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31/05/12

Salva il tuo luogo del cuore ...


 I Luoghi del Cuore

Se nel tuo cuore c'è un pezzetto d'Italia, aiutaci a farlo conoscere. Un giardino, una dimora, un bosco, un'isola, un campanile, una chiesa, un sentiero: segnala il tuo Luogo italiano del Cuore, insieme faremo di tutto per proteggerlo. 

Dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia per assicurarne un futuro è lo scopo de “I Luoghi del Cuore”, il censimento nazionale promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che chiede ai cittadini di indicare i luoghi che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati e conservati intatti per le generazioni future. L’appello è volto alla difesa di tesori piccoli e grandi, più o meno noti, che occupano un posto speciale nella vita di chi li ha a cuore. 

Il progetto ha l’obiettivo di coinvolgere concretamente tutta la popolazione, di qualsiasi età e nazionalità purché residente in Italia, e di contribuire alla sensibilizzazione sul valore del nostro patrimonio artistico, monumentale e naturalistico. 

Attraverso il Censimento il FAI sollecita le Istituzioni locali e nazionali competenti affinché conoscano il vivo interesse dei cittadini nei confronti delle bellezze del Paese e mettano a disposizione le forze necessarie per salvaguardarle; ma il censimento è anche il mezzo per intervenire direttamente, laddove possibile, nel recupero di uno o più beni votati. 

I Luoghi del Cuore
Se la prima edizione, lanciata nel 2003, era già stata un grande successo, ricevendo 24.200 segnalazioni, l’edizione successiva ha avuto una crescita decisamente superiore alle aspettative con ben 92.468 segnalazioni giunte nel 2004. Per poter assicurare un’adeguata valutazione e valorizzazione di tali segnalazioni, sono stati introdotti censimenti a cadenza biennale con un tema diverso per ogni edizione. 

L’idea si è dimostrata efficace: il terzo censimento del 2006, dedicato ai Luoghi di Natura, ha ottenuto ben 120.960 voti e nel 2008, sono pervenute 115.138 segnalazioni per chiedere di cancellare ciò che deturpa i luoghi più amati dagli italiani. Nel 2010 il FAI, a 150 anni dall’unità d’Italia realizzata da Garibaldi, ha chiesto agli italiani di votare l’Italia del loro cuore. La risposta è stata clamorosa: 464.649 segnalazioni ricevute, un risultato straordinario che riconferma l’importanza del censimento. 

Nel 2012 torna il Censimento i Luoghi del Cuore e quest’anno l’obiettivo è quello di rendere potenzialmente internazionale l’iniziativa chiedendo a tutto il Mondo di partecipare e di segnalare il proprio Luogo italiano del Cuore. 

Per la prima volta il Censimento è aperto a tutto il mondo, perché la bellezza non ha confini. 


I Luoghi del Cuore

Erotismo di successo - Prima personale di Tracey Emin al Contemporary Turner


Tracey Emin, I Never Stopped Loving You Neon

Nella quieta cittadina di Margate è da poco in corso una mostra personale di Tracey Emin, che ha studiato una serie di nuove opere da presentare appositamente per questi spazi. 

L'artista è cresciuto in questa città, che le ha fornito molte ispirazioni per alcuni delle sue opere più note, mettendo così in gioco un rapporto sociale del suo universo personale. 

Esplorando i temi dell'amore, della sensualità, ma anche con una visione romantica, la mostra comprende nuove opere costituite da dipinti, disegni, acquerelli e lavori col neon. 

Opere che come sempre sono particolarmente minute e quotidiane, composte anche da forti testi, spesso scritti col neon, che hanno un inteso impatto emotivo, ma che sanno anche declinare in un certo sensuale stato percettivo. 

L'esposizione è ben articolata, con un giusto spazio per le opere molto forti e dai stridenti contrasti estetici. 

La posizione, prossima al lungomare, rende questo spazio perfettamente adatto a questa opere che ci immergono in una sensualità che nelle vicine movenze del mare rimanda all'erotismo femminili. 

Questo nuovo museo è stato inaugurato un anno fa su un progetto di David Chipperfield, voluto dall'amministrazione pubblica per stimolare lo sviluppo turistico-culturale. Il museo è ad ingresso gratuito e in questo periodo è anche possibile ammirare la scultura "Il bacio" di Rodin. 

She Lay Down Deep Beneath the Sea, installation view at Turner Contemporary Photo Stephen White

Piano aereo ... Un grande progetto artistico per il nuovo Terminal di Hearthrow.


Slipstream di Richard Wilson

Non sarà pronta per le Olimpiadi ma sicuramente sarà un’opera dai grandi record, la scultura “Slipstream” che Richard Wilson ha presentato per l’ingresso monumentale del rinnovato Terminal 2 di Hearthrow, che aprirà nel 2014. 

La scultura sarà posizionata tra due passerelle all'interno del Terminal e sospeso fino a 20m dal suolo, creando un suggestivo punto focale per i passeggeri. 

Si tratta di una grande lavoro lungo 70 metri, dal peso di 77 tonnellate in alluminio. 

L’opera descrive la forma di un piano che fluttua nello spazio, partendo come corpo quieto che viene a mutarsi con l’impatto dell’aria. L'intenzione di Wilson è quello di " far recepire il brivido dell'aria nell'ambiente architettonico del terminal internazionale". 

Curatori del progetto la società Futurecity che lo ha concepito come commissione, per conto della società dell’aereoporto di Hearthrow, con un concorso internazionale per selezionare l'artista. 

L’opera è stata ideata da Richard Wilson con la progettazione di sofisticati computers e il supporto di ingegneri che ne valutassero i rischi strutturali. 

Slipstream è stato progettato per migliorare l'esperienza culturale di tutti i passeggeri che volano attraverso il nuovo terminale, che si stima saranno oltre 20 milioni di persone all'anno. Facendo così di questo lavoro una delle opere più viste nel Regno Unito.

Attraversando Venezia, tanti anni fa, mostra sulla performance Il Corso del Coltello


The Pace Gallery

Fu uno degli eventi più affascinante dell’arte contemporanea di questi ultimi decenni, un progetto artistico particolare e innovativo, ideato da Claes Oldenburg con la sua partner Coosje van Bruggen, a Venezia nel 1985, col sostegno del collezionista torinese Marco Rivetti, all’epoca amministratore delegato del Gruppo Finanziario Tessile. 

Gli artisti idearono per le calle e i rii, presso l’Arsenale, una performance dal titolo “Il Corso del Coltello” cooperando con Frank Gehry, all'epoca ancora sconosciuto al grande pubblico. 

Il Corso del Coltello fu un interessante intervento che mise in dialogo l’architettura, la letteratura e il teatro. 

Realizzata con la collaborazione dell’architetto californiano Frank O. Gehry, la performance si sviluppava intorno all’immagine di un coltellino svizzero, scelto quale simbolo di un nuovo metodo architettonico basato su tagli e incisioni, atto a intervenire nel contesto storico veneziano. Nella trama della performance, il coltellino svizzero, trasformato in gigantesca, la Nave coltello, diventava il fulcro delle azioni di tre personaggi principali: Dottor Coltello (interpretato da Claes Oldenburg), Georgia Sandbag(Coosje van Bruggen) e Frankie P.Toronto (Frank Gehry). Gli artisti impersonavano un pittore dilettante, un venditore di souvenir privo di licenza e un esploratore/inventore personaggi che dialogavano unendo realtà e finzione, presente e passato. 

Ora la nave Coltello originale è nella collezione del Solomon R. Guggenheim Museum, mentre altro materiale progettuale e usato per l’evento, è esposto nelle mostra che la galleria newyorchese Pace propone nei suoi locali fino al 23 Giugno.

La Fondazione Collezione E.G. Bührle giunge al Kunsthaus Zürich



Dmitri Kessel Emil Bührle with his collection at Zollikerstrasse, June 1954 © Getty Images

Tramite un contratto sottoscritto il 28 maggio 2012 e valido a tutti gli effetti legali, la Zürcher Kunstgesellschaft e la Fondazione Collezione E.G. Bührle regolamentano il prestito a lungo termine di circa 190 dipinti e sculture al Kunsthaus Zürich. È previsto che la collezione dell’industriale Emil Bührle (1890-1956), altamente stimata a livello internazionale, a partire dal 2017 verrà esposta all’interno dell’ampliamento del Kunsthaus Zürich progettato da David Chipperfield. Nasce così il centro di punta della pittura dell’Impressionismo francese in Europa più significativo al di fuori di Parigi. 

La nuova convenzione tra la Fondazione Collezione E.G. Bührle e la Zürcher Kunstgesellschaft va a sostituire l’accordo programmatico stilato a febbraio 2006 sigillando l’intenzione allora dichiarata dalle parti di rendere in futuro le opere della Collezione Bührle accessibili al pubblico, nell’ampliamento del Kunsthaus. Conclusosi il progetto preliminare nell’estate 2011, si è aperta la strada all’elaborazione in dettaglio della cooperazione tra la Fondazione Collezione E.G. Bührle, attualmente presente a Zurigo con un museo privato accessibile soltanto limitatamente, ed il Kunsthaus, che nel centro cittadino accoglie in media 300‘000 visitatori l’anno. 


190 OPERE ED UNA CONTINUITÀ DI EPOCHE 
L’inaugurazione dell’ampliamento del Kunsthaus è prevista nel 2017. Il programma concettuale artistico intende affiancare le opere della Collezione Bührle a quelle dell’Arte classica moderna al fine di offrire al pubblico una continuità di epoche. Grazie al recente recupero di fortuna del Ragazzo dal gilet rosso di Paul Cézanne e di un quadro di Edgar Degas, la Collezione ritorna a contare 166 dipinti e 25 sculture. Questi verranno presentati stabilmente in un ambiente ritagliato su misura per loro, su una superficie di 1000 m2. Sono previste sale al secondo piano con lucernari, in condizioni di luce ottimali soprattutto per i capolavori impressionisti. Accorpando spazialmente la collezione del Kunsthaus a quella della Fondazione, sorgerà accanto a Parigi il centro europeo più significativo di pittura francese dell’Impressionismo. 

Claude Monet Poppies near Vétheuil , ca. 1879 Oil on canvas, 73 x 92 cm Foundation E.G. Bührle Collection, Zurich
SPESE ED UTILI DEFINITI NEL BUSINESS PLAN 
Il Kunsthaus si impegna ad esporre stabilmente la Collezione Bührle in quanto unità e a garantirne la preservazione. I costi di mantenimento, manutenzione e mediazione sono preventivati nel business plan della Kunstgesellschaft. Gli introiti ricavati dagli ingressi e dalla vendita di merci con motivi riferibili alla Collezione Bührle vanno al Kunsthaus. 
Questi calcoli sono contenuti nelle richieste di sovvenzionamento sulle quali il consiglio comunale di Zurigo delibererà in giugno 2012 – oltre che sul credito di partecipazione agli investimenti edilizi e su un contributo alle spese preliminari dell’ampliamento del Kunsthaus. 


CONDITIO SINE QUA NON: L’AMPLIAMENTO DEL KUNSTHAUS 

La pregiata Collezione giungerà al Kunsthaus in qualità di prestito permanente soltanto a condizione che i cittadini zurighesi in occasione del plebiscito di fine novembre si pronunceranno con un «Sì» a favore del nuovo Kunsthaus. In caso contrario la Fondazione dovrebbe restare nell’edificio attuale, la cui ubicazione periferica non risulta ideale specialmente per turisti di passaggio. 

Per il Kunsthaus Zürich la votazione a favore del Nuovo Kunsthaus non significa solo la creazione di un centro di punta «Pittura francese ed Impressionismo» (che copre appena il 20% della superficie della Galleria nel Kunsthaus ampliato). Si tratta piuttosto dell’opportunità di esibire in futuro il 20 invece che l’attuale 10 per cento della propria collezione. Obiettivo prioritario è dare un peso quantitativamente maggiore all’arte a partire dal 1960 e presentare la collezione in termini dinamici e con cambi continui. A questo scopo è intesa anche la cooperazione a lungo termine concordata in aprile tra la Zürcher Kunstgesellschaft e la Fondation Hubert Looser, che prevede un marcato consolidamento dell’Espressionismo astratto, della Minimal Art e dell’Arte Povera in dialogo con la collezione del Kunsthaus. 
Ci si propone di dare più spazio a pesi massimi della storia dell’arte (Alberto Giacometti, Cy Twombly) e a movimenti zurighesi di diffusione internazionale (Dadaismo, Arte concreta) sia nell’edificio esistente che nell’ampliamento. La creazione di condizioni in linea con i tempi per mostre temporanee e forme nuove di mediazione dell’arte è essenziale per continuare a risultare appetibili agli occhi di partner favorevoli alla collaborazione (musei, prestatori, mecenati) e per esaudire le aspettative crescenti di un pubblico che sta diversificandosi. Dovrà continuare ad essere possibile anche in futuro accogliere donazioni e cooperare con chi è intenzionato a prestiti permanenti. 


CONTRATTO DI DIRITTO PRIVATO A LUNGO TERMINE 

Riguardo ai dettagli di diritto privato degli accordi, le parti non danno alcun ragguaglio. È prevista l' impostazione a lunga scadenza del contratto con un termine di annullamento di molti anni – per la prima volta per la fine del 2034. 


CONTINUAZIONE MODERNA DI UNA TRADIZIONE MECENATESCA 

Per Zurigo e per la Kunstgesellschaft la partecipazione attiva di Emil Bührle alle sorti del Kunsthaus si è sempre rivelata fruttuosa. Donazioni quali i dipinti delle Ninfee di grande formato di Claude Monet o la Porta dell’inferno di Auguste Rodin non possono più immaginarsi disgiunte dalla collezione del più vecchio Istituto svizzero dedito a collezione ed esposizione. Con il finanziamento del tratto espositivo, inoltre, Emil Georg Bührle permise di realizzare negli anni ’50 del XX secolo una piattaforma per occasioni uniche nelle quali Arte e pubblico possono vivere ancora oggi un incontro diretto. 


PARTECIPAZIONE ECONOMICA DELLA FAMIGLIA DEL COLLEZIONISTA 

Affinché il percorso avviato due generazioni fa possa sfociare in una collaborazione duratura, accanto all’impegno della Zürcher Kunstgesellschaft e del Consiglio di Fondazione della Collezione E.G. Bührle, si adopera in questo senso anche la famiglia. Oltre a mettere a disposizione le opere, la famiglia del collezionista presta un notevole contributo alle spese di costruzione dell’ampliamento del Kunsthaus. 

Paul Gauguin The Offering, 1902 Oil on canvas, 68.5 x 78.5 cm Foundation E.G. Bührle Collection, Zurich
NASCITA DELLA COLLEZIONE E DOCUMENTAZIONE 

Come funzionerà in futuro la collaborazione e cosa deve aspettarsi il pubblico è stato anticipato nel 2010 con la mostra «Van Gogh, Cézanne, Monet. La Collezione Bührle ospite al Kunsthaus Zürich». In quell’occasione era stata ampiamente documentata la storia della Collezione E.G. Bührle e si era lanciato un invito alla discussione su un futuro comune al fianco della Zürcher Kunstgesellschaft. Oltre 130‘000 visitatori dimostrarono con il proprio interessamento che questo nuovo centro di punta “sotto il tetto” del Kunsthaus eserciterà una forte attrattiva. Il costituirsi della Collezione intorno alla metà del XX secolo, la biografia dell’industriale e collezionista d’arte Emil Bührle (1890–1956), la sua attività di imprenditore a Zurigo e di proprietario della fabbrica di macchine utensili a Oerlikon, la Bührle & Co., che produceva anche armi, saranno presentati anche prossimamente in una documentazione. 


CAPOLAVORI DELLA STORIA DELL’ARTE EUROPEA 

A 60 anni dal suo costituirsi, la Collezione – messa insieme per la maggior parte dopo la seconda Guerra mondiale da Emil Bührle, residente a Zurigo – costituisce tuttora una delle collezioni d’arte più importanti del XX secolo. Accanto alla Pittura impressionista, essa comprende opere dei Nabis, dei Fovisti, dei Cubisti e di altri rappresentanti dell’Avanguardia francese dopo il 1900. Arte più antica è rappresentata dal «Periodo aureo» olandese e dai Maestri veneziani del XVI fino al XVIII secolo ma anche da un gruppo di figure lignee. Alla Fondazione Collezione E.G. Bührle appartengono opere di fama mondiale quali il «Seminatore al tramonto» di van Gogh, la «Petite Irène» di Renoir, il «Campo di papaveri a Vétheuil» di Claude Monet, «Il ragazzo dal gilet rosso» di Paul Cézanne e l’«Italiana» di Picasso. Tra gli artisti più importanti contano inoltre Frans Hals, Canaletto, Ingres, Delacroix, Manet, Degas, Gauguin, Signac, Vlaminck e Braque. 


FONDAMENTO FRUTTUOSO PER UN FUTURO LAVORO DI MEDIAZIONE 

Tema centrale della Collezione è la nuova libertà artistica che si impone quale premessa dell’Arte moderna; il suo significato risiede nella scelta coerente attraverso la quale Emil Bührle rappresentò questa evoluzione con capolavori degli artisti di primissimo piano. La vicinanza alla collezione del Kunsthaus, divenuta museale nel corso di secoli e sorta sulla base di tutt’altre premesse, offre un’acquisizione di conoscenze che va ben oltre le singole opere. Al visitatore è concesso di mettere a confronto tra loro concezioni di collezione - privata e pubblica –, un fondamento fruttuoso per il futuro lavoro di mediazione nell’ampliamento del Kunsthaus Zürich. 
Vincent van Gogh Sower with Setting Sun, 1888 Oil on canvas, 73 x 92 cm Foundation E.G. Bührle Collection, Zurich

26/05/12

doattime 26/05/12

Phofdo - photographic project 


Gruppo Artistico Spontaneo



  La Fondazione Peano desidera dare opportunità di incontro e dialogo con l’ iniziativa “gruppo artistico spontaneo”.

  Si tratta di un progetto di aggregazione che la Fondazione avvia, all’interno della sua programmazione culturale, al fine di dare possibile sviluppo al confronto e sviluppo delle  energie artistiche territoriali.

  L’iniziativa è aperta a tutti gli appassionati di arte, con una particolare attenzione rivolta agli artisti che desiderano dare  avvio per un percorso di conoscenza e dialogo col fine di creare una comunità artistica territoriale per sviluppare, riconoscere e tutelare la professionalità artistica.

  Il tutto in modo fresco e informale, rendendo l’approccio diretto e aperto a tutti, in particolar modo ai giovani e allargandolo al pubblico sensibile alla cultura delle arti visive.

  Il primo incontro si svolgerà Sabato 26 Maggio 2012 dalle ore 16 alle 18.

La partecipazione è libera e gratuita.



Titolo iniziativa: “Gruppo artistico spontaneo”
Giorno: Sabato 26 Maggio 2012
Orario: dalle 16,00 alle 18,00
Luogo: Fondazione Peano 
Indirizzo: Corso Francia 47 12100 Cuneo
Ingresso libero
Sito web  www.fondazionepeano.it


Le Stanze Del Vetro - Fondazione Cini


Le Stanze Del Vetro. Ala ovest dell’ex Convitto, nell’Isola di San Giorgio Maaggiore, che ospita lo spazio espositivo de Le Stanze del Vetro.


Il 29 agosto 2012 apre al pubblico sull'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la mostra Carlo Scarpa. Venini 1932 – 1947 a cura di Marino Barovier. L'esposizione ricostruisce attraverso più di 300 opere il percorso creativo di Carlo Scarpa negli anni in cui operò come direttore artistico per la vetreria Venini (dal 1932 al 1947). Aperta fino al 29 novembre 2012 la mostra costituisce la prima iniziativa pubblica de Le Stanze del Vetro, progetto culturale pluriennale avviato dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell'arte vetraria veneziana del Novecento. 


L'inaugurazione della mostra Carlo Scarpa. Venini 1932 – 1947 coincide con l'apertura di un nuovo spazio espositivo permanente, che ospiterà negli anni una serie di mostre monografiche e collettive dedicate ad artisti internazionali, contemporanei e non, che hanno utilizzato il vetro, nell'arco della loro carriera, come strumento originale di espressione e mezzo di ricerca di una propria personale poetica. L'obiettivo è di mostrare le innumerevoli potenzialità di questa materia, e di riportare il vetro al centro del dibattito e della scena artistica internazionale. 

L'edificio destinato alle esposizioni de Le Stanze del Vetro è situato nell'ala ovest dell'ex Convitto dell'Isola di San Giorgio Maggiore e dispone di 650 mq di superficie espositiva. Oltre alle mostre, lo spazio ospiterà convegni, laboratori didattici e altri eventi dedicati al vetro. I lavori di riqualificazione dell'edificio, fino ad oggi in disuso, sono stati affidati allo studio newyorchese di Annabelle Selldorf, specializzato nella progettazione di spazi e ambienti museali. Tra i lavori firmati da Selldorf Architects si annoverano: il progetto per la Neue Galerie di New York; la galleria David Zwirner a Chelsea; la galleria Hauser & Wirth di Londra, New York e Zurigo; e gli allestimenti per le sedi di Londra e New York di Gagosian Gallery e Gladstone Gallery. Lo studio realizzerà il prossimo inverno gli spazi per la Frieze Masters Art Fair di Londra. 
Per la riqualificazione dell'edifico destinato ai progetti espositivi de Le Stanze del Vetro, Selldorf Architects si avvale della collaborazione degli architetti Fabrizio Cattaruzza e Francesco Millosevich, responsabili nel 2008 del recupero degli spazi espositivi dell'ex Convitto della Fondazione Cini. L'intervento prevede la configurazione di un percorso guidato attraverso una serie interconnessa di gallerie, dotate di vetrine, piedistalli e altri display museali, per creare continuità e coerenza visiva all'interno dello spazio e tra i diversi livelli espositivi. 

La mostra Carlo Scarpa. Venini 1932 – 1947 si articola attorno ad una selezione di più di 300 opere progettate dall'architetto veneziano Carlo Scarpa negli anni in cui operò come direttore artistico per la vetreria Venini (dal 1932 al 1947), alcune delle quali esposte per la prima volta e provenienti da collezioni private e musei di tutto il mondo. Le opere sono suddivise in una trentina di tipologie che si differenziano per tecnica di esecuzione e per tessuto vitreo (dai vetri sommersi alle murrine romane, dai corrosi ai vetri a pennellate). Il materiale esposto comprende anche prototipi e pezzi unici, disegni e bozzetti originali, insieme a foto storiche e documenti d'archivio. La mostra offre un'occasione di riflessione sul significato e l'importanza dell'esperienza del design nell'opera di Carlo Scarpa, che al periodo muranese deve la sua vocazione sperimentale e artigiana, e propone un interessante confronto tra l'attività di Scarpa-designer e quella di Scarpa-architetto. 

Carlo Scarpa. Venini 1932 – 1947 inaugura il programma di mostre ideate con il progetto Le Stanze del Vetro che si terranno con cadenza annuale fino al 2021, dedicate agli artisti e ai designer che nell'arco del Novecento hanno disegnato e progettato per la vetreria Venini. Questi progetti espositivi sono possibili anche grazie alla possibilità di consultare l'archivio Venini che – creduto perso in un incendio che colpì la fornace muranese all'inizio degli anni settanta – è stato di recente riscoperto. L'archivio comprende documenti originali, foto storiche, disegni e bozzetti risalenti ai primi anni del Novecento. Reso accessibile per la prima volta nella sua completezza, esso consentirà di narrare in maniera inedita la storia dell'arte vetraria del secolo appena trascorso. 

In corrispondenza di ciascuna esposizione è prevista la pubblicazione, a cura dell'editore Skira, di un catalogo ragionato che, a completamento dell'intero ciclo espositivo, si costituirà come un importante strumento di studio e di ricerca. 

Ricordiamo che il progetto Le Stanze del Vetro, nell'ottica di valorizzare l'arte vetraria nel suo complesso, si propone inoltre di organizzare eventi ed iniziative anche in collaborazione con le principali istituzioni cittadine e internazionali, in primo luogo la Fondazione Musei Civici Venezia con il Museo del Vetro di Murano e Università Ca' Foscari di Venezia, dedicate sia alla promozione degli artisti contemporanei che hanno utilizzato il vetro come mezzo espressivo originale e medium della propria poetica, sia alla valorizzazione e allo studio dei principali produttori e delle più importanti collezioni di vetro presenti nel panorama mondiale. 

Nell'ambito del progetto Le Stanze del Vetro la Fondazione Cini ha costituito – all'interno del proprio Istituto di Storia dell'Arte – un apposito Centro Studi che, accanto all'organizzazione periodica di mostre del vetro veneziano, sta promuovendo: la progressiva costituzione di un archivio generale del vetro veneziano, che possa essere messo a disposizione della comunità scientifica e favorire la valorizzazione e il rilancio dell'arte vetraria; la creazione di una biblioteca specializzata, all'interno della propria biblioteca di storia dell'arte; l'organizzazione di seminari, convegni e laboratori destinati a studiosi e artisti interessati alla storia, alle tecnologie e agli sviluppi dell'arte vetraria; l'istituzione di borse di studio specificamente destinate a ricercatori interessati al tema. 

Le attività del progetto Le Stanze del Vetro si avvalgono di un comitato scientifico composto da Giuseppe Pavanello, direttore dell'Istituto di Storia dell'Arte della Fondazione Giorgio Cini, e da: Marino Barovier, Rosa Barovier Mentasti, David Landau, Laura de Santillana e Nico Stringa. 



Le Stanze Del Vetro. Ala ovest dell’ex Convitto, nell’Isola di San
Giorgio Maaggiore, che ospita lo spazio espositivo de Le Stanze del
Vetro.



Carlo Scarpa ritratto nello studio di Asolo, Treviso. Anni settanta.




Murrine romane. Coppia di vasi a tessere vitree trasparenti nere e
rosse. 1936.




A fasce applicate. Vaso in vetro trasparente fortemente iridato con
applicazioni irregolari in vetro verde e blu. 1940.




Laccati neri e rossi. Vaso in vetro nero e rosso ad incalmo. 1940

Il nuovo museo della Fondazione Parrish - Crescendo sul territorio



La crisi contemporanea non ferma lo sviluppo e anche nel mondo dell’arte si prosegue a costruire nuove occasioni di crescita e cultura. Esempio è il nuovo museo della Fondazione Parrish che sarà inaugurato il prossimo autunno a Water Mill nello stato di New York nella suggestiva area della East End di Long Island. 

Ideato dallo studio di due professionisti dei musei lo staff Herzog & de Meuron si sviluppa per oltre 34,000 metri quadrati di museo che raddoppiano lo spazio preesistente, di cui 12.000 utili per l’esposizione permanete e 4,500 per le mostre temporanee. . 

Una nuova struttura che ospiterà le oltre 2,000 opere che narrano la storia dell’arte di questo ultimo secolo. L’evento prende forma con una mostra su Malcom Morley. Il progetto prevede anche delle aree di servizio quali caffetteria, centro educativo-didattico e un’area di negozio. 

La collezione del museo è costituita da arte americana del XIX secolo dalle opere impressioniste di W.Merrit Chase a April Gornik, per lo più quasi tutti artisti che sono stati in quest’area degli Stati Uniti. 

Mi colpisce sempre l’orgoglio che questi enti stranieri manifestano per la propria storia e realtà. Poste in confronto al resto del mondo ma mai dimenticando le proprie tradizioni. Cosa che raramente si vede nei nostri spazi espositivi, dove l’esaltazione esterofila minimizza il ricco tessuto territoriale, a volte danneggiandolo, e rendendo tutto molto uniforme e monotono. Vedi i vari centri artistici di “costo nazionale” che offrono mostre confezionate da nomi assolutamente slegati alla cultura italiana, senza produrre storia, critica, ma “commerciali” eventi a favore di ricche gallerie private. 

Il progetto americano è stato realizzato grazie alla raccolta fondi, tutti privati, che hanno dato realizzazione al progetto di ampliamento di questa struttura che da un secolo opera attivamente sulla cultura locale. Come sempre il sistema americano fa vivere la cultura direttamente dalla volontà sociale che è sostenitrice del proprio territorio e che vive realmente queste realtà che se non hanno il giusto riscontro prima o poi chiudono i battenti. 

Fondazione Parrish


Fondazione Parrish

23/05/12

Roma Contemporary - Quinta edizione della fiera romana.



Prende avvio Giovedì 24 Maggio la quinta edizione della fiera Roma Contemporary, che si svolge presso i suggestivi spazi del Macro, in zona Testaccio. Si tratta del più importante evento romano dedicato all’arte con una ricca proposta di progetti espositivi e un ampio programma culturale dedicato a tendenze emergenti e temi d’attualità. 

La rassegna nella presentazione delle gallerie vede le stimolanti sezioni Out of Range, allestita negli spazi all’aperto del Macro e Start Up, dedicata alle gallerie più giovani, curate rispettivamente da Chris Sharp e Luca Cerizza. 

Circondata dalle prestigiose gallerie partecipanti, centro delle attività culturale è l’Arena, un padiglione temporaneo, progettato dall’artista olandese Jeroen Jacobs. Qui sarà ospitato un fitto programma di incontri, dibattiti e performance; a cura della pubblicazione Kaleidoscope tre giornate dedicate a spazi no-profit presenti sulla scena internazionale. 

Venerdì 25 e Sabato 26 l’Arena ospita anche una sezione musicale curata dalla rivista Nero. Mentre il quadrimestrale Cura offrirà una presentazioni di libri d’artista, incontri e la mostra In Print a cura di Adam Carr. 

Le gallerie presenti a ROMA CONTEMPORARY 2012 sono: 
1000 EVENTI, Milano; AMT_PROJECT, Bratislava; artesilva, Seregno; ENRICO ASTUNI, Bologna; Benappi, Torino; Cà di Frà, Milano; Galerie Campagne Première, Berlin Galleria Glauco Cavaciuti, Milano; CHERT, Berlin; collicaligreggi, Catania; Colombo Arte, Bovisio Masciago; DEP ART, Milano; Galleria Tiziana Di Caro, Salerno; UMBERTO DI MARINO, Napoli DUVE Berlin, Berlin; EOA.PROJECTS, London; FABBRICA EOS, Milano; GALLERIA UGO FERRANTI, Roma; FLUXIA, Milano; FORNI, Bologna; Fruit and Flower Deli / EOCG, Stockholm; Frutta, Roma; FU XIN GALLERY, Shanghai, New York; FURINI Arte Contemporanea, Roma; galleria gentili, Prato; GOWEN CONTEMPORARY, Geneva; Jarach Project, Venezia; LAVERONICA ARTE CONTEMPORANEA, Modica; LUCE GALLERY, Torino Federico Luger, Milano; MAZZOLENI GALLERIA D’ARTE, Torino; GALERIE MARIO MAZZOLI, Berlin; PIOMONTI ARTECONTEMPORANEA, Roma; DINO MORRA ARTE CONTEMPORANEA, Napoli; Galleria Lorcan O’Neill, Roma; OREDARIA ARTI CONTEMPORANEE, Roma; Paci contemporary, Brescia; Alberto Peola, Torino; Podbielski Contemporary, Berlin; POGGIALI E FORCONI, Firenze; Quadrado Azul Gallery, Porto, Lisbon RONCHINI, Terni; Galleria Rubin, Milano; SAKS, Geneva; GALLERIA S.A.L.E.S., Roma; Sangallo ART Station, Firenze; Federica Schiavo Gallery, Roma; SARIEV Contemporary, Plovdiv; secondome, Roma; Société, Berlin; SpazioA gallery, Pistoia SPROVIERI, London; GALERIE SUPPAN CONTEMPORARY, Wien; SUPPORTICO LOPEZ, Berlin; ERMANNO TEDESCHI GALLERY, Torino, Milano, Roma; THE GALLERY APART, Roma FABIO TIBONI/SPONDA, Bologna; TORNABUONI ARTE, Firenze, Milano, Portofino; Galleria Toselli, Milano; Galerie Florent Tosin, Berlin; TRAFFIC GALLERY, Bergamo; Federico Vavassori, Milano; VISTAMARE, Pescara; Voss, Duesseldorf; Workshop, Venezia; GALLERIA ZAK; PROJECT SPACE, Castello di Monteriggioni. 

Interessante l’orario di apertura concentrato nelle ore pomeridiane e serali e il WorkInProject, realizzato dall’ Associazione Culturale specializzata in didattica dell’arte contemporanea e progettazione mirata per spazi espositivi privati, che ha ideato per ROMA CONTEMPORARY 2012 un programma di attività educative dedicate al pubblico dei più piccoli. I bambini, imparano a comprendere e a sperimentare il mondo dell’arte contemporanea attraverso laboratori tematici e visite guidate alla Fiera.

21/05/12

dOCUMENTA 13 artists list




Ed ecco finalmente l'elenco di Documenta, secondo il giornale  tedesco Sueddeutsche, ci sono anche degli italiani, alcuni un poco scontati, altri ironici come Dalí, altri ormai saturi come Boetti, ma altri forse potrebbero essere interessanti, via ancora due settimana e si vedrà il tutto ...  



A Bani Abidi, Etel Adnan, Korbinian Aigner, Barmak Akram, Khadim Ali, Jeniffer Allora & Guillermo Calzadilla, Kai Althoff, Maria Thereza Alves, Francis Alys, Kanwar Amar, Ida Applebroog, Julietta Aranda & Anton Vidokle, Doug Ashford, Tarek Atoui, Kader Attia 


B Princess Bactrian, Nanni Balestrini, Amy Balkin, Massimo Bartolini, Thomas Bayrle, Jerome Bel, Gordon Bennett, Rosella Biscotti, Alighiero Boetti, Anna Boghiguian, Carol Bove, Andrea Bruno, Andrea Büttner, Gerard Byrne 

C Emily Carr, Mariana Castillo Deball, Paul Chan, Critical Art Ensemble, Abraham Cruzvillegas, Istvan Csakany, Attila Csörgö 

D Salvador Dali, Tacita Dean, Mark Dion, Thea Djordjadze, Willie Doherty, Song Dong, Trisha Donnelly, Sam Durant, Jimmie Durham 

F Guillermo Faivovich & Nicolas Goldberg, Geoffrey Farmer, Omer Fast, Lara Favaretto, Ceal Floyer, Llyn Foulkes, Chiara Fumai 

G Ryan Gander, Dora Garcia, Mario Garcia Torres, Theaster Gates, Mariam Ghani, Symrin Gill, Julio Gonzales 

H Fiona Hall, Donna Haraway, Susan Hiller, Horst Hoheisel, Pierre Huyghe 

I Sanja Ivekovic 

J Emily Jacir, Toril Johannessen, Joan Jonas, Brian Jungen 

K Robin Kahn, Hassan Khan, William Kentridge, Erkki Kurenniemi 

L Adriana Lara, Dinh Quang Le, Yan Lei, Gabriel Lester, David Link, Maria Loboda, Mark Lombardi, Renata Lucas, Marcos Lutyens 

M Goshka Macuga, Anna Maria Maiolino, Nalini Malani, Man Ray, Maria Martins, Fabio Mauri, Julie Mehretu, John Menick, Gustav Metzger, Lee Miller, Amanullah Mojadidi, Kyungwon Moon & Joonho Jeon, Gareth Moore, Rabih Mroue, Christian Phillipp Müller, Zanele Muholi 

N Vann Nath 

O Shinro Ohtake, Roman Ondak, Otolith Group 

P Christodoulos Panayiotou, Giuseppe Penone, Claire Pentecost, Susan Philipsz, Sopheap Pich, Lea Porsager, Michael Portnoy, Margret Preston, Seth Price, Ana Prvacki 

R Walid Raad, Michael Rakowitz, Araya Rasdjarmrearnsook, Doreen Reid Nakamarra, Pedro Reyes, Gunnar Richter, Stuart Ringholt, Ruth Robbins & Dixie Evans, Paul Ryan, Hannah Ryggen 

S Natascha Sadr Haghighian, Anri Sala, Seed Constellation Project, Albert Serra Juanda, Wael Shawky, Charlotte Salomon, Ines Schaber, Tino Sehgal, Albert Serra Juanola, Tejal Shah, Nedko Solakov, Alexandra Sukhareva 

T Mika Taanila, Javier Tellez, Aase Texmon Rygh, Alexander Tarakhovsky, Warwick Thornton, Rosemarie Trockel 

V Rojas Adrian Villar, Jeronimo Voss 

W Tjapaltjarri Warlimpirringa, Jessica Warboys, Lori Waxman, Clemens Wedemeyer, Apichatpong Weerasethakul, Lawrence Weiner 

Y Haegue Yang 

Z Akram Zaatari, Anton Zeilinger, Konrad Zuse

20/05/12

Essere unici non si può - Migrazioni artistiche alla Tate Britan



Gli incontri e gli scambi culturali avvengono in diversi modi, posso nascere da viaggi, da incontri e anche da situazioni complesse come le migrazioni. Proprio sul prezioso contributo storico dato dalle migrazioni è il tema dell’attuale mostra alla Tate Britan, realizzata attingendo alla sua vasta collezione di opere, che si svolge fino al 12 Agosto. 

La rassegna propone una vasta analisi temporale che parte dal 1500 fino al nostro presente. Attraverso diversi media e tipologie di approccio all’arte. Sono così proposti lavori di Lely, Kneller, Kauffman, Sargent, Epstein, Mondrian, Bomberg fino a Black Audio Film Collective. 

L’incontro anche complesso di chi si sposta da un paese all’altro porta particolari sinergie e approcci che la mostra svela nel suo articolato percorso. Si può pensare la migrazione come un continuo scorre di idee da una parte all’altra di mondi diversi. E proprio dalla scoperta/incontro delle identità e delle diversità produce nuovi percorsi e gusti estetici. 

In tal modo l’idea di identità britannica viene avvolta da una serie di relazioni culturali che non sono originarie ma, provenendo da paese stranieri o della colonie, la costruiscono. Si svela così il valore della molteplicità e della varietà che produce sviluppo e bellezza. 

Si parte con opere di Jan Eeuwouts (anglicizzato in Hans Eworth), che espulso da Anversa per eresia nel 1540, diventa il ritrattista principiale della regina Maria I, influenzando il gusto inglese, passando per tanti artisti tra cui anche J.W.Turner che migrando in Italia sviluppo la sua tecnica e portandola nel suo paese cambiò il gusto della pittura. Pensiamo anche alla grande tradizione del ritratto inglese che nasce anche dalle influenze di artisti quali Hans Holbein, pittore tedesco, alla corte di Enrico VIII. 

Ma anche recentemente possiamo pensare alle influenze di gusto che una mostra di arte ebraica che si svolse nel 1906 alla Whitechapel Art Gallery ebbe sulla cultura nazionale. 

Molto interessante il catalogo che completa in modo storico l’interessante mostra.

Creativamente uniti - Riscoprire le dinamiche umane per rinsaldare il proprio territorio



L’attuale situazione di trasformazione del sistema capitalistico sta portando a modificare le priorità e le dinamiche del nostro sistema sociale. Le stesse città mutano il loro aspetto, le vie, una volta trafficate e piene di luminose vetrina, sempre più si spengono e si rallentano, spesso degradandosi. 

Un fenomeno che però può mutare se la comunità sociale dei quartieri si riattiva nel suo valore più alto, quello della condivisione umana. 

Ristabilendo rapporti diretti e sociali, creando comunità umana, si diminuisce la situazione di degrado e una reazione costruttiva può riattivarsi per un positivo processo del benessere sociale. Esempi di questo tipo sono in corso in tutto il mondo. 

Ad esempio a Londra si è costituito in questi ultimi anni un movimento di persone sotto il nome Utrophia (parola ideata da Stephen Molyneux assemblando Utopia e Eutrofizzazione), formata da artisti, creativi, musicisti, artigiani, che preso atto del forte degrado urbano si sono attivati per trasformare spazi degradati e in disuso in luoghi sociali. Spazi comunitari come laboratori, centri d’incontro, spazi per attività espositive e musicali. 

Ricucendo i rapporti umani si riattiva il rapporto sociale ed urbano. I quartieri ritornano quei luoghi di vita quotidiana d’incontro e di serenità dove trascorrere piacevolmente il proprio tempo.

Trasformazioni sabaude - Prosegue il progetto di integrazione del Polo Reale di Torino.


 Bernado Bellotto Veduta di Torno dal lato del giardino reale

Il percorso museale torinese sta subendo grandi cambiamenti. Da poco si è avviato il trasferimento dall’Accademie delle Scienze della favolosa raccolta della Galleria Sabauda, che provvisoriamente è stata suddivisa fra Palazzo Reale e una storica mostra alla Venaria Reale. Intanto la vasta raccolta del Museo Egizio è momentaneamente in movimento e parzialmente visibile per i grandi lavori di rinnovamento che renderanno il complesso dell’Accademia uno dei più completi musei sulla cultura egizia al mondo, il tutto senza mai chiude al pubblico. 

In queste nuove trasformazioni una pregiata rivalutazione sta subendo Palazzo Reale che ora amplia la sua offerta culturale dando ospitalità alla stupenda raccolta della Galleria Sabauda che è dislocata nei restaurati spazi della Manica Nuova di Palazzo Reale e una parte nella Venaria Reale. 

Col suggestivo titolo “Torino, Europa. Le grandi opere d’arte della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale” sono presentati, in un percorso storico, alcuni capolavori della ricca collezione dei reali d’Italia. Questo evento è la prima tappa del trasferimento, destinato a completarsi entro il 2014, di tutte le opere della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale – spiega il direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte Mario Turetta – che diventa così parte integrante del Polo Reale di Torino, il grande progetto costituirà un grande e importante complesso museale nel centro storico della città, costituito dalla Galleria Sabauda stessa, da Palazzo Reale, da Palazzo Chiablese, dalla Biblioteca Reale, dall’Armeria Reale, dal Museo di Antichità e dai Giardini Reali”. 

Defendente Ferrari Polittico di Sant'Ivo
In quest’ottica la mostra nella Manica Nuova, prosegue il direttore: “Si pone come una operazione di pubblico servizio, per mantenere visibili le più significative opere della Sabauda e preservare il legame di turisti e di cittadini con la Galleria, dare sin da ora inizio al processo di fidelizzazione del pubblico con la nuova sede e comunicare i primi risultati di un capillare ed approfondito lavoro di catalogazione scientifica”. 

Il percorso di visita si fonda su novantacinque opere d’arte scalate fra il XIV ed il XIX secolo. “Si tratta di sculture e soprattutto di dipinti, selezionati all’interno degli oltre milleduecento che compongono il patrimonio della Sabauda e sottoposti nella circostanza a un’accurata revisione conservativa, sottolinea la Soprintendente Edith Gabrielli. Non mancano i ‘quadri-manifesto’, ovvero i capi d’opera per cui la Sabauda è nota in tutto il mondo, dalle Stimmate di San Francesco di Jan van Eyck all’Annunciazione di Orazio Gentileschi fino al Ritratto equestre di Tommaso Francesco di Savoia Carignano di Antoon van Dyck. Questi ed altri capolavori saranno però chiamati a dialogo con opere che finora non hanno goduto dello spazio e dell’attenzione che pure meritano, a formare un percorso critico inedito e di grande rigore scientifico, volto a privilegiare il confronto tra la scuola artistica piemontese e le altre scuole, vuoi italiane, vuoi europee”. 

La Sabauda a centottanta anni esatti dalla sua fondazione - il Museo venne istituito da Carlo Alberto nel 1832 – attraverso la mostra entra in una fase del tutto nuova. L’operazione pone un taglio netto con il passato e dunque è per molti aspetti da giudicarsi rivoluzionaria. Eppure non è la prima volta che accade nella storia del museo. “Già nel 1865 la Galleria traslocò da Palazzo Madama al Palazzo dell’Accademia delle Scienze – spiega la direttrice della Galleria Sabauda Anna Maria Bava – Allora il trasferimento fu dettato da ragioni conservative, oggi invece serve per adeguare la Sabauda al nuovo ruolo di Torino, una città che almeno dai Giochi Olimpici del 2006 si è proposta sullo scacchiere internazionale come crocevia d’arte e di cultura”. 


Segnaliamo anche che fino al 24 Giugno è possibile godere, sempre presso Palazzo Reale, dell’ antologica che rende omaggio ad un indiscusso maestro francese della fotografia, per raccontare la storia di uno sguardo unico e di un artista definito “l'occhio del secolo”: Henri Cartier-Bresson. 

Jan van Eyck Le stigmate di San Francesco
L’esposizione presenta oltre 130 fotografie in bianco e nero, scattate fra i primi anni ‘30 e la fine degli anni ’70 che cristallizzano avvenimenti di portata epocale quali il funerale del Mahatma Gandhi in India, la vita nel campo di deportazione di Dessau ove l’artista ritrae una donna nell’intento di accusare un’altra donna di essere una spia della Gestapo o un meeting politico nei primi anni Cinquanta a Parigi nel Parc des Expositions nel quale diviene protagonista un uomo di spalle che si rivolge alla folla sterminata – 1952/53. Insieme a queste opere, si incontrano anche fotografie di persone comuni: uomini, donne, bambini, lavoratori, giovani ed anziani ritratti nella loro quotidianità. Scatti nei quali i soggetti non sono quasi mai in posa, ma vengono sorpresi nell’atto di compiere una qualche azione che, grazie all’attento occhio del maestro, si carica di infinita poesia. Ne è forse emblema la fotografia scattata nel carcere di Leesburg nel New Jersey, dove il braccio e la gamba di un prigioniero fuoriescono drammaticamente dalla grata di una cella di isolamento -1975 o la magnetica Downtown. New York - 1947, nella quale lo sguardo dello spettatore si concentra sui protagonisti grazie alle linee dei muri laterali che convergono in un unico punto di fuga. 

Attraversando le tre sale dedicate all’esposizione si incontreranno gli enigmatici ritratti dedicati all’artista Alberto Giacometti e fotografie di inusitata intensità e raffinata poesia come quella in cui un uomo attraversa a passo veloce la parigina Gare de Lion – 1932 o quella in cui un gruppo di persone è impegnato in un picnic domenicale sulle rive di un fiume: France. Sunday on the banks of the River Marne – 1938. Si visiteranno luoghi non sempre conosciuti come nello scatto realizzato a Diep negli anni '40, dove i volti di due giovani sulla spiaggia sono nascosti da un ombrello e si incontrerà il volto di un eunuco della corte imperiale di Pechino che sorride alla macchina fotografica nel 1948. Delicata e romantica la fotografia di due giovani su un treno colti fra le braccia di Morfeo si contrappone ad un'altra di grande sensualità ove i floridi corpi di alcune donne dominano lo spazio di Spain. Valencia Province. Alicante – 1933… Si potrebbe continuare ad elencare tutte le opere ma in ognuna di esse, l’unica costante sono la luce, il soggetto, la composizione, la geometria e la forma che confluiscono in una straordinaria condizione nella quale la perfezione formale si accompagna all’organicità della realtà metafisica trascendendone o amplificandone il significato. “Quando guardo un’opera di Henri Cartier-Bresson – scrive Yves Bonnefoy nel volume Henri Cartier- Bresson. Photographe – 1979 – provo dapprima meraviglia che possano essere accadute situazioni così ricche di senso, così intense..”