Ha avuto un ampio consenso di
pubblico e critica la prima rassegna “Campovisivo -
le azioni visibili del quotidiano”,
ideata da Stefano Venezia e Domenico Olivero, che si è svolta presso
Casa Delfino a Cuneo dal 7 al 17 Maggio. Si è trattato di un
percorso d’incontri sull’arte contemporanea, iniziato con le
storiche dell’arte Ida Isoardi e Fulvia Giacosa, che hanno trattato
della funzione di rinnovamento che l’arte ha portato avanti in
questi ultimi decenni. Sono poi intervenuti due noti curatori
nazionali, Giorgina Bertolino e Claudio Cravero, che hanno condiviso,
col folto pubblico partecipe, la loro diretta esperienza di
produzione e sviluppo di un’arte contemporanea dinamica e
“sociale”.
Perché partendo proprio dal titolo di Campovisivo,
quindi di luogo/spazio del guardare, si è voluto trattare del nostro
territorio che ha un grande potenziale da coordinare e proporre con
maggiore qualità. Una ricca storia mediovale-barocca è forse la
cifra più significativa di questo patrimonio artistico-culturale.
Patrimonio che però risulta statico e “dimenticato”. Il presente
poi pare che fatichi a trovare una sua identità. E mentre il resto
del mondo cresce e sempre più investe e sa rendere l’arte motore
di sviluppo, noi che abbiamo già questo ricco e pregiato patrimonio,
lo lasciamo svalutarsi. Per cui risulta urgente creare una volontà
di crescita e cooperazione che in questi tempi di cambiamento è
necessaria ed urgente.
Positivamente prendiamo spunto da progetti
sociali come quello delle Committenze a Mirafiori, in cui l’arte
agisce costruttivamente sul territorio, quindi non solo bellezza ma
anche “funzione”, o a progetti di valorizzazione come
Eco-Narcisio, in cui i musei del territorio vengono riattivati con
azioni artistiche che riportano all’attenzione la loro mansione di
memoria ma anche di realtà di trasformazione e crescita. Proprio
l’aspetto dell’uso artistico visto in una visione “produttiva”
e “promozionale-turistica” risulta completamente dimenticata dal
nostro territorio, anche se alcuni interessanti tentativi sono stati
realizzati, viene in mente “Le vie del sale” in alta langa o il
progetto dello scorso anno realizzato dal Marcovaldo in valle Stura,
ma funestato da un clima astioso.
Pensiamo anche a progetti privati
come il TAG di Torino, gruppo di gallerie di arte private che hanno
fatto sistema con le strutture culturali torinesi (musei, gallerie
pubbliche), la Fondazione Ceretto che rinnovando la Cappella di Santa Maria delle Grazie a La Morra, coinvolgendo gli artisti Sol Lewitt e David Tremelat, o
il più recente caso del Coniglio Rosa dei Gelatin, un gruppo di
artisti viennesi di fama mondiale, proposto dal gruppo
Artesina-Mondolé-sky. Tutte queste azioni hanno avuto un’attenzione
internazionale portando promozione, turismo e possibilità di
sviluppo. Altri eventi ci vengono anche dalla tradizione artigianale,
ad esempio quello che recentemente ho conosciuto a Faenza delle
Ceramiche Zauli che hanno realizzato un rinnovamento artistico, con
annuali workshop artistici curati da noti artisti contemporanei, che
stanno nuovamente dando vita alla tradizione storica della ceramica
che si era sempre più incanalata in un percorso di marginalità.
L’arte quindi anche come motore e luogo di ricerca, sviluppo
economico in ambito artigianale produttivo.
Questa breve panoramica ha
portato ad attivare, grazie a questa iniziativa, un forum delle
associazioni artistico-culturali che con un intento di comunità e
cooperazione vogliono rendere dinamica la realtà artistica e
proporsi costruttivamente. Creando così un’incontro fra energie
con la realtà pubblica e quella privata più ricche e volenterose di
guardare al domani, positivamente.
Con queste premesse Campovisivo
si proporrà il prossimo anno come promotore di un grande evento
culturale che abbraccerà tutte queste realtà.
Ornella Calvetti