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27/02/11
Futuro evaporato
Nel nostro paese, la frenesia di nuovi musei, più o meno grandi, nel primo decennio del nuovo millennio, sta rallentando.
Effettivamente tutto questo pullulare di nuovi luoghi cultural/artistici, se hanno invogliato nei primi tempi una visita incuriosita e sorpresa si sono poi rivelati dopo pochi anni luoghi dimenticati. Deserti privi di attrattiva.
Causa principale le programmazioni spesso alquanto sciatte, noiose e non partecipe della realtà territoriale. Il flusso di pubblico che non è cresciuto come le aspettative indicate dalle analisi sociale davano a credere e per ultimo, ovviamente, questa crisi economica che ha spento anche la possibilità di spesa della maggioranza degli italiani.
E’ anche vero che tutta questa voglia di cultura non c’è stata anche perché di cultura se ne vista ben poca, si è vista molta promozione di prodotti, molto mercato che propone i soliti nomi, spesso assolutamente prive di valore e di qualità.
Si rileva anche la mancanza di un vero approccio storico/critico che studi e analizzi la realtà degli avvenimenti.
Prassi molto usuale è stata di improvvisare mostre, spesso tematiche, dai titoli generalistici al limite del vuoto. Molto spesso articolate più col supporto di privati enti interessanti ad una promozione commerciale che appoggiati da un lavoro di analisi, comprensione e documentazione del fare culturale/artistico di questi nostri tempi. Peccato che i soldi erano pubblici e così fiumi di milioni di euro sono svaniti nel nulla.
Giustamente un paese che non investe più nel bene più reale e ideatore di una società, la cultura, intesa non solo come aspetti momentanei ma anche continuativi, parte della storia, tradizioni, visti con una analisi critici, non ci si può aspettare che una sua evaporazione di identità e di futuro.