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25/02/03

Le tecnologie

Nella storia dell'arte grandi mutamenti sono avvenuti sia per la creatività degli artisti sia per le novità tecnologiche. Questi primi cambiamenti presero forma negli anni 60 (alcuni segnali iniziarono già col periodo Dada), quando gli artisti decisero di allargare l'uso dei mezzi espressivi, relegando a ruolo secondario la pittura e la scultura; fino nei casi estremi a de-materializzare l'opera stessa come succederà col periodo concettuale e poi ora col web. Queste novità hanno messo in crisi l'idea stessa del mercato dell'arte. Creando una biforcazione che sempre più si amplifica fra l'Arte e "l'arte-gianato" commerciale. I più antichi scossoni sono arrivati con la fotografia (1835), il cinema (1927), la televisione (1940) e i video (1980) e per ultimo la digitalizzazione dell'immagine (così fotografia, video, web, stampa si assemblano e diventano un tutt'uno). Tutte tecnologie che solo recentemente sono diventate di larga diffusione, permettendo a chiunque di esprimersi (e diventare un artista!?!?!). Seguendo queste considerazione, legate al supporto tecnico, possiamo affermare la marginalizzazione della pittura (che tende sempre di più ad assomigliare ad un fumetto.. e anche qui ci sarebbe un bel confronto da fare...), idem per la scultura (breve considerazione sullo slittamento/coinvolgimento nelle performance o installazioni), ci metterei i video anche se poi sì dovrebbe mettere in relazione tutta una produzione filmica che possiede già una lunga e stupenda storia, sicuramente migliore di tanti video che solo perché fatti da artisti dovrebbero essere più significativi (come i corto o i lungometraggi). Ci sarebbe anche la fotografia, ma penso che il meglio sia già stato fatto negli anni 60/70, quindi la forma d'arte contemporaneo più significativa è l'installazione (inteso come un uso di più media (fotografia, musica, luci, video, spazi etc..) o internet come nuova tecnica a portata casalinga e, questo mi piace moltissimo, autogestibile dall'artista al di fuori di un valore commerciale (non sto qui a fare il solito panegirico sull'importanza del gallerista e della sua capacità di creare dal nulla (inteso anche come artista) dei geni artistici). Un altro aspetto da segnalare e l'assurdità del pezzo numerato, usare mezzi di diffusione di massa per realizzare pezzi limitati, un vero controsenso richiesto dal mercato per poter sostenere se stesso. Attraversiamo quindi un periodo molto complesso, ma quando mai non è così, in cui pare che tutto sia già stato espresso. Infatti, siamo in pieno revival culturale, un periodo in cui da tutti i settori sì sta guardando al passato, forse per mancanza d'idee o perché si sono sondati ormai tutti i territori possibili dal semplice fiore alla tecnologia più spinta, o ancora non si è in grado di riconoscere gli elementi che rappresentano il presente. Probabilmente bisogna approfondire tutto quello che è stato portato in superficie ma troppo velocemente abbandonato. O probabilmente tutto questo magma rappresenta benissimo la contemporaneità.