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30/12/07

I longobardi

La storia della presenza longobarda in Piemonte è l’interessante mostra in corso in questo periodo alla Fondazione Bricherasio di Torino. Questo popolo, definito impropriamente barbaro, ha costituito una forte presenza che ha trasformato ed evoluto le tradizioni culturali dei territori del nord Italia. 

Dalla crisi seguita alla caduta dell’impero d’Occidente fino al consolidamento dei nuovi stati sorti sulle sue rovine. L’esposizione segnala anche l’importanza strategica che la nostra regione ebbe in quei periodi come punto di unione tra il Regno dei Franchi e quello dei Longobardi. Con un’ampia e pregiata raccolta di opere e manufatti comprendiamo le usanze e le loro abitudini. Attraversiamo le diverse stanze espositive, anche col supporto di un piacevole allestimento, che ci guidano nella storia e nella quotidianità dei longobardi. 
Esse sono dedicate alla cultura, all’economia e alla società di questo periodo storico poco conosciuto. Le opere provengono da diverse sedi museali italiane e straniere, fra esse colpiscono il pregiato Reliquiario di San Cesario d’Arles, il delicato Reliquiario di Magonza o un pregiato manoscritti del 5 secolo. Sono anche esposti i risultati dei recenti eccellenti scavi archeologici di Collegno, dove si sono potuti indagare parallelamente l’abitato e la necropoli. L’evento è articolo su due sedi, una a Torino ed una a Novalesa, nelle stupenda Abbazia.
La mostra durerà fino al 6 Gennaio.

16/12/07

Torino ... due passi in centro

Rapido giro di gallerie ieri, scendendo da via Mazzini si incrocia per prima Guido Costa dove una grande e raffinata istallazione di Paul Fryer stupisce per la sua eleganza. Proseguendo si passa da Maze per una dubbiosa istallazione di Mario Ybarra Jr. arrivando in fondo alla Nmb Studio dove una piccola installazione di Ettore Spalletti ci rallegra con i suoi caldi colori, posati su due storiche sedie "zig-zag" disegnate nel 1934 da Gerrit T.Rietveld.
Più dinamica la mostra di Marco Di Giovanni dalla 41 artecontemporanea, con una serie di interessanti disegni e una bella istallazione che vede l’artista ed un barista all’opera durante l’inaugurazione.
Più statica la mostra di Gabriele Arruzzo da Alberto Peola, con una serie di dipinti favolistica rinterpretati nella nostra modernità.
Più in là una particolare osmosi del luogo sviluppata da Phillip Lai nello spazio di Franco Noero.
Si festeggiano i 10 anni di amicizia dalla Inarco con una serie di belle opere.  Altra ricorrenza per l’associazione Azimut che presenta i suoi dieci anni di attività con la sempre fresca iniziativa Io Espongo.

09/12/07

This is the time (and this is the record of the time)*

This is the time (and this is the record of the time)*
Opere di nove artisti : Michael Dean, Ettore Favini, Massimo Grimaldi, Paul Hendrikse, Tehching Hsieh, Albin Karlsson, Goran Petercol, Dominique Petitgand, Luca Vitone
Realizzazione curata da: Simone Menegoi e Carlo Fossati per e/static
Blank via Reggio 27, Torino  - Mercoledi’ – Sabato 16-19.30 o su appuntamento

In questi ultimi anni la tecnologia sta aumentando l’attenzione al nostro tempo che rapidamente passa, pieno d’attimi che si paiono ripetersi ma sempre in modo diverso. Proprio di questi momenti, che spesso viviamo distrattamente, sono i principali spunti di attenzione che Simone Menegoi e Carlo Fossati hanno scelto per una temporale collettiva d’artisti presso lo spazio Blank.
Appena entrati siamo subito attratti da un light box di Massimo Grimaldi la cui fievole luce segna un decadimento del tempo e delle energie ma anche la necessità di un’attenzione e una cura relazionale. Nella camera accanto un video di Paul Hendrikse porge la sua attenzione ad una giornata invernale in cui una vaporosa nube bianca attraversa accarezzandola una collina, immersa in un mondo urbano distratto. Similmente compiamo un attraverso condensato in pochi minuti ma che racconta di un intero anno di lavoro, assolutamente gratuito, nel video di Tehching Hsieh in cui il crescere dei capelli è uno dei pochi segnali di cambiamento di questa condizione umana. Progetto proposto da questo artista attivo fra la fine degli anni ’70 e il 1999, quando interruppe la sua carriera "artistica". Personaggio pressoche’ sconosciuto nel nostro Paese ma considerato "un maestro" da Marina Abramovic. Mutazione anche per un rotolo di carta termosensibile che Albin Karlsson contamina con un congegno meccanico termico trasformandone l’aspetto cromatico simili allo scorrere del filo delle parche che srotolano la vita.
Vicino un video di Luca Vitone ci accompagna nel gesto più semplice di una camminata in cui il conteggio dei passi diventa il ticchettio del tempo o la verifica del nostro moto. Altro velleità di controllare le dinamiche del vivere sono una serie di ombre sfuggente gettata dalla matita sul foglio che Goran Petercol realizza su candidi fogli. Nei pressi Michael Dean propone su dei tavolini dei fogli di carta piegata che segnano il quotidiano gesto di controllo che l’uomo compie sugli oggetti circostanti riempiendoli forse di significati o semplicemente di verifiche, come il gesto compulsivo di foratura che su due grandi fogli Ettore Favini realizza rendendoli visibili come arazzi retroilluminati.
La mostra si conclude con l’opera di Dominique Petitgand che in uno spazio esterno, immersi in una stanza buia, siamo commossi dal rapporto sonoro, in lingua francese, tra un bambino che elenca una serie di numeri che paiono gli anni della donna anziana che manifesta la sua stanchezza di vivere, due voci che riempiono lo spazio oscuro di percezioni e introiettano il dubbio sul nostro vivere e sulle nostre sicurezze.


*: Il titolo della mostra viene da un verso della canzone From the Air di Laurie Anderson, tratta dall’album Big Science (1982). 

04/12/07

Il Velo

Nel rinnovato Filatoio di Caraglio è stata avviata la suggestiva mostra "il Velo". In questo luogo di storia del tessuto questa esposizione mette in risalto il fascino dell’uso delle stoffe in relazione alle culture e alle forme artistiche del mondo, in diversi momenti della storia umana, attraverso una serie di temi (Velature, Memoria e traccia, Purezza e candore, Soglie, Eros e Thanatos, Orientalismi/Occidentalismi e Il velo globale).
Come nell’intreccio dei fili dove ogni elemento è diverso per creare alla fine un meraviglioso tessuto noi siamo accompagnati da una varietà di opere che aprono infinite riflessioni su questo particolare oggetto del costume. Usato sia per limitare ma anche per aprire a nuove conoscenze. Il velo è un oggetto che ha sempre suscitato fascino e gli artisti più sensibili lo hanno usato ed interpretato con grande fantasia.
Partendo dalla prima sala s’incontra lo spazio dedicato alla Velatura, in cui si riflette sullo sovrapposizioni del tempo che stratifica il nostro vivere e sul fare più tecnico del lavoro artistico, quando cioè il pittore dipinge un quadro con leggerissimi strati di pittura che, sovrapponendosi l’uno all’altro, non fanno percepire all’occhio i diversi passaggi cromatici della superficie pittorica. Questo parallelo di tempi di lavoro e di riposo, di esperienze e di riflessioni è rappresentato da lavori come un delicato lavoro di Alessandro Bulini del 2007. Nella seconda area si tratta della memoria e delle traccia che nel tessuto si impregnata il tempo, come i veli che narrano la storia dalla polvere lavica di Pompei o dei lenzuoli di martiri, come il più noto Sacro Lino della Sindone. Ma anche opere di Christian Boltanski che recuperano sui teli vite spezzate nei campi di concentramento. La purezza e il candore trova per primis il velo dello sposalizio, rappresentato in modo popolare dalla foto di Grace Kelly in abito nuziale passando a quello dei riti religiosi fino a quello installativo di Parmigiani o alla suggestiva foto di Shirin Neshat. Sotto il titolo di Soglie sono raccolti veli che separano mondi e creano divisioni. Contrasti forti che ben sono rappresentati dall’impacchettamento di Cristho e dalla cruenta fotografia di Andreas Serrano di un corpo abbandonato dalla vita. Ma anche dal sensuale attraversamento che Gonzalez-Torres propose, poco tempo prima di morire d’ AIDS, con una tenda di perline che unisce i due spazi nei riflessi e ci accarezza dolcemente attraversandolo.
Nello spazio dedicato ad Eros e Thanatos si torna alle pulsioni primordiali cariche di sensualità, con le provocazioni velate magistralmente da Loïe Fuller, in una vorticosa danza, o come Isadora Duncan che si propone in trasparenze sensuali tra le colonne del Partenone. Nella penultima stanza il confronto fra Orientalismi ed Occidentalismi è rappresentato dalla contrapposizione di usi e tradizioni, che l’occhio europeo ha alimentato con suggestioni letterarie e artistiche. I documenti visivi e storici del passato che riguardano l’oriente sono per la maggior parte stati redatti da occhi occidentali come "Le favorite nel parco" di Cesare Biseo del 1880, o l’acquaforte di Picasso "Conquistatore e donna marocchina" del 1970, in contrasto con l’opera "Senza titolo (Burqa)" del 1999 di Luisa Valentini, una scultura in lattice, cotone su un manichino metallico, opera di forte impatto visivo. Si termina questo piacevole viaggio con Il velo globale ritornando così al quotidiano vestire, con una varietà di pezzi di veli nuziali provenienti da un’eccezionale collezione belga. Rappresentando tradizioni ancora vive e che sempre più paiono circondarci col loro mistero e dubbi.

Presso Il Filatoio via Matteotti 44 – Caraglio (CN), la mostra durerà fino al 24 febbraio 2008.
Al suo interno sono stati previsti alcuni dibattiti, spettacoli, proiezioni e interventi di laboratori creativi, come quello di scrittura, previsto da gennaio ad aprile 2008. Scelta del Cesac che sempre più desidera creare degli eventi di ampio respiro grazie all’appoggio della Regione Piemonte.

Catalogo Silvana Editoriale
Contributi in catalogo: Andrea Bruciati, Andrea Busto, Grazietta Butazzi, Irene Cabiati, Roberto Carretta, Alberto Cottino, Michelle Debat, Olga Gambari, Carlo Grande, Elio Grazioli, Graziano Lingua, Erberto Lo Bue, Francesca Pasini, Anne Vanderstraete
Con le testimonianze di: Khaled Fouad Allam, Suor Giuliana Galli, Elena Loewenthal, Igor Man, Younis Tawfik

Mostra visitata il 4 Novembre.