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31/10/15

Luci d'artista 2015





Oggi si inaugura la diciottesima edizione di Luci d'artista inaugura con un défilé di danza per le vie della città che vede impegnati 120 ballerini di varie scuole del Piemonte e 35 musicisti dell'Unione Condovese.
La parata, a cura di Torinodanza/Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale e dalla Biennale de la Danse de Lyon nel 2014 (col sostegno di Compagnia di San Paolo), è una versione artistica curata da Elena Rolla sulla base della coreografia originale di Denis Plassard, con le marionette ideate da Emilie Valantin.
Lo spettacolo prende il via il 31 ottobre alle 18 da Piazza Palazzo di Città e si sviluppa per il centro, dove una a una, al passaggio della sfilata di ballerini, si accendono le luci, fino ad arrivare in Piazza San Carlo dove alle 19.30 ci sono i saluti delle autorità istituzionali.
Le opere della collezione che si possono sono: Vele di Natale di Vasco Are in via Lagrange; Ancora una volta di Valerio Berruti in via Accademia delle Scienze; Palle di neve di Enrica Borghi in via Carlo Alberto; Volo su… di Francesco Casorati in via Pietro Micca e via Cernaia; Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime di Nicola De Maria in piazza San Carlo; Giardino Barocco Verticale, Come se a Torino ci fosse il mare e La Maschera di Richi Ferrero in via Alfieri 6-Palazzo Valperga Galleani; L’energia che unisce si espande nel blu di Marco Gastini in Galleria Umberto I (Porta Palazzo); Planetario di Carmelo Giammello in via Roma;  Illuminated Benches di Jeppe Hein in piazza Carignano; Piccoli Spiriti Blu di Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini; Cultura=Capitale di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto 3 (facciata Biblioteca Nazionale); Luì e l’arte di andare nel bosco di Luigi Mainolfi in via Garibaldi; Il volo dei numeri di Mario Merz sulla cupola della Mole Antonelliana; Vento solare di Luigi Nervo Porta Palatina; L’amore non fa rumore di Domenico Luca Pannoli in piazza Bodoni; Palomar di Giulio Paolini in via Po; Amare le differenze di Michelangelo Pistoletto sull’Antica Tettoia dell’Orologio a Porta Palazzo; My noon di Tobias Rehrberger in piazza Palazzo di Città (accesa tutto il 2015 in omaggio al gemellaggio “Torino incontra Berlino”) e Luce fontana ruota di Gilberto Zorio al Laghetto Italia ’61.

Ma quest'anno ci sono anche importanti novità come Migrazione (Climate change) dell’artista torinese Piero Gilardi, direttore artistico del PAV, Centro sperimentale d’arte contemporanea, realizzata grazie al contributo della Fondazione CRT. Il progetto si riferisce alle grandi migrazioni animali causate dal riscaldamento globale. Nell’installazione è rappresentato uno stormo di pellicani che migra in volo alla ricerca di climi più freschi. Sono disegnate 12 sagome di pellicani sospesi all’interno della Galleria Subalpina.

Nell’ambito del progetto Luci d’Artista sono ospitate due opere della Città di Salerno: Mosaico di Enrica Borghi (già stata ospitata con grande successo a Torino durante l’edizione 2009/2010) in via Montebello e via Verdi e Il Mito di Nello Ferrigno in via San Francesco D’Assisi.


Inoltre, quest'anno in piazza Castello è possibile vedere la ricostruzione luminosa di un antico Mattang polinesiano, una mappa in bambù dei sistemi di onde, correnti marine e venti. Metafora della navigazione esplorativa aperta che richiama il concetto della mappatura relativistica della nostra Galassia attraverso la luce stellare che la rivoluzionaria missione europea Gaia sta effettuando nello spazio.

L'opera, dal titolo Mattang Lucente. La rete celeste di Gaia è ideato da Ugo Locatelli per la curatela scientifica INAF–Istituto Nazionale di Astrofisica, MariateresaCrosta e Davide Groppi per il lighting design.

Infine, Mai visti e Altre storie di ARTECO e Atelier dell’Errore  propongono, in piazza IV marzo, una serie di insegne luminose bifacciali che popolano la piazza di animali rari e meravigliosi; un bestiario di luce realizzato dall’Atelier dell’Errore, laboratorio di Arti Visive per la Neuropsichiatria Infantile, ideato e condotto da Luca Santiago Mora.

Dopo il successo dell'anno scorso viene ripresentato e ampliato con due nuove colonne sonore – in piazza Bodoni e piazza San Carlo - il progetto A Great Symphony for Torino che torna con nove brani di musica elettronica appositamente composti da giovani musicisti per dialogare con le installazioni di Luci d’Artista.

Ogni brano è ascoltabile in prossimità delle opere, fotografando con lo smartphone il QR-Code posto su un totem descrittivo.

Luci d'artista termina il 10 gennaio.

Gagosian Gallery 20 years!


below English


La Gagosian Gallery di Beverly Hills in North Camden Drive festeggia i vent'anni di attività con una grande collettiva dei suoi artisti più famosi, che attraversano tutto il novecento artistico. 

Si inizia con i primi artisti esposti, che nei lontani anni ottanta furono J.M.Basquiat e C.Burden, per passare poi ad artisti storici come A.Calder o J.Johns e giungere ora a R.Stingel o T.Houseago.





English 
To mark the twentieth anniversary of Gagosian Gallery Beverly Hills on North Camden Drive, founder Larry Gagosian has selected a special exhibition of works by more than thirty artists spanning three generations.
Born in Los Angeles, Gagosian opened his first galleries on Almont Drive and Robertson Boulevard in the early 1980s. Chris Burden and Jean-Michel Basquiat were among the first artists to be exhibited. Drawing on the city's abundance of talented artists, Gagosian was at the forefront of developing a bicoastal model for contemporary art galleries—the beginning of a global expansion that now numbers fifteen galleries in three continents—when he moved to New York in 1985 and opened his first gallery there, in collaboration with Leo Castelli.
Los Angeles provided both artists and galleries with an ideal infrastructure for creating and exhibiting diverse bodies of artwork, sometimes on a very large scale, and in 1995 Gagosian Gallery Beverly Hills, designed by acclaimed American architect Richard Meier, opened with new sculptures by Frank Stella. A major exhibition in homage to Castelli’s legendary gallery followed, which brought together works by artists including Jasper Johns, Ellsworth Kelly, Roy Lichtenstein, and Bruce Nauman. The program continued to evolve with a survey of Basquiat’s paintings and drawings (1998); Lichtenstein’s Nudes(1998); Andy Warhol’s iconic Camouflage Paintings (1999); and Alexander Calder’s Mobiles (2003), among many other exhibitions.
In 2010, the expansion of the Beverly Hills gallery into the next-door building to create a second light-filled space of equal scale—again designed by Meier—enabled even more ambitious programming, with major exhibitions by Urs Fischer, Andreas Gursky, Jeff Koons, Giuseppe Penone, Richard Prince, Ed Ruscha, Richard Serra, and Taryn Simon, among others. The career-spanning survey “Avedon: Women” (2013) was the first exhibition of Richard Avedon's photography in Los Angeles since 1976.
At Gagosian's much-anticipated “Oscar show,” an annual fixture in the Los Angeles cultural calendar, the art, film, and celebrity communities rub shoulders prior to the Academy Awards ceremony. To date, these include Cindy Sherman’s photographic self-portraits (2000); Richard Prince’s Check Paintings (2005); Andreas Gursky’s Ocean photographs (2010); Ed Ruscha’sPsycho Spaghetti Western still-life landscape paintings (2011); Urs Fischer’s dramatic and droll sculptural installations (2012); and, most recently, John Currin’s oil paintings of perverse libertine fantasies (2015).
From Damien Hirst’s black-sheep vitrine (2009) to Robert Therrien’s enigmatic No title (blue bow) (2015) to Nancy Rubins’s sculptural graphite Drawing (2015) to other new works by Thomas Houseago, Sterling Ruby, Rudolf Stingel, and some of more than thirty participating artists, the twentieth anniversary exhibition celebrates the gallery's richly diverse international program in the city where it all began.

#20YearAnniversary  #GagosianBeverlyHills

Emergenti all'orizzonte - Present Future la sezione più sperimentale

Artissima è riconosciuta come la fiera dell’innovazione e della sperimentazione, proprio la sua particolare attenzione agli artisti emergenti l’ha resa un appuntamento importante nel panorama internazionale.

Infatti da quindici anni Present Future è la speciale sezione di Artissima dedicata a monografiche di artisti emergenti che ha saputo attestarsi come una straordinaria piattaforma di nuove tendenze e approcci che caratterizzano la scena artistica internazionale.

Il Comitato Curatoriale – formato da Luigi Fassi (coordinatore), curatore arti visive, steirischer herbst festival, Graz, Fatima Hellberg, direttrice artistica, Künstlerhaus Stuttgart, Stoccarda, Lara Khaldi, curatrice indipendente, Ramallah e Amsterdam, Natalia Sielewicz, storica dell’arte e curatrice, Museo d'Arte Moderna, Varsavia e Fatos Üstek, curatrice indipendente e scrittrice, Londra – ha ricercato su scala globale proposte artistiche innovative, complesse e multiformi e selezionato 20 progetti.
Artisti e Gallerie di Present Future 2015
Basel Abbas & Ruanne Abou-Rahme | Carroll/Fletcher, London
Rachal Bradley | Gregor Staiger, Zurich   
Adam Broomberg & Oliver Chanarin | Lisson, London, Milano, New York
Alina Chaiderov | Antoine Levi, Paris
Danilo Correale | Raucci/Santamaria, Napoli
Kit Craig | Arcade Fine Arts, London
Daiga Grantina | Joseph Tang, Paris
Hazem Harb | ATHR, Jeddah
Ewa Juszkiewicz | Lokal_30, Warsaw
Hayv Kahraman | The Third Line, Dubai
Yazan Khalili | Lawrie Shabibi, Dubai
Ingrid Luche | Air de Paris, Paris
Elena Nemkova | Sisso, Paris
Marzena Nowak | Gregor Podnar, Berlin
Katie Paterson | Parafin, London
Hannah Perry | Seventeen, London
Robert Tapaya | Arndt, Berlin
Iza Tarasewicz | BWA Warsaw, Warsaw
Dena Yago | High Art, Paris
Nathaniel Young | Monique Meloche, Chicago

Inaugurato nel 2001, il Premio illy Present Future – in collaborazione con illycaffè – si è rivelato un’eccezionale fucina di talenti offrendo un contributo importante all’affermazione degli artisti emergenti.

Dal 2012, il Premio – assegnato da una giuria di direttori di museo e curatori internazionali all’artista più interessante tra quelli esposti nella sezione – offre al vincitore l’opportunità unica di presentare un progetto al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, realizzato in collaborazione con il museo.

La mostra personale dell’artista vincitrice della passata edizione del Premio illy Present Future – Rachel Rose (High Art, Paris) – verrà inaugurata il 6 novembre 2015 al Castello di Rivoli in concomitanza con Artissima.

30/10/15

Luca Pignatelli alla Gam di Torino



La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta a partire dal 31 ottobre negli spazi della Wunderkammer la mostra “Blue note / Opere su carta”, che raccoglie una serie di opere recenti su carta di Luca Pignatelli (Milano, 1962).

Il titolo della mostra, curata da Elena Lydia Scipioni, si riferisce a quella nota suonata o cantata, nel blues e nel jazz, che costituisce un’alterazione nel colore, una lieve stonatura controllata nella scala diatonica occidentale che amplifica le possibilità espressive pur rimanendo nella struttura musicale prestabilita.

In mostra Standard (2000-2015), in cui titoli o riferimenti di copertine di vinili di musica jazz sono riportati su fotocopie di fotografie d’archivio trattate con inchiostri e vernici. Aerei da guerra, giardini di corte e ville, vedute aeree di grattacieli di New York o stampe di antichi edifici non intrattengono analogie semantiche con le parole. Parole e immagini si sovrappongono in un meccanismo di citazioni tratte da archivi collettivi e personali che non sono semplice depositi ma mezzi di attivazione di un rinnovato pensiero contemporaneo. Un secondo gruppo di opere raffigura trenidavanti a edifici accennati, sbiaditi o cancellati dallo sbuffo della locomotiva (2012-2015). Sono documenti pop su carte sfinite dalla lavorazione, la cui esuberanza cromatica non cela quell’aspetto minaccioso e accattivante che la locomotiva trasmette. Questi mezzi sbucano da un qualche ricordo o più semplicemente dal passato. Il colore dello sfondo è cupo e indefinito, come spesso il ricordo o il sogno ci si presentano, dissolvendosi nel momento in cui la mente li ripercorre.

Se la musica jazz trova nell’improvvisazione la sua libertà espressiva pur seguendo un protocollo armonico predefinito, il viaggio in treno è espressione di una libertà su un tracciato predefinito. Fa da raccordo tra questi due gruppi di opere una gigantesca Cosmografia (2015), realizzata appositamente per questa mostra. In quest’opera l’aggancio al figurativo non viene del tutto abbandonato, tuttavia l’indefinitezza del tratto e l’improvvisazione dell’esecuzione trovano libera espressione in una realizzazione ritmica e profonda sulla superficie di una grande carta colore grafite.



Luca Pignatelli realizza i suoi lavori su materiali recuperati in aree di stoccaggio, depositi e magazzini, luoghi per i quali da sempre nutre una profonda curiosità e su cui è solito intervenire sovrapponendo un vasto repertorio di immagini ascrivibili a tempi diversi: soggetti della statuaria classica, mezzi di trasporto e di guerra, città portuali, architetture anonime o definite. Sono furti dal mondo delle immagini ai quali l’artista ricorre, con distacco e senza finalità narrative, anche in queste opere più recenti. Le sue opere sono state esposte in numerosi musei in Italia e all’estero, tra cui: Galleria degli Uffizi, Firenze (2015), Galleria M77 Milano-St.Moritz (2014), Museo di Capodimonte, Napoli (2014), Istituto Nazionale per la Grafica, Roma (2011), Galleria Poggiali e Forconi di Firenze (2010), 53a Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia (2009), Mamac di Nizza (2009), Museo Archeologico Nazionale di Napoli (2008), Teatro India di Roma (2007), 50° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2003), Palais du Parlament Eropéen, Strasburgo (2003), Isetan Tokyo Museum, Tokyo (2000), International Forum, Tokyo (2000), XII Quadriennale, Roma (1996). 


Il progetto Wunderkammer è curato da Virginia Bertone, conservatore delle raccolte e responsabile del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM.

In occasione di questa mostra sarà pubblicato un catalogo Skira curato da Danilo Eccher, con testi di D. Eccher, A. C. Quintavalle, E. L. Scipioni, A. Musini, A. Bona

Paratissima si mette in gioco



Fra una settimana prende avvio la kermesse di Paratissima l’evento più popolare della settimana dell’arte torinese. 

Quest’anno la prima novità è il cambio di registro dell’apertura a pagamento, per la prima volta si potrà accedere al pratico prezzo di un boccale di birra, tre euro. Segno di un cambiamento che vuole spostare l’evento da semplice momento conviviale e scelta d’interesse. Entrare diventa non più un tempo da riempire con qualcosa ma una scelta tra le tante. 

Sarà molto interessante capire come il pubblico reagirà. Questo ovviamente pone l’organizzazione in un ruolo più professionale che dovrà saper offrire la giusta qualità alla scelta del pubblico.

Superato l’ingresso il meraviglioso palazzo delle esposizioni di Torino offrirà una costellazione di progetti, idee e creatività, che da sempre la caratterizza, ma con una selezione più professionale che guarda alla bravura e alla qualità come valore costruttivo.


In attesa dell’evento iniziamo a guardare lo spazio; lo storico edificio ideato Ettore Sottsass nel 1936 come Padiglione della Moda, che subirà diverse trasformazioni tra cui, negli anni sessanta, un intervento absidale di P.Luigi Nervi.

L’edificio è un poco trascurato dall’amministrazione pubblica, ma è molto bello e si presta molto bene per l’evento espositivo di Paratissima, per la sua luminosità e semplicità che è perfetta per questa iniziativa.




Andare in Borsa... ritorna The Others


The Others festeggia i cinque anni di attività con una grande progetto internazionale.
Nata come fiera giovanile e indipendente, è diventata un punto fisso del panorama italiano, ma non solo.
Alla conferma delle pratiche e suggestive cellette delle Nuove, quest’anno c’è una grande novità, si affiancherà un nuovo incantevole luogo.
La grande novità prenderà forma negli spazi della Borsa Valori della Camera di Commercio di Torino, qui si svolgerà, nel centro della città, un evento espositivo fuori misura, con progetti multimediali, sculture di grandi dimensioni e interventi performativi.
Superano le settanta presenze le diverse realtà proposte, fra gallerie, gruppi indipendenti, associazione, fondazioni e musei. Particolarmente importante la presenza internazionale che rende l’evento sempre più un nodo centrale delle novità mondiali. Ci saranno partecipazioni dall’Olanda a Cuba, passando per Spagna, Francia e tanti altri paesi.


Come sempre l’orario sarà quello vincente e giovanile, che si amplierà fino a notte fonda.
Si è trattato di un grande lavoro che la Direzione Artistica (Olga Gambari in collaborazione con Roberta Pagani), con il Comitato Scientifico (Pietro Gaglianò, Liv Vaisberg e Stefano Riba), sta completando nei contenuti dei programmi paralleli delle sezioni introdotte dallo scorso anno, di Othersound, Otherscreen e Otherstage: tre sezioni dedicate rispettivamente al suono, alla video art e alla performance con una selezione di appuntamenti dal carattere transmediale che accompagnano i giorni di manifestazione e costruiscono il programma di eventi di The Others.

29/10/15

Spettacolare, rinnovato il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze



Spettacolare, forse non esagero proprio, ma il nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Firenze che apre domani 29 Ottobre è sicuramente un luogo da non perdere.

Il vasto complesso è stato reso possibile dall’accorpamento di un antico edificio dismesso acquisito negli anni ottanta e ora integrato con la vecchia sezione del museo. Dopo un decennio di lavori e una spesa di oltre cinquanta milioni di euro ora c’è un museo unico nel suo genere, imperdibile per gli appassionati di arte antica.



Si inizia con una ricostruzione della facciata del Duomo con la collocazione delle antiche statue e si prosegue in una serie di stanze mozzafiato, che propongono la vasta raccolta e la incredibile storia di uno dei centri delle bellezza mondiale.




Oltre 6.000 metri di quadrati di superficie articolati in 28 sale e suddivisi su tre piani: un progetto che si promette di rinnovare parzialmente il museo, allestire nuovi locali e inventare altri spazi interstiziali. Un meraviglioso allestimento in grado di valorizzare capolavori unici al mondo che per la prima volta vengono presentati in modo adeguato e fedele al senso per cui sono stati creati. Un museo nel museo, un concentrato di fede, arte e storia che non ha eguali al mondo perché in esso affondano le radici della cultura occidentale.

Quartz Studio Jolly Grown Up Ryan Gander


below English


Sabato 7 novembre 2015 alle ore 19.00 Quartz Studio ha il piacere di presentare la mostra Jolly Grown Up, un progetto dell’artista inglese Ryan Gander (Chester, UK, 1976) concepito in ogni dettaglio insieme alla figlia di cinque anni Olive May Gander. 

Punto di partenza di questo scambio alla pari tra padre e figlia è l’opera La ridistribuzione di tutto ciò che è buono del 2014. Un anno fa – racconta Ryan Gander - diedi a mia figlia, che al tempo aveva quattro anni, un piccolo taccuino Moleskine con l'idea che potesse essere fiera dei disegni che realizzava (invece di avere centinaia di fogli A4 disegnati a metà sparsi sul pavimento) ed imparasse come i documenti e gli oggetti funzionino insieme nelle collezioni, in questo caso legati tra loro in un volume. 

Con mia sorpresa tornò da me un’ora dopo con lo stesso libro completato. Non aveva fatto un solo segno nel taccuino, ma aveva strappato, piegato, tagliato e fatto buchi e forme nelle pagine. Aveva bluffato due volte, la libertà creativa che la sua ingenuità infantile le aveva dato, aveva prodotto un’opera d'arte inaspettata. Mia figlia aveva una prospettiva totalmente alterata della nozione del produrre arte, disegni e libri e, in quel 'non sapere',  aveva prodotto qualcosa di totalmente originale. L'opera d'arte 'La ridistribuzione di tutto ciò che è buono' è una rivisitazione di quel momento. Quel libro realizzato da mia figlia è stato scannerizzato pagina per pagina e meticolosamente disposto cosicché lo spettatore possa vedere il libro come una panoramica o, per intero, in un solo sguardo, stampate su lastre di alluminio.




English

On Saturday, November 7, 2015 at 7:00 pm, Quartz Studio is delighted to present the exhibition Jolly Grown Up, a project by the English artist Ryan Gander (Chester, UK, 1976), conceived in every detail with his five-year-old daughter Olive May Gander. 

The starting point of this exchange between equals, between father and daughter, was 'The redistribution of everything that is good' from 2014. As Ryan Gander explains, "A year ago I gave my daughter, who was four at the time, a small Moleskine notebook with the idea that she would take pride in the drawings she made (instead of having hundreds of half finished sheets of A4 strewn around the floor) and learn how documents and objects work together in collections, in this instance bound into a volume. 

To my surprise she came back to me an hour later with the same book complete. She had not made a single mark in the book but instead had torn, folded, cut, and punched holes and shapes in the pages. She had double bluffed, the creative freedom her childhood naivety had given her had produced an unexpected masterpiece. 

She had a totally altered perspective on the notion of art making, mark making and book making, and in that 'not knowing' something entirely original had been brought into the world. 

The art work 'The redistribution of everything that is good' is a revisiting of that moment. That book that had been made by my daughter was scanned page by page and meticulously laid out so that the spectator can see the book as an overview or a whole in once glance, to produce aluminum printing plates.” With the exception of ‘The redistribution of everything that is good,’ all the works in the show were conceived and created by Ryan and Olive specifically for Jolly Grown Up. The installation In Real Life? opens (and closes) the exhibition, 175 printed copies of a shoebox hand painted by Olive. 

The boxes are assembled to make something of a wall against the entrance display window, which effectively prevents the ensemble from being seen from the outside. The mirror conversation between Ryan and Olive is perfectly represented in the playful construction of this project in the diptych Please be eager / Please be patient / Please collaborate - The day that me and Daddy talked about the exhibition in Italy and made our paintings, Olive’s Studio, Saxmundham, Sunday the 17th of May, 2015 by Olive May Gander + Please be eager / Please be patient / Please collaborate - Olive presenting me with a birthday present of a small brown cardboard box decorated with tape and drawings, containing an emergency art kit consisting of various small pens, pencils, tapes, stickers and glues, Saxmundham, Thursday the 21st of May, 2015 by Ryan Gander. 

Also included in the exhibition: the small canvas Olive May Gander, the colorful sculpture Over engineered and the funny plasticine sculptures of the Original model for ‘Bad thing seen from a different perspective,' depicting the theft of a Barbara Hepworth sculpture from London's Dulwich Park. Surprise Work – Twinkle in the Star, is a painted shoebox left open for the spectator to peer inside. It holds 29 'Mix ‘em Ups,' amalgamations of multiple toy Playmobil figures into single hybrid odd-looking mutant characters. As Olive says, "The first man is holding a sword and a second man’s got a bow and arrow in his bag, and the next one’s got a flag and the next one’s got a lantern. The next one’s got a shield and the next one’s got a spiker... Really spikey! But the best thing I like about Playmobil Mix ‘em ups is they look all sorts of difference. So I will show you some of them at my exhibition. You can look at them, but you can’t really touch them. Me and my dad made them together. I’m at home and nearly going to school but I like to tell you about some books that my dad reads. The best thing is he loves Playmobil Mix ‘em Ups. I do fashion and he does cool.”



Ryan Gander (Chester, UK, 1976) is an artist living and working in London and Suffolk. He has established an international reputation through artworks that materialize in many different forms from sculpture to film, writing, graphic design, installation, performance and more besides. Through associative thought processes that connect the everyday and the esoteric, the overlooked and the commonplace, Gander’s work involves a questioning of language and knowledge, a reinvention of the modes of appearance and creation of an artwork. His work can be reminiscent of a puzzle, a network with multiple connections, the fragments of an embedded story, a huge set of hidden clues to be deciphered, encouraging viewers to make their own connections and invent their own narrative in order to solve the charade with its many solutions, staged by the artist. Gander studied at Manchester Metropolitan University, the Rijksakademie van Beeldende Kunsten and the Jan van Eyck Akademie, Maastricht, NL. He has held recent solo exhibitions at Lisson Gallery, London, UK; Contempory Art Gallery, Vancouver; Australian Centre for Contemporary Art, Melbourne; Singapore Tyler Print Institute di Singapore, SG; Manchester Art Gallery, Manchester, UK; Proyectos Monclova, Mexico City, MX; TARO NASU, Tokyo, JP; gb agency, Paris, FR; Frac Ile-de- France / Le Plateau, Paris, FR; Daiwa Press Viewing Room, Hiroshima, JP; Museo Tamayo, Mexico City, MX; Maison Hermès, Tokyo, JP; Jörg Johnen Galerie, Berlin, DE. His recent projects include Art Basel Miami Public Sector, Miami, US; L'Avenir / Looking Forward, La Biennale de Montréal, Montréal, CA; Inside, Palais de Tokyo, Paris, FR; Imagineering, Okayama Castle, Okayama, JP; Art Park Odrupgaard, Ordrupgaard Museum, Copenhagen, DK; Incredibly shiny stuff that doesn't mean anything, Okayama Kyokuto Hospital, Okayama, JP; The artists have the keys, 2 Willow Road, London, UK; The Human Factor, Hayward Gallery, London, UK; Unlimited, Art Basel, Basel, CH; Parcours, Art Basel, Basel, CH; Esperluette, Palais de Tokyo, Paris, FR; dOCUMENTA (13), Kassel, G; Locked Room Scenario, commissioned by Artangel, London, UK; ILLUMInations at the 54th International Art Exhibition of the Venice Biennale; Intervals at Solomon R. Guggenheim Museum, NYC, US and The Happy Prince, Public Art Fund, Doris C. Freedman Plaza, Central Park, NYC, US. 

We would like to thank the artist, Rebecca May Gander, Ryan Gander’s Studio and the Lisson Gallery (London, Milan) for their invaluable contributions. The show will be open from November 7, 2015 until January 9, 2016, upon appointment. QUARTZ STUDIO / Via Giulia di Barolo, 18/D / 10124 Torino Italy / t +39 338 4290085 / f +39 011 8264640info@quartzstudio.net / www.quartzstudio.net











28/10/15

Rapporti inquieti - Mostra della Fondazione Trussardi a Palazzo Reale


Palazzo Reale è in corso una scena madre artistica, mentre una parte è affascinata dalle antichità pompeiane o dall'eleganza di Giotto, un'altra parte vive inquietudini, perplessità paure, ma anche qualche attimo di passione emotiva positiva.
Un percorso costellato di confronti, leggende, psicosi è la nuova mostra della FondazioneTrussardi che Massimiliano Gioni ci porge nell’anno dell’Expo milanese.


Il primo nutrimento non è forse quello cannibale del virus che ogni madre lascia crescere in se?
Che coraggio e che paradosso, la vita; il relazionarsi fra identità, il crescere e poi il dimenticare, il formarsi di ruoli, fra tutti quello della “madre” è sicuramente dei più antichi e primitivi.
Proprio la sintesi di Jeff Koons mi pare quella più utile a tutti questi paradossi, ma non sono da meno certi lavori di Rachel Harrison e Gertrude Käsebier.
Ma come mai se essere madre per le donne è quasi sempre crudele per gli uomini è spesso romantico?
Avete ancora pochi giorni per capirne l’arcano, affrettatevi, ne vale la pena.



  







27/10/15

Sempre più internazionale, arriva Artissima



Open art si potrebbe definire il nuovo progetto che si estenderà oltre 700mq di Artissima, un grande evento espositivo che miscela stile, generi, forme.
Ma non si fermano qui le novità della grande fiera torinese, rinnovamento per la Vip area che sarà un vero progetto curatoriale e non un semplice spazio di ristoro, ideato da Maurizio Vetrugno che miscelerà suggestioni fra occidente e oriente.
Si rafforzerà il legame col territorio in un progetto che coinvolgerà la rete espositiva torinese che sia la Gam o le realtà più particolari come il PAV Parco d’Arte Vivente o la nuova Camera, Centro Italiano per la Fotografia, con una programmazione espositiva molto ben articolata.
La fiera presenterà 205 gallerie provenienti da tutto il mondo, oltre 31 paesi, di cui più della metà stranieri. Confermati i diversi progetti fra cui il recente Per4m, che l’anno scorso ha ottenuto un grande successo, e si aggiungo poi due nuovi premi uno per la fotografia,Premio Reda, e uno per le gallerie emergenti, Premio Promos Scalo Milano New Entries.


Iniziamo a vedere la nuova edizione di Per4m 2015.
Per4m rappresenta un’evoluzione del modo in cui la performance è considerata all’interno di una fiera d’arte contemporanea che tiene conto sia della sua popolarità come mezzo espressivo sia della sua progressiva affermazione nel mercato.
Coerente con l’identità di Artissima quale laboratorio del contemporaneo cutting edge, Per4m si propone di trattare la performance come un medium sullo stesso piano degli altri, tanto dal punto di vista artistico quanto da quello commerciale.
Il comitato curatoriale – composto da Simone Menegoi (coordinatore della sezione), curatore indipendente, Milano, Sophie Goltz, direttrice artistica, Stadtkuratorin, Hamburg e Chris Sharp, curatore indipendente, Mexico City – ha selezionato 12 performance che verranno presentate in uno spazio dedicato all’interno della fiera o in luoghi condivisi del padiglione dell’Oval, per ottenere la massima visibilità da parte del pubblico.
Artisti e gallerie di Per4m 2015:
Julie Béna | Joseph Tang, Paris

Julien Bismuth | Emanuel Layr, Vienna
Christian Falsnaes | PSM, Berlin
Flavio Favelli | Studio Sales, Roma / Francesca Minini, Milano
Kasia Fudakowski | Chert, Berlin
Chiara Fumai | APalazzo, Brescia
Massimo Grimaldi | Zero, Milano
William Hunt | Rotwand, Zurich
Annika Kahrs | Produzenten Hamburg, Hamburg
Francesco Pedraglio | Norma Mangione, Torino
Oscar Santillan | Copperfield, London
Iza Tarasewicz | BWA Warszawa, Warszaw

Per4m sarà accompagnata per il secondo anno dal Prix K-way Per4m, un importante premio di 10.000,00€ destinato al lavoro performativo considerato come più rilevante e significativo tra quelli presentati ad Artissima. Il premio, che verrà assegnato da una giuria internazionale nei giorni di fiera, rappresenta un segnale dell’importanza che Artissima e il partner K-way® conferiscono a questa forma di sperimentazione.


26/10/15

Rendiconto del Forum dell’arte contemporanea italiana




Il Forum dell’arte contemporanea italiana — organizzato dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci e tenutosi a Prato dal 25 al 27 settembre 2015 — è nato da diverse esigenze: capire perché l’arte italiana abbia difficoltà ad affermarsi sul piano internazionale e a competere allo stesso livello degli altri paesi; dibattere su molteplici temi complessi (dai rapporti tra pubblico e privato alla messa in discussione dei meccanismi di nomina del curatore del Padiglione nazionale alla Biennale, dalla mancanza di dibattito critico al ripensamento dell’offerta didattica delle accademie e delle università); creare un network allargato e condiviso per formulare proposte che possano migliorare il nostro sistema e renderlo competitivo; intraprendere un percorso su scala nazionale, che prosegua anche dopo il forum, per sviluppare le proposte e trovare risposte concrete.


Confermate tutte le previsioni della vigilia dell’apertura del forum: 42 coordinatori, 400 relatori, oltre 1000 partecipanti provenienti da tutta Italia e dall’estero, centinaia di ore di registrazioni audio e video delle discussioni ai tavoli e agli incontri plenari di cui comincia ora e continuerà nel corso delle prossime settimane la pubblicazione sul sito www.forumartecontemporanea.it sotto forma di documenti audio e sintesi testuali.


L’incredibile adesione, che ha visto presente in massa sia la nuova generazione sia gli operatori da lungo tempo attivi nell’ambito dell’arte contemporanea italiana, ha testimoniato come la necessità di aprire uno spazio di confronto sincero e consapevole sia, in questo momento in Italia, un’esigenza diffusamente condivisa. Il primo importante risultato del Forum è stata dunque l'ampia partecipazione, favorita anche dalla metodologia adottata: la suddivisione in tavoli tematici che ha alimentato il coinvolgimento e la discussione capillare e analitica, mentre i momenti di restituzione in plenaria al Teatro Metastasio hanno aiutato a convergere progressivamente verso sintesi e proposte.


La struttura dei tavoli come sfida e opportunità

La tripartizione della discussione ai tavoli (criticità, obiettivi, proposte) ha spinto i relatori a indirizzarsi verso conclusioni propositive, cercando di evitare derive di 
retorica individualista. Naturalmente alcuni temi hanno favorito il raggiungimento di punti concreti, altri, più generici, non potevano che restare sul piano dell’analisi, della denuncia, dell’auspicio. Difficile è stato tener fede al principio iniziale di pensare ipotesi progettuali che potessero essere realizzate in autonomia, senza dovere fare riferimento a istituzioni e organizzazioni esterne. La maggior parte delle conclusioni dei tavoli, inevitabilmente, ha fatto riferimento a budget e decisioni legislative che dovranno essere prese da organismi amministrativi, locali o nazionali.

Le proposte specifiche

Molte le proposte specifiche scaturite dai tavoli:
 auspicio di una progettazione di medio/lungo periodo il più possibile condivisa(dal tavolo: Per una cultura del fundraising);
 capitalizzare l’esperienza degli italiani all’estero (dal tavolo: Cervelli, corpi e progetti in fuga);
 uscire dal falso problema del “conteggio” del pubblico e porsi piuttosto obiettivi chiari ma plausibili, lavorare maggiormente sui programmi che accompagnano

le mostre e non solo sulle mostre stesse (dal tavolo: Quantità di pubblico vs qualità della proposta).
In molti tavoli si sono proposti di aprire un dialogo con vari ministeri, oltre che col Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, per promuovere cambiamenti normativi a vari livelli. Ad esempio si ritiene necessaria la costituzione di un fondo indipendente nel quale far confluire i proventi derivati dalla legge del 2% dedicata al finanziamento dell’arte nella sfera pubblica (dal tavolo: Famigerata e invisibile: la legge del 2%) o l’istituzione di una commissione per la nomina del curatore del Padiglione Italia della Biennale di Venezia, che includa anche professionisti stranieri, così da favorire anche la visibilità dell’arte italiana all’estero (dal tavolo: Il Padiglione Italia: come salvarlo dal ridicolo).

Vi sono poi obiettivi legislativi specifici nell’ambito privato: l’armonizzazione europea dell’IVA, del diritto di seguito e delle tasse su importazioni ed esportazioni di opere d’arte; l’estensione della notifica da 50 a 100 anni; eliminare l’IVA per le opere al di sotto dei 10.000 euro per promuovere la giovane arte italiana (dal tavolo: Quale mercato per l’arte?); la defiscalizzazione totale delle donazioni per incentivare donazioni e supporto filantropico e (dal tavolo: Le fondazioni private sono le nuove istituzioni) l’estensione dell’art bonus per la creazione artistica contemporanea (dal tavolo: Grants: incentivare una buona pratica).
Al di là delle questioni specifiche, alcune significative tendenze hanno attraversato tutto il Forum e possono essere considerate posizioni generali:

1. Indipendenza della cultura dalla politica 
La prima è la separazione tra politica e cultura, o, per essere più precisi, fra potere politico e produzione culturale, l’ormai ineluttabile riconoscimento della necessità che tra le due sfere si collochi un arm's length, la distanza di un braccio che garantisca la piena indipendenza di operatori e scelte artistiche dalle strategie di politica generale. È quanto è emerso con forza dal tavolo specifico Separare politica e arte, un'urgenza, ma che si è declinato un po’ in tutti i tavoli che abbiano anche solo sfiorato il tema, da quello su Censura e autocensura a quelli più specifici sui concorsi o sul Padiglione Italia della Biennale di Venezia, che reclamavano la necessità di commissioni costituite da addetti ai lavori. Ormai il sistema dell’arte italiano, su quest’argomento, è maturo, e riconosce chiaramente come influenze esterne e condizionamenti clientelari non possano che sminuire e infiacchire i progetti artistici che devono invece crescere nella piena libertà e autonomia culturale.

2. Formazione come base per lo sviluppo 
Il secondo punto che ha attraversato un po’ tutto il Forum è stata la necessità di promuovere con decisione la qualità della formazione, sia per i produttori (artisti, curatori...) che per il pubblico. L’educazione artistica in genere, e la coraggiosa applicazione di nuove metodologie nelle scuole, nelle Accademie e nelle Università, come nelle istituzioni espositive, la creazione di nuovi percorsi educativi come mezzo fondamentale per la diffusione delle arti visive; tutto ciò contribuirà all’affrancamento della cultura dalle logiche mediatiche dell’audience e dell’offerta turistica. 

3. Necessità di relazioni 
Il terzo punto è la necessità di rafforzare da un lato le relazioni con la società, con le comunità del territorio e col settore privato, promuovendo la dimensione inclusiva dell’arte contemporanea, e dall’altro sia i legami con il sistema della produzione artistica oltreconfine — favorendo l’accesso di artisti e pubblico alle piattaforme internazionali — sia i legami tra le diverse discipline, promuovendo una maggior transdisciplinarietà.

4. Costruire reti e comunità 

Infine, una questione importante che i vari tavoli del Forum hanno quasi sempre toccato è stata la necessità di costituirsi in reti, di costruire gruppi di lavoro e osservatori, continuando la discussione per elaborare proposte migliori e sempre più adeguate. Su quest’argomento si è manifestata una parziale frattura tra la giovane e la vecchia 
generazione, più incline a costituirsi in comunità la prima, più individualista la seconda.

Ma la maggior parte dei tavoli ha dichiarato che intende dare continuità al lavoro fin qui svolto, sottolineando una complessiva unità. Nei tre giorni a Prato è stata manifestata infatti da più parti la necessità che il Forum diventi una piattaforma permanente, che coordini il proseguimento dei tavoli di lavoro nei prossimi mesi con chi ha già partecipato e si apra a chi voglia aderire in futuro. La creazione di una comunità e di reti di fiducia è elemento essenziale per la costruzione di un progetto credibile e di uno scambio di pensieri efficace: in qualche modo si sta costituendo una sorta di “intelligenza esterna”, indipendente dalle singole volontà, che sta continuando a lavorare e produrrà cambiamenti sostanziali.

Il futuro: dal Forum permanente all’Arts Council italiano 

I tavoli non si chiuderanno con la conclusione del Forum, ma saranno il punto di riferimento per la continuazione di una discussione condivisa, un luogo che raccoglierà l’esperienza e le idee e le rilancerà verso iniziative, proposte e approfondimenti. Altre istituzioni si renderanno disponibili ad accogliere alcuni tavoli, magari divisi per aree, al fine di continuare il lavoro.

In questo senso il Forum si dà un orizzonte di prosecuzione a tre livelli Il primo, il più semplice e immediato: costituirsi in Forum permanente. È questo ciò che
già avviene con la trasformazione del sito dedicato al Forum (www.forumartecontemporanea.it) in piattaforma di condivisione e di scambio e la continuazione dei tavoli di discussione sia in modo virtuale che, in qualche occasione specifica, concreto. Il Forum continuerà i suoi compiti di analisi e di proposta, e diverrà un organo di coordinamento e monitoraggio delle buone pratiche, pronto a intervenire qualora certe regole di trasparenza e correttezza non siano attuate. Questo non necessita di grandi investimenti: il Centro Pecci di Prato si è già dato disponibile a porne le basi con l’auspicio che altre istituzioni si associno secondo modalità che siano loro consone.

Il secondo livello richiede un impegno economico e organizzativo più considerevole e una volontà politica chiara. Si tratta della costituzione di un’agenzia di promozione dell'arte italiana, sul modello ad esempio della Pro Helvetia, che sostenga la creatività italiana, in particolar modo all'estero.

Il terzo livello è la costituzione di un Arts Council italiano, un organismo capace di lavorare strategicamente ed efficacemente, in modo coordinato ma indipendente dal dicastero, attuando così la separazione tra cultura e potere politico più volte auspicata durante il Forum di Prato.
Da comitato promotore a comitato coordinatore 

Il Forum è stato il luogo in cui tutti hanno avuto la stessa voce, coordinatori, relatori e pubblico. I cinque promotori iniziali – Ilaria Bonacossa, Fabio Cavallucci, Anna Daneri, Cesare Pietroiusti e Pier Luigi Sacco – sentono il dovere di continuare il loro compito di coordinamento almeno finché non saranno stati raggiunti i primi risultati.

Come necessario segnale di allargamento, vengono integrati al gruppo iniziale cinque coordinatori — Alessandra Casadei, Antonella Crippa, Pietro Gaglianò, Silvia Simoncelli e Chiara Vecchiarelli — a cui è stato attribuito il compito di rappresentare le macroaree nel momento della sintesi conclusiva al Teatro Metastasio il 27 settembre scorso.