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30/06/14

Premio New York 2014



Ultimi giorni, c'è tempo fino al 10 Luglio, per il Premio New York  che il Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, l'Istituto Italiano di Cultura di New York e l'Italian Academy for Advanced Studies presso la Columbia University di New York bandiscono alla XII edizione, un premio per artisti italiani emergenti.


Ai vincitori del Premio sarà offerta la possibilità di trascorrere un periodo di quattro mesi presso l'International Studio & Curatorial Program a New York, in coincidenza con un semestre accademico dell'Italian Academy.

Il bando del Premio lo trovate qui 

28/06/14

Sosteniamo La Cavallerizza



Condivido questa petizione, giratami da a.titolo;



Perchè siamo convinti che sia importante provare a  immaginare un nuovo modo di fare città

Perchè ci piace pensare che il patrimonio storico della città, e le sue trasformazioni, debbano essere terreno di confronto tra istituzioni e cittadini

Perchè siamo sicuri che la pluralità della Cultura sia un valore aggiunto per tutti

Perchè crediamo che gli spazi indipendenti possano aprire nuovi percorsi di riflessione in un momento difficile come quello che stiamo vivendo

Perchè, come molti, siamo convinti che un'architettura bella possa continuare ad essere anche una cosa pubblica

Perchè siamo certi che gli spazi che uniscono generi e generazioni siano luoghi generativi

Perchè è indubbio che una trasformazione reale della città non può che avvenire anche attraverso la cultura e l'arte


Nel 2012, nell'ambito della XV edizione della rassegna Arte al centro di una trasformazione sociale responsabile Cittadellarte realizza la mostra ARTINRETI: pratiche artistiche e trasformazione urbana in Piemonte. Il concept espositivo aveva l'obbiettivo di mappare pratiche e ricerche artistiche ideate e prodotte da realtà istituzionali e indipendenti operanti nel Piemonte, regione nella quale da più di un decennio sono attivi numerosi progetti che indagano la relazione complessa tra arte e sfera pubblica. In quell’occasione vennero esposti, per la prima volta, gli esiti di una ricerca che illustrava una geografia estesa delle attività di associazioni e collettivi di artisti che operavano, e operano, in una grande città come Torino ma anche in piccoli centri come Moncalieri, Frassineto Po o Ameno. Le metodologie attivate dagli attori che compongono ARTINRETI rendono necessaria la localizzazione e documentano quanto, in tempi di pre-crisi, il territorio abbia dato forma a un milieu culturale diffuso di esperienze significative in merito all’immaginario di eterogenee comunità urbane. Al termine ormai abusato di partecipazione, il gruppo di lavoro ha sostituito un’idea di trasformazione nella quale è attiva una dinamica dialogica che, senza mai rimuovere il conflitto - elemento costitutivo di un reale processo di emancipazione civica - interroga il concetto di sfera pubblica intesa come terreno capiente e permeabile che accoglie riflessioni mosse da urgenze e desideri di tante e differenti comunità temporanee.
A due anni di distanza ARTINRETI è  una piattaforma discorsiva aperta, un percorso di auto-formazione e di condivisione che si sviluppa attraverso incontri itineranti volti alla messa a fuoco di concetti e di progettualità che si misurano con i mutamenti dell’esistente.
Fanno parte del gruppo artinreti: six seconds to, acting out, asilo bianco, a.titolo, banca della memoria, maurizio cilli, cittadellarte-fondazione pistoletto, eco e narciso, kaninchenhaus, par coi bsogna semnà, PAV parco arte vivente, progetto diogene, urbe.

Fondazione Antonio Ratti - XX CSAV – Artists Research Laboratory


 Fatigues, 2012 (Detail of blackboard 2). Photo Nils Klinger
Courtesy the artist, Frith Street Gallery, London and 
Marian Goodman Gallery, New York/Paris

Below English


XX CSAV – Artists Research Laboratory 30 giugno – 23 luglio 2014

Tacita Dean Comoggardising: the benefits of creative indolence

Nel 2014 lo CSAV – Artists Research Laboratory festeggia la sua ventesima edizione. A condurre il workshop estivo sarà uno dei più interessanti artisti inglesi viventi, Tacita Dean. 

Dean è celebre per i suoi film dal passo lento e contemplativo. Che ritraggano grandi artisti arrivati al termine della vita o fenomeni ottici rari e fuggevoli come il “raggio verde” del sole al tramonto, il loro vero soggetto è sempre il trascorrere del tempo – e la bellezza struggente di ciò che il tempo cancella. 

Il tema che l’artista ha proposto per il XX CSAV è appunto legato al tempo. Il workshop è intitolato Comoggardising - The benefits of creative indolence (“Comoggardising – I benefici dell’indolenza creativa”, dove “Comoggardising” è una parola creata dall’artista combinando Como con la traduzione inglese del verbo “sluggardising”, propria dello scrittore Robert Walser). L’artista proporrà ai partecipanti al corso di rivalutare i cosiddetti “tempi morti”, quelli in cui possono trovare posto componenti fondamentali del processo creativo come la contemplazione, la fantasticheria, il pensiero fortuito. Con un’avvertenza: “Il livello di ozio mentale che voglio incoraggiare è di fatto assai rigoroso, e difficile da raggiungere”. 

Tacita Dean parlerà del suo lavoro durante il primo appuntamento aperto al pubblico del workshop, la sua conferenza che si terrà presso la sede della FAR il giorno 9 luglio alle ore 18,00.

Coerentemente con il soggetto proposto dall’artista, il workshop accoglierà come lecturer un altro maestro dello sguardo lento, uno dei più radicali registi viventi: l’ungherese Béla Tarr, autore del monumentaleSátántangó (1994, circa sette ore di durata) e di Il cavallo di Torino (2011). La conferenza di Béla Tarr si svolgerà presso la sede della FAR, il 16 luglio alle 18,30. 

Come di consueto, il programma del laboratorio CSAV includerà due mostre, quella del visiting artist e quella dei partecipanti, che inaugureranno nella stessa serata, il 9 luglio, rispettivamente alle ore 19,00 e 20,00. 

Corso aperto avrà luogo nella suggestiva Villa del Grumello di Como, e permetterà al pubblico di conoscere il lavoro di sedici giovani artisti provenienti da 10 Paesi del mondo, selezionati fra i circa settecento che hanno risposto all’open call della Fondazione. 
La personale di Tacita Dean sarà allestita invece presso lo Spazio Culturale Antonio Ratti, ex Chiesa di San Francesco. Intitolata Craneway Event, proporrà, per la prima volta in Italia, il film del 2009 dallo stesso titolo, uno dei più lunghi mai girati dall’artista (108’) e uno dei suoi capolavori. Craneway Event ritrae Merce Cunningham, uno dei più importanti coreografi della seconda metà del XX secolo, alcuni mesi prima della morte, avvenuta all’età di 90 anni. Nel film, il coreografo, con una concentrazione non affievolita dall’età, dirige da una sedia a rotelle le prove della sua compagnia di danza in un’enorme sala le cui vetrate si affacciano sulla baia di San Francisco. Il film di Dean è un omaggio appassionato a Cunnigham, ma non si concentra in modo esclusivo sulla sua figura. Riguardando il girato in sala di montaggio, Dean ebbe l’impressione che il grande coreografo non dirigesse solo la prova ma anche, in qualche modo, tutto ciò che lo circondava quel giorno: “Cominciai a sentire che Merce aveva allestito tutti gli elementi che compongono il film – l’edificio, i ballerini, la luce, le navi e gli uccelli – perché sapeva che non sarebbero venuti meno dopo la sua scomparsa”. Craneway Event è la testimonianza di quella irripetibile combinazione di elementi.



Tacita Dean (nata nel 1965 a Canterbury, Inghilterra) ha studiato alla Falmouth School of Art e alla Slade School of Fine Art prima di trasferirsi a vivere e lavorare a Berlino nel 2000. I film, i disegni e le altre opere di Tacita Dean si distinguono per la loro grande originalità. I suoi recenti ritratti cinematografici, esprimono un qualcosa che né la pittura né la fotografia sono in grado di catturare: essi sono puramente filmici. Il lavoro di Tacita Dean, che pure apprezza il passato, sfugge qualsiasi tipo di approccio accademico. La sua arte si caratterizza sia per una sensibilità per la storia, il tempo e lo spazio sia di una qualità della luce e dell'essenza del film stesso. Il suo sottile ma ambizioso lavoro si concentra sull’utilizzo della pellicola come medium per raggiungere la verità del momento e la sensibilità dei singoli. Le mostre personali di Tacita Dean includono Tate Britain, Londra e MACBA, Barcelona (2001), Tate St Ives (2005), Schaulager, Basilea (2006), Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2007), Fondazione Nicola Trussardi, Milano e ACCA, Melbourne (2009), MUMOK, Vienna, Turbine Hall (Unilever Series) Tate Modern, Londra (2011) e New Museum, New New York (2012).

Tra le mostre più recenti nel 2013: The Fabric Workshop and Museum, Philadelphia; ‘JG’ presso l’Arcadia University Art Gallery, Philadelphia; l’Instituto Moreira Salles, Rio de Janeiro; Fundación Botín, Santander; Australian Centre for Contemporary Art (ACCA), Melbourne; Museo d'Arte Moderna di Bologna, MAMbo; e nel 2014: The Hammer Museum, Los Angeles; Utah Museum of Fine Arts, UMFA; National Gallery of Denmark, SMK. 

ll lavoro di Dean è stato esposto in molte manifestazioni internazionali quali la Biennale di Venezia (2003, 2005 e 2013), la Biennale di Berlino (2014), la Biennale di Sydney (2005 e 2014), la Biennale di San Paolo (2006 e 2010) e dOCUMENTA(13) (2012) . Le sono stati assegnati l’Hugo Boss Prize nel 2006 ed il Premio Kurt Schwitters nel 2009.


Lo CSAV – Artists Research Laboratory, ideato e diretto da Annie Ratti è un laboratorio artistico tra i più prestigiosi d'Europa. Ogni anno, nel mese di luglio, un artista di livello internazionale condivide la propria visione e la propria esperienza con un gruppo di artisti emergenti reclutati attraverso un open call. Distaccandosi dalle tradizionali metodologie d’insegnamento, CSAV privilegia l’improvvisazione, il dibattito e l’evoluzione tematica. La formula del workshop prevede, oltre alle ore dedicate all'insegnamento e alla discussione, una mostra personale dell'invited artist, una mostra collettiva dei corsisti e una pubblicazione, outcome finale dell'attività del workshop.

Gli artisti invitati dello CSAV sono stati: Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996), Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton (1998), Haim Steinbach (1999), Ilya Kabakov (2000), Marina Abramovic (2001), Giulio Paolini (2002), Richard Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005), Marjetica Potrc (2006), Joan Jonas (2007), Yona Friedman (2008), Walid Raad (2009), Hans Haacke (2010), Susan Hiller (2011), Liliana Moro (2012), and Matt Mullican (2013).

con il patrocinio di Comune di Como grazie a Villa del Grumello grants Novia  Artists in Residence – Jakobstad sponsor  Epson Italia



English 

Open Call for Young Artists
Tacita Dean - Comoggardising: the benefits of creative indolence

30 June - 23 July 2014

CSAV – Artists Research Laboratory is a project where dialogue and exchange among artists of different generations and nationalities stand at the heart of a unique artistic and learning experience. The lab is open to fifteen young artists of all nationalities, selected among the applicants by a jury. The programme lasts twenty-four days during which the participants attend a daily workshop activity and theoretical seminars run by the invited artist, the director, the curator and guest lecturers, as well as conferences held by artists, critics and experts of other disciplines.

During this year laboratory, Tacita Dean will invite the young participants to re-find what the Swiss writer Robert Walser named ‘sluggardising’. Interpreted by Dean as the ability to work while appearing to be doing nothing, most often when lying down, this is an important state for the artist and it is often misinterpreted or misunderstood. The level of brain idleness that will be encouraged during the workshop is very rigorous indeed and difficult to achieve. It is an invitation to identify new time and new space in one’s life in order to move closer to discovering an unconscious level to one’s art practice.

The laboratory is free of charge. Accommodation expenses in Como are to be covered by the participants. 
To apply, please fill in the form available online at theapplication form page
The application and all required materials must be sent by the31st of March 2014. 

Tacita Dean was born in 1965 in Canterbury, UK. She studied at Falmouth School of Art and the Slade School of Fine Art before moving to live and work in Berlin in 2000.


27/06/14

Mappatura It Out


Mappatura It Out è il titolo di un nuovo libro dell'infaticabile Hans Ulrich Obrist, che non si ferma mai, un esempio o forse una minaccia per tutti.

Il nuovo libro è uscito per le edizioni  Thames and Hudson costruito con cartografie e infografica per presentare l'arte contemporanea, la scienza e le idee che la popolano, nel solito magma di partecipazioni, parole e proposte, chissà quando si passerà all'azione! 


English 

Mapping It Out - An Alternative Atlas of Contemporary Cartographies

Cartography and infographics meet contemporary art, science and ideas
The world's sharpest minds rethink what maps can be and do
‘A dizzying catalogue of images that interrogate the role of maps in the 21st century’– New Statesman
'… engrossing and beautiful …'– www.itsnicethat.com

Over 130 of the world’s most creative minds make sense of our exterior and interior worlds through intriguing and imaginative maps of their own devising. Imaginative, visionary and richly absorbing, this book will appeal to anyone interested in how we visualize our worlds, physical or abstract, real or imagined.

Whether they chart a newly discovered land or lay out a complicated process, maps serve to improve our understanding of what surrounds us. They make the complex simple, and reveal the complexity behind the apparently straightforward.

Original and thought-provoking, Mapping It Out invites leading lights from a host of fields to create a personal map of their own, in whatever form and showing whatever terrain they choose, whether real-world or imaginary. Some contributors have translated scientific data into simplified visual language, while others have condensed vast social, political or natural forms into concise diagrams. Many have reworked existing maps to subvert their original purpose or to present an alternative view of reality. Others play with the map’s commitment to truth by plotting invented worlds and charting imaginative flights of fancy. Going further, some offer entirely new kinds of map – or even reject the map’s claim to bear facts altogether.

In his Introduction, acclaimed novelist Tom McCarthy reflects on the relationship between maps, literature and knowledge, while Hans Ulrich Obrist considers the influence of maps on artistic creativity.

With contributions from David Adjaye, Tim Berners-Lee, Olafur Eliasson, Mona Hatoum, Susan Hiller, Damien Hirst, Anish Kapoor, John Maeda, Annette Messager, Yoko Ono, Ed Ruscha, Bruce Sterling, Christopher Stringer, J. Craig Venter and many others …
Hans Ulrich Obrist is Co-Director of Exhibitions and Programmes and Director of International Projects at the Serpentine Gallery, London. He has curated dozens of pioneering exhibitions all over the world, and has written and compiled many publications on cultural issues. Tom McCarthy is a writer and artist. He is author of the novels Remainder, Men in Space and C, and the work of literary criticism Tintin and the Secret of Literature.




Langhe e Roero cinquantesimo sito italiano ad entrare nella lista del Patrimonio mondiale dell'UNESCO




Ufficializzata anche dalla nota del Ministero dei Beni culturali, questa bella notizia che premia il territorio cuneese in cui ho la fortuna di vivere, evviva   d.o) 


Comunicato del MIBACT : I “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” sono il 50° sito italiano iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO". Lo rende noto il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini a cui la notizia è stata ufficializzata subito dopo la decisione del Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Doha in Qatar.

"“Questo riconoscimento – dichiara il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini - è motivo di speciale orgoglio per il MiBACT, data l’estrema selettività con cui da qualche anno l’UNESCO valuta le proposte per nuovi siti. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato – prosegue il Ministro - sono un esempio eccezionale di un paesaggio culturale inteso come prodotto della secolare interazione tra uomo e natura, plasmato dalla continuità di una tradizione antica di produzione vinicola di eccellenza mondiale. Un riconoscimento ancora più prezioso per l'Italia che conta adesso 50 siti patrimonio dell'umanità sul proprio territorio. Un tesoro su cui dobbiamo concentrare la nostra massima attenzione di governo".


La candidatura delle Langhe si è avvalsa del coordinamento e del supporto tecnico scientifico del MiBACT, ed è il risultato di un lungo lavoro d’equipe svolto con diversi soggetti istituzionali quali la Regione Piemonte, promotore dell’iniziativa, l’Associazione dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, ente di governance, l’Istituto SITI di Torino, con il contributo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e la partecipazione di numerosissimi stakeholders.

Julião SARMENTO al Museo d'Arte Moderna e Contemporanea (MAMAC) di Nizza



below English 

Prende avvio da domani, il 28 giugno fino al 30 novembre, al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Nizza la prima mostra personale Julião Sarmento mai organizzato in Francia. 

Nato nel 1948 a Lisbona, dove vive e lavora, Sarmento ha intrapreso una carriera internazionale a metà degli anni 1970. Oltre a prendere parte a Documenta, Kassel, nel 1982 e nel 1987, ha rappresentato il Portogallo alla Biennale di Venezia del 1997 e ha mostrato il lavoro alla Biennale di San Paolo nel 2002. Grandi mostre si sono tenute in importanti gallerie come Daniel Templon a Parigi, Giorgio Persano di Torino e Sean Kelly di New York, e le sue opere presentano in alcune delle collezioni più importanti, tra cui la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il Museo Reina Sofía in Madrid.Thus, l'artista realizza la sua prima mostra personale in un museo Frenck. 


Julião Sarmento sviluppa un lavoro multiforme (pittura, scultura, disegno, video, performance) che trova la sua articolazione essenziale nella ripetizione dei meccanismi di desiderio. Unire l'immagine al testo, egli sviluppa una iconografia personale che musa è una giovane donna senza volto e vestito con un abito nero. Giocando con l'erotismo, eccitazione, parole non dette, le frustrazioni e la fantasia, l'artista sconvolge lo spettatore-voyeur nel suo rapporto con il corpo e l'immagine. Nella costruzione di un'opera frammentaria in esecuzione sul dalla incrociano di immagini e impressioni di déjà-vu violenti o latenti, Julião Sarmento aggiorna in stessi simboli movimento ancorati nella nostra coscienza collettiva e partecipa così in un'arte della memoria. 
Dopo le nostre diverse discussioni con l'artista, sembra determinante per noi che i seguenti lavori possedere per te collezione deve essere visualizzata nella mostra: 

catalogo della mostra  Milano, Silvana Editoriale, 2014 con prefazione di Christian Estrosi, testi di Gilbert Perlein, Rebecca François e Jacinto Lageira .


English 

From 28 June to 30 November, the Museum of Modern and Contemporary Art of Nice will receive the first Julião Sarmento solo exhibition ever organized in France. The opening will take place on Friday 27 June 2014 at 19.00, in the presence of Christian Estrosi, MP and Mayor of Nice, President of the Metropole Nice Côte d’Azur.

In the closest contact with artistic creation, the MAMAC establishes dialogue between the local, national and international scenes while focusing particular attention on relations between France and the USA and Nice and northern Italy. In broader terms, the museum takes a keen interest in new developments in European art, with solo shows of work by Barry Flanagan in 2002, Jan Fabre in 2003, Jean-Pierre Raynaud in 2006, Michelangelo Pistoletto in 2007, Jaume Plensa and Richard Long in 2008 and Wim Delvoye in 2010. The show of Julião Sarmento is a further step in this direction.

Born in 1948 in Lisbon, where he lives and works, Sarmento embarked on an international career in the mid-1970s. In addition to taking part in Documenta, Kassel, in 1982 and 1987, he represented Portugal at the 1997 Venice Biennale and showed work at the São Paulo Biennial in 2002. Major exhibitions have been held in major galleries such as Daniel Templon in Paris, Giorgio Persano in Turin and Sean Kelly in New York, and his works feature in some of the most important collections, including Tate Modern in London, the Centre Pompidou in Paris and the Museo Reina Sofía in Madrid.Thus, the artist accomplishes his first solo exhibition in a Frenck museum.

The event recalls the role of the MAMAC in hosting the first exhibitions in France of international artists like Robert Indiana (1998) and Robert Longo (2009). The show retraces the whole of Sarmento’s career since the early 1970s, providing insight into his artistic and iconographic evolution through real immersion in a universe that is eminently poetic, conceptual and contemporary at the same time. It includes nearly a hundred works on loan from private and institutional collections as well as the artist himself.


Julião Sarmento develops a multiform work (painting, sculpture, drawing, video, performance) that finds its essential articulation in the repetition of desire’s mechanisms. Joining the image to the text, he develops a personal iconography which muse is a young faceless woman and dressed in a black dress. Playing with eroticism, excitation, unsaid words, frustrations and fantasy, the artist disrupts the spectator-voyeur in his relation to the body and the image. In building a fragmentary work running on by the crisscrossing of violent or latent images and impressions of déjà-vu, Julião Sarmento updates in a same movement symbols anchored in our collective conscious and thus participates into an art of memory.
After our different discussions with the artist, it looks determining for us that the following work owning to you collection should be shown in the exhibition:

Exhibition catalogue - Milan, Silvana Editoriale, 2014 - Preface by Christian Estrosi, texts by Gilbert Perlein, Rébecca François and Jacinto Lageira

25/06/14

Piero Fogliati e Alis/Filliol alla GAM di Torino



doppia inaugurazione il prossimo 25 Giugno alla GAM di Torino con Piero Fogliati per Surprise e Alis Filliol per Vitrine.


Comunicato stampa:

Il terzo appuntamento del 2014 di Surprise è dedicato a una selezione di opere e disegni dell’artista Piero Fogliati.

Nato nel 1930 a Canelli, Fogliati iniziò a dipingere nel corso degli anni Cinquanta. Ma fin dai primi anni Sessanta abbandonò la pratica della pittura per avviare una ricerca di confine tra arte e scienza, tra tecnologia e utopia urbana. Incoraggiato in questo cammino dalle discussioni e dai confronti che si sviluppavano a Torino all’interno del CIRA, il Centro Internazionale per un Istituto di Ricerche Artistiche fondato da Piero Simondo, Fogliati sviluppò l’idea di una radicale metamorfosi della città contemporanea in chiave estetica, fondata sulla trasformazione dell’atmosfera e dei fenomeni meteorologici in variazioni sonore e cromatiche. Nei dispositivi costruiti per sperimentare e dar corpo a queste invenzioni i meccanismi non sono un fine ma un mezzo per realizzare effetti impalpabili, vibrazioni di aria e luce, apparizioni.

La mostra alla GAM si focalizza su alcuni dispositivi luminosi e sonori di Fogliati, tra cui due opere acquisite dalla Fondazione De Fornaris per le collezioni della GAM e mai esposte prima d’ora, poste in dialogo con i disegni della serie La città fantastica, realizzati tra il 1967 e il 1970.

Surprise è un ciclo annuale di appuntamenti dedicati ad aspetti specifici della ricerca artistica torinese tra anni Sessanta e Settanta. Questa serie di mostre è curata da Maria Teresa Roberto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia Albertina di Torino.


Proseguono alla GAM gli appuntamenti di Vitrine, il progetto dedicato alla ricerca artistica contemporanea sviluppata in Piemonte. L’edizione di quest’anno, intitolata Gente in strada (passaggio pedonale) curata da Anna Musini, si propone di suggerire un racconto, una narrazione visiva sul nostro tempo e sulla contemporaneità storica e artistica.

Protagonisti del quarto appuntamento sono  Alis/Filliol, (Davide Gennarino e Andrea Respino).

Il confronto con l’altro è alla base della loro ricerca: una relazione propria della scelta stessa degli artisti di lavorare in due nella realizzazione delle loro opere. Un confronto che si dispiega a livello teorico ma anche pratico e fisico nella forgiatura della materia e trova espressione privilegiata nella scultura. L’uomo è al centro della loro indagine, uno studio che affonda le radici nella tradizione artistica più antica. La classicità statuaria è tuttavia stravolta in forme in cui prevale un senso di non finito, in cui è evidenziato il processo di lavorazione, del farsi dell’opera.

Alis/Filliol sviluppano la loro ricerca utilizzando materiali disparati mescolando elementi naturali e di recupero con prodotti artificiali e industriali: cera, gesso, grasso meccanico, ferro, legno polistirolo. Si percepisce la continua sperimentazione che assume forme spesso irriconoscibili dando a vita a sculture dai connotati alieni e grotteschi che provocano in chi osserva un senso di straniamento.

L’installazione pensata per Vitrine mostra gli sviluppi più recenti del lavoro di Alis/Filliol: le grandi sculture assumono dimensioni ridotte e sono disposte a creare una narrazione all’interno di piccoli mondi che gli artisti, come artefici e demiurghi, inventano e modellano. Le figure, caratterizzate dalla plasticità della materia, sono collocate in un’ambientazione ancestrale e futuristica allo stesso tempo come personaggi leggendari intenti in azioni che simboleggiano i riti dell’umanità. Il loro aspetto mostruoso mostra analogie con le iconografiche della cultura contemporanea proprie dell’animazione, del cinema di fantascienza, del fumetto, dei manga, mescolandosi con i canoni della tradizione artistica.

Alis/Filliol sono membri fondatori di Progetto Diogene. Tra le principali mostre personali vi sono: Greater Torino, Alis/Filliol e Alessandro Sciaraffa, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2013; Check your totem, pinksummer, Genova 2012; Ogni cosa a suo tempo, Alis/Filliol, Naavid Nuur, Basilica di Santa Maria Maggiore, Bergamo 2012; Testa di sirena urlante, MARS, Milano, 2011. Tra le più recenti mostre collettive: Venti per una, Castiglia, Saluzzo 2012; Take The Leap, Peep-Hole, Milano 2012; Long Play_XXIV Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, MAGA, Gallarate 2012; Neve chimica, progetto della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo su idea di Lorenzo Balbi, Casa Olimpia, Sestriere 2012; Aghilysti, Artissima Lido, Gum Studio, Torino 2011; VA’ PENSIERO: passato prossimo e futuro anteriore dell’Italia, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone 2011; Pleure qui peut, rit qui veut, Premio Furla per l'Arte, VIII edizione, Palazzo Pepoli, Bologna 2011.


24/06/14

Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative

below english

L'UBSMAP Global Art Initiative Guggenheim ha recentemente lanciato MAP Navigator, un nuovo strumento interattivo che salda insieme i video, blog, audio e bassa sugli artisti per ogni regione geografica associata con l'iniziativa: Sud e Sud-Est asiatico, latino America e il Medio Oriente e Nord Africa. Le risorse sono mappati come punti interattivi in tutto il mondo, invitando i visitatori a esplorare questa vasta libreria di contenuti digitali, che include profili video di artisti, registrazioni audio e trascrizioni di colloqui tenutosi a New York e Bangkok, e prospettive di approfondimento scritti sulle arti e cultura.

Il lancio di MAP Navigator coinciso con l'apertura della mostra “Under the Same Sun: Art dall'America Latina today”, la seconda delle tre mostre Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative.

 Organizzato da Pablo León de la Barra, sotto lo stesso sole indaga risposte creative da 40 artisti e collettivi in rappresentanza di 15 paesi per fattori economici, storici, politici e sociali in tutta l'America Latina. Tutte le opere sono state recentemente acquistato per la collezione del Guggenheim sotto gli auspici del Guggenheim UBS MAP Fund Acquisto. Le opere nella presentazione di New York sono organizzati attorno a sei temi:

Astrazione
Concettualismo
Modernità
Partecipazione / Emancipation
Attivismo politico
Il Tropical

Dopo la sua presentazione a New York, la mostra si trasferirà al Museu de Arte Moderna de São Paulo (MAM) in Brasile e poi al Museo Jumex a Città del Messico. Per completare la missione del progetto di stimolare il dialogo internazionale, la mappa del sito dispone anche di contributi di artisti, curatori e studiosi, nonché materiale di approfondimento su ogni artista il cui lavoro è stato acquisito come parte del MAP. Attraverso il blog del progetto, i visitatori online sono invitati a seguire MAP attraverso prospettive uniche in America Latina, dispacci da viaggi di ricerca León de la Barra, e gli aggiornamenti mensili di progetto.

La mostra è accompagnata da una serie di programmi per adulti e famiglie, tra cui incontri con artisti, spettacoli e visite guidate. A chi è impossibilitato a visitare la mostra può scaricare l’ applicazione gratuita per accedere a una ricca esperienza multimediale di Under the Same Sun, incluse audio esclusivi e video, commenti sui temi della mostra da León de la Barra e artisti espositivi, famiglia e programmi scolastici, visite immagini verbali per i visitatori che sono ipovedenti o non vedenti, informazioni su oltre 900 opere della collezione, e altro ancora.

Per aggiornamenti sul Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative, segui # GuggUBSMAP su Twitter.

 

English 

Press release

TheGuggenheim UBS MAP Global Art Initiative recently launchedMAP Navigator, a new interactive tool that knits together videos, blog posts, audio, and background on the artists for each geographic region associated with the initiative: South and Southeast Asia, Latin America, and the Middle East and North Africa. Resources are mapped as interactive points around the globe, inviting visitors to browse this vast library of digital content, which includes video profiles of artists, audio recordings and transcripts of symposia held in New York and Bangkok, and in-depth written perspectives on arts and culture.

The launch of MAP Navigator coincided with the opening of Under the Same Sun: Art from Latin America Today, the second of three Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative exhibitions. Organized by Pablo León de la Barra, Under the Same Suninvestigates creative responses by 40 artists and collectives representing 15 countries to economic, historical, political, and social factors across Latin America. All works have been newly acquired for the Guggenheim’s collection under the auspices of the Guggenheim UBS MAP Purchase Fund. The artworks in the New York presentation are organized around six themes:

* Abstraction
* Conceptualism
* Modernities
* Participation/Emancipation
* Political Activism
* The Tropical

Following its presentation in New York, Under the Same Sun will travel to Museu de Arte Moderna de São Paulo (MAM) in Brazil and Museo Jumex in Mexico City. To complement the project’s mission of stimulating international dialogue, the MAP website also features contributions by artists, curators, and scholars, as well as in-depth material about each artist whose work has been acquired as part of MAP. Through the project’s blog, online visitors are invited to follow MAP through uniquePerspectives on Latin America, Dispatches from León de la Barra's research trips, and monthly project updates.

The exhibition is accompanied by a dynamic series of programs for adults and families, including artist talks, performances, and gallery tours held in Spanish and Portuguese. Both museumgoers and those unable to attend the exhibition in person can download the free Guggenheim app to access a rich multimedia experience of Under the Same Sun, including exclusive audio and video, commentary on the exhibition’s themes from León de la Barra and exhibition artists, family and school programs, verbal imaging tours for visitors who are partially sighted or blind, information on over 900 works in the collection, and more.

For updates on the Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative, follow#GuggUBSMAP on Twitter.


23/06/14

L’arte contemporanea banalmente quotidiana.


 Lasciati i grandi temi sociali, l’arte contemporanea pare sempre più interessarsi al quotidiano.

Ma se all’inizio, certi artisti hanno saputo infonde, nelle opere realizzate, intense emozioni, forse derivanti dal loro percorso di vita, penso a figure come Felix Gonzales Torres o Sophie Calle, altri giovanili recenti emuli hanno declinato al tedio insignificante di una moltitudine di ordinari oggetti.

La recente fiera di ArtBasel, con le relative costellazioni di eventi paralleli, hanno proposto una serie di opere che si avvicinano troppo alla quotidianità, scivolando forse anche nell’ovvietà, per non dire dei nomi più noti che oramai non riescono che a proporre l’ennesima versione della solita opera.

Questo banale impressione, produce una certa ironia, se si valutano con i prezzi assolutamente eccezionali con i quali sono commercializzati.

Ci si domanda come mai un ricco miliardario dovrebbe spendere ingenti somme per prodotti assolutamente ovvi, sicuramente non è un gesto culture, non paiono status quo e rarissimamente sono opere d’arte.

Sarà, forse, ovvia stupidità della diffusa ignoranza legata alla rapidità del consumismo?

Una volta esistevano i mecenati, i collezionisti che investivano ingenti somme per opere d’arti, cioè oggetti eccezionali, unici, che riflettevano l’unicità del suo possessore che condivideva questa eccellenza e questa capacità di selezionare.

Oggi, evidentemente, il sistema dell’arte sfruttato questa memoria di prestigio, declinandola a un consumismo di bassa qualità e di diffusa riproduzione.

Chiaro segnale è percepire come in quest’ultimo decennio non si siano più viste opere d’arte da conservare e rivedere.

Chissà se ci sono ancora amatori d’arte che fuori da questa moda sanno creare delle raccolte d’arte uniche ed emozionate, creando un’idea di gusto e di sensibilità innovativa o se il tedio oramai è ovunque?


22/06/14

ArtBasel PARCOURS 2014

Holmby Hills Light Folly  2012 Chris Burden 

 Proposal for a Crystal Building, 2003  Iman Issa

 Bugada and Cargnel Performances, works in situ, 2014  Pierre Bismuth

 Make Everything like it’s your Last 2013  Ryan Gander


Il moderno arriva a Firenze, un nuovo museo a Firenze



Il prossimo 24 giugno apre a Firenze il MUSEO NOVECENTO nel complesso monumentale delle Leopoldine in piazza Santa Maria Novella, dove è già presente l’Archivio Alinari.

Si tratta di un grande complesso costituito da 15 ambienti dove sono proposte oltre 300 opere d’arte moderna, da De Chirico a Morandi, passando per figure come Emilio Vedova, Magnelli, Barni, Salvadori. La raccolta provieni anche dal nucleo realizzato da Carlo Ludovico Ragghianti, dopo l’alluvione del 1966, costiuita con l’apporto di tantissime donazioni.

Molta attenzione è stata posta sull’aspetto didattico e informativo, con un supporto di diversi dispositivi multimediali.

Nella giornata di inaugurazione dopo il taglio del nastro sarà possibile visitare il museo gratuitamente dalle ore 12 alle 22.

www.museonovecento.it


21/06/14

Art Basel in Basel 2014 Unlimited


  Hanne Darboven Konrad Fischer   Galerie, Sprueth Magers Berlin London

John Bock Sadie Coles HQ, Anton Kern Gallery, Gio Marconi, Regen Projects, Sprueth Magers Berlin London 

Julio Le Parc Bugada and Cargnel

Markus Schinwald Yvon Lambert, Gio Marconi

Sterling Ruby  Xavier Hufkens, Sprueth Magers Berlin London 

Hanne Darboven Konrad Fischer Galerie, Sprueth Magers Berlin London 

Pascale Marthine Tayou Galleria Continua 

Xu Zhen  Long March Space




Crescere ed espandersi - Fra presente e futuro l’evoluzione del Louvre



Il Louvre è una meravigliosa realtà in continuo divenire, un affascinante meccanismo culturale in perpetuo sviluppo, abilmente in equilibrio fra massificazione e cultura.

 

La collezione permanete è in continua valorizzazione, con diverse iniziative, dal recupero in diretta della Vittoria di Samotracia al futuro sviluppo dei nuovi allestimenti. Anche i progetti di espansione sono in piena attività. Avviata la sezione di Lens ora è la in corso il noto progetto di Abu Dhabi, proposto in una mostra in questo periodo nell’Ala Napoléon, che ho visitato recetemente, con la mostra temporanea sul tesoro dell’Abbazia di Saint Maurice d'Agaune.

Il Louvre, accoglie nell’Ala Richeliu, alcuni dei principali pezzi del tesoro proveniente dall’Abbazia di Saint-Maurice Agaune, che si trova in Svizzera. Un serie di pezzi eccezionali per la qualità e per la sua longevità storica della raccolta.


Da poco sono stati festeggiati i 1500 anni dell'abbazia, da quando fu fondata nel 515 sul luogo dove San Maurizio e dei suoi compagni subirono il martirio, alla fine del terzo secolo, dando luogo alla creazione di un centro  devozionale, voluto da Sigismondo, re di Borgogna. Nei secoli, qusto luogo raccolse fantastici doni devozionali, tra cui elaborato gioiello e pregiatissimo tessuto.


La rassegna è un bel viaggio nella storia dell’artigianato europeo di grande fattura, con stupefacenti reliquari, delicate tessiture, originali gioielli. Una raccolta che inizia nel Medio Evo e finisce il secolo scorso. Insieme di preziosi che è cresciuto grazie agli omaggi, che siano di gente semplice o di nobile, re che da tutta Europa giungevano in pellegreniaggio. Fra le opere più suggestive sicuramente c’è la famosa brocca Teudéric chiamata "Carlo Magno" probabile dono di Carlo il Calvo.


Questa mostra è sponsorizzazione dalla Fondazione Gandur Arte, Ginevra, Svizzera e Pro Helvetia, Fondazione Svizzera per la Cultura.



Sguardo al futuro con la mostra sullo stato dei lavori del futuro Louvre di Abu Dhabi proposta nell’ala Napoléon. Il plastico, all’ingresso, riproduce il futuro edificio ideato da Jean Nouvel, un candido disco volante atterrato sulla lussureggiante e ricca costa araba.

Il materiale informativo ci comunica del grande progresso nei lavori e di come sarà realizzata questa innovativa cooperazione, fra i possidenti petrolieri e la ricca raccolta del grande museo francese, ma non solo.

La sua apertura è prevista per dicembre 2015 e pare,dalle foto proposte, che la costruzione sia già a buon punto.

Ora non rimane che riempire questi spazi, un bel problema, considerando il clima e la luce, ma cosa non si farà per dare avvio all’’affascinante attrazione turistica nel ben mezzo del deserto. Ovviamente stiamo parlando un in credibile supertecnologico edificio, all’avanguardia per la sicurezza e la tutela delle opere.

Si avranno quasi 64.000 m2 di cui ben 6.000 m2 dedicati alle collezioni permanenti e 2.000 m2 dedicati alle mostre temporanee. Una cupola di 180 metri di diametro (le dimensioni del cortile del Louvre) coprirà i due terzi del museo.


L’edificio sarà costruito sulla Saadiyat Island (Isola della Felicità), un'isola naturale di 27 km2 (equivalente a un terzo di Parigi), il quartiere Cultural District sarà composto da rinomate istituzioni culturali: tra cui appunto il Louvre Abu Dhabi, il Museo Nazionale Sheikh Zayed, progettato da Norman Foster, e il Guggenheim di Abu Dhabi, progettato da Frank Gehry. Questo Distretto Culturale sarà integrato in un nuovo complesso urbano di 150.000 strutture, a breve distanza daI centro storico di Abu Dhabi.

La collezione non sarà permanente, ma come concordato durerà una decina di anni, con una forte rotazione di opere, in allestimenti e coordinamenti appositamente curati per questo nuovo centro espositivo.


Essendo il progetto non vincolato solo alla collezione del Louvre, ma anche ad altri musei, per la precisione quelli dell’ Agence France-Muséums, e cioè il Centro Pompidou, l'Istituzione Pubblica del Musée d'Orsay e il Musée de l'Orangerie, la Biblioteca Nazionale di Francia, il musée du quai Branly, la RMN - Grand Palais, Museo e Tenuta Nazionale di Versailles, il Museo Nazionale delle Arti asiatiche Guimet, il Museo Rodin e la tenuta nazionale di Chambord. Si capisce che di opere ce ne saranno per tutti i gusti, così questa sarà un avamposto della cultura artistica franco-europea di notevole valore.

Personalmente trovo questo modo di proporre arte come oggetti per richiamo turistici un poco assurdo, tanto più ora che si va sempre di più verso una cultura immateriale, se poi consideriamo che proprio la cultura islamica vieta un certo utilizzo delle immagini, si rimane alquanto perplessi.

Ma se questo può essere un modo per tirare fuori dai magazzini le tante opere archiviate, che potrebbero riempire decine di altri musei, perché no!?