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02/08/25

Arte, gatti e mele ...


A Los Angeles la Matthew Marks propone in questi giorni estivi la fresca mostra Cats & Apples , nella sua galleria al 1062 North Orange Grove.
La mostra è incentrata su due motivi che gli artisti hanno rappresentato per secoli: Gatti e Mele . Con un'estensione di oltre cento anni e un'ampia gamma di tecniche, tra cui pittura, scultura, disegno, fotografia e video.


La mostra presenta opere di quindici artisti: Georges Braque, Joan Brown, Leidy Churchman, Edwin Dickinson, Vincent Fecteau, Peter Fischli e David Weiss, Katharina Fritsch, Robert Gober, Nan Goldin, Peter Hujar, Gary Hume, Laura Owens, Pablo Picasso, Linda Stark e Sturtevant. 
Gli artisti presenti traggono ispirazione da una varietà di fonti, tra cui tropi storico-artistici come il memento mori o le bagnanti di Ingres, cartoni animati degli anni '60 e i loro ricordi d'infanzia.
Cats & Apples sarà in mostra al 1062 North Orange Grove dal 28 giugno al 16 agosto 2025, dal martedì al sabato, dalle 10:00 alle 18:00.

01/08/25

Ipogea Parabita

 
Francesco Arena, La Grotta, 2025, installazione site-specific (vasche in pietra leccese, neon). Progetto Ipogea, Città di Parabita. 
Foto di Gabriele Fiorito.

Il mondo sotteraneo nella città di Parabita viene trasformato in un affascinante mondo artistico col progetto Parabita per il contemporaneo.

L'iniziativa prende avvio  con Francesco Arena  e il progetto ispirato ai vani ipogei del sottosuolo parabitano per generare nuovi spazi di incontro tra comunità e arte contemporanea.
 
Dalle edicole votive al cuore della terra: Ipogea è la nuova tappa del percorso avviato dal Comune di Parabita con il programma Parabita per il contemporaneo, che ha preso avvio nel 2024 con l’obiettivo di restituire centralità culturale, simbolica e civile al territorio attraverso il linguaggio dell’arte.
 
Dopo il successo di Votiva, che ha trasformato le edicole votive del centro storico in opere d’arte pubblica permanente, Ipogea invita a spostare lo sguardo verso il sottosuolo parabitano: un mondo silenzioso e stratificato, ricco di storia e di potenzialità espressive. Proprio i vani ipogei – antichi frantoi, cavità naturali e architetture invisibili – diventano il punto di partenza per una nuova riflessione sulla contemporaneità, sulla memoria condivisa e sul paesaggio interiore di una comunità.

Dice il Sindaco Stefano Prete «Parabita per il contemporaneo nasce da una visione politica e culturale che guarda al futuro senza smettere di interrogare il passato. Vogliamo che la nostra città diventi sempre più fertile non solo sul piano materiale, ma anche su quello simbolico. L’arte, in questo processo, è strumento di rigenerazione: accende la meraviglia, restituisce profondità al pensiero e riattiva legami tra le persone, tra i luoghi, tra le generazioni».
 
Ipogea si apre con l’installazione La Grotta di Francesco Arena, artista tra i più significativi della sua generazione, già tra i protagonisti di Votiva. A cura di Carmelo Cipriani e con la direzione artistica di Giovanni Lamorgese, l’opera è la prima tappa di un percorso artistico destinato a crescere nel tempo, coinvolgendo artisti italiani e internazionali in dialogo con il paesaggio invisibile della città.
 
L’intervento di Arena è accompagnato dalla presentazione ufficiale del catalogo di Votiva, edito da Cura Books, e dal lancio dell’app “Parabita per il contemporaneo”, pensata per esplorare le opere permanenti del progetto attraverso mappe, testi e audioguide – anche in lingua inglese – affidate alle voci di Michele Placido e Francesco Pannofino.
 
Ipogea prosegue e approfondisce lo spirito generativo di Votiva: se le edicole invitavano a riscoprire i luoghi di devozione popolare attraverso lo sguardo degli artisti, gli spazi ipogei attivano una dimensione più interiore, che chiama in causa la memoria, il silenzio, la trasformazione.
 
Il progetto, che prevede nuove opere nei prossimi mesi, intende fare di Parabita un laboratorio permanente per l’arte pubblica e per una cittadinanza attiva, in cui l’immaginazione artistica si intreccia con la valorizzazione culturale, la narrazione del territorio e la costruzione di senso collettivo.
Francesco Arena, La Grotta, 2025, installazione site-specific (vasche in pietra leccese, neon). Progetto Ipogea, Città di Parabita. 
Foto di Gabriele Fiorito.

L’intervento artistico di Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978) si presenta come una grande scultura composta da due parallelepipedi cavi in pietra leccese, in passato vasche utilizzate per la sedimentazione dell’olio, qui disposti verticalmente l’uno di fronte all’altro, a creare un varco che invita lo spettatore a guardare dentro e che dà il titolo all’opera, La Grotta.
 
Spiega il curatore dell’installazione Carmelo Cipriani: «La grotta e il frantoio ipogeo condividono una vocazione alla condivisione, alla trasformazione, all’interiorità. Da questa somiglianza simbolica nasce il titolo dell’opera di Arena, che allude anche alla Grotta delle Veneri, sito archeologico parabitano di grande valore, e si offre come spazio di riflessione e sospensione in un tempo che corre».
 
Spiega Giovanni Lamorgese, direttore artistico di La Grotta: «Ipogea a Parabita nasce dalla necessità di recuperare e valorizzare l’importante patrimonio culturale degli antichi frantoi ipogei attraverso l'arte contemporanea. Un viaggio tra passato e futuro che ripercorre la storia, tra identità, radici e territorio, per riscoprire materiali, processi e tradizioni nel loro percorso evolutivo, sottolineando quei mutamenti che li caratterizzano nella loro unicità e rendendoli accessibili attraverso un processo circolare di restituzione in coerenza con il presente».
 
Luogo di protezione e introspezione, la grotta e così l’installazione dell’artista diventano uno spazio di contemplazione e speculazione, in un continuo scambio tra materia e pensiero, percezione e suggestione.
 
Collocata sulla scalinata di piazza della Vittoria, in corrispondenza di uno dei più grandi frantoi ipogeo della città, l’installazione si completa di due scritte al neon, elemento usato per la prima volta da Arena nella sua produzione: essere e tempo, che possono essere lette separatamente, rievocando in contrapposizione la transitorietà dell’esistenza e l’eternità del tempo, oppure congiunte alludendo alla vita di ciascuno, fatta di storie, esperienze, incontri e relazioni vissute.
 
Il riferimento agli ipogei, elemento caratterizzante il nuovo progetto, è affrontato da Francesco Arena per via metonimica: trattandosi di ambienti oggi in gran parte ricaduti in proprietà private e quindi interdetti al pubblico, l’artista allude alle presenze nel sottosuolo attraverso forme e materie, creando un cortocircuito tra tempi e spazi lontani.
 
In occasione dello svelamento della nuova opera, è stato presentato al pubblico il catalogo di Votiva, edito da Cura Books, e l’applicazione “Parabita per il contemporaneo”, strumento versatile e completo di geolocalizzazione che consentirà di visitare le edicole votive avvalendosi dell’audioguida o delle schede testuali (anche in lingua inglese) di ogni opera. A guidare coloro che sceglieranno l’opzione “ascolto” saranno due Ciceroni d’accezione: Michele Placido e Francesco Pannofino, che hanno prestato la voce alla narrazione.