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23/04/16

Comprare? E’ arte solo se si vende…




Sporadicamente tornano le riflessioni su che valore ha l’arte oggi. Difficile ora che sono scomparsi i legittimatori culturali, critici e storici, sostituiti da promotori o curatori, spesso con limitate conoscenze culturali ed estetiche, ma con ottime relazioni. Affascinanti operatori che presiedono nei posti più strategici della distribuzione economica, più evidenti alle fiere o defilati nelle inaugurazioni di mostre internazionali, pronti a diffondere gli artisti alle dipendenze delle gallerie più munifiche, che poi garantiranno il valore del venduto.

Un mondo quindi controllato dalla vendita e poco trasparente nella durata.

Se poi ora si aggiungono le nuove strategie del web, tra le prime quella della Saatchi, che nel suo data base ha oltre 70.000 artisti proposti, tutti almeno con un’opera, che fanno capire quanti oggetti sono prodotti, si capisce che la mole di oggetti “artistici” è mostruosa e che tutta è messa in vendita.

Cosa durerà, cosa sarà veramente di valore?

Domande forse senza risposta, tanto più oggi che l’idea stessa di arte si è spostata e non si lascia più limitare in un ruolo.

Ma fa nascere molti sospetti il grande ritorno al quadro che quasi scomparso nei decenni scorsa ora pare ritornato uno dei fulcri del mercato, durerà?