Se Parigi pare più rilassata e allegra, Londra è sempre più dinamica e confusa. Un continuo accadere di cose, a volte parallele ma distanti.
Nel
campo dell’arte ci sono decine di canali, luoghi, avvenimenti, che poterci
stare dietro è un’impresa titanica. In tutto questo bailamme di cose, trovare
quelle più interessanti e significative non è facile. In questa settimana,
poche le mostre veramente interessanti, passando in rassegna i calibri più
grossi possiamo dire che sicuramente la White Cube è brava nel saper presentare
gli artisti in modo fresco e dinamico, con istallazioni museali e complete. Le
due mostre, una coi fratelli Chapman e l’altra con Matthew Ritchie erano
perfette ed interessanti. Colpivano oltre alle opere, la mare di gente che
frequenta gli spazi, un continuo flusso di persone. Da Gagosian siamo più
annoiati, ambiente più vuoto e le opere di Tom Friedman, interessanti ma un
poco scontate. Da Lisson una mostra gradevole con le opere leggere di Spencer
Finch e Shirazeh Houshiary. Da Haunch of Venison una collettiva sul South
Africa, discreta, si conferma sicuramente alto W. Kentridge, peccato che lo
stesso lavoro video era già da Lia Rumma, alcuni mesi fa.
E
poi ci sono tutte le altre gallerie, con decine di proposte, da ricordare
sicuramente la mostra di Massimo Bartolini, soprattutto per il dinamismo con
cui ha presentato i video (che in se non mi dicevano molto), da Frith Street
Gallery. Poi la mostra di Steve Mc Queen al Barbican, Stefan Bruggeman al
Bloomberg Space. Interessante il rapporto fra arte e architettura proposto
dalla Hayward Gallery. Da ricordare anche la mostra retrospettiva su Mona
Hatoum alla Parasol Unit. La Tate continua ad essere uno stupendo spazio con
tante brutte opere, e con mostre (in questo periodo) alquanto noiose cosa si
può dire di Cy Twombly, forse meglio quello sulla Street & Studio, di
carattere storico. Mi piacerebbe capire se facendo pagare un biglietto ci
andrebbe ancora così tanta gente?
Alla
Serpentine si intravedeva già la struttura Pavillion di Frank Gehry mentre
stava allestendo un grande evento con Richard Prince sponsor vari, sarà una
casualità che nella seconda sede di Londra da Gagosian c’erano le sue opere in
vendita?
All’Ica
ho visto una serie di film noiosetti mentre
discreta quella di Munaez, al Iniva, anche in questo caso peccato che l’avevo
già visto alla Biennale, e qui il solito dilemma, ma con tutti gli artisti che
ci sono perché si vedono sempre gli stessi, con le stesse opere?