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24/10/25

Bartoux a Venezia



La francese Galeries Bartoux ha aperto un nuovo spazio a Venezia, nella famosa zona del miglio d'arte, fra il Peggy Guggehim e l'Accademia.

Uno spazio d’eccezione, ben 1.200 m² di emozioni, ospitato in un ex teatro del XVI secolo, dove l’arte contemporanea dialoga con l’anima eterna della Serenissima, con galleria d'arte, giardino, Art Caffè e spazio immersivo.

Questo nuovo concept riunirà una galleria d'arte che metterà in mostra i nostri artisti iconici e nuovi talenti, un Art Caffè e uno spazio immersivo nell'ex cinema, per un'esperienza artistica straordinaria!

Galeries BartouxCampo de la Carità, Ponte dell'Accademia, Dorsoduro

23/10/25

Quando il contemporaneo chiude...

 


Molti musei aprono, ma qualcuno chiude, o almeno si trasferisce. E' quello che succede nella Fiandre dove la collezione del M HKA (Anversa) sarà trasferita nello SMAK di Gand, che diventerà il Museo Fiammingo di Arte Contemporanea e Attuale. 

Questa nuova programmazione nasce dalla volontà di ottimizzare le risorse e i fondi per un progetto più ampio, tutto questo però a sollevato molte polemiche sia occupazionali che politiche. Vedremo gli sviluppi..

22/10/25

Paolo Roversi da Pace Gallery


La galleria Pace presente a New York una bella mostra su Paolo Roversi presso i suoi spazi al 508 di West 25th Street a New York.

Fruibile fino al 25 ottobre, questa retrospettiva incentrata sulle opere realizzate da Roversi tra i primi anni Novanta e oggi, mette in luce i rapporti dell'artista con i suoi numerosi collaboratori nel settore della moda.

Una selezione di fotografie realizzate negli ultimi 35 anni che offre l'occasione per indagare il suo articolato lavoro sulla ritrattistica, ma non solo. 


21/10/25

Donazione Cy Twombly alla GNAM di Roma


Da alcuni giorni la Cy Twombly Foundation ha fatto dono alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di alcune importanti opere dell'artista, e della sua collezione, che ora sono state allestite in una sala omaggio. 

Il progetto prevede :

- 12 nuove opere entrano nella collezione permanente, tra cui un Picasso

- Un progetto di riqualificazione del laboratorio di restauro

- Il finanziamento di un corso post lauream internazionale per la conservazione delle opere su carta

Un progetto dal valore complessivo di 42,5 milioni di dollari, che rafforza il ruolo della Galleria non solo come principale polo italiano per la conoscenza e la valorizzazione di Cy Twombly ma anche come centro propulsore per l’arte contemporanea e la formazione specialistica.




CS

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e la Cy Twombly Foundation annunciano un accordo che prevede, da parte della Fondazione, la donazione di 12 opere che entreranno nella collezione permanente del museo, stimate complessivamente in 39.500.000,00 dollari. Tra queste, undici di Cy Twombly, a cui verrà prossimamente dedicata una sala, e una di Pablo Picasso, “Nu Debout”, pastello su carta del 1906.

Oltre alle opere l’accordo, sottoscritto l’11 giugno 2025 dalla Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Renata Cristina Mazzantini e dal Presidente della Cy Twombly Foundation Nicola Del Roscio, prevede anche una donazione in denaro, in totale circa 3 milioni di dollari alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea da parte della Fondazione, per la riqualificazione del laboratorio di restauro e l’istituzione di un master e di borse di studio che sa- ranno intitolati al pittore americano.

L’artista è noto per le sue opere d’arte che restituiscono riferimenti culturali, storici e poetici – in particolare all’antichità classica – attraverso forme e segni astratti. Nato Edwin Parker Twombly, Jr. il 25 aprile 1928 a Lexington, in Virginia, studia dapprima con Pierre Daura e con Marion Junkin alla Washington and Lee University ed in seguito si forma presso l’Arts Students League di New York e il Black Mountain College in North Carolina, dove stringe legami duraturi con artisti come Robert Rauschenberg, John Cage e Merce Cunningham. Dal 1957 l’artista si stabilisce a Roma dove nel 1958 ha la sua prima mostra personale italiana alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Negli stessi anni realizza anche diverse importanti opere, tra cui “Olympia”, “Arcadia”, “Blue Room” e “Sunset” (1957).

Realizzate a Roma tra il 1957 e il 1963, le opere di Cy Twombly che arricchiranno il patrimonio pubblico dello Stato Italiano sono di eccezionale interesse storico-artistico. Tra queste uno dei suoi capolavori, “Untitled” (1959-1961), opera di grandi dimensioni (197,5 x 234,8 cm) eseguita a matita, pittura a olio, pastelli a cera su tela.

Per quel che riguarda la donazione in denaro, 1.475.000,00 dollari, sarà destinata alla ristrutturazione e all’ammodernamento del laboratorio di restauro presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea con l’acquisto di nuovi macchinari, arredi, materiali e strumentazioni, oltre che alla sua messa in sicurezza. L’accordo include l’impegno a mantenere aperto, attivo e pienamente operativo il laboratorio, che sarà intitolato a Cy Twombly, salvo le eventuali esigenze di manutenzione ordinaria o straordinaria.

Un’ulteriore donazione di 1.475.000,00 dollari sarà finalizzata all’istituzione, gestione e organizzazione per quindici anni, tramite un accordo con un primario ente di formazione terzo, di un master annuale di specializzazione in restauro delle opere d’arte su carta riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, intitolato all’artista, oltre che all’erogazione di borse di studio e all’organizzazione di un evento annuale dedicato al master. Questa attività porterà la GNAMC a diventare un innovativo centro di ricerca sulla conservazione delle opere d’arte contemporanea su carta.

Maggiori dettagli saranno annunciati durante una conferenza stampa che si terrà dopo l’estate presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.


20/10/25

L’altra pittura - Gianni Asdrubali


Le gallerie A arte Invernizzi e Artra hanno inaugurato mercoledì 24 settembre 2025, la mostra Gianni Asdrubali. L’altra pittura, a cura di Lorenzo Madaro.

La mostra, articolata nelle due sedi delle gallerie, con cui l’artista dialoga intensamente da decenni, diviene una antologica in grado di tracciare i punti focali imprescindibili di tutta la sua ricerca sin dagli esordi. Le due sezioni sono una in continuità con l’altra con incroci, tangenze speciali e a volte intrecci che le connettono costantemente.


Gianni Asdrubali (Tuscania, 1955) sviluppa la propria ricerca con convinzione dai primissimi Ottanta, rimanendo già in quegli anni autosufficiente e originale, fuori da ogni possibile categoria di riferimento, lontana dagli ismi e da ogni perimetro critico/curatoriale, fatta eccezione per l’Astrazione povera teorizzata da Filiberto Menna includendo oltre allo stesso Asdrubali anche Mariano Rossano, Bruno Querci e altri artisti.

19/10/25

Fondation Cartier apre i suoi nuovi spazi nel cuore di Parigi

Vue de la façade du nouveau bâtiment de la Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2, place du Palais-Royal, Paris 
@ Jean Nouvel / ADAGP, Paris, 2025. Photo © Luc Boegly

Col titolo "Exposition Générale: Una nuova mappa della creazione contemporanea" la Fondation Cartier di Parigi apre un nuovo capitolo in un innovativo spazio accanto al Louvre. 

L'opening si svolgerà questo fine settimana con una serie di eventi tra cui l'apetura di una mostra che alcuni delle opere della sua favolosa collezione. Una opportunità di scoprire e riscoprire quasi 600 opere di oltre 100 artisti provenienti da tutto il mondo, tra cui Claudia Andujar, James Turrell, Sarah Sze, Olga de Amaral, Junya Ishigami, Solange Pessoa, David Lynch, Annette Messager, Cai Guo-Qiang, Diller Scofidio + RENFRO e Chéri Samba. Riflettendo la diversità degli impegni artistici della Fondation Cartier e la sua apertura al mondo, l'Esposizione Generale mette in luce le caratteristiche chiave della sua collezione, che si è andata formando nel corso della sua programmazione, e ripercorre quarant'anni di creazione contemporanea internazionale. 

La mostra è organizzata attorno a quattro grandi gruppi tematici, delineando una mappa alternativa della creazione contemporanea che reinterpreta il modello dell'enciclopedia museale: un laboratorio architettonico temporaneo (Macchine Architettoniche), una riflessione sui mondi viventi e la loro conservazione (Essere Natura), uno spazio per sperimentare materiali e tecniche (Fare Cose) e narrazioni prospettiche che fondono scienza, tecnologia e finzione (Un Mondo Reale).

Accanto a questi temi, altri gruppi e presentazioni di opere svelano le traiettorie e gli approcci individuali o collaborativi di alcuni dei principali artisti della Collezione.

La Fondation Cartier pour l'art contemporain, 2, place du Palais-Royal, Paris © Martin Argyroglo


La mostra prende il titolo dalle mostre organizzate dai Grands Magasins du Louvre a partire dalla fine del XIX secolo nell'edificio oggi occupato dalla Fondation Cartier, costruito nel 1855 per la prima Esposizione Universale. Vetrine di modernità, questi eventi, che riuniscono oggetti e merci provenienti da ogni orizzonte, hanno contribuito ad ampliare il campo culturale e la circolazione di nuove conoscenze. Proseguendo questa tradizione, la Fondation Cartier ha affidato l'allestimento dell'Esposizione Generale allo studio Formafantasma, che si è ispirato alla storia dei sistemi espositivi.

Il loro progetto esplora e attualizza la dimensione sociale e sperimentale di questi eventi commerciali, che hanno accompagnato l'evoluzione delle pratiche museali.

Per scoprire gratuitamente l'Esposizione Generale e i nuovi spazi della Fondation Cartier sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, la prenotazione è obbligatoria e soggetta a disponibilità su fondationcartier.com 

18/10/25

Divine Egypt al Met



Alcuni giorni fa ha preso avvio una nuova stupenda mostra al Met dal titolo  "Divine Egypt". Un progetto speciale dedicato al tema del Divino e di come la società egiziana dell'epoca viveva questo rapporto che era articolato e complesso nella sua rappresentazione e nella vita quotidiana. La mostra include magnifiche opere d'arte egizia antica mai esposte prima, molte delle quali in prestito da istituzioni come il Museum of Fine Arts di Boston, il Musée du Louvre di Parigi e la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. 



Saranno inoltre esposte oltre 140 opere provenienti dall'iconica collezione d'arte egizia del Met.I pezzi forti spaziano da sculture imponenti a un sorprendente pettorale in oro e lapislazzuli (le sostanze di cui si credeva fossero fatti i corpi degli dei) a dettagliate sculture in metallo e legno. 



Una statua in oro massiccio del dio Amon adornerà una ricostruzione di una barca divina, un tipo di imbarcazione che ospitava la principale divinità di un tempio e che veniva portata in processione per le strade durante le feste in modo che le persone potessero comunicare direttamente con il dio. Ogni sezione della mostra offrirà un'opportunità immersiva per esaminare i modi in cui i re e il popolo dell'antico Egitto si riconoscevano e interagivano con i loro dei e con la complessa rappresentazione.

17/10/25

Chemnitz Cultural Capital


Quest'anno è Chemnitz la Capitale Europea della Cultura. Per l'occasione è stato ideato un ampio progetto che sta arrivando alla fine con oltre 1000 eventi, fra feste, incontri, conferenze, mostre, che hanno mobilitato le diverse realtà, da quelle più territoriale a sguardi internazionali. 

In particolare alcuni progetti sono stati ideati per restare nel tempo e apportare nuove strategie e risorse, uno fra tanti il PURPLE PATH, pensato come un tracciato che si apre al territorio con diversi interventi artistici oltre all'apertura di diversi spazi o riallestimenti di realtà già esistenti. 

Il prossimo anno saranno Oulu in Finland e Trenčín in Slovakia.




16/10/25

La Fata Morgana a Palazzo Morando



Da sempre la Fondazione Nicola Trussardi ha animato con speciali eventi la realtà culturale milanese, spesso con iniziative particolarmente interessanti come questa nuova proposta a  Palazzo Morando | Costume Moda Immagine con la mostra Fata Morgana: memorie dall’invisibile,  che si è aperta lo scoro mercoledì 8 ottobre 2025. 




L'evento ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi è curato da Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini e sarà fruibile fino al 30 novembre 2025. Un progetto che va oltre l'idea dell'opera artistica e abbracci adiverse visioni da quella scientifica a quella mitologica, spirituale. 


Particolarmente articolata e vasta la selezione delle opere di tantissimi artisti: Hilma af Klint, Eileen Agar, Aloïse (Aloïse Corbaz), Giulia Andreani, Kenneth Anger, Antonin Artaud, Wilhelmine Assmann, Annie Besant, Hildegard von Bingen, Kerstin Brätsch, André Breton, Marguerite Burnat-Provins, Marian Spore Bush, Claude Cahun, Chiara Camoni, Milly Canavero, Guglielmo Castelli, Ferdinand Cheval, Judy Chicago, Fleury-Joseph Crépin, Maya Deren, Fernand Desmoulin, Marcel Duchamp, Germaine Dulac, Cecilia Edefalk, Max Ernst, Minnie Evans, Madame Favre, Olga Fröbe-Kapteyn, Chiara Fumai, Dominique Fung, Linda Gazzera, Madge Gill, Anna Hackel, Gertrude Honzatko-Mediz, Georgiana Houghton, Anna Mary Howitt Watts, Victor Hugo, Hector Hyppolite, Emma Jung, Corita Kent, Pierre Klossowski, Emma Kunz, Ethel Le Rossignol, Sheila Legge, Augustin Lesage, Lars Olof Loeld, Goshka Macuga, Diego Marcon, James Tilly Matthews, Henry Michaux, Lee Miller, Jacob Mohr, Sister Gertrude Morgan, Jill Mulleady, Nadja (Léona Delcourt), Louise Nevelson, Eusapia Palladino, Paulina Peavy, Stanisłava Popielska, Carol Rama, Man Ray, Victorien Sardou, Marianna Simnett, Hélene Smith (Catherine-Elise Müller), Kiki Smith, Lily Stockman, Rosemarie Trockel, Gustave Pierre Marie Le Goarant de Tromelin, Kaari Upson, Andra Ursuța, Giuseppe Versino, Vanda Vieira-Schmidt, Günter Weseler, Johanna Natalie Wintsch, Adolf Wölfli, Anna Zemánkovà, Unica Zürn.

15/10/25

Gabriel Chaile - Esto es América

 


Fino al 18 Ottobre la Galleria Marianne Boesky presenta "Esto es América, o qual é o limite?" , una mostra con le nuove opere di Gabriel Chaile (nato nel 1985 a San Miguel de Tucumán, Argentina), alla sua prima mostra personale a New York, Chaile mette in scena una nuova serie di sculture in adobe con un profondo significato politico. 

Lavorando con materiali organici carichi di simbolismo, Chaile crea sculture di grandi dimensioni che reinterpretano il linguaggio formale e materiale delle comunità indigene del Nord-Est dell'Argentina. Agendo sia come antropologo che come narratore in tutta la sua pratica, Chaile indaga quella che definisce la "genealogia della forma": l'idea che le forme si ripetano nel corso della storia della cultura visiva, assumendo un nuovo significato in ogni contesto ricorrente. Incorporando queste forme in tutta la sua opera – e alludendo alla loro moltitudine di referenti – Chaile commemora e rivitalizza allo stesso tempo le tradizioni e le pratiche dei suoi antenati e della sua comunità. 

Per  Esto es América, o qual é o limite?  Chaile presenta un gruppo di sculture in adobe di grandi dimensioni, prodotte in loco a New York, accompagnate da una serie di disegni a carboncino su tela e fotografie che documentano le recenti proteste del No Kings Day a cui l'artista ha assistito durante una residenza presso Tinworks Art a Bozeman, nel Montana. Al centro della galleria, una scultura in adobe di grandi dimensioni, la cui forma suggerisce quella di una lucertola o di un uccello gigante, colto nel mezzo di una sorta di trasformazione, schiera quattro forme antropomorfe di forni per il pane in adobe. Insieme, le cinque sculture formano un'enigmatica processione, marcia o forse protesta. Le superfici delle sculture sono rifinite con intricate costellazioni di disegni a linee nere, tutti portatori di strati di significato così densi da diventare quasi impossibili da decifrare. 



La protesta del No Kings Day a cui Chaile assistette in Montana divenne rapidamente fonte di ispirazione per la sua successiva mostra. Basandosi sulla crescente produzione dell'artista di grandi forme in argilla, le nuove sculture di  Esto es América, o qual é o limite  evocano le imbarcazioni indigene diffuse in tutte le Americhe – da Point Barrow, nella regione più settentrionale dell'Alaska, alla Terra del Fuoco, l'arcipelago più meridionale del Sud America – accomunate dalla loro materialità terrena e dal senso di "primitivismo". Mentre le precedenti sculture di Chaile erano in gran parte forme statiche, verticali, quasi ieratiche, le nuove opere di  Esto es América, o qual é o limite  incarnano un ritrovato senso di dinamismo. Nel contesto dell'immaginario della protesta, le sculture assumono una qualità antropomorfica, formando una marcia a sé stante: forme un tempo statiche ora permeate di vita.  

Sulle pareti della galleria, Chaile include una serie di fotografie e disegni che conferiscono ulteriore significato e contesto alle sculture. Realizzati direttamente su tela montata sulle pareti mentre le sculture in adobe si asciugavano, i disegni a carboncino riecheggiano le forme che si trovano sulle superfici delle opere: ulteriori disegni densi e intricati che trattengono storie nascoste e ricordi oscurati. Le fotografie documentano una protesta del Giorno dei Re. "Ciò che mi ha colpito", ha detto Chaile, "è stato il modo in cui protestavano: persone in piedi in silenzio sui marciapiedi con cartelli spesso ambigui. Sono rimasto anche sorpreso dalla diversità di età – anziani, bambini, giovani adulti – per lo più bianchi. Osservando dall'auto, ho percepito una sorta di allineamento – non necessariamente con l'opposizione politica, ma con il messaggio più profondo: un appello a una convivenza più inclusiva". 

 Il titolo della mostra – metà in spagnolo ( Esto es América )  e metà in portoghese ( o qual é o limite?) – attraversa lingue e geografie e, come l'opera stessa di Chaile, è ricco di significati. In spagnolo, la sua lingua madre, Chaile afferma: "Questa è l'America". In portoghese, lingua che Chaile sta attualmente imparando mentre vive in Portogallo, pone una domanda: "Qual è il limite?", contraddicendo immediatamente la sua precedente affermazione. In questa miscela di lingue coloniali che ha rimodellato i continenti chiamati "America", Chaile si chiede quali limiti ci permetterebbero di vivere insieme – quali confini potrebbero supportare la coesistenza anziché seminare divisione. Il movimento suggerito dalle sculture, quindi, diventa un invito all'azione mentre la genealogia della forma di Chaile emerge per resistere alla propria cancellazione, per richiedere il cambiamento che consentirà la sua continua coesistenza.



INFORMAZIONI SU GABRIEL CHAILE

Gabriel Chaile ha esposto ampiamente in tutto il mondo. Il suo lavoro è stato oggetto di presentazioni personali e di due artisti al Berkeley Art Museum e al Pacific Film Archive, Berkeley, CA; Kunsthalle Lissabon, Lisbona, Portogallo; il Museo de Arte Moderno di Buenos Aires, Argentina; il Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires, Argentina; Fondo Nazionale delle Arti; Buenos Aires, Argentina; Centro Culturale Recoleta, Buenos Aires, Argentina; Nuovo Museo Energía de Arte Contemporáneo, Buenos Aires, Argentina. La sua opera pubblica su larga scala  The Wind Blows Where it Wishes  è stata presentata sulla High Line di New York nel 2023. Il lavoro di Chaile è stato incluso nella Biennale di Venezia e nella Biennale di Arte Contemporanea di Coimbra nel 2022 e nella Triennale del New Museum nel 2021. Ha partecipato a mostre collettive alla Fondation Thalie, Bruxelles, Belgio; Centro de Creación Contemporánea de Andalucía, Spagna; Spazio di Arte Contemporanea, Montevideo, Uruguay; Centro Culturale Recoleta, Buenos Aires, Argentina; Museo di Arte Moderna di Cuenca, Ecuador; Museo de Arte Contemporáneo Latinoamericano, La Plata, Argentina; Museo dell'Università Nazionale di Tucumán, Argentina. Il lavoro di Chaile è incluso nelle collezioni del Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires, Argentina; la Fondazione Costantini, Buenos Aires, Argentina; Collezione Thyssen-Bornemisza, Madrid, Spagna; e Fondazione Kadist, Parigi, Francia. Ha studiato Belle Arti presso l'Università Nazionale di Tucumán. L'artista vive e lavora tra Buenos Aires, Argentina e Lisbona, Portogallo.