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05/04/06

Miart 2006




Fine settimana a Milano per il Miart, arrivati con un poco di ritardo per i soliti disagi delle FS, siamo accolti nei nuovi e luminosi locali, che subito danno una bella impressione della rassegna. Questa la novità di maggior rilievo e di grande soddisfazione di tutti. Strutturata su due livelli, uno dedicato al contemporaneo e uno al moderno con una vasta proposta. La parte del moderno è parsa più interessante rispetto a quella sul contemporaneo, forse potrebbe essere questa la caratterizzazione su cui puntare maggiormente, con una rassegna più completa e articolata, anziché rincorrere le mode del pubblico e voler piacere a tutti. Infatti ho trovato la sezione del contemporanea più defilata, a parte la novità delle gallerie cinesi che però potevano essere proposti in modo più piacevole e caratterizzante.

Fra le cose più piacevoli da ricordare la piccola e ben curata rassegna video, la bella installazione di Eugenio Tibaldi e le diverse proposte della San Carlo New Contemporary , Aria FineArts e Amste Contemporary Art.

Il giorno dopo ho fatto un bel giro nella ristrutturata Villa Reale o come la chiamano oggi Villa Belgiojoso Bonaparte, un restauro ben articolato che ha ridato gioia e vita a questi bellissimi locali, dopo questa esperienza la mostra Ecce Homo allo spazio Oberdan non è stata la scelta più felice un poco perché quasi metà delle opere si sono già viste (per la serie i soliti nomi noti con le loro stantie opere) un poco perché l’allestimento era molto approssimato. Più fortuna ho avuto passando da Brera e scoprire l’orto botanico aperto. Questo piccolo suggestivo angolo di una Milano che sempre più mostra segni di degrado e di abbandono. Tornando all’arte e cogliendo l’occasione della rassegna StartMilano, seguendo la brutta e poco pratica cartina, ho fatto un giro alla galleria di Francesca Kaufmann, che proponeva un nevrotico video di Aida Ruilova mentre da Andrea Battaglia una simpatica esposizione di Valentian Glorioso, più in là Salvatore+Ala presentano una serie di grandi opere di Gianni Dessì. Proseguendo si giunge da Suzy Shammah che espone una serie fotografica melanconica realizzate da Esko Mannikko mentre molto più allegro l’allestimento di Andrea Mastrovito da Antonio Colombo ma la cosa che più mi è piaciuta è stato il video di Tessa M.Den Uyl da Lia Rumma.