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26/02/03

Dedichiamo anche un attimo per vedere dove andiamo a vedere questa arte? I luoghi in cui essa si "consuma"

Tipologia dei Musei contemporanei

- Spazi costruiti per l'arte contemporanea/moderna
A) spazi espositivi realizzati per ospitare opere d'arte moderna, luoghi che agiscono come raccolte o spazi espositivi in modo classico (Mostre con un titolo, una critica, un aspetto storico, una documentazione dell'evento etc..) Centre Pompidou, Tate, Castello di Rivoli, etc.. questi spazi hanno il grande problema che sono stati realizzati in forma rigida e classica, o peggio ancora che non tengono conto delle esigenze espressive contemporanee.
B) spazio sperimentale o laboratorio, luoghi realizzati per mostra che in parte sono legati alla struttura classica ma che cerca di essere più immediati nel raccogliere gli umori espressivi contemporanei, svolgono un lavoro che non vuole solo storicizzare. Questi luoghi sono di recente ideazione, come ad esempio il Palais de Tokyo, Villa Arson, le case degli artisti etc..

- Spazi Museali
Musei ed istituzioni non legate all'arte contemporanea/moderna ma che diventano, in certe occasioni spazi utili per ospitare tali realtà. Spesso per realizzare un confronto o dialogo fra le tecniche e le espressività. Esempio progetto Gemine, uso dei musei italiani per allestire mostre di giovani artisti,

- Spazi indipendenti dal contesto artistico

A) spazi della realtà quotidiana, slegati dalla funzione istituzionale dell'arte, nel suo complesso (antica, moderna etc..) ma che si realizzano con la metodologia dell'allestimento, con delle opere materiche, un curatore...cioè  spazi non adibiti all'arte come luoghi religiosi (chiese, conventi..), luoghi storici (archeologici, monumentali...), piazze, capannoni industriali, hotel, bar, vetrine dei negozi, centri commerciali etc.. fra gli esempi più interessanti la rassegna  "Manifesta", che ogni volta cambia luogo espositivo (Francoforte, San Sebastian etc..)

B) spazi liberi in cui non è richiesto, nei casi estremi, nemmeno l'intervento del pubblico... luoghi naturali, abitazioni private, eventi indipendenti. In questi casi ne esiste solo una documentazione creata ad hoc...


- Spazi multimediali
Giornali, web, radio, cellulari, etc..

Come esempio di rassegne d'arte vediamo quelle che sono considerate le più importanti mostre

L'anno scorso a Kassel, con la rassegna Documenta (che ogni 5 anni tenta di realizzare un momento di riflessione sull'arte contemporanea), quasi tutte le opere esposte erano tese ad analizzare e studiare il presente soprattutto con un atteggiamento sociologico/documentaristico. Ponendo l'accento su che cosa l'arte deve trattare. In un generale disagio sociale, culturale o individuale.

Quest'anno anche i proclami per la Biennale sono molto forti; "sopravvivenza" "utopia" "clandestini" "smottamenti" queste parole per descrivere l' "arcipelago" Biennale, dieci rassegne curate da professionisti, critici e anche artisti. Tutte riunite sotto il titolo complessivo "Sogni e conflitti. La dittatura dello spettatore" ".. perché lo spettatore controlla con la sua presenza o assenza il successo di ogni rassegna o iniziativa culturale.." "Non mostrerà un'arte politica bensì una riflessione sulle politiche dell'arte", avvisa Bonami nel comunicato della Biennale. Otto le sezioni all'Arsenale, due ai Giardini di Castello: qui, al Padiglione Italia, si terrà "Ritardi e rivoluzione", curata dallo stesso Bonami e da Daniel Birnbaum, mentre l'altra mostra è "La zona", progetto realizzato da A12 e curato da Massimiliano Gioni. Quanto alle otto mostre all'Arsenale, "Z.O.U. Zone d'urgenza" sarà firmata dal cinese Hou Hanru, "Sistemi individuali" dallo sloveno Igor Zabel, "La struttura della sopravvivenza" dall'argentino Carlos Basualdo, "Stazione utopia" dal terzetto composto dall'americana Molly Nesbit, dallo svizzero Hans Ulrich Obrist e dall'artista tailandese Rirkirt Tiravanija, "Conflitto" da Catherine David che ha diretto "Documenta X", "Il quotidiano alterato" dall'artista messicano Gabriel Orozco, "Clandestini" ancora da Bonami, "Smottamenti" da Gilane Tawardos con il Forum Africa contemporary art. Segnaliamo anche che la Palestina non avrà un padiglione, come qualcuno sospettava, ma l'intervento di una singola artista negli spazi esterni dei Giardini. Via si cerca di accontentare un poco tutti, così sarà difficile sbagliare ma si dirà nulla di nuovo?