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14/05/25

La nuova hall del Moma ideata da Odili Donald Odita



 Moma Installation view of the exhibition “Odili Donald Odita: Songs from Life" foto di  Jonathan Dorado


Anche quest'anno il Moma ha commissionato un intervento per la grande hall, per questa edizione è stata scelta l'artista Odili Donald Odita

Nella nuova commissione su larga scala di Odili Donald Odita nella hall del MoMA, colori vivaci e motivi astratti creano un caleidoscopio a cascata. E per la prima volta nel suo percorso creativo, la musica è la principale fonte di ispirazione. "La musica mi ispira a riflettere sui problemi nei miei dipinti", ha affermato Odita.

Songs from Life è stata dipinta nell'arco di sei settimane, e i visitatori hanno potuto ammirare l'opera site-specific emergere dalle pareti e dalle colonne. Realizzata con vernice acrilica opaca al lattice, l'installazione dal pavimento al soffitto offre un'esperienza immersiva, i cui colori, come li descrive Odita, sono espressione di libertà e cambiamento. Ogni sezione dipinta è incentrata su una selezione di canzoni che approfondiscono la concezione dell'artista dell'atrio del MoMA come spazio di incontro per persone di diversa estrazione sociale. "C'è una sorta di energia collettiva dovuta al modo in cui la musica può influenzare il corpo", ha affermato Odita. "È così che voglio che anche i miei dipinti funzionino".


 Moma Installation view of the exhibition “Odili Donald Odita: Songs from Life" foto di  Jonathan Dorado

Organizzata da Ugochukwu-Smooth Nzewi, curatore del Dipartimento di Pittura e Scultura, Steve e Lisa Tananbaum, con Elizabeth Wickham, assistente curatoriale del Dipartimento di Pittura e Scultura. Maya Taylor, Dipartimento di Pianificazione e Amministrazione Esposizioni, e Aimee Keefer e Michele Arms, Dipartimento di Progettazione e Produzione Esposizioni, hanno collaborato attivamente alla realizzazione di questa mostra.

Con i ringraziamenti a Jenna Pirello, Alan Prazniak, Luca Bokulich, Erika Hickle, Isaac Jaegerman, Tessa O'Brien e Will Sears.

13/05/25

Raffinatezze del vestire maschile

 


Entrare nel MAO di Torino è sempre un affascinante viaggio nelle tante culture del mondo asiatico. La stupenda raccolta permanente è una ricca e pregiata selezione di opere artistiche ed antropologiche dai tanti paesi che raccontano tantissime meravigliose storie di vita. 

In questo periodo sono in corso diverse mostre che arrichiscono ancora di più la piacevolezza della visita. Si è appena conclusa Hanauri, dedicata ai venditori di fiori e si è aperta "Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone", che durerà fino al 7 Settembre 2025, e ci sono i lavori di  "Declinazioni contemporanee", che si concluderà il 31 Ottobre 2025, seconda edizione del programma di residenze d’artista e commissioni site-specific che utilizza l’arte contemporanea per interpretare, rileggere e valorizzare il patrimonio museale del MAO con opere di Charwei Tsai, Patrick Tuttofuoco e Qiu Zhijie.




ll progetto espositivo "Hanauri. Il Giappone dei venditori di fiori", di cui avevo già scritto    esplora antichi scatti, 26 albumine di metà Ottocento, rielaborate da Linda Fregni Nagler, che ha rifotografato le albumine originali, stampandole in camera oscura e colorandole a mano con una tecnica simile a quella dell’epoca (1860-1910). Questo intervento fa assumere nuovi significati alle immagini, illustrandoci la storia di un preciso modo di guardare all’esotismo e all’alterità.

La seconda rassegna appena avviata presente, in un raffinato allestimento, ben 50 haori e juban (le giacche sovrakimono e le vesti sotto kimono maschili), oltre ad alcuni abiti tradizionali da bambino, provenienti dalla collezione Manavello.




Per la prima volta in Italia ed in Europa sono presentati i vestiti con le raffigurazioni decorative di grande pregio artistico ed artigianale. Seguendo la proverbiale tendenza alla rarefazione e alla riservatezza questi abbigliamenti maschili si presentano sul lato esterno molto minimali mentre al loro interno rivelano eleganti ed elaborate lavorazioni tessili, arricchiti da pregiati lavori di cucitura a ricercate stampe. 

La mostra percorre un breve spazio temporale in cui si vedete la trasformazione del gusto e il cambiamento tematico delle composizioni che passano dalla tradizione storica giapponese agli influssi provenienti da altre nazioni. 

Il percorso si apre con un'ambientazione e una serie di spezzoni che ci danno la percezione del luogo abitativo per proseguire poi con una serie di sezioni che propongono questi pregiati manufatti tessili in un sobrio ed equilibrato gioco di dialogo con alcuni interventi di artisti contemporanei come Kimsooja, Royce Ng  e Tobias Rehberger.

Il percorso si conclude poi con una sezione dedicati all'abbigliamento infantile e all'immaginifico occidentale che diventa anche parte del vissuto giapponese inserendosi nel gusto tessile. 




Una mostra, da fruire con molta calma e attenzione per scoprire i tanti detaggli che caratterizzano questa produzione molto ricercata e unica, è una piacevole occasione per conoscere il rinnovamento culturale del Giappone nel periodo di apertura alle culture straniere dei primi decenni del secolo scorso. 

La mostra è arricchita da un variegato programma musicale e performativo, a cura di Chiara Lee e freddie Murphy, per i dettagli consultate il sito del MAO

Il catalogo della mostra, in lingua italiana e inglese, con saggi critici inediti e un ampio apparato iconografico, edito da Silvana Editoriale, sarà presentato a Giugno.






12/05/25

Ensemble di Jennie C. Jones sul Roof Garden del Met

 
:Jennie C. Jones (born 1968, Cincinnati, Ohio)Installation view of The Roof Garden Commission: Jennie C. Jones, Ensemble, 2025
Image credit: The Metropolitan Museum of Art, Photo by Hyla Skopitz

Da alcuni giorni sulla terrazza del Met è presente l'installazione dinamica di Jennie C. Jones per la Roof Garden Commission del 2025 .

 La nuova Roof Garden Commission del Metropolitan Museum of Art è in mostra che è iniziata il 15 aprile e durerà  fino al 19 ottobre 2025, quest'anno presenta un'opera dinamica dell'artista Jennie C. Jones (nata nel 1968 a Cincinnati, Ohio). 

Intitolata Ensemble, l'installazione site-responsive è composta da tre grandi forme scultoree basate su strumenti a corda: una cetra trapezoidale, un'arpa eolica e una corda doppia e pendente, racchiuse su due lati da un pezzo da pavimento che funge sia da "direttore d'orchestra" dell'ensemble sia da marcatore di confine della superficie simile a un palco su cui si trova. Ricca di potenziale sonoro, Le sculture siedono silenziosamente al loro posto, in attesa di essere ascoltate. 

La Commissione per il Giardino Pensile: Jennie C. Jones, Ensemble è la dodicesima di una serie di commissioni per lo spazio esterno. 


:Jennie C. Jones (born 1968, Cincinnati, Ohio)Installation view of The Roof Garden Commission: Jennie C. Jones, Ensemble, 2025
Image credit: The Metropolitan Museum of Art, Photo by Hyla Skopitz

La mostra è supportata da Bloomberg Philanthropies. Ulteriore supporto è fornito da Cynthia Hazen Polsky e Leon B. Polsky, e Melony e Adam Lewis. "Siamo entusiasti che Jennie C. Jones abbia portato la sua visione artistica unica nell'iconico giardino pensile del Met", ha dichiarato Max Hollein, Direttore e Amministratore Delegato del Museo, Marina Kellen French. "Sollevata ben al di sopra dei suoni e dei ritmi di New York City, la sua innovativa installazione combina perfettamente forma, colore, linea e acustica, sfidando i visitatori a interagire con la scultura in modi nuovi e inaspettati". 

David Breslin, Curatore Responsabile per l'Arte Moderna e Contemporanea di Leonard A. Lauder, ha aggiunto: "La fedeltà di Jennie C. Jones all'astrazione invita i suoi spettatori a prestare attenzione ai percorsi più silenziosi dove risiedono significati profondi. Combinando le esperienze sensoriali dell'arte visiva e del suono, Jones è una delle voci più profonde e coinvolgenti dell'arte contemporanea. 

Per Ensemble, Jones ha tratto ispirazione dalla location del Roof Garden e dal Met stesso. Le superfici in alluminio verniciato a polvere delle sculture, caratterizzate da una tavolozza di colori intensi con tocchi di rosso vivo lungo i bordi o nelle buche armoniche, sono giustapposte a blocchi di cemento che ricordano il travertino, un materiale presente nella Great Hall del Museo e in tutti i suoi edifici. La meccanica delle sculture, dagli angoli delle corde alla posizione delle corde uning hardware, sono stati parzialmente informati dalle osservazioni degli strumenti a corda nelle gallerie di strumenti musicali del Met. Per la forma basata liberamente sulla cetra, in genere uno strumento piatto con corde pari alla lunghezza della tavola armonica, Jones ha creato un trapezio reclinato con una superficie inclinata, un centro cavo e corde che rivestono il retro. 

La scultura è formalmente basata sulla forma di un assorbitore acustico utilizzato in una delle sue opere precedenti, Bass Trapswi FalseTones (2013). L'arpa eolica dell'artista trae spunto da una precedente opera di scultura all'aperto, These(Mournful)Shores (2020), uno strumento concepito per il Clark Art Institute di Williamstown, Massachusetts, e integrato nell'architettura del museo. 


:Jennie C. Jones (born 1968, Cincinnati, Ohio)Installation view of The Roof Garden Commission: Jennie C. Jones, Ensemble, 2025
Image credit: The Metropolitan Museum of Art, Photo by Hyla Skopitz

Pensate per essere suonate dal vento, le arpe eoliche sono senza tasti e non richiedono esecutori. L'arpa eolica indipendente e ingrandita di Jones appare monumentale nella forma, ma richiede un conteggio ravvicinato da ascoltare. Per la terza scultura, modellata sulla corda singola, Jones si è ispirata ai musicisti nati nel Mississippi Moses Williams e Louis Dotson, che hanno eseguito uno stile unico di musica blues sullo strumento, che è tipicamente costruito con materiali umili. Williams e Dotson hanno appoggiato lo strumento in posizione verticale contro un muro o un albero; Jones rende omaggio a questi due musicisti ripetendo la soundbar inclinata nella sua interpretazione della corda singola. 

Questo progetto è l'ultimo di una serie di commissioni contemporanee del Met in cui il museo invita gli artisti a creare nuove opere d'arte, stabilendo un dialogo tra la pratica dell'artista, la collezione del Met, il museo fisico e il pubblico del Met. Si tratta dell'ultima commissione per il Roof Garden prima della chiusura temporanea dello spazio in preparazione della costruzione dell'Oscar L. Tang e H.M. Ala Agnes Hsu-Tang, la nuova sede del Met per la sua collezione di arte moderna e contemporanea. La serie riprenderà dopo la riapertura prevista per il 2030 dell'ala ristrutturata, che ospiterà un Cantor Roof Garden ampliato al quarto piano.

11/05/25

Treno di speranza



E' stata inaugurata il 1° maggio 2025 il progetto di Barbara Kruger, con la curatela di Maria Isserlis,  per la commissione di RIBBON International in collaborazione con  Ukrzaliznytsia  (Ferrovie ucraine), una particolare installazione grafica sull'esterno di un treno Intercity delle Ferrovie ucraine, sulla cui superficie Kruger applica il suo iconico intervento tipografico. Le immagini dell'opera  sono ora disponibili tramite il link sopra.

Barbara Kruger afferma: "Riflettendo sul potere della quotidianità, degli inizi e delle fini, della gioia e della perdita." 

Tradotto in ucraino sulla superficie del treno, il testo appena commissionato a Kruger, Senza titolo (Another Again), è una poesia dal ritmo incessante e dalle forti opposizioni, che riecheggia la costanza meccanica della ferrovia stessa: 

ЩЕ ОДИН ДЕНЬ ЩЕ ОДНА НІЧ ЩЕ ОДНА ТЕМІНЬ ЩЕ ОДНЕ ЗАРЕВО ЩЕ ОДИН CHI SIAMO БАЖАННЯ ЩЕ PREZZI E PREZZI СТРАХ ЩЕ ОДНА ЛЮБОВ ЩЕ ОДИН РІК ЩЕ ОДНА СУПЕРЕЧКА ЩЕ ОДНЕ ЖИТТЯ 
--- 
UN ALTRO GIORNO UN'ALTRA NOTTE UN'ALTRA OSCURITÀ UN'ALTRA LUCE UN ALTRO BACIO UN'ALTRA LOTTA UN'ALTRA PERDITA UN'ALTRA VITTORIA UN ALTRO DESIDERIO UN ALTRO PECCATO UN ALTRO SORRISO UN'ALTRA LACRIMA UN'ALTRA SPERANZA UN'ALTRA PAURA UN ALTRO AMORE UN ALTRO ANNO UN'ALTRA CONTROVERSIA UN ALTRO

L'opera rimarra visibile fino al 14 luglio su un treno Intercity ucraino come un atto di solidarietà e un riconoscimento sia della sofferenza che della tenace perseveranza di coloro che salgono quotidianamente su questi vagoni. Il sistema ferroviario ucraino, da tempo oggetto di immaginazione poetica e rivoluzionaria, oggi funge sia da luogo di sopravvivenza che di resistenza culturale.  


Info

Barbara Kruger (*1945, Newark, NJ) vive e lavora tra Los Angeles e New York. A giugno inaugurerà la sua prossima mostra personale al Guggenheim di Bilbao. 

Le Ferrovie Ucraine sono una società per azioni statale che gestisce l'infrastruttura ferroviaria e il trasporto ferroviario in Ucraina. L'azienda impiega oltre 180.000 persone in tutto il Paese. Durante l'invasione russa dell'Ucraina, le Ferrovie Ucraine hanno continuato a operare per evacuare e salvare milioni di persone. 

Maria Isserlis (nata nel 1986 a Kiev, residente a Berlino-Dresda) è curatrice senior e storica dell'arte. Dal 2022 è curatrice e responsabile delle relazioni internazionali presso le Staatliche Kunstsammlungen di Dresda. Nel 2019 ha fatto parte del team curatoriale del Museo Albertinum per le mostre "Kaleidoscope of Histories: Art from Ukraine" e "Change to Come", curando contemporaneamente una mostra personale di Alban Muja alla Galleria Nazionale del Kosovo. È anche vicepresidente della Kulturstiftung Ukraine e docente ospite presso l'Università delle Arti di Berlino. È stata coordinatrice generale di Manifesta 10 e membro del team curatoriale di Manifesta 11. Nel 2016 è stata direttrice della mostra "space force construction" (Venezia) e co-curatrice di "AKI AORA" (Messico). Nel 2018 ha co-fondato la piattaforma A:D:Curatorial. 

RIBBON International è una piattaforma no-profit che sostiene l'arte e la cultura ucraina storica e contemporanea attraverso mostre, commissioni artistiche, programmi pubblici e sovvenzioni. RIBBON attraversa l'Ucraina attraverso la sua rete ferroviaria e si propone di fornire supporto alle eredità a rischio del patrimonio culturale e artistico ucraino, nonché ad artisti, produttori culturali, istituzioni e istituzioni culturali contemporanee in tutta l'Ucraina nella loro lotta per l'autonomia culturale.  

10/05/25

Soft You di Anthea Hamilton alla Fondazione Memmo

 Anthea Hamilton, Soft You 1 (I have done the state some service and they know’t) 2025, digital print, variable dimensions. Courtesy the artist 


La Fondazione Memmo presenta Soft You, la prima mostra istituzionale a Roma dell’artista Anthea Hamilton. Curata da Alessio Antoniolli la mostra è stata inaugurata al pubblico  giovedì 8 maggio e durerà fino a domenica 2 novembre 2025.
 
La pratica di Hamilton pone in dialogo installazione, scultura, film e performance per rielaborare contenuti visivi appartenenti alla cultura dominante, indagata attraverso una lente soggettiva che suggerisce uno spostamento della percezione. Con installazioni immersive e ambienti, l’artista presenta una realtà in cui i ruoli di genere, la sessualità, la vita domestica e le diverse tradizioni culturali vengono esplorate come nozioni fluide e in continua evoluzione.

Soft You, il cui titolo è preso in prestito dall’ultimo monologo di Otello in Shakespeare, ridefinisce tre punti cardine della ricerca di Hamilton: il protagonista shakespeariano, la città di Roma e la pratica stessa dell’artista. A partire da Othello: A Play, la stage performance realizzata nel 2024 in collaborazione con Delphine Gaborit per il centro artistico De Singel (Anversa), la mostra espande ulteriormente le possibilità performative della ricerca scultorea e installativa di Hamilton.

Pur attingendo a fonti autobiografiche, il lavoro di Hamilton non si fonda sulla sua storia personale; piuttosto, intreccia motivi visivi e culturali per superare l’esperienza individuale e confrontarsi con narrazioni collettive e memorie condivise. Per l’artista, Shakespeare e Roma, in quanto ‘pilastri culturali’, si presentano come archetipi iconici, offrendo un linguaggio visivo capace di trascendere le epoche storiche.




In Soft You, Hamilton rivisita un leitmotiv ricorrente nei suoi primi lavori – quello delle legs – ponendolo in dialogo con Roma. Sotto forma di scultura, oppure declinato come elemento decorativo, questo pattern diventa parte integrante dello spazio espositivo, per trasformarsi in un fregio oppure in un oggetto in scala tridimensionale. Echeggiando il carattere essenziale dell’antica numerazione romana, questo leitmotiv evolve fino a diventare un linguaggio a sé.

Con questa mostra, connettendo Otello, Roma e la sua stessa ricerca, Hamilton torna al ‘grado zero’ come marcatore di un prima e di un dopo. Nei nuovi lavori presentati, l’artista attinge a un ampio spettro di riferimenti visivi, adottando un approccio che procede per associazioni e che mescola storia del design, architettura e moda, dando così origine a una variante inedita.

Soft You include una collaborazione con Alice Rivalta per un mosaico realizzato con la tecnica Rankaku, un antico metodo giapponese di intarsio che utilizza gusci d’uovo di quaglia per decorare piccoli oggetti preziosi, come gioielli. Hamilton applica questa tecnica a uno scrittoio, legato con una corda Shibari e progettato in collaborazione con Pietroarco Franchetti.    

In mostra anche una serie di paraventi in metallo specchiante, chiaro riferimento ad un’architettura che gioca con la luce attraverso la superficie riflettente; alcuni stills dalla performance Othello: A Play, scattata da Tanguy Poujol; una collaborazione con il designer di fragranze Ezra-Lloyd Jackson, Direttore creativo di deya e delle sculture in tessuto. Attraverso elementi che spaziano tra epoche e geografie diverse, l’artista crea un linguaggio ibrido, in cui i dettagli si fondono senza soluzione di continuità.

INFORMAZIONI
Mostra: Anthea Hamilton
Curatore: Alessio Antoniolli
Assistente curatore: Angelica Gatto
Luogo: Fondazione Memmo, via Fontanella Borghese 56/b, 00186 Roma
Apertura al pubblico: da giovedì 8 maggio a domenica 2 novembre 2025
Orario: da lunedì a domenica ore 11.00 - 18.00 (martedì chiuso)
Ingresso libero
Info: Benedetta Rivelli: +39 06 68136598
info@fondazionememmo.it | www.fondazionememmo.it
 

BIOGRAFIA ANTHEA HAMILTON
Anthea Hamilton (n. 1978, Londra) vive e lavora a Londra. È stata finalista del Turner Prize nel 2016. Le sue mostre personali recenti includono: “Othello: A Play”, De Singel, Anversa, 2024; “cold, cold heart”, kaufmann repetto, Milano (2022); “The Pillow Book”, O’Flaherty’s, New York (2022); “Mash Up”, M HKA – Museum of Contemporary Art Antwerp, Anversa (2022); “Anthea Hamilton: The Prude”, Thomas Dane Gallery, Londra (2019); Volcano Extravaganza 2019 – DEATH, Fiorucci Art Trust,  Stromboli (2019); “The New Life”, Secession, Vienna (2018); “The Squash”, Tate Britain, Londra (2018); “A is for… and, am, anxious, apple, adore…”, kaufmann repetto, Milano (2018). Il suo lavoro è stato inoltre presentato nella mostra itinerante “British Art Show 8” ed in numerosi contesti internazionali, come lo Schinkel Pavillon, Berlino (con Nicholas Byrne), la 13ma Biennale di Lione e la 1ma Biennale di Gwangju. Tra le mostre collettive recenti: “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Century”, Fondazione Prada, Milano (2023); “Radical Landscapes”, Tate Liverpool, Liverpool (2022); “The Paradox of Stillness: Art, Object, and Performance”, Walker Art Center, Minneapolis (2021); “May You Live In Interesting Times”, 58esima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (2019); “Get up, stand up now”, Somerset House, Londra (2019).
 
BIOGRAFIA ALESSIO ANTONIOLLI
Alessio Antoniolli è il direttore di Triangle Network, dove porta avanti un programma di residenze per artisti e curatori all'interno di una rete mondiale di organizzazioni dedicate alle arti visive. È inoltre curatore presso la Fondazione Memmo di Roma, dove commissiona una mostra annuale di artisti internazionali, tra cui Sin Wai Kin e Wynnie Mynerva. Nel 2025 curerà "Portal”, una delle sezioni di miart – fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea a Milano.
Antoniolli è stato in precedenza direttore di Gasworks, organizzazione senza scopo di lucro e spazio per studi d’artista a Londra, dove ha guidato un programma di residenze per oltre 500 artisti provenienti da 80 paesi in tutto il mondo; ha curato le prime mostre istituzionali nel Regno Unito di artisti come Song Dong, Lynette Yiadom-Boakye, Violet Kudzanai Hwami, Trevor Yeung e Anna Perach. Tiene conferenze a livello internazionale ed è stato membro di numerose giurie internazionali, tra cui quella del Turner Prize nel Regno Unito nel 2019.
 
 
FONDAZIONE MEMMO
La Fondazione Memmo nasce nel 1990 dal desiderio di Roberto Memmo di dar vita a un’attività culturale mirata ad avvicinare il mondo dell’arte a un vasto pubblico attraverso la diretta conoscenza di capolavori di tutti i tempi e delle più varie civiltà. 
A partire dal 2012 è attivo un nuovo programma espositivo interamente dedicato al panorama artistico contemporaneo. Contribuire allo sviluppo del tessuto culturale nel territorio, connettersi a realtà internazionali, aprendo un dialogo con le altre istituzioni e promuovere l’interazione fra gli artisti e la città di Roma sono tra gli obiettivi della Fondazione Memmo.
Il nuovo corso è stato avviato con la mostra personale di Sara VanDerBeek (2012), seguita da Sterling Ruby (2013), Shannon Ebner (2014) e Camille Henrot (2016), tutte a cura di Cloè Perrone; nel 2017 si è tenuta la personale di Giuseppe Gabellone, a cura di Francesco Stocchi, il quale ha successivamente curato anche le mostre dell’artista tedesca Kerstin Brätsch e del duo KAYA, di Latifa Echakhch (2019), Oscar Murillo (2021) e Amalia Pica (2022). Nel 2023 si è tenuta la mostra personale di Sin Wai Kin, seguita, nel 2024, dalla prima personale in una istituzione italiana di Wynnie Mynerva, entrambe a cura di Alessio Antoniolli. Nel 2015 è stata presentata la mostra collettiva Conversation Piece, a cura di Marcello Smarrelli, cui sono seguite altre dieci edizioni organizzate a cadenza annuale, con l’intento di fare il punto della situazione sulle presenze artistiche a Roma (in particolare coinvolgendo gli artisti ospiti presso le accademie e gli istituti di cultura straniera attivi nella Capitale).    
Nel 2019 la Fondazione Memmo avvia un programma di residenze a Londra, in collaborazione con Gasworks, dedicato agli artisti italiani, proseguendo in questo modo l’attività di confronto, scambio e connessione tra artisti e istituzioni di contesti diversi. Gli artisti finora coinvolti sono Diego Marcon (2020), Adelaide Cioni (2022), Francis Offman (2023), Alice Visentin (2024), Alessandro Di Pietro (2025).   

09/05/25

Un'ottima The Phair

 


La sesta edizione di The Phair si presenta molto bene allestita negli spazi della OGR, con una serie di proposte variegate sia di carattere storico sia di ricerca contemporanee molto interessanti, arricchita anche dall'iniziativa dedicata alle figure più giovanili, diffuse nei diversi stand. 

A Torino nel mese in cui si svolge Exposed, l'importante evento dedicato alla fotografia internazionale, la fiera propone quasi una cinquantina di gallerie del settore con diverse presenze da paesi stranieri.




Emergono fra le tante partecipazioni il bel progetto di Peter  Chelsom proposto dalla Beatrice Audrito 45, il dialogo fra i lavori di Mario Schifano e JanFabre, presentato dalla galleria Pkv fine Art di Milano. Fra gli allestimenti il più bello è sicuramente quello della Galleria Umberto Benappi con il lavoro di Paolo Pellegrin.

Nel complesso si nota che sempre più le immagini fotografiche diventano elaborazione di idee ma anche di forma fisica, acquisento spesso una tridimensionalità, che rielabora lo scatto stesso, arricchendolo e ritrasformandolo.  




La rassegna collabora con un premio sociale all'iniziativa Just The Woman I Am (JTWIA) che vedrà un'opera selezionata votata dal folto pubblico che frequenta l'evento. 

Anche quest'anno la collaborazione con la GAM di Torino ha consentito la scelta di uno scatto storico per la grafica della manifestazione, si tratta della fotografia "La giostra Zeppelin in movimento" di Mario Gabinio realizzata nel 1934 .

La rassegna, arrichita da un pregiato programma di conferenze e incontri proposti nell'area Talks, durerà fino a Domenica 11, 












Apertura al pubblico
9 – 10 – 11 maggio 2025 
ore 12.00 – 21.00  ultimo ingresso 20.30

OGR – Officine Grandi Riparazioni
Sala Fucine
Ingresso: Corso Castelfidardo, 22 – Torino 

I biglietti sono acquistabili online e in loco durante gli orari di apertura della manifestazione
INTERO – 15 euro

RIDOTTO CONVENZIONI – 10 euro  per Abbonamento Musei Piemonte – Lombardia – Valle d’Aosta, Torino + Piemonte Card – Rinascente Card – CartaEffe e CartaPiù Feltrinelli 

RIDOTTO – 8 euro per  studenti universitari under 26 – ragazzi 14 ai 18 anni – accompagnatore disabile 

OMAGGIO  bambini fino a 14 anni – disabili

Meraviglioso Melotti



Gli spazi della GAM proseguono lo sviluppo progettuale ideato da Chiara Bertola con il rinnovamento tematico, definito "Risonanze", il secondo, iscritto ora sotto la voce "Ritmo" vede tre eventi, la mostra su Fausto Melotti, una esposizione dei lavori di Alice Cattaneo, curata da Giovanni Giacomo Paolin,  e i video di Giosetta Fioroni, curata da Elena Volpato,  e un parziale riallestimento al primo piano.


Perno centrale è la mostra dedicata a Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986) col titolo "Lasciatemi divertire!", progettata con la Fondazione Fausto Melotti e la curatela da Chiara Bertola e Fabio Cafagna, che dialoga con quella che questi spazi avevano accolto nel 1972.
Una grande retrospettiva che accoglie oltre centocinquanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private italiane ed internazionali. Amo tantissimo questo artista che sa costruire con pochi razionali elementi belle e affascinanti  opere scultore. 


Il percorso espositivo, che può già iniziare dall'opera "Modulazione ascendente" (1977) presente nel giardino del museo, è creato in diverse sezioni, che offrono variegati lavori, capaci di evidenziare la bravura dell'artista nel realizzare complesse opere artistico, rimanendo sempre coerente nella sua sensibilità minimale e intensa. Una serie di tappe che affrontano le tante declinazioni del fare artistico e della sua ricerca, costellata da alcune piacevoli opere pittoriche e disegni. Assemblate per nuclei tematici espressivi della poetica melottiana: dall’Arte astratta della prima metà degli anni Trenta alle suggestioni urbane e naturali di Città e foreste, passando per le Cosmologie e i miti antichi, fino agli Alfabeti, testimonianza del profondo legame che nella poetica dell’artista lega scrittura, disegno e scultura. Due sezioni, intitolate Intervalli e contrappunti e Pioggia e vento, raccolgono opere ispirate rispettivamente alla musica e ai ritmi naturali, elementi ricorrenti nella produzione dell’artista, che trovano forma in composizioni di estrema leggerezza e sospensione, dove il vuoto e il silenzio assumono un ruolo centrale. Ampio spazio è, infine, riservato alla Produzione ceramica e ai Teatrini, piccoli scenari abitati da figure antropomorfe che Melotti ha realizzato a partire dalla metà degli anni Quaranta.


Opere molteplici in cui si nota una deformazione fra l'idea di modularità e la sua frammentazione, parallelismi e disequilibri, che creano bellezza. Un percorso diversiticato, con differenti esperienze, fra le più pregnanti sicuramente quella con Giò Ponti e le manifatture Richard Ginori, con cui, per oltre 30 anni, realizzò manufatti di gran pregio, come la serie di bassorilievi in ceramica, ideate per la grande Esposizione Internazionale del Lavoro di Italia 61 .


Stimolanti le riflessioni sul legrame fra l'amata musica e le sue produzioni. Nella sezione “ Intervalli e Contrappunti” i legami di silenzio/vuoto e di suono/materia si evidenziano nei suoi lavori artistici.










E proprio sui suoni agiscono gli artisti "intrusi" Chiara Lee, Freddie Murphy e Aldana Duoraan con elaborazioni acustiche sulle scale del museo. 



Fausto Melotti - "Lasciatemi divertire ! "
Mostra aperta fino al 7 Settembre
GAM Torino
Via Magenta, 31
Orari di apertura: martedì - domenica: 10:00 – 18:00, lunedì chiuso


08/05/25

ArtBasel 2025

 

Veduta della mostra, Centre Pompidou, Metz Per gentile concessione del Centro Pompidou – Metz; Gagosiano; 
Galleria Max Hetzler; Galerie nächstSt. Stephan Rosemarie Schwarzwälder © Adagp, Parigi 2024 - Foto: Jens Ziehe


Fra pochi giorni aprono le porta di Arbasel, la più grande ed importante fiera d'arte al mondo, ecco i punti forti di questa edizione:

  • La celebre artista tedesca Katharina Grosse trasformerà la Messeplatz in un ambiente cromaticamente vivido e mutevole. L'opera sarà curata da Natalia Grabowska, Curatrice a contratto per l'Architettura e i Progetti Site-Specifici della Serpentine Gallery di Londra.
  • Unlimited, curata da Giovanni Carmine, direttore della Kunst Halle Sankt Gallen, presenterà 68 installazioni di grandi dimensioni di artisti affermati ed emergenti.
  • Parcours, curato da Stefanie Hessler, direttrice dello Swiss Institute (SI) di New York, presenterà più di 20 installazioni d'arte pubblica site-specific lungo Clarastrasse, fino al Reno, includendo l'ex Hotel Merian sulla riva del fiume e un'installazione di grandi dimensioni su Münsterplatz.
  • A giugno, Art Basel celebrerà 36 vincitori di medaglie visionarie con un dinamico Summit dei Premi che riunirà le menti più influenti e lungimiranti dell'arte contemporanea. Gli Art Basel Awards sono assegnati in collaborazione con BOSS.
  • Kabinett, il settore di Art Basel dedicato alle presentazioni tematiche all'interno degli stand principali delle gallerie, presenterà 22 progetti.
  • Art Basel, il cui Global Lead Partner è UBS, si svolgerà presso Messe Basel dal 19 al 22 giugno 2025, con le giornate di anteprima il 17 e 18 giugno.

L'attesissima edizione 2025 di Art Basel riunirà 290 gallerie leader provenienti da 42 paesi e territori , presentando una straordinaria gamma di opere che spaziano da pittura e scultura a fotografia e arte digitale. La fiera presenterà una selezione di artisti senza pari, che spazia dai pionieri del Modernismo di inizio Novecento ai talenti contemporanei più innovativi. In qualità di evento principale del mercato dell'arte globale, Art Basel a Basilea si conferma la destinazione ideale per la scoperta e l'incontro. Oltre alle eccezionali presentazioni nelle sezioni Galleries, Premiere, Feature, Statements ed Edition, la fiera si spingerà ancora una volta oltre i confini con 67 opere monumentali e performance nella sezione Unlimited, curata da Giovanni Carmine , direttore della Kunst Halle di San Gallo. Nel frattempo, il settore Kabinett tornerà alla fiera di Basilea, offrendo 22 momenti salienti curati all'interno degli stand principali degli espositori , accrescendo ulteriormente la profondità e il dialogo della fiera.

Tra i momenti clou di Art Basel 2025, la celebre artista Katharina Grosse invaderà la Messeplatz e le strutture circostanti, trasformando lo spazio in un ambiente cromatico vivido. Curata da Natalia Grabowska, Curatrice a tutto campo per l'Architettura e i Progetti Site-Specifici presso la Serpentine Gallery di Londra , questa affascinante opera si distinguerà come uno dei momenti clou di Art Basel 2025, sottolineando l'impegno della fiera nel presentare l'arte in ambienti suggestivi e memorabili.

L' acclamata sezione Parcours della fiera tornerà nel 2025, curata per il secondo anno consecutivo da Stefanie Hessler, direttrice dello Swiss Institute (SI) di New York . L'edizione 2025 di Parcours sarà incentrata sul tema della Seconda Natura, riunendo artisti e opere che esplorano i confini sempre più sfumati tra natura e artificio . Questa mostra d'arte pubblica, curata con cura, si estenderà lungo Clarastrasse verso il Reno, includendo l'ex Hotel Merian sulla riva del Reno , trasformando l'ambiente urbano in un affascinante viaggio di scoperta artistica. Un'opera satellite dedicata a Parcours in Münsterplatz creerà un collegamento dinamico tra la Grande Basilea, le sue prestigiose istituzioni e la sede di Art Basel.

La straordinaria varietà di prospettive artistiche della fiera sarà completata da eventi e attività vivaci in tutta la città, che coinvolgeranno le più rinomate istituzioni culturali di Basilea . Questo programma dinamico metterà in luce il fascino distintivo della città, sottolineando il profondo impatto che Art Basel ha sulla sua città natale e rafforzando il ruolo di Basilea come destinazione culturale unica.

Quest'anno Art Basel ha lanciato gli Art Basel Awards , il primo programma di premi del suo genere nel settore che celebra artisti, curatori, musei, mecenati, creatori interdisciplinari e innovatori culturali pionieristici che plasmano il futuro dell'arte contemporanea, presentato in collaborazione con BOSS. A maggio, la giuria internazionale di esperti degli Awards assegnerà 36 medaglie a individui e organizzazioni di tutto il mondo, selezionati per la loro visione d'avanguardia, le loro competenze, il loro potenziale trasformativo e la loro influenza. Dopo l'annuncio il mese prossimo, i 36 vincitori delle medaglie di quest'anno saranno premiati in un ricevimento di gala a giugno durante Art Basel a Basilea. I vincitori delle medaglie saranno inoltre i protagonisti del primo Art Basel Awards Summit, che riunirà le voci più influenti del mondo dell'arte globale. L'evento si terrà presso Messe Basel venerdì 20 giugno e sarà accessibile gratuitamente al pubblico . Ulteriori dettagli sull'Art Basel Awards Summit, che sarà patrocinato dal Canton Basilea Città, saranno pubblicati nelle prossime settimane.

Art Basel ha lanciato The Art Basel Shop durante Art Basel a Basilea lo scorso anno e tornerà nel 2025 con una selezione accurata di prodotti lifestyle su misura che celebrano il mondo dell'arte contemporanea. Lo shop propone arte, design e moda esclusivi e in edizione limitata, disponibili per i visitatori della fiera e il pubblico per un periodo di tempo limitato. Questo segna una continua espansione dell'impegno di Art Basel nel design di prodotto e nel retail, rafforzando ulteriormente la sua piattaforma di livello mondiale e approfondendo il suo coinvolgimento con la comunità globale di professionisti e appassionati d'arte.

Maike Cruse, Direttrice di Art Basel a Basilea, ha dichiarato : "L'edizione 2025 di Art Basel presenterà non solo le straordinarie opere dei nostri settori Galleries, Premiere, Feature e Statements, ma anche un dinamico programma di arte pubblica che rende questa fiera davvero unica. L'audace trasformazione di Messeplatz, opera di Katharina Grosse, creerà un'esperienza vivida e immersiva. Nel frattempo, in Parcours, l'arte si riverserà nell'ambiente urbano, interagendo con la città in modo profondo ed evocativo. Con l'Art Basel Awards Summit, stiamo ampliando il dialogo sull'innovazione, promuovendo connessioni globali e onorando coloro il cui lavoro sta ridefinendo il mondo dell'arte. Questo è l'impegno di Art Basel a superare i confini, non solo all'interno della fiera, ma in tutta la città e nel panorama culturale".