Nella storia dell'arte grandi
mutamenti sono avvenuti sia per la creatività degli artisti sia per le novità
tecnologiche. Questi primi cambiamenti presero forma negli anni 60 (alcuni
segnali iniziarono già col periodo Dada), quando gli artisti decisero di
allargare l'uso dei mezzi espressivi, relegando a ruolo secondario la pittura e
la scultura; fino nei casi estremi a de-materializzare l'opera stessa come
succederà col periodo concettuale e poi ora col web. Queste novità hanno messo
in crisi l'idea stessa del mercato dell'arte. Creando una biforcazione che
sempre più si amplifica fra l'Arte e "l'arte-gianato" commerciale. I
più antichi scossoni sono arrivati con la fotografia (1835), il cinema (1927),
la televisione (1940) e i video (1980) e per ultimo la digitalizzazione
dell'immagine (così fotografia, video, web, stampa si assemblano e diventano un
tutt'uno). Tutte tecnologie che solo recentemente sono diventate di larga
diffusione, permettendo a chiunque di esprimersi (e diventare un artista!?!?!).
Seguendo queste considerazione, legate al supporto tecnico, possiamo affermare
la marginalizzazione della pittura (che tende sempre di più ad assomigliare ad
un fumetto.. e anche qui ci sarebbe un bel confronto da fare...), idem per la
scultura (breve considerazione sullo slittamento/coinvolgimento nelle performance
o installazioni), ci metterei i video anche se poi sì dovrebbe mettere in
relazione tutta una produzione filmica che possiede già una lunga e stupenda
storia, sicuramente migliore di tanti video che solo perché fatti da artisti
dovrebbero essere più significativi (come i corto o i lungometraggi). Ci
sarebbe anche la fotografia, ma penso che il meglio sia già stato fatto negli
anni 60/70, quindi la forma d'arte contemporaneo più significativa è
l'installazione (inteso come un uso di più media (fotografia, musica, luci,
video, spazi etc..) o internet come nuova tecnica a portata casalinga e, questo
mi piace moltissimo, autogestibile dall'artista al di fuori di un valore
commerciale (non sto qui a fare il solito panegirico sull'importanza del gallerista
e della sua capacità di creare dal nulla (inteso anche come artista) dei geni
artistici). Un altro aspetto da segnalare e l'assurdità del pezzo numerato,
usare mezzi di diffusione di massa per realizzare pezzi limitati, un vero
controsenso richiesto dal mercato per poter sostenere se stesso. Attraversiamo
quindi un periodo molto complesso, ma quando mai non è così, in cui pare che
tutto sia già stato espresso. Infatti, siamo in pieno revival culturale, un
periodo in cui da tutti i settori sì sta guardando al passato, forse per
mancanza d'idee o perché si sono sondati ormai tutti i territori possibili dal
semplice fiore alla tecnologia più spinta, o ancora non si è in grado di
riconoscere gli elementi che rappresentano il presente. Probabilmente bisogna approfondire
tutto quello che è stato portato in superficie ma troppo velocemente
abbandonato. O probabilmente tutto questo magma rappresenta benissimo la
contemporaneità.