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02/06/10

Pig Island - L'isola dei porci

Opera in Sala 1 : Static 2009-2009

Se ci si domanda com’è il nostro presente, la mostra di Paul McCarthy può dare qualche risposta, a iniziare dal luogo, esempio della classica tradizione italiana, della sua operosità e della sua creatività, che nella nostra patria trova sempre suoi grandi estimatori e realizzazioni.

Passando poi al lavoro di questo storico artista americano che ha saputo fondere la storia dell’arte nel gusto più contemporaneo e autentico.

Artista anticipatore di quello che oramai quotidianamente ci circonda, dai mezzi d’informazione al linguaggio che per le strade si sente. Grande proprio nel suo tenere sapientemente equilibrate, senza sbavature, il gusto di un mondo che dopo secoli di bellezza è collassato sulla massificazione.

Che in un sapore unico e privo di futuro si autocelebra nel suo abbandonarsi alle pulsioni primarie, che forse ci riportano alla vera natura dell’uomo.

La mostra si apre con Dreaming, autoritratto dell’artista che ci accompagna in questo mondo di sogni (ma forse non è la realtà?) che sono le sue opere.

Il viaggio senza Virgilio è duro, oggi non ci sono più guide o indicazioni, entriamo nella vita senza reti, senza motivazioni, senza speranze. Attraversiamo poteri, storie, leggende e immaginifici che rivelano la dimensione più alta dell’uomo, la sua naturalità, il suo tentativo di raccontarsi dimenticando la pulsione più unica, il suo bisogno di sopravvivenza e di sopraffare l’altro al fine di essere qualcosa che in Europa si definisce io.