal dialogo con le comunità che li abitano.

 

INTERNAZIONALIZZAZIONE / La 57ª Conferenza Annuale di CIMAM

 

L’apertura della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ai circuiti internazionali quest’anno si concretizza nel supporto – realizzato insieme alla Fondazione CRT – alla 57ª Conferenza Annuale di CIMAM - International Committee for Museums and Collections of Modern Art, che si aprirà il 28 novembre alle OGR Torino e proseguirà fino al 30 novembre, facendo di Torino una capitale internazionale dell’arte con oltre 300 delegati in arrivo da tutto il mondo.

 

L’evento, organizzato da CIMAM, è supportato dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e dalla Fondazione CRT, ed è curato dal Comitato dei Contenuti, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Torino Musei e il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea.

 

CIMAM ritorna in Italia dopo quasi 50 anni dal 1976, anno in cui la conferenza si tenne a Bologna e Prato per la sua unica tappa nel nostro paese in oltre 60 anni di Conferenze Annuali. La Conferenza di Torino è intitolata al tema “Enduring Game: Espandere Nuovi Modelli di Fare Museo”, e sarà guidata dal motto “Of Necessity Virtue” (Di Necessità Virtù). L’edizione di quest’anno inviterà i professionisti museali a misurarsi e confrontarsi, attraverso un’indagine critica e pratiche di immaginazione collettiva, sulle evoluzioni del ruolo delle istituzioni d’arte contemporanea, in un contesto globale sempre più complesso. La conferenza, articolata in tre sessioni collettive, si concentrerà sulla necessità di affrontare cambiamenti sistemici importanti e difficili – tagli economici e un clima crescente di antagonismo politico e sociale – reinventando al contempo la missione sociale, pedagogica e culturale delle istituzioni dedicate all’arte contemporanea. 

 

Ogni giornata inizierà con un discorso di benvenuto e un intervento artistico, seguiti da una keynote di 40 minuti e da atti performativi; i partecipanti prenderanno poi parte a sessioni di lavoro in piccoli gruppi, concepite non come discussioni convenzionali ma come laboratori di pensiero, in cui riflessioni generali e teoriche si intrecceranno a conversazioni pratiche su problemi e strategie rilevanti nel contesto attuale. Le giornate si concluderanno con una breve sessione di sintesi, che riassumerà le idee chiave e metterà a confronto prospettive comuni e divergenti.


COMUNITÀ / Luci d’Artista

 

La Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT si conferma partner di riferimento per il sistema culturale di Torino, mantenendo un impegno costante nel sostenere le principali manifestazioni cittadine legate all’arte contemporanea, come The Phair, EXPOSED e Artissima, e nel porsi come interlocutore aperto per la condivisione di idee, aspirazioni e bisogni.

 

Per celebrare il proprio venticinquesimo anniversario, la Fondazione produrrà per la prima volta una nuova installazione luminosa di una importante artista internazionale nell’ambito di Luci d’Artista, vero e proprio laboratorio a cielo aperto e istituzione per l’arte contemporanea, da sempre sostenuta dalla Fondazione CRT. La nuova opera, che si aggiungerà a quelle esistenti all’interno del progetto, sarà un dono della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per la città.

 


PROFESSIONI / Aperto

La Fondazione è da sempre sensibile all’ambito professionale dell’arte contemporanea. Con Aperto, avviato nel 2024, ha scelto di investire sulla formazione specialistica, con un programma gratuito di alto livello per le professionalità dell’arte contemporanea, ideato e promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e giunto alla sua seconda edizione. Aperto coinvolge una rete di istituzioni e spazi del contemporaneo con una riconosciuta expertise nel campo della formazione che offrono seminari volti ad approfondire uno specifico ambito, unendo l’acquisizione di nuove competenze alla dimensione teorica e riflessiva e all’attività laboratoriale. 

 

L’edizione 2025 di Aperto prevede quattro seminari della durata di tre/quattro giorni ciascuno, accessibili tramite singole open call. I seminari si svolgeranno da luglio 2025 febbraio 2026 e coinvolgeranno il Castello di Rivoli, Almanac Inn, Cripta 747, Mucho Mas!, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Artissima

 

Il primo seminario, Raccontare le mostre. Per una storia della curatela al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Testimonianze e confronti si terrà in due sessioni il 24 e il 25 luglio 2025 e il 25 e il 26 settembre 2025; ideato e organizzato dal CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli, è affidato alla curatela di Antonella Soldaini, storica dell’arte, curatrice e autrice, consulente curatoriale e responsabile della ricerca dello Studio Celant.

 

EDUCAZIONE / aulArte

 

Insieme alla formazione, l’educazione rappresenta da sempre uno degli obiettivi centrali della strategia della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, quale strumento per avvicinare le giovani generazioni ai molteplici linguaggi dell’arte contemporanea; questo si concretizza anche attraverso il bando aulArte, progetto rivolto alle scuole del Piemonte e finalizzato a favorire la conoscenza e la divulgazione dell’arte contemporanea nell’ambito dei programmi scolastici. 

 

Giunto alla terza edizione, aulArte ha due obiettivi fondamentali: favorire l’avvicinamento e la divulgazione dell’arte contemporanea in ambito scolasticopromuovendo l’accesso ai luoghi di cultura da parte degli studenti e delle studentesse e la formazione degli insegnanti. 

 

Attraverso il bando (rivolto a tutte le scuole del Piemonte di ogni ordine e grado), la Fondazione ha messo a disposizione un contributo totale di 60.000 euro2.000 euro per ognuna delle 30 scuole beneficiarie (in aumento rispetto alle 25 dell’edizione precedente), destinato a sostenere i costi delle uscite didattiche nei musei e nelle fondazioni di arte contemporanea del Piemonte: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Rivoli), Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (Biella), Fondazione Ferrero (Alba), GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, PAV Parco Arte Vivente, Pinacoteca Agnelli (Torino). Chiuso lo scorso 13 giugno, il bando ha registrato un progressivo aumento della partecipazione con oltre 70 candidature ricevute da parte di scuole provenienti da tutte le province piemontesi. Oltre alla costante presenza delle scuole primarie e secondarie di primo grado, che da sempre rappresentano la maggioranza degli istituti candidati, quest’anno un significativo numero di scuole dell'infanzia e di scuole secondarie di secondo grado ha risposto all'appello. Questi dati confermano il crescente posizionamento del programma e la sua capacità di espandere il proprio raggio d'azione su tutto il territorio regionale piemontese.

 

Al contributo si affiancherà un programma gratuito di formazione docenti, che partirà nell’autunno 2025, a cura dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni di arte contemporanea coinvolte, con l’obiettivo di fornire gli strumenti utili a sviluppare autonomamente una didattica che utilizzi l'arte contemporanea nell'ambito dei programmi scolastici. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di oltre 400 insegnanti.

COLLEZIONE / La collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

 

Centro dell’identità istituzionale della Fondazione e suo patrimonio, la collezione privata della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, conosciuta a livello internazionale, è un patrimonio mostrato in diverse sedi e messo principalmente a disposizione delle due più importanti istituzioni di arte contemporanea del Piemonte, la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; inoltre, una parte della collezione è accolta dalle OGR Torino e presso la sede stessa di Fondazione CRT.

 

Oggi la Collezione conta 950 opere di oltre 380 artiste e artisti attivi negli ultimi settant’anni, tra cui Lucio Fontana, Mario e Marisa Merz, Marina Abramovic, Olafur Eliasson, William Kentridge, Liam Gillick, Monica Bonvicini, Michelangelo Pistoletto, Anna Boghiguian solo per citarne alcuni; all’interno della collezione trovano spazio oltre 350 fotografie dei più grandi fotografi italiani del dopoguerra, insieme a dipinti, sculture e installazioni, opere video (oltre 120), opere sonore, NFT e opere che vivono nel metaverso. Dal 2017, inoltre, la Fondazione dedica un budget specifico all’acquisto di Libri d’Artista – oggi quasi 140 – destinati al Fondo Maffei della GAM e utili ad arricchire la narrazione dei progetti espositivi dei musei. 

 

Oltre alle acquisizioni di opere, la linea collezionistica della Fondazione comporta la loro tutela e salvaguardia attraverso un esteso progetto di monitoraggio avviato nel 2024 e che proseguirà fino al 2027, allo scopo di mappare puntualmente la condizione conservativa dell’intero patrimonio e di intervenire con azioni di manutenzione mirate a garantirne lo stato di conservazione e fruizione. Comprende inoltre attività di valorizzazione per rendere la collezione sempre più conosciuta in Italia e nel mondo, attraverso progetti espositivi (come la mostra inclusa nel progetto Radis o l’allestimento di un percorso espositivo nelle sale di Fondazione CRT) pensati anche per favorire e incrementare il più possibile campagne di prestito delle opere nei più importanti musei nazionali e internazionali. Il 2025 segna inoltre l’avvio dell’importante progetto di studio finalizzato alla realizzazione di un nuovo catalogo della collezione, che sarà presentato nell’autunno 2026.

02/08/25

Arte, gatti e mele ...


A Los Angeles la Matthew Marks propone in questi giorni estivi la fresca mostra Cats & Apples , nella sua galleria al 1062 North Orange Grove.
La mostra è incentrata su due motivi che gli artisti hanno rappresentato per secoli: Gatti e Mele . Con un'estensione di oltre cento anni e un'ampia gamma di tecniche, tra cui pittura, scultura, disegno, fotografia e video.


La mostra presenta opere di quindici artisti: Georges Braque, Joan Brown, Leidy Churchman, Edwin Dickinson, Vincent Fecteau, Peter Fischli e David Weiss, Katharina Fritsch, Robert Gober, Nan Goldin, Peter Hujar, Gary Hume, Laura Owens, Pablo Picasso, Linda Stark e Sturtevant. 
Gli artisti presenti traggono ispirazione da una varietà di fonti, tra cui tropi storico-artistici come il memento mori o le bagnanti di Ingres, cartoni animati degli anni '60 e i loro ricordi d'infanzia.
Cats & Apples sarà in mostra al 1062 North Orange Grove dal 28 giugno al 16 agosto 2025, dal martedì al sabato, dalle 10:00 alle 18:00.

01/08/25

Ipogea Parabita

 
Francesco Arena, La Grotta, 2025, installazione site-specific (vasche in pietra leccese, neon). Progetto Ipogea, Città di Parabita. 
Foto di Gabriele Fiorito.

Il mondo sotteraneo nella città di Parabita viene trasformato in un affascinante mondo artistico col progetto Parabita per il contemporaneo.

L'iniziativa prende avvio  con Francesco Arena  e il progetto ispirato ai vani ipogei del sottosuolo parabitano per generare nuovi spazi di incontro tra comunità e arte contemporanea.
 
Dalle edicole votive al cuore della terra: Ipogea è la nuova tappa del percorso avviato dal Comune di Parabita con il programma Parabita per il contemporaneo, che ha preso avvio nel 2024 con l’obiettivo di restituire centralità culturale, simbolica e civile al territorio attraverso il linguaggio dell’arte.
 
Dopo il successo di Votiva, che ha trasformato le edicole votive del centro storico in opere d’arte pubblica permanente, Ipogea invita a spostare lo sguardo verso il sottosuolo parabitano: un mondo silenzioso e stratificato, ricco di storia e di potenzialità espressive. Proprio i vani ipogei – antichi frantoi, cavità naturali e architetture invisibili – diventano il punto di partenza per una nuova riflessione sulla contemporaneità, sulla memoria condivisa e sul paesaggio interiore di una comunità.

Dice il Sindaco Stefano Prete «Parabita per il contemporaneo nasce da una visione politica e culturale che guarda al futuro senza smettere di interrogare il passato. Vogliamo che la nostra città diventi sempre più fertile non solo sul piano materiale, ma anche su quello simbolico. L’arte, in questo processo, è strumento di rigenerazione: accende la meraviglia, restituisce profondità al pensiero e riattiva legami tra le persone, tra i luoghi, tra le generazioni».
 
Ipogea si apre con l’installazione La Grotta di Francesco Arena, artista tra i più significativi della sua generazione, già tra i protagonisti di Votiva. A cura di Carmelo Cipriani e con la direzione artistica di Giovanni Lamorgese, l’opera è la prima tappa di un percorso artistico destinato a crescere nel tempo, coinvolgendo artisti italiani e internazionali in dialogo con il paesaggio invisibile della città.
 
L’intervento di Arena è accompagnato dalla presentazione ufficiale del catalogo di Votiva, edito da Cura Books, e dal lancio dell’app “Parabita per il contemporaneo”, pensata per esplorare le opere permanenti del progetto attraverso mappe, testi e audioguide – anche in lingua inglese – affidate alle voci di Michele Placido e Francesco Pannofino.
 
Ipogea prosegue e approfondisce lo spirito generativo di Votiva: se le edicole invitavano a riscoprire i luoghi di devozione popolare attraverso lo sguardo degli artisti, gli spazi ipogei attivano una dimensione più interiore, che chiama in causa la memoria, il silenzio, la trasformazione.
 
Il progetto, che prevede nuove opere nei prossimi mesi, intende fare di Parabita un laboratorio permanente per l’arte pubblica e per una cittadinanza attiva, in cui l’immaginazione artistica si intreccia con la valorizzazione culturale, la narrazione del territorio e la costruzione di senso collettivo.
Francesco Arena, La Grotta, 2025, installazione site-specific (vasche in pietra leccese, neon). Progetto Ipogea, Città di Parabita. 
Foto di Gabriele Fiorito.

L’intervento artistico di Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978) si presenta come una grande scultura composta da due parallelepipedi cavi in pietra leccese, in passato vasche utilizzate per la sedimentazione dell’olio, qui disposti verticalmente l’uno di fronte all’altro, a creare un varco che invita lo spettatore a guardare dentro e che dà il titolo all’opera, La Grotta.
 
Spiega il curatore dell’installazione Carmelo Cipriani: «La grotta e il frantoio ipogeo condividono una vocazione alla condivisione, alla trasformazione, all’interiorità. Da questa somiglianza simbolica nasce il titolo dell’opera di Arena, che allude anche alla Grotta delle Veneri, sito archeologico parabitano di grande valore, e si offre come spazio di riflessione e sospensione in un tempo che corre».
 
Spiega Giovanni Lamorgese, direttore artistico di La Grotta: «Ipogea a Parabita nasce dalla necessità di recuperare e valorizzare l’importante patrimonio culturale degli antichi frantoi ipogei attraverso l'arte contemporanea. Un viaggio tra passato e futuro che ripercorre la storia, tra identità, radici e territorio, per riscoprire materiali, processi e tradizioni nel loro percorso evolutivo, sottolineando quei mutamenti che li caratterizzano nella loro unicità e rendendoli accessibili attraverso un processo circolare di restituzione in coerenza con il presente».
 
Luogo di protezione e introspezione, la grotta e così l’installazione dell’artista diventano uno spazio di contemplazione e speculazione, in un continuo scambio tra materia e pensiero, percezione e suggestione.
 
Collocata sulla scalinata di piazza della Vittoria, in corrispondenza di uno dei più grandi frantoi ipogeo della città, l’installazione si completa di due scritte al neon, elemento usato per la prima volta da Arena nella sua produzione: essere e tempo, che possono essere lette separatamente, rievocando in contrapposizione la transitorietà dell’esistenza e l’eternità del tempo, oppure congiunte alludendo alla vita di ciascuno, fatta di storie, esperienze, incontri e relazioni vissute.
 
Il riferimento agli ipogei, elemento caratterizzante il nuovo progetto, è affrontato da Francesco Arena per via metonimica: trattandosi di ambienti oggi in gran parte ricaduti in proprietà private e quindi interdetti al pubblico, l’artista allude alle presenze nel sottosuolo attraverso forme e materie, creando un cortocircuito tra tempi e spazi lontani.
 
In occasione dello svelamento della nuova opera, è stato presentato al pubblico il catalogo di Votiva, edito da Cura Books, e l’applicazione “Parabita per il contemporaneo”, strumento versatile e completo di geolocalizzazione che consentirà di visitare le edicole votive avvalendosi dell’audioguida o delle schede testuali (anche in lingua inglese) di ogni opera. A guidare coloro che sceglieranno l’opzione “ascolto” saranno due Ciceroni d’accezione: Michele Placido e Francesco Pannofino, che hanno prestato la voce alla narrazione. 


31/07/25

Iscrizioni al Castello di Rivoli

 


Il Castello di Rivoli presenta, nel solco dei festeggiamenti dei quarant’anni dell’istituzione, la nuova serie Inserzioni, un nuovo formato volto a commissionare ad artisti contemporanei un’opera pensata per il Castello. Gli artisti coinvolti nella prima edizione del progetto sono: Guglielmo Castelli (Torino – Italia, 1987), Lydia Ourahmane (Saïda – Algeria, 1992) e Oscar Murillo (Valle del Cauca – Colombia, 1986). In concomitanza con Inserzioni, il Museo presenta anche l’opera vincitrice del premio Collective 2025, Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, di Adji Dieye (Milano – Italia, 1991) e la recente acquisizione tramite il bando PAC del Ministero della Cultura italiano di Mare con gabbiano, 1967, di Piero Gilardi (Torino – Italia, 1942-2023) e di a.C., 2017, di Roberto Cuoghi (Modena – Italia, 1973).
 
Inserzioni introduce nuove commissioni nel tessuto della Collezione del Castello di Rivoli, invitando una selezione di artisti particolarmente rilevanti oggi a intervenire ciascuno in una sala del Museo per relazionarsi con l’architettura aulica, la storia espositiva del museo e le altre opere attualmente allestite. Il format, della durata di sei mesi e rinnovato due volte l’anno, trasforma sale tradizionalmente dedicate alla Collezione in una mostra collettiva in continua evoluzione, portando le nuove voci a cui normalmente i musei dedicano una sala a parte al centro della narrazione istituzionale. Questo permette di arricchire l’offerta culturale degli allestimenti della Collezione con artisti, movimenti e aree geografiche finora non pienamente rappresentati nella storia espositiva e nel patrimonio artistico del Museo.
 
Ispirandosi alla formula inaugurata dal primo direttore Rudi Fuchs per la prima mostra Ouverture del 1984, ogni artista è invitato a creare un’opera specificamente concepita per una delle sale auliche del Castello, quasi a collaborare con esse, attraverso il tempo storico. Come per la prima mostra, gli artisti vengono messi al centro del progetto, sottolineando il valore delle ricerche individuali di ciascuno di loro. Il Museo intende mantenere la sua caratteristica apertura alle voci degli artisti come momento chiave nella scrittura della storia dell’arte. Questo modus operandi incorpora oggi principi di grande urgenza come quelli di inclusione, apertura ad altre culture e approcci e partecipazione sociale e culturale.
 
Una delle particolarità del Castello di Rivoli è il suo carattere di luogo non finito. Questa sua caratteristica lo trasforma in un “contenitore” che gli artisti possono letteralmente o metaforicamente completare inserendosi, così da far nascere esperienze e allestimenti unici. Spesso le opere sono arricchite dal dialogo con le sale in cui vengono allestite e, viceversa, le sale a volte diventano più forti grazie agli interventi artistici in esse contenuti.
 
Inserzioni apre al pubblico da venerdì 26 settembre 2025 sino a febbraio 2026.
Il progetto è sostenuto da Radical Commissioning Group, un gruppo ristretto di benefattori che crede, come il Museo, nella necessità di dare carta bianca agli artisti per creare opere visionarie, dando allo stesso tempo la possibilità all’istituzione di espandere la propria voce.

 
Guglielmo Castelli
Guglielmo Castelli ha lavorato a un nuovo corpo di opere da inserire nella sala affrescata dedicata ai Continenti. L’artista presenta una nuova serie scultorea, che vede alcuni dei personaggi che popolano i suoi dipinti sfuggire da essi per esibire in forma bidimensionale in curiosi ambienti tridimensionali un’idea di infanzia silenziosa e d’attesa. Realizzate su ritagli di carta, le figure umane delle opere sono coreografate attorno a piccole maquette di tavoli progettati dall’artista di un ambiente casalingo e teatrale immaginario. Alle pareti, una serie di nuovi dipinti – tra cui uno monumentale di oltre tre metri – raffigurano le atmosfere fantastiche e condensate tipiche di Castelli in cui si svolgono molteplici azioni, ripetute cadute e altrettanti fallimenti. Nella sala adiacente, lunga e sottile, sono esposte alcune opere su carta e per la prima volta una speciale presentazione dei materiali preparatori e dei quaderni di schizzi di Castelli, che comprendono studi per i personaggi del suo mondo inventato, apparenti scarti che divengono ecosistema e stratificazione insieme a prove di composizione che rivelano il processo di realizzazione dei suoi quadri.
 
Lydia Ourahmane
La nuova commissione di Lydia Ourahmane è realizzata in collaborazione con la sorella Sarah Ourahmane, compositrice e musicista. Una composizione scritta per tre cantanti ipovedenti si sviluppa in tre stanze del museo. Appena visibile ma percepibile al tatto, la partitura è incastonata nelle pareti di ogni stanza e rimane dunque permanentemente a disposizione per future esecuzioni. Per leggere la partitura, ogni cantante si muove lungo i muri o le ringhiere del Castello, seguendo con il tatto le frasi musicali. Negoziando i limiti della composizione come linguaggio e della composizione in braille come mezzo, la partitura viene interpretata dai cantanti mentre si muovono. Il margine dell’interpretazione è aumentato dalla coreografia spaziale, poiché i cantanti camminano mentre cantano. Quando si traduce una frase musicale in Braille, la cella a sei punti riporta uno dopo l’altro vari dati: l’altezza e il ritmo di ogni nota, oltre alla chiave e all’ottava in cui è scritta la composizione. Le partiture si presentano come un’unica riga con le note, la loro durata, l’altezza in ottave, le legature, le pause e le istruzioni interpretative comunicate in sequenza. Riducendo la quantità di ornamenti o istruzioni interpretative, ogni cantante apporta la propria logica personale a ogni frase. Il coro di elementi composto dall’architettura, lo spazio e il corpo inoltre contribuisce a dare forma alla partitura. I cantanti devono quindi memorizzare gli elementi distinti e poi ricomporli, creando una possibilità amplificata di entropia, di evoluzione e di sviluppo.
 
Oscar Murillo
In seguito a una visita al Museo, Oscar Murillo ha scelto la Sala 18 come ambientazione per la sua installazione immersiva site-specific, A see of history, 2025. L’opera riunisce 48 dipinti della serie Disrupted Frequencies di Murillo in un grande piano dipinto che invita i visitatori a esperire l’opera dal basso, come un affresco caduto e sospeso nel tempo. Composta da un arazzo di tele intrecciate - provenienti dal database Frequencies di Murillo – l’installazione esplora una tensione tra visione e vastità, immaginando nuovi territori scolpiti in un mare di segni stratificati. Iniziata nel 2013, Frequencies prevedeva il posizionamento di tele vuote sui banchi di scuola di tutto il mondo e la cattura dei segni consci e inconsci lasciati dagli studenti. Concepite dall’artista come dispositivi di registrazione analogica, queste tele fungono da registro frammentato di una frequenza culturale e sociale globale. Su questi frammenti, Murillo ha lavorato in varie tonalità di blu, applicando pennellate gestuali di pittura a olio e una miscela di pigmento iridescente che ricorda sia l’oceano sia il cielo, elementi che contemporaneamente legano e separano lo spazio geografico. In questo terreno sospeso, la storia e il tempo diventano fluidi, incerti e aperti alla riconfigurazione.
 
Nuove aquisizioni allestite in Collezione
Adji Dieye, Piero Gilardi, Roberto Cuoghi
 
Vincitrice della seconda edizione del Premio Collective per il Castello di Rivoli, Adji Dieye (Milano – Italia, 1991) presenta per la prima volta al Museo Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly, 2021, donata al Castello dall’Associazione Collective. La pratica di Dieye si sviluppa nell’intersezione tra immagine, spazi urbani e memoria culturale. Attraverso l’uso di materiali di archivio o relativi alla pubblicità e all’architettura, l’artista indaga come si formano e trasformano le epistemologie nazionali, interrogando le strutture visive e ideologiche che modellano l’identità collettiva.
 

Grazie alla vincita dell’avviso pubblico PAC – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il Castello di Rivoli ha acquisito Mare con gabbiano, 1967, importante opera storica di Piero Gilardi (Torino – Italia, 1942-2023). L’opera è uno tra i primissimi esempi di Tappeti-natura, serie che ha scritto un importante capitolo della storia dell’arte, anticipando l’attuale attenzione per tematiche ecologiste. Per valorizzare questa acquisizione, il Museo, in collaborazione con la Fondazione Centro Studi Piero Gilardi, presenta una sala dedicata all’artista con ulteriori opere, tra cui una rara Macchina per discorrere, 1963, e materiali documentari.
 
Grazie alla vincita dell’avviso pubblico Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il Castello di Rivoli ha acquisito la serie fotografica a.C., 2017, di Roberto Cuoghi (Modena – Italia, 1973). Mai esposta al pubblico, a.C. riguarda opere scultoree e esperimenti di decadimento realizzati nello studio dell’artista a Milano per Imitatio Christi, il progetto da lui sviluppato per la sua partecipazione al Padiglione Italia della Biennale di Venezia nel 2017.
 

Il progetto di Piero Gilardi è sostenuto dal PAC2024 Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.