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09/12/07

This is the time (and this is the record of the time)*

This is the time (and this is the record of the time)*
Opere di nove artisti : Michael Dean, Ettore Favini, Massimo Grimaldi, Paul Hendrikse, Tehching Hsieh, Albin Karlsson, Goran Petercol, Dominique Petitgand, Luca Vitone
Realizzazione curata da: Simone Menegoi e Carlo Fossati per e/static
Blank via Reggio 27, Torino  - Mercoledi’ – Sabato 16-19.30 o su appuntamento

In questi ultimi anni la tecnologia sta aumentando l’attenzione al nostro tempo che rapidamente passa, pieno d’attimi che si paiono ripetersi ma sempre in modo diverso. Proprio di questi momenti, che spesso viviamo distrattamente, sono i principali spunti di attenzione che Simone Menegoi e Carlo Fossati hanno scelto per una temporale collettiva d’artisti presso lo spazio Blank.
Appena entrati siamo subito attratti da un light box di Massimo Grimaldi la cui fievole luce segna un decadimento del tempo e delle energie ma anche la necessità di un’attenzione e una cura relazionale. Nella camera accanto un video di Paul Hendrikse porge la sua attenzione ad una giornata invernale in cui una vaporosa nube bianca attraversa accarezzandola una collina, immersa in un mondo urbano distratto. Similmente compiamo un attraverso condensato in pochi minuti ma che racconta di un intero anno di lavoro, assolutamente gratuito, nel video di Tehching Hsieh in cui il crescere dei capelli è uno dei pochi segnali di cambiamento di questa condizione umana. Progetto proposto da questo artista attivo fra la fine degli anni ’70 e il 1999, quando interruppe la sua carriera "artistica". Personaggio pressoche’ sconosciuto nel nostro Paese ma considerato "un maestro" da Marina Abramovic. Mutazione anche per un rotolo di carta termosensibile che Albin Karlsson contamina con un congegno meccanico termico trasformandone l’aspetto cromatico simili allo scorrere del filo delle parche che srotolano la vita.
Vicino un video di Luca Vitone ci accompagna nel gesto più semplice di una camminata in cui il conteggio dei passi diventa il ticchettio del tempo o la verifica del nostro moto. Altro velleità di controllare le dinamiche del vivere sono una serie di ombre sfuggente gettata dalla matita sul foglio che Goran Petercol realizza su candidi fogli. Nei pressi Michael Dean propone su dei tavolini dei fogli di carta piegata che segnano il quotidiano gesto di controllo che l’uomo compie sugli oggetti circostanti riempiendoli forse di significati o semplicemente di verifiche, come il gesto compulsivo di foratura che su due grandi fogli Ettore Favini realizza rendendoli visibili come arazzi retroilluminati.
La mostra si conclude con l’opera di Dominique Petitgand che in uno spazio esterno, immersi in una stanza buia, siamo commossi dal rapporto sonoro, in lingua francese, tra un bambino che elenca una serie di numeri che paiono gli anni della donna anziana che manifesta la sua stanchezza di vivere, due voci che riempiono lo spazio oscuro di percezioni e introiettano il dubbio sul nostro vivere e sulle nostre sicurezze.


*: Il titolo della mostra viene da un verso della canzone From the Air di Laurie Anderson, tratta dall’album Big Science (1982).