Phofdo - photographic project
L’arte contemporanea sempre più sostituisce l’idea di opera con l’idea del pensiero dell’opera, progetti, idee, intenti, creando un altro universo di sensi che poco hanno di materiale, spinti dall’idea di simulacro. Forse gli artisti si siano resi conto della loro responsabilità “produttiva” e tentino una deriva più sofisticata lasciando l’operato manuale alle società secondarie, dedicandosi alla “sofistica” attività “celebrarle”, peccato che troppo spesso si occupano di ambiti di cui poco conoscono ma su cui voglio agire, con risultati troppo infantili.
Che fine hanno fatto gli artisti?
Nell’arte oramai fioriscono filosofi, sociologi, naturalisti, storici, tantissimi dilettanti della parola e pochissimi artisti visivi.
Che ci sia stata un’epidemia del tuttologo, che ha decimato il fare artistico, orami impervia attività, a favore di camaleontici dilettanti del tutto conoscere/fare?
Se l’idea di indagine artistica può avere un suo valore, lasciano dubbi i risultati finali, in cui l’arte visiva pare incapace di andare oltre alle solite raccolte di dati con relativa rappresentazione “grafica” archivistica.
Soprattutto manca l’estasi della bellezza, in questi ultimi decenni sono scoparsi i capolavori, le opere magnifiche e uniche. Una massificazione ha appiattito le varietà culturali ed estetiche, producendo tantissime mostre banali e noiosissime.