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03/07/08

Londra





Se Parigi pare più rilassata e allegra, Londra è sempre più dinamica e confusa. Un continuo accadere di cose, a volte parallele ma distanti.

Nel campo dell’arte ci sono decine di canali, luoghi, avvenimenti, che poterci stare dietro è un’impresa titanica. In tutto questo bailamme di cose, trovare quelle più interessanti e significative non è facile. In questa settimana, poche le mostre veramente interessanti, passando in rassegna i calibri più grossi possiamo dire che sicuramente la White Cube è brava nel saper presentare gli artisti in modo fresco e dinamico, con istallazioni museali e complete. Le due mostre, una coi fratelli Chapman e l’altra con Matthew Ritchie erano perfette ed interessanti. Colpivano oltre alle opere, la mare di gente che frequenta gli spazi, un continuo flusso di persone. Da Gagosian siamo più annoiati, ambiente più vuoto e le opere di Tom Friedman, interessanti ma un poco scontate. Da Lisson una mostra gradevole con le opere leggere di Spencer Finch e Shirazeh Houshiary. Da Haunch of Venison una collettiva sul South Africa, discreta, si conferma sicuramente alto W. Kentridge, peccato che lo stesso lavoro video era già da Lia Rumma, alcuni mesi fa.

E poi ci sono tutte le altre gallerie, con decine di proposte, da ricordare sicuramente la mostra di Massimo Bartolini, soprattutto per il dinamismo con cui ha presentato i video (che in se non mi dicevano molto), da Frith Street Gallery. Poi la mostra di Steve Mc Queen al Barbican, Stefan Bruggeman al Bloomberg Space. Interessante il rapporto fra arte e architettura proposto dalla Hayward Gallery. Da ricordare anche la mostra retrospettiva su Mona Hatoum alla Parasol Unit. La Tate continua ad essere uno stupendo spazio con tante brutte opere, e con mostre (in questo periodo) alquanto noiose cosa si può dire di Cy Twombly, forse meglio quello sulla Street & Studio, di carattere storico. Mi piacerebbe capire se facendo pagare un biglietto ci andrebbe ancora così tanta gente?

Alla Serpentine si intravedeva già la struttura Pavillion di Frank Gehry mentre stava allestendo un grande evento con Richard Prince sponsor vari, sarà una casualità che nella seconda sede di Londra da Gagosian c’erano le sue opere in vendita?

All’Ica ho visto una serie di film noiosetti mentre discreta quella di Munaez, al Iniva, anche in questo caso peccato che l’avevo già visto alla Biennale, e qui il solito dilemma, ma con tutti gli artisti che ci sono perché si vedono sempre gli stessi, con le stesse opere?