Eccomi di ritorno dalle mie giornate di vacanza parigine. Sono stato una settimana dal 5 all’11. Ora non resta che sistemare le foto, che risveglieranno i ricordi e tutto si sarà concluso. Come sempre l’entusiasmo del viaggio lascia spazio alla sensazione di melanconia che avvolgerà i ricordi nella mia memoria.
Sono state 5 belle giornate primaverili, con un cielo che rapidamente passava dal bel sole al fragoroso acquazzone. Il mattino dedicato al rivisita dei soliti musei storici (Louvre, Orsay, Pompidou), che ogni volta mi fanno riscoprire cose nuove, al Pompidou una bella mostra su Gina Pane. Metnre al Louvre una sezione archeologica che questa volta mi ha molto attratto, in particolare nella parte dedicata alla Mesopotamia. Il pomeriggio trascorreva soprattutto preso per visitare la marea di gallerie d’arte, anche se poi sono state poche quelle che mi hanno emozionato. Tralasciando quelle del quartiere di S.Germain de Pres, che si occupano di arte del primo novecento. Ormai tutta consolidata le più interessanti sono state quelle del Marais, fra le tante la Nelson con una serie di nuovi lavori di Pedro Cabrita Reis, che ha realizzato delle strutture con neon e alcuni pannelli cromatici che lontanamente ricordano Rotcko e la Denise René che proponeva i lavori optical (particolari pannelli che a seconda del punto di vista cambiano l’aspetto cromatico) di Carlos Cruz-Diez. Rimasto un poco deluso dalla Daniel Templon con la selezione di opere di Anthony Caro (storico scultore inglese) e dall’installazione di Ernesto Neto, famoso per i suoi ambienti in cui particolari sagome raccolgono odorose spezie, da Y. Lambert, mentre mi ha conquistato la vicina Meyer Bihan con le opere di Alain Kleinmann, una serie di stratificazioni di disegni e scritte molto ben armonizzate. Molto accattivante i diversi progetti del Centro Culturale Svizzero, e la serie di giovane proposte da Polaris. Per il resto la maggior parte delle altre gallerie propone una pittura sporca e tanti disegni a matita, forse anche troppi.
Fra le esperienze più simpatiche la conoscenza di una storica d’arte alla conferenza di Sophie Calle, che più che una conferenza era la firma dei suoi libri x i fans alla Maison Rouge, nuovo spazio per l’arte contemporanea vicino alla Bastille, che ha in corso una discreta mostra su Ann Hamilton. Forte delusione per le gallerie di Louis Weiss, considerate fra le più innovative, forse era il periodo sbagliato, ma le opere viste troppo leggere sia per i contenuti che per la forma, i soliti disegni/schizzi/assemblaggio/video triti e ritriti.
Quanti begli stimoli che continuano a ritornarmi in mente, sensazioni, visioni e idee che per un po mi accompagnano nel mio quieto quotidiano.
Tornado in Italia mi sono anche reso conto di come la trasferta mi ha salvato dalla valanga informativa sui funerali del Papa che ha occupato tutti i canali d’informazione. A Parigi si è sentito qualcosa ma non come mi hanno detto i miei colleghi mettendo in risalto una ipotetica grandezza dimenticando i tanti danni che il suo conservatorismo ha prodotto, ricordo anche la sua campagna denigratoria nei confronti dei gay e dell’Aids nei primi anni ’80.