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03/07/05

Biennale di Venezia 2005 - prima parte



Partito Mercoledì mattina da Cuneo, con un cielo nuvoloso sono giunto nella suggestiva Venezia, qui per fortuna c?era un bel sole, dopo un rapido pranzo mi sono recato alla Collezione Peggy Guggenheim dove sono in corso due mostre molto interessanti e ben allestite. Una sui disegni e gli studi di Jakson Pollock e una sulla collezione di Ulla e Heiner Pietzsch, cari amici di Peggy. Proprio vicino, subito dopo il ponte dell?Accademia sono presenti alcune mostre collaterali della Biennale di Venezia, e per la precisione quella eccessivamente accumulata della Turchia, la bella raccolta dei paesi del Sud America (Brasile, Costa Rica..). Mentre sulle calle opposte ci sono le mostre del Padiglione di Cipro, con un allestimento semplice ma molto delicato, il tecnologico allestimento della Slovenia, quello triste della Lettonia, e il noioso video del Lussemburgo. Più semplice ed intenso quello dell?Iran o quello di Hong Kong, qualche calla più in là, in cui due artisti dialogano in modo estremo sul tema dell?incontro e della socialità. Proprio accanto c?è Palazzo Fortuny con due mostre molto diverse, una elegante e raffinata realizzata dall?artista francese Henri Foucault e una caotica ma curiosa della Croazia. 

Contemporaneamente anche le gallerie private, quasi tutte vicino alla Fenice, offrono cose pregevoli come la Galleria di Caterina Tognon con la mostra Food4Stars II, dedicata alla relazione che abbiamo con il cibo e le sensazioni che esso produce. Mentre la Galleria Il Traghetto presenta le allegre opere di Enrico T Paris e la Capricorno mette in mostra i bei vasi del premio Turner Gregory Perry, mentre La Galleria, offre una collettiva di artisti tedeschi molto concettuali. Sui tre piani della bella galleria di Flora Bigai una grande mostra antologica su Maraniello.


Giovedì mattina, dopo una lauta colazione ho iniziamo il mio giro con la grande mostra dedicata a Lucian Freud, al museo Correr, che si conferma un grande pittore anche se ormai molto stabile nel suo stile ma che accortamente ritrae personaggi di fama, che sempre sollecitano la curiosità del pubblico. Rispetto ad una mostra che avevo visto tanti anni fa a S.Paul de Vence, non presenta grandi migliorie stilistiche.



Dopo questo momento di modernità mi sono diretto verso i Giardini, dove viene allestita la Biennale, grande spazio dove diverse nazioni hanno i loro Padiglioni (piccoli edifici di proprietà delle diverse nazioni) in cui realizzano le esposizioni. Esiste anche un Padiglione italiano, ma in questi ultimi anni è stato usato per mostre realizzate dai curatori della Biennale, quest?anno due donna spagnole (Maria de Corral per il Padiglione Italia e Rosa Martinez per l?Arsenale). In generale il Padiglione Italia, presenta una serie di proposte ormai consolidate, nomi famosi e spesso già visti, anche qui vicino al Castello di Rivoli. Molto interessante il lavoro di Bruce Nauman con un video intenso, o José Damasceno con una serie di colonne in carta e l?installazione odorosa di Tania Bruguera. Sicuramente più varie ed originali le proposte dei diversi Padiglioni, in particolare mi hanno colpito quello francese con l?artista Anette Messager, Islanda (con l’elegante grafico di Biork), l?Ungherese con un lavoro molto primitivo ma che mi pareva nella sua semplicità autentico, e il Greco con un allestimento ampio e con diverse forme stilistiche ben accordate. Vi segnalo anche quello dell’Australia che si pone (rispetto a due anni fa) in una posizione opposta stilisticamente. Bruttini la Gran Bretagna con i noiosi Gilbert e George e gli Usa con un banalissimo Ed Rusche, che sembrava di essere indietro nel tempo. Interessante ma difficilino la Germania con due artisti molto diversi, un concettuale e un astrattista, molto contemporaneo. Si nota un ritorno di tanti video non più tanto lunghi, ma pur sempre noiosi, forse sono la soluzione migliore per riempire in fretta tanti spazi che sembrerebbero vuoti (?).