Entrare nel MAO di Torino è sempre un affascinante viaggio nelle tante culture del mondo asiatico. La stupenda raccolta permanente è una ricca e pregiata selezione di opere artistiche ed antropologiche dai tanti paesi che raccontano tantissime meravigliose storie di vita.
In questo periodo sono in corso diverse mostre che arrichiscono ancora di più la piacevolezza della visita. Si è appena conclusa Hanauri, dedicata ai venditori di fiori e si è aperta "Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone", che durerà fino al 7 Settembre 2025, e ci sono i lavori di "Declinazioni contemporanee", che si concluderà il 31 Ottobre 2025, seconda edizione del programma di residenze d’artista e commissioni site-specific che utilizza l’arte contemporanea per interpretare, rileggere e valorizzare il patrimonio museale del MAO con opere di Charwei Tsai, Patrick Tuttofuoco e Qiu Zhijie.
ll progetto espositivo "Hanauri. Il Giappone dei venditori di fiori", di cui avevo già scritto esplora antichi scatti, 26 albumine di metà Ottocento, rielaborate da Linda Fregni Nagler, che ha rifotografato le albumine originali, stampandole in camera oscura e colorandole a mano con una tecnica simile a quella dell’epoca (1860-1910). Questo intervento fa assumere nuovi significati alle immagini, illustrandoci la storia di un preciso modo di guardare all’esotismo e all’alterità.
La seconda rassegna appena avviata presente, in un raffinato allestimento, ben 50 haori e juban (le giacche sovrakimono e le vesti sotto kimono maschili), oltre ad alcuni abiti tradizionali da bambino, provenienti dalla collezione Manavello.
Per la prima volta in Italia ed in Europa sono presentati i vestiti con le raffigurazioni decorative di grande pregio artistico ed artigianale. Seguendo la proverbiale tendenza alla rarefazione e alla riservatezza questi abbigliamenti maschili si presentano sul lato esterno molto minimali mentre al loro interno rivelano eleganti ed elaborate lavorazioni tessili, arricchiti da pregiati lavori di cucitura a ricercate stampe.
La mostra percorre un breve spazio temporale in cui si vedete la trasformazione del gusto e il cambiamento tematico delle composizioni che passano dalla tradizione storica giapponese agli influssi provenienti da altre nazioni.
Il percorso si apre con un'ambientazione e una serie di spezzoni che ci danno la percezione del luogo abitativo per proseguire poi con una serie di sezioni che propongono questi pregiati manufatti tessili in un sobrio ed equilibrato gioco di dialogo con alcuni interventi di artisti contemporanei come Kimsooja, Royce Ng e Tobias Rehberger.
Il percorso si conclude poi con una sezione dedicati all'abbigliamento infantile e all'immaginifico occidentale che diventa anche parte del vissuto giapponese inserendosi nel gusto tessile.
Una mostra, da fruire con molta calma e attenzione per scoprire i tanti detaggli che caratterizzano questa produzione molto ricercata e unica, è una piacevole occasione per conoscere il rinnovamento culturale del Giappone nel periodo di apertura alle culture straniere dei primi decenni del secolo scorso.
La mostra è arricchita da un variegato programma musicale e performativo, a cura di Chiara Lee e freddie Murphy, per i dettagli consultate il sito del MAO .
Il catalogo della mostra, in lingua italiana e inglese, con saggi critici inediti e un ampio apparato iconografico, edito da Silvana Editoriale, sarà presentato a Giugno.