Translate

27/08/13

Prossimamente Museo Art Guess


Il gruppo Guess ha deciso di avviare la realizzazione di un museo d’arte contemporanea. Il gruppo negli anni passati aveva acquistato diverse opere per arredare gli uffici,ma lentamente la raccolta è diventata molto vasta e ora per non tenere le opere nei magazzini hanno deciso di trovare una sede appropriata per la vasta collezione.

Le opere vanno dai quadri di Carroll Dunham alle installazioni di Allora & Calzadilla, oltre un migliaio di pezzi che troveranno spazio in un grande complesso sul  Wilshire Boulevard di Los Angeles, l'ex Tempio Massonico di Rito Scozzese. L’apertura del centro sarà prevista per il 2015.





A Berlino arriva l’arte moderna - progettazione di un nuovo grande museo dedicato all’arte moderna.


 Una realtà pacata e laboriosa che si sviluppa senza preoccuparsi troppo di una visibilità mediatica. Questa sensazione si ha tutte le volte che si parla di Berlino, centro instancabile dal riservato profilo, ma che sta creando un forte centro promotore di arte e cultura.


Fra le tante novità l’avvio dei lavori di ampliamento della Nuova Galleria Nazionale presso il Potsdamer Platz, per poter accogliere la vasta raccolta di opere di arte moderna e il dono dei collezionisti Ulla e Heiner Pietzsch, che comprendono importanti opere del novecento, soprattutto attenta al Surrealismo, da Max Ernst, René Magritte, Joan Miró, Salvador Dalí, Paul Delvaux, André Masson e Yves Tanguy, e valutata oltre 150 milioni di euro. In tal modo la sezione storica, che raccoglie tanti capolavori dei secoli passati, rimarrà nell’area dell’Isola dei Musei, mentre le opere dell’ultimo secolo saranno allestite nei nuovi spazi. L’apertura del nuovo museo è prevista per il 2022 e l’intero progetto costerà 130 milioni di euro.

Prada Marfa - Spersi nel deserto artistico della moda


Il prossimo primo ottobre compie già otte anni una delle più originali strutture artistiche realizzate dagli artisti danesi Michael Elmgreene e Ingar Dragset, si tratta dell’istallazione “Prada Marfa” posta nella vasta prateria del Texas, nello sperduto villaggio di Valentine vicino alla cittadina di Marfa, sulla strada statale U.S. 90.



Questa è un’area che già aveva affascinato l’arte, infatti proprio qui vicino a Marfa, erano gli anni settanta, Donald Judd avviava alcuni interventi creativi con altri amici, ora gestiti dalla Fondazione Chinati, seguiti poi da altri ancora negli anni ottanta.

Il progetto di Elmgreene e Dragset nasceva in realtà per una galleria newyorchese, la Tanya Bonakdar Gallery, nel 2001, quando l’invasione di molti marchi di moda prendevano possesso delle gallerie della zona. In segno di “protesta/ironia” gli artisti avevano messo sulla vetrina la scritta “opening soon Prada” che attrasse tanti curiosi, soprattutto consumatori di moda. Situazione che avviò l’incontro della nota società milanese con gli artisti e che diede un nuovo sviluppo al progetto. Infatti alcuni anni dopo, nel 2005,  fu realizzata l’istallazione col sostegno della Fondazione Prada che fu inaugurata il primo ottobre, con un bel party sotto un fantastico cielo stellato.

Ora il fantomatico negozio, una struttura in perfetto stile Prada, con parte della collezione Prada Autunno-Inverno 2005, si trova sperso in un angolo della terra, suggestiva riflessioni sulla passione umana del consumismo e della diffusione di un brand.


L’intenzione del progetto era di lasciarlo lentamente decantare ma visto l’interesse globale si è avviata un’iniziativa di conservazione e tutela che lo rende come un atollo temporale congelato nel caldo paesaggio del Texas.


Cambiare ma non troppo - La riproducibilità della opere e il senso dell’immagine.


Per tutto il novecento l’arte ha voluto cambiare continuamente, lasciando le certezze formali alla ricerca di nuove libertà, ora che la tecnologia pare aver dato lo strumento più libero, il web dove tutto il visibile è realizzabile, pare ritrarsi in un atteggiamento di supponenza, o forse più semplicemente a tutela di certe caste e di certi mercati economici, gli stessi che fingono di tutelarla.

Se nessuno si scandalizza nel ritenere la musica diffusa attraverso un mezzo tecnologico autentica, diversamente succede con l’arte quando fotografie, video vengono promosse solo in una realtà visiva mentre la loro diffusione mediatica pare “svilirne” il valore, ma lo stesso si potrebbe dire per la pittura e forse per la scultura/installazioni.

Attraverso Google Art un quadro può essere fruito in un modo unico che nemmeno dal vero potrebbe essere possibile, visto la possibilità di dettaglio e di vicinanza. Vero che una certa dimensionalità si potrebbe perdere ma anche vero che spesso dentro un museo non è possibili avvicinarsi all’opera, vederla senza riflessi e poterne godere nella quiete di una stanza, circondati da una folla che interrompe la fruizione della visione e dallo scandire del tempo che ci accellera la permanenza.

Il mondo è cambiato molto, forse troppo velocemente per chi viene da un vicino passato, ma inesorabilmente cambierà ancora di più e il senso dell’immagine (o dell’arte) subirà sicuramente ancora tanti rinnovamenti.



26/08/13

Park Nights fra la Serpentine Pavilion e la Tate Britan di Londra



Sotto il titolo “Park Nights” si svolgono alcune interessanti manifestazioni culturali nel Serpentine Gallery Pavilion 2013 disegnato da Sou Fujimoto.

Ecco il programma dei prossimi incontri:

Venerdì  6 Settembre ore 8:  Russell Haswell e Yasunao Tone
Venerdì  20 Settembre ore 8:  George Henry Longly, GHL
Venerdì  27 Settembre ore 8:  Leslie Thornton e James Richards

www.serpentinegallery.org

Col medesimo spirito di animazione  il prossimo 21 Settembre la Tate Britan propone una particolare giornata dal titolo “BP Saturdays: Loud Tate – Pendulum” ricca di stimoli visivi, artistici e musicali, una successioni di eventi per avvicinare il pubblico più giovane al piacere della cultura, unendo le opere artistiche della collezione a momenti fashion, sociali e musicali. Fra i tanti ci saranno workshop interattivi e live performance con Clean Bandit, techno e hip hop con la Hackney Colliery Band.

Segni Moghul al Met


Risulta molto attuale l’opera di Imran Qureshi attualmente in mostra alla Gallery 926, su commissione della Roof Garden del Met, una rielaborazione di una antica miniatura  Moghul in una chiave contemporanea. Un dialogo fra le forme della natura e le forme della complessità umana.




English text

The Roof Garden Commission: Imran Qureshi

This commission presents the first large-scale installation in the United States by the artist Imran Qureshi (born 1972, Hyderabad, Pakistan). The sources for the lush patterns that sprout from his spills of paint are the detailed works on paper that he makes in the style of the miniaturists who worked for the Mughal court (1526–1857). Within the strictures of this ancient discipline, Qureshi continues to find remarkable room to experiment. In his exquisite miniatures, the artist pairs richly detailed landscapes with figures in modern dress, images of contemporary life in Pakistan, or portraits of himself at work. As they did in the Mughal era, miniatures remain for Qureshi a vehicle for conveying complex political references within the parameters of their small dimensions and refined imagery.

In recent years Qureshi has transplanted his landscapes from the boundaries of the page to specific architectural environments. Flooding his chosen sites with acrylic, the artist then works the paint into thickets of ornamental leaves with foliate patterns that evoke the luxuriant walled gardens of the Mughals—a ubiquitous subject in historic miniatures. Here, on the Roof Garden, the blooms also echo the verdant foliage of Central Park—a green space conceived in the nineteenth century to function as a site of respite and tranquility in the midst of the chaotic and cacophonous city.
Three years ago Qureshi began to use red acrylic in his installations in response to brutal bombings in Lahore. While many of the world's citizens have become accustomed to almost daily attacks on their streets, such cruelty striking so close to home provoked a deep response in his work. "Yes, these forms stem from the effects of violence," he said of his visceral blooms of paint. "They are mingled with the color of blood, but, at the same time, this is where a dialogue with life, with new beginnings and fresh hope starts." Given the devastating recent events in Boston, Qureshi's theme of tragedy giving rise to a blossoming of new growth is all the more poignant as a message of recovery and regeneration.

Il nuovo studio di Damien Hirst


Si aprirà fra poco lo Science Gallery and Studios una serie di spazi progettati dallo studio Designscape a Stroud, in Inghilterra, per l’artista Damien Hirst, che voleva dare avvio ad una propria struttura di produzione e promozione. Un’area che supera i 9,000 metri quadrati con soffitti altri 18 metri, dove poter realizzare ogni tipologia di opera, una modernissima officina d’arte. L’edificio è stato realizzato dallo studio di Bath ed è caratterizzato dalla particolare colorazione delle pareti in alluminio blu e degli elementi di giunzione verdi.



I, you, me al Whitney



Sta per concludersi al Whitney Museum for American Art, una piacevole mostra dal titolo “I, you, me” che ripercorre la fine degli anni ottanta, fra l’epoca Reagan e Clinton, caratterizzata da una fase di stagnazione economica sociale. Suddivisa in tre sezioni propone una breve ma critica analisi sull’identità singola, l’alterità e la socializzazione, viste attraverso le Cindy Sherman, Shirin Neshat, David Wojnarowicz, 

La stagione artistica europea riprende da Zurigo



Un’effervescente inizio autunnale a Zurigo per l’arte con una tre giorni, dal 28 al 30 Agosto, di mostre, incontri ed aperture artistiche delle più note realtà espositive della città.

Eventi molto articolate che vanno dalle opere di Sandra Boeschenstein proposte dalla Galerie & Edition Marlene Frei al più popolare Basquiat proposte da Bruno Bischofberger.
 

Oltre sessanta gallerie che avviano la stagione culturale di questa stupenda città elvetica. Le inaugurazione andranno per aree, dal 28 il Zürich Aussersihl, il 29 l’area Limmat, il 30 Lowenbrau e poi una tutta comune.




Pausa caffè


Non c’è arte senza mercato - Un senso all’arte contemporanea



La storia ci ha insegnato che quello che chiamiamo arte non è mai stata la stessa cosa, ma ha mutato forme e sensi. Dai tempi antichi quando forse era magia, mistero, spiritualità, passando poi come canone di bellezza o un modo per registrare il tempo e fissarlo in un’immagine a memoria del futuro, per trasformarsi poi in un senso oggettivo e oggi che, siamo nel pieno di nuovi epocali cambiamenti, si è amalgamato al nuovo mondo dell’intrattenimento, diventando parte di una forma di “consumo” sostenuta da una filiera di commercializzazione rapida, come per qualsiasi oggetto superfluo. 

Quello che molti chiamano sistema dell’arte è un pragmatico mercato con regole ristrette ad una oligarchia economica che aspira ad usare l’antica enfasi ma ne pratica una cinica vivisezione economica. 

Negli ultimi decenni una realtà anomala e forse autentica è stata acquisita da abili strateghi del mercato, con pratiche tipiche di un’altra realtà simile definita “sistema moda”, infatti alcuni investitori agiscono in entrambe i sistemi, depauperando la storia a favore di prodotti abilmente confezionati e distribuiti con la giusta dose di “esclusività” che giustifica la trasformazione di valore. 

Come era già successo con i bulbi olandesi il gioco pare molto rischioso, si immettono sul mercato oggetti di scarso valore che attraverso una giustificazione “letteraria” vengono “incrementati” economicamente, ma se una volta il prodotto artistico aveva dei parametri giustificabili (qualità, tecnica, pregio dei materiali,…) oggi questi sono diventanti assolutamente aleatori per cui non è detto che nel futuro queste proposizioni si manterranno. 

La cosa che più lascia perplessi e che su questa giostra vengono “sacrificati” tantissime giovani vite che illuse dall’enfasi dell’ ”arte” vengono inserite in una strategia di consumo, sia temporale che culturale, che li priva di reali speranze di realizzazione.

25/08/13

Marina Abramovic e Kickstarter


Vi segnalo il positivo risultato la ricerca di fondi della Marina Abramovic Institute realizzato con Kickstarter, che ha raggiunto l'obiettivo di trovare 600.000 dollari, parte dei 20 milioni che servono per fare il progetto totale. 

24/08/13

Brillanti riflessi al Kestnergesellschaft di Hannover

Constantin Brâncusi Vue de l'atelier, 1927 Vintage silver gelatin print 
39 x 29 cm Courtesy: Peder Lund 

Il Kestnergesellschaft ha inaugurato ieri una mostra collettiva dal titolo »Der Schein | Glanz, Glamour, Illusione«, che è dedicato al significato della brillantezza nell'arte contemporanea. 

Una selezione di opere contemporanee e storiche, fra i tanti artisti: Joseph Beuys, Damien Hirst, Andreas Gursky, Yayoi Kusama, Sherrie Levine, e Thomas Demand, che illuminano l'ambivalenza del termine Schein, che in tedesco significa fonte di luce e di riflessione, così come aspetto e illusione. 

L'ambivalenza dell' "aspetto" può essere visto nelle opere selezionate, che giocano coi materiali preziosi, con l'eternità, da un lato, e con l'illusione, abbagliamento, e transitorietà dall'altro.

Il punto di partenza storico per la mostra è Constantin Brancusi, che nei primi anni del XX secolo cancellò tutte le tracce della mano artistica dalle superfici brillanti delle sue sculture. Aspirando alla perfetta qualità dei prodotti industriali.


 Wolfgang Tillmans Lights (Body), 2002 DVD 5 min. loop © Wolfgang Tillmans 
Courtesy Galerie Buchholz, Berlin/Cologne


Yayoi Kusama Narcissus Garden, 1966 - stainless steel spheres, set of 800 30 cm each 
Courtesy: Courtesy Yayoi Kusama Studio Inc., Ota Fine Arts, Tokyo and Victoria Miro, London 
Copyright: Yayoi Kusama

Felix Gonzales-Torres “Untitled” (Placebo-Landscape-for Roni), 
1993 Candies individually wrapped in gold leaf, endless supply Ideal weight: 544 kg Measurements variable 
© Sammlung Hoffmann, Berlin 



Joseph Beuys Bust Portrait, 1947 Bronze on marble pedestal after a plaster original 
33.4 x 18 x 23 cm (object measurements) Museum Kurhaus Kleve – Ewald Mataré Collection 
Photo: Annegret Gossens Kleve 2012

L’altro che ci appartiene - Identità uniche all’Espace Culturel Louis Vuitton di Parigi



Sinonimo di lusso e classicità ma capace di slittamenti culturali, e delle più originali forme di libertà d’eleganza, il gruppo Louis Vuitton propone nei suoi spazi espositivi, all’ultimo piano del maestoso palazzo sugli Champs-Elysées, un’interessante mostra sull’alterità dall’esplicativo titolo “Altérité - Je est un autre”. 

Non è forse nella vasta diversità che si può gioire delle scoperte e dell’innovazione, spostare le proprie consuetudini e arricchire le annoiate idee? 

Alcuni di questi interrogativi trono stimolanti risposte, girando per gli spazi di una bella mostra; un’esplorazione sulle declinazioni del gusto e delle identità. Affascinanti rive da cui guardare con occhi nuovi le consuetudini del nostro vivere arricchendolo di nuovi stimoli. 

Il percorso è un’indagine sulle molte declinazioni della rappresentazione umana “fuori dalla norma”, dalle ispirazioni più primitive alle suggestioni sub-culturali delle doll metropolitane giapponesi. L’identità e le sue rappresentazioni sono proposte nelle loro forme più particolari, espressioni di bisogni unici, che appartengono ad ogni individuo e che lo rendono diverso uno all’altro, in una necessità di personalità ma anche di appartenenza comunitaria. 

Molte le opere artistiche presenti dagli scatti solitari di Francesca Woodman alla matericità del tessuto di Gil Yefman, oltre a lavori di Kader Attia, Leigh Bowery, Reza Hazare, Tal Mazliach, Pierre Molinier, Tomoko Sawada e Atelier Eric Poitevin des Beaux-Arts de Paris 

Espace Culturel Louis Vuitton, rue de Bassano angolo avenue des Champs Elysées 101 a Parigi  - Aperto tutti i giorni dalle 12 alle 19 






L’evoluzione della pungolatura artistica - Da Mimmo di Caterina a “Luca Rossi”


Il sistema dell’arte ha sempre avuto stimolanti suggestioni dai vari “Pasquino”, spesso figure che vivendo l’esperienza dell’arte in modo diretto, ne colgono i tanti aspetti e perplessità. 

Attraverso il web in questi ultimi anni ne sono sorti diversi tra cui Mimmo di Caterina, che animò col suo spirito burlesco molta della assopita realtà a cui recentemente un nuovo “personaggio” tal “Luca Rossi” ha risvegliato in modo più composito nuovi spunti di riflessione. 

Entrambi hanno avuto parabole simili, nati nel mondo libero del forum, si sono pian pianino irrigiditi nelle vere strutture del sistema arte, sminuendo in tal modo la loro forza “rivoluzionaria”, adagiandola così sulla nenia della critica, senza dare però spazio a reali nuovi sviluppi. 

Forse proprio su questi aspetti che s’incagliano le più buone intenzioni; una cosa sono le giuste osservazioni sui tanti anfratti del complesso e ristretto mondo dell’arte contemporanea (italiana), carente per dinamismo e voglia di rinnovamento, una cosa sono gli stimoli per uscire da questi stagni, che se privi di operosi e innovativi gesti rimangono piacevoli suggestioni. 

Chi sarà il prossimo?

Jeffrey Deitch torna a New York dalla Leila Heller Gallery



Jeffrey Deitch dopo la travagliata esperienza al Moca di Los Angeles torna a New York collaborando con la Galleria Leila Heller a Chelsea per cui realizzerà un’interessante mostra dal titolo “Calligraffiti: 1984 / 2013” miscelazione di opere sul tema della calligrafia che declina nel graffito, con una vasta proposto di opere di oltre cinquanta artisti tra cui Basquiat, Haring, Shirin Neshat, un eL Seed. La mostra si svolgerà dal 5 Settembre al 5 Ottobre.








“A calligraphic impulse has been behind some of the greatest works of Modern Art.”  -- Jeffrey Deitch

"This show makes connections between pivotal artistic movements across cultures that have informed each other's creative processes. Just as the graffiti movement emerged from the economic and social turmoil of the 1970s in New York, it is now no surprise that some of the most groundbreaking street art is burgeoning all across the Middle East. Calligraphy as an art form is part of a Middle Eastern collective memory and as it continues to evolve, we are now witnessing a kinetic dialogue between these movements that will no doubt leave their mark on history." -- Leila Heller


Leila Heller is pleased to announce Calligraffiti 1984/2013, on view from September 5 – October 5, 2013. Originally curated in 1984 by Jeffrey Deitch (Director, Museum of Contemporary Art, Los Angeles) at Leila Heller’s former uptown gallery, Calligraffiti explored a myriad of possible connections shared between the seemingly disparate styles of select mid-century abstract, U.S. graffiti, and calligraphic artists from the Middle East and its diaspora.


By presenting an expanded and updated roster of artists including site-specific installations by emerging and established artists 30 years later, Calligraffiti 1984/2013 re-examines the global impact of street art and calligraphy as converging modes of personal expression, popular culture, and political dissent mutually grounded in arrogating the systems of language. Featuring more than 50 works by artists ranging from Jackson Pollock and Lee Krasner; Hans Hartung and Cy Twombly; Keith Haring and Jean-Michel Basquiat; and Hossein Zenderoudi and Pouran Jinchi, the exhibition will also include site-specific installations by emerging and established artists. LA2 will be creating an installation in Leila Heller Gallery’s front room visible from 25th street, while Tunisian/French artist eL Seed will be painting a mural in the 11th Avenue windows. An illustrated catalogue with an introductory text by Jeffrey Deitch will accompany the exhibition.





DIG di Daniel Silver a Tottenham Court Road


Dal  12 Settembre al 3 Novembre, Artangel avvia un nuovo progetto scultoreo di Daniel Silver in una particolare location nel centro di Londra, un antico edificio abbandonato., che ha ispirato l'artista per un intervento fra l'archeologico e lo spirturale. 

Luogo: Odeon site, 24 Grafton Way (off Tottenham Court Road)
Dal Martedì alla Domenica, 11:00-06:00, ultimo ingresso 17:30
www.artangel.org.uk/dig



English 

Artangel announce DIG, a new installation by London-based sculptor Daniel Silver in an abandoned and overgrown site just off Tottenham Court Road in the centre of London. 

The site houses figures and fragments, perhaps uncovered from some kind of archaeological investigation. Made in a range of materials including marble, plaster and terracotta, some eroded and deformed, the sculptures guard their secrets jealously. Are they idols, deities or fetishes? What belief system do they belong to?

The Odeon site, 24 Grafton Way (off Tottenham Court Road) - London WC1E 6DB
12 September — 3 November - Tuesday — Sunday, 11am — 6pm, last admission 5.30pm
www.artangel.org.uk/dig

22/08/13

Circuito off


Prende avvio dal 28 al 31 agosto presso il nuovo Teatrino di Palazzo Grassi  la quattordicesima edizione di Circuito Off, che apre le porte con il concorso International Competition che quest’anno conta 29 video finalisti provenienti da 13 paesi: Italia, Inghilterra, Stati Uniti, Belgio, Irlanda, Germania, Canada, Svizzera, Giappone, Australia, Austria, Francia e Norvegia. 
I video in concorso sono giudicati da una giuria internazionale, composta da Tejal Shah (artista e videomaker, India), Miltos Manetas (artista, Grecia), Daniele Puppi (artista, Italia) Maroussia Rebecq (fondatrice e direttrice del collettivo Andrea Crews, Francia), Géraldine Gomez (direttrice del Festival Hors Pistes/Centre Pompidou), che annunceranno il vincitore il 31 agosto.

Oltre all’International Competition, verranno presentate durante le quattro serate del Festival diverse sezioni dai contenuti sperimentali, con i più significativi nomi dello scenario  del video contemporaneo.
La sezione speciale Fil Rouge, curata da Mara Sartore, presenta cinque registe donne molto diverse tra loro, che raccontano cinque universi altrettanto particolari. 
Lola Montes Schnabel, talentuosa artista prima che figlia d’arte, presenta in world première un video di dieci minuti che rappresenta l’apice della sua collaborazione artistica con il Maestro italiano della sperimentazione sull’identità Luigi Ontani
La performer e artista americana Tara Subkoff mostra, anche in questo caso in world première, “Future Perfect”, la sua video-sperimentazione multimediale che vede Milla Jovovich protagonista di una performance in cui è isolata per otto ore.
Tejal Shah, nata in India vive e lavora a Bombay, con il suo visionario e immaginifico “Between the Waves”, presentato a dOCUMENTA (13), presenta un mondo surreale popolato da donne unicorno che raccolgono plastica nella foresta e comunicano in un paesaggio lunare con uno specchio. 
La regista greca Athina Rachel Tsangari in “The Capsule” racconta il mondo onirico di sette ragazze, rinchiuse in un castello arroccato su una roccia delle Cicladi in un film che rappresenta il dialogo essenziale tra cinema, moda, e arte. 
Nel suo video “Play”, presentato ad Unlimited Art Basel, Dara Friedman, nata in Germania vive e lavora a Miami, sviluppa e riproduce scene della vita intima di alcune coppie. Le situazioni poetiche e il ritmo intenso e divertente delle diverse scene scaturiscono da un lavoro basato sull’improvvisazione teatrale.

E ancora, la sezione speciale di Computer Animation, curata da Alessandro Grandesso, che presenta una selezione dei migliori lavori di due noti autori a confronto: gli imprevedibili mondi dell'irlandese David O’Reilly e il talentuoso italiano Marco Morandi, per uno sguardo senza filtri sulle evoluzioni dell’animazione.

Liquid Asia, curata dal duo artistico MAP Office formato da Laurent Gutierrez e Valérie Portefaix, presenta una carrellata di video legati all’acqua di diversi artisti asiatici tra cui Jun Nguyen-Hatsushiba, Yuan Goang Ming, Jin Shan, Rajorshi Ghosh, e Ken Matsubara .

Da non perdere Future past perfect, sezione curata da Michela Canessa e dedicata all’incontenibile estro del tedesco Carsten Nicolai, conosciuto al pubblico internazionale con lo pseudonimo di Alva Noto per le sue installazioni e performance al crocevia tra video, suono, architettura, scienza e tecnologia. 

Altra sezione è The church of the Unconnected: Final Act, in cui l'artista Miltos Manetas e il duo curatoriale Francesco Urbano Ragazzi presentano la storia del terzo Padiglione Internet: Circuito Off è il palcoscenico dove si svolge l'atto finale di questo progetto, un omaggio agli Unconnected, a coloro che ancora oggi vivono una vita 100% offline e che per questo sono i nuovi santi della rete. 

Si prosegue con Middle East Now a cura di Roberto Ruta e Lisa Chiari, una sorprendente panoramica di corti prodotti e girati in Medio Oriente: “Baghdad Messi” di Sahim Omar Kalifa, “Noor” di Ahmed Ibrahim e “Though I Know the River Is Dry” di Omar Robert Hamilton.

Il collettivo parigino Andrea Crews, in collaborazione con Hors Pistes - Centre Pompidou, presenta la sezione Fashion, Art, Activism, una selezione significativa delle sue performance degli ultimi dieci anni, che miscela differenti aspetti della creatività contemporanea. Al crocevia tra moda, arte ed attivismo e all'insegna dell'indipendenza e della sperimentazione.

Infine Spot of red, rassegna nella rassegna, premia i 3 migliori video selezionati dalla giuria presieduta da Oliviero Toscani per il contest che promuove la donazione di sangue.

Per tutta la durata del Festival, il foyer del Teatrino ospiterà l’artista Daniele Puppi con la sua installazione video “Godzilla”: un’opera che fa parte di un gruppo di lavori di ricerca sulla rielaborazione dell’esperienza cinematografica e la sperimentazione di nuove modalità di manipolare  l’immagine filmica, il suono e lo spazio, stravolgendone i contenuti e i significanti, e creando di fatto una nuova esperienza fisica multisensoriale.


Ingresso libero fino ad esaurimento posti
ulteriori info su www.circuitooff.com

21/08/13

The Call, cinquant’anni

  



Arriva l’autunno e si inizia a pensare al nuovo anno, per cui ci vuole un bel calendario, e come da tradizione giunge quello mitico della Pirelli, che quest’anno compie cinquantanni, festeggiati con gli scatti di Peter Lindbergh (erano già stati suoi le edizioni del 1996 e 2002) uniti a quelli di Patrick Demarchelier (2005 e 2008) e con sei splendide modelle: Alessandra Ambrosio, Helena Christensen, Isabeli Fontana, Miranda Kerr, Karolina Kurkova, e Alek Wek.




20/08/13

Teschi, una passione comune fra Damien Hirst e Alexander McQueen



Era un elemento comune fra il grande stilista e l'artista, entrambi inglesi, ed entrambe appassionati di scheletri.

Ne ha dato notizia pochi giorni fa il quotidiano WWD.

Pare logico che per ricordare il decimo anniversario della maison, del gruppo Kering, sia stata realizzata una collaborazione su questo tema, fra la stilista Sarah Burton e l'artista Damien Hirst, per omaggiare il famoso stilista, saranno dei foulard ispirati alla serie Entomology e posti in vendita a breve nelle boutique del gruppo o  sul sito  http://www.alexandermcqueen.com


Projects des Prix Nationaux d'Architecture du Moniteur 2012, Forum d'urbanisme et d'architecture , Nice,








Villa Arson, Entrée libre mais non obligatoire, Noël Dolla,
































Text from the web site http://www.villa-arson.org

Une exposition mono/polygraphique de Noël Dolla,
Une flânerie joyeuse dans le dédale architectural de la Villa Arson 

Entrée libre mais non obligatoire dit la volonté de Noël Dolla de sublimer les 23 000 m2 de la Villa Arson avec la complicité amicale de nombreux artistes. Briser la règle de la bonne ordonnance du point de VUE UNIQUE, perturber les modalités d'exposition des oeuvres d'art par une alchimie "d'invasions" et de "débordements" de la totalité des espaces de l'école nationale supérieure d’art, des galeries du centre d’art, des jardins et terrasses qui ne formeront plus qu’un lieu UNIQUE d’expérimentation artistique.

La Villa Arson offre à Noël Dolla le commissariat de l’exposition d’été pour réaliser une manifestation "hors norme" dans laquelle la place laissée à l’invention, au jeu et à l’expérimentation n’aura de limites que le strict minimum. L’artiste, en "démiurge" des lieux, dessinera les méandres d’une réponse à la question de la nécessité POLITIQUE de l’art et des formes possibles de son exposition aujourd’hui.
Pour Noël Dolla produire autrement : c’est rêver, inventer et réaliser des formes nouvelles de relations complices avec les artistes et les techniciens pour créer et montrer des œuvres sans aucun souci de hiérarchie ou d’économie. Produire autrement : c’est susciter des interventions d’acteurs de la pensée politique contemporaine pour ouvrir les lieux, les yeux et l’esprit à d’autres champs. Produire autrement : c’est faire intervenir de tout jeunes artistes, étudiants et enseignants de l’école d’art ; rendre hommage à ses pairs en présentant sa collection et inviter de grands compagnons de peinture venus d’outre-Atlantique.

Une question sous-tendra en continu ce parcours physique et mental : comment imaginer, vivre et penser différemment une pratique artistique aujourd’hui ? Toute l’exposition sera travaillée par l’idée de la rupture dans la ligne des avant-gardes historiques. Depuis près de cinquante ans, Noël Dolla se livre à une entreprise picturale des plus singulières. Son œuvre, tout autant que son enseignement à la Villa Arson (1974-2011), font de lui un des artistes vivants les plus importants de la scène française. L’artiste construit avec acharnement et constance une œuvre qui interroge la peinture, au sens large, comme un champ de jeux et d'expériences dans "l’esprit de l’abstraction". Il remet tout en cause, s’amuse des dogmes, ré-interroge sans cesse les certitudes qui fondent le projet d'une pratique picturale dans l'histoire de l'art. Tels sont les enjeux qui se donnent à voir avec force dans cette œuvre en mouvement perpétuel, guidée par la certitude qu’une pratique artistique est toujours idéologique.
"Cette exposition est basée sur une circulation multiple et nouvelle à travers les ateliers, couloirs et rue intérieure, les terrasses et jardins de la Villa Arson pour accéder aux espaces du centre d'art. Peinture, sculpture, son, vidéo, cinéma, musique et performance seront convoqués pour organiser, avec la participation libre et active d'une multitute d'artistes, «  Dolla Noël Joyeux bordel* ». Ancien(e)s étudiant(e)s, ami(e)s – tous et toutes artistes que j’estime - seront présents au travers de leurs œuvres qui résonneront et dialogueront avec les miennes, peut-être parfois de façon quelque peu baroque ou violente, comme l’est la vie. Il s’agira de repenser les codes et les normes qui régissent les salles des musées et des centres d’art, d’expérimenter des propositions insolites, folles et inattendues. Je rêve de pouvoir écouter au milieu des œuvres d’art la parole des auteurs, créateurs et acteurs de la pensée politique contemporaine qui, après Marx, ont nourri mon œuvre depuis quarante ans. Fredric Jamesondécryptant la logique du postmodernisme devant l’œuvre de Philippe Ramette, L'Objet à se faire foudroyer soi-même, Ignacio Ramonet décodant « Le Besoin d’utopie » devant La Tour d’amour de Philippe Mayaux, ou encoreDaniel Mermet donnant une voix à ma dernière peinture Les dents de ma mère, pour un million de dollars."
Noël Dolla



Avec la collaboration de : Élodie Antoine et Marianne Khalili Roméo

Et la participation complice, artistique et technique de : Stéphane Accarie, Kaloust Andalian, Patrick Aubouin, Frédéric Bauchet, Pascal Broccolichi, Thierry Chiapparelli, Sandra D. Lecoq, Jean-Baptiste Ganne, Ulrike Gruber, Robert Kudelka, Arnaud Labelle-Rojoux, Patrice Lorho, Stéphane Magnin (atelier de répliquesAutoprogettazione, 1974, Enzo Mari), Arnaud Maguet, Bérénice Mayaux, Philippe Mayaux, François Paris, Pascal Pinaud, Florian Pugnaire, David Raffini, Philippe Ramette, Jérôme Robbe, Guy Scarpetta, Gauthier Tassart, Rémi Voche, Tatiana Wolska, ...


Artistes invités : Polly Apfelbaum, David Diao, Lydia Dona, Jacob El Hanani, Craig Fisher, Roland Flexner, Mary Heilmann, Shirley Kaneda, Jonathan Lasker, Fabian Marcaccio, Saul Ostrow, David Reed, ...

Et la petite collection de Noël et Loupio Dolla : Julien Alonso, David Ancelin, Alfred Angeletti, Ghada Amer, Olivier Bartoletti, Ben, Joseph Beuys, Caroline Boucher, Julien Bouillon, Victor Burgin, Louis Chacallis, Pierre Descamps, Marc Devade, Daniel Dezeuze, Eric Dietman, Cheryl Donegan, Öyvind Fahlström, Malachi Farrell, Dominique Figarella, Robert Filliou, Nicolas Floc'h, Grégory Forstner, Karim Ghelloussi, Giorgio Griffa, Philippe Gronon, Jan Groover, Gulla Gunnarsdóttir, Aïcha Hamu, Alex Huber, Vivien Isnard, Pierre Joseph, Rachel Laurent, Natacha Lesueur, Virginie Le Touze, Sol Lewitt, Made in Eric, Robert Malaval, Henri Matisse, Elisabeth Mercier, Mathieu Mercier, Maryline M’Gaïdes, Jacques Monory, Olivier Mosset, Omer Orselli, Bernard Pagès, Jean-Luc Parant, Philippe Perrin, Francis Picabia, Jean-Pierre Pincemin, Pino Pinelli, Edouard Prulhière, Martial Raysse, Paul Rotterdam, Georges Rousse, Patrick Saytour, Mathieu Schmitt, Stéphane Steiner, David Subhi, Gérard Titus-Carmel, André Valensi, André Verdet, Didier Vermeiren, Jean-Luc Verna, Claude Viallat, André Villers, Andy Warhol, ...

Une création sonore collective - co-production Villa Arson et CIRM (Centre national de création musicale) - parPascal Broccolichi et François Paris, ainsi que Diane Blondeau, Maïa Blondeau, Simon Léopold, Simon Nicolas et Solo Valiha.