Ormai
da alcuni anni si osserva un grande ritorno alla pittura. Questa riscoperta è
caratterizzata da un linguaggio che si distacca quasi del tutto dai percorsi
precedenti, in cui il debito culturale è più vicino al mondo del fumetto che
alla storia dell'arte. Se l'iperrealismo degli anni 70 si è consumato
rapidamente, superato il momento di stupore e tralasciato il caso
eccessivamente commerciale della Transavanguardia, questo nuovo ciclo pare
dipendere da un veloce consumo e da una eccessiva "rapidità
d'esecuzione" delle opere. La sensazione di "prodotto moda" che
si respira in questo frangente "artistico" sembra particolarmente
deleteria sulla qualità delle opere che troppo spesso sono realizzate in modo
scolastico. Rari i casi di "bella pittura" o di significati che
vadano al di là di un semplice rimando a un recente passato, soprattutto a
quello della pop-art.