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26/07/16

Torre di vedetta - La Tate Modern si espande


Passata l’euforia del raddoppio guardiamo l’ampliamento della Tate Modern in modo più critico, la prima domanda che sorge spontanea è se c’era bisogno di un nuovo ampliamento, considerando la raccolta di opere artistiche alquanto discutibile di questa realtà che gioca più alla promozione di prodotti artistici contemporanei che sul versante culturale.

Questo nuovo edificio, chiamato Switch House, amplierà lo spazio di ben 22.500 mq, che saranno usati un poco per esposizioni, laboratori, ma soprattutto per servizi quali bar, ristoranti, parcheggio e una stupenda terrazza panoramica.

Questa trasformazione doveva essere realizzata per le olimpiadi londinesi, qualche intoppo ha rallentato il rinnovamento, ma giunge ora con una certa enfasi sul numero dei visitatori, quasi 5 milioni, dimenticando spesso di dire che qui si vieni più come luogo d’incontro che come spazio di cultura, visto che l’ingresso è gratuito e di programmazioni culturali si vede ben poco.


Il fatto stesso che per attrarre visitatori si punti su nomi storici e poco sul presente fa capire che del contemporaneo non tutto è così interessante. Consideriamo anche la selezione degli artisti presentati, che avviene troppo spesso solo se alle spalle ci siano gallerie di un certo peso, il tutto a spese della collettività, il giudizio generale scivola così sempre più verso il basso, ovviamente questo succede oramai in quasi tutto quello che si definisce “sistema dell’arte contemporanea” che è null’altro che un sistema di vendita economico di prodotti enfatizzati.

Guardiamo ora agli spazi, che risultano alquanto poco interessanti sull’aspetto espositivo e molto sull’aspetto enfatico, ad iniziare dal posizionamento delle scale che spesso è molto centrale a scapito dello spazio espositivo, che dire poi del gioco di finestre che portano a guardare più fuori che dentro. La stessa forma delle aree non giova in luminosità e dimensioni.


Sicuramente molte persone verranno qui più per godere del fantastico panorama che si ha dall’ultimo piano che per la bellezza delle opere, anche perché la raccolta di lavori proposti non brilla per capolavori, tolta la stanza di Rotchko, il resto è la banale proposta che si può vedere in qualsiasi museo di arte contemporanea, tanti sponsorizzati opere degli YBA, i soliti tristi poveristi, la noiosissima arte minimale, i concettuali oramai svalutati, via se non fosse gratis non saprei quanta gente ci entrerebbe. 




Foto M.Sisto