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24/02/03

Distribuzione

Questa per quanto riguarda la produzione. Ora analizziamo la distribuzione, che ha gli albori alla fine dell'Ottocento con i primi mercanti d'arte a Parigi che iniziano ad affacciarsi sul mondo economico di una realtà nuova, la borghesia, che richiede opere con cui abbellire le proprie case. Già Paul Durand-Ruel (1831-1922), principale gallerista degli impressionisti, inizia una strategia di vendita con la valorizzazione degli artisti. Il controllo dei principali nomi del mercato viene vincolato con un contratto che leghi al gallerista stesso tutta la loro produzione, in cambio viene curata la promozione delle opere, anche con apertura di gallerie all'estero (New York, Londra etc..) e impiegando  critici amici o sostenendo pubblicazione di testi in campo artistico favorevoli.

Si ricordano anche Ambroise Vollard (1869-1939) stratega dei fauves e di Picasso, Gauguin e Cezanne; Daniel-Henry Kahnweiler (1884-1979) promotore dei cubisti, cui Picasso si legherà dal 1909, vero e proprio promotore pubblicitario ante-litteram. Creatore di un vero mercato diffuso e differenziato in varie strategie. Altri famosi venditori furono Berthe Weill, Léonce Rosenberg, sostenitore del De Stijl e di De Chirico, e recentemente  Leo Castelli (1907-1999) principe del mercato americano dagli anni 60 fino alla fine degli anni 70.

Attualmente il  mercato dell'arte è fortemente influenzato da una serie ristretta di gallerie e di case d'aste (Sotheby's Christies, in particolar modo) che monopolizzano la realtà di scambio, siamo in pratica in una situazione d'oligopoli. Tale ristretto gruppo di pressione influenza in modo pesante, sia a breve che a lungo periodo, la realtà artistica e le sue tendenze.


Noi sappiamo che oggi ci sono circa 1,3 milioni di transizione per un ammontare di 26,8 miliardi d'euro. Questo mercato è ristretto, perché il 90% del mercato è diviso fra Europa e Usa. In Europa ci sono circa 28'700 imprese che occupano direttamente 73'600 persone.