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12/03/06

Un giro di gallerie Sabato 4 Marzo a Torino



Fa un certo effetto vedere la grande quiete che ora è tornata, dopo il bailame delle olimpiadi. Ho fatto il mio solito giro di gallerie d'arte. Ho iniziato dalla Galleria di Franco Soffiantino con la collettiva Ionesco's friends, l'essenza culturale sul vuoto è colta in modo piena, quattro installazioni scultura (?) e video che mi lasciano perplesso, opere di fattura mediocre e soliti assemblaggi di dubbio gusto per vacue riflessioni sul nulla contemporaneo, la cosa più bella vedere le persone fuori dalle vetrine che passano e che come al solito si domanderanno ma sarà arte questa? 

E come fare a dargli torto siamo nella solita ripetitività di un ipotetico messaggio inviato a un supposto pubblico di interessati, chissà poi a cosa? 

Ovviamente c'è anche un curatore anzi due con relativo testo speculativo sul fare artistico, ma ormai chiunque è capace ad articolare alcune parole e dare senso compiuto a qualunque cosa! 

Meglio, almeno per una tematica di ampio respiro e interesse come quella legata alla musica, anche se sempre troppo leggere il lavoro di Steven Shearer da Franco Noero, un allegro mix di pop e metal, una visone giovanile e un poco più ricercata sulle icone musicali, più avanti Scott King, almeno per il mio gusto, da Sonia Rosso, sempre sulla musica trasformata in forme astratte, l?opera ?Oh Pylon Heaven? mi è piaciuta molto (una serie di scatole da cui uscivano piccole nuvole/fumetto presi da testi di canzoni). 

Più tradizionale la pittura paesaggistica dalla Galleria44 con Silvano Gilardi, ma almeno si ha l?idea di un fare artistico assodato ma almeno pensato. Molto più contemporanea la proposta pittorica di Angela Dufresne alla Galleria Glance, serie di paesaggi urbani con accesi colori. Cambiando tecnica si rimane perplessi delle noiosette fotografie di Pier Luigi Meneghello sui cantieri dell?alta velocità da Photo&Co, lavoro troppo documentativo, si sente troppo la necessità di corredo a un lavoro produttivo di consenso e senza accezione critica. Sul versante opposto, forse anche molto ricercato e glamour le opere fotografiche, con un buon video di suggestioni semisociali, proposte da Guido Costa con le opere di Roger Ballen. 

Ancora fotografia dall?Agorà con i simpatici personaggi preistorici in gomma di piccole dimensioni, tipiche dei giochi infantili, inseriti in contesti naturali da Filippo Del Vita, almeno un poco di allegria. Molto grafica la mostra ?Spacerunner? di Bartolomeo Migliore da 41 artecontemporanea, una serie di scritture fatte sul muro e su cartoncini, moto interessante la versatilità dell?artista che sa giocare con diversi mix sia di materiali che di forme. Tornando alla pittura, ma che sa troppo di Lucian Freud, i ritratti di Barbara Bonfilio e Anna Madia dalla piccola Wunderkammer. Mixato bene il lavoro di Cristiano Berti da Carbone. Sul sicuro va la galleria di Giorgio Persano con una elegante (forse anche troppo) Suzy Gomez, che assembla una serie di lavori su se stessa molto ben confezionati e con un giusto mix fra video, scultura, fotografia e disegni che dovrebbe essere la base di ogni artista. 

Concluso il giro con le ricerca architettonica di Michael Rakowitz da Alberto Peola, un interessante lavoro, anche se poi la resa oggettuale delle opere era limitata da una serie di disegni e una ?scultura? incentrato sulle strutture geodetiche realizzate negli anni 60, come utopie sul futuro. 

Tutte queste proposte mettono in evidenza la grande varietà della produzione artistica ma anche il grande limite della differenzazione che produce un senso di limitatezza temporale del fare artistico, rendendo sempre più l?arte un fatto ?a breve termine? che non riesce più a dare continuità ma che, e questo valga per tutti gli artisti visti in quel sabato, si concludono in un attimo estetico senza una continuità che dia slancio a una storia o a un contesto sociale. Ma forse l?arte non ha più questo compito sociale ed è diventata una delle tante forme delle spettacolo.