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01/03/09

Arte povera

Potrebbe essere considerata come uno sviluppo fra il nouveau realisme (relazionare fra il mondo dell’arte e il mondo quotidiano) e l’arte concettuale.

Inizia nel 1967 a Genoa nella Galleria La Bertesca nel mese di Settembre, alla esposizione erano presenti Alighiero Boetti, Luciano Fabbro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini e Pino Pascali.

La seconda mostra avviene in Dicembre a Torino, dove produrrà i suoi maggiori frutti, nelle Galleria Stein,  Sperone e il “Punto” in questa mostra sono presenti Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabbro, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, queste mostre proseguono a Genova e poi nuovamente a Torino, sono organizzate da Germano Celant.

Arte P. perché si apre a tutti i materiali, soprattutto quelli naturali che vengono semplicemente usati senza essere trasformati presi già nella loro realtà con interventi minimi e concettuali.    “nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni , per ridurli ai loro achetipi” G.Celant.

Cercano un dialogo con la natura esterna, ma anche interiore. Operano nello spazio, inteso sia fisicamente che concettualmente. All’oggetto contemplativo si sostituisce l’azione che si svolge nel tempo.

G.Dorfles limita il loro operato ad uno sviluppo dell’arte concettuale.
Movimento autonomo, novità nel superamento “della rappresentazione “, nel senso che il gesto creativo e il dato naturale sono condotti a confondersi in un artificio che continuamente rinnega se stesso, ruolo ideologico e rivoluzionario dell’arte. 

Atto artistico come strumento di emancipazione collettiva: esso permette quella “presa di coscienza” che libera l’individuo e la sua psiche da tutto ciò che (a livello inconscio o meno) il potere impiega per ottenere consenso e conservazione del sistema.

L’Arte Povera propone un pieno coinvolgimento nel presente, un’integrazione globale tra esperienza poetica e “vissuto quotidiano”, un dialogo più stretto tra vita sociale e artista. 

Jannis Kounellis       Pireo 1936, lascia la Grecia nel 1956 per Roma.
Prima mostra alla Tartaruga di Roma con quadri monocromi con incisi segni tipografici ingranditi, numeri e lettere che si muovono sulla tela risposta nata dal costruttivismo russo alla pittura informale, poi si dedica alla scultura usando elementi naturali (poveri).

Michelangelo Pistoletto     Biella 1933, Venere con gli stracci, opere in meno , specchi, “gruppo zoo” (operazioni in ambito teatrale).

Giuseppe Penone   Garessio 1947, Modificare il processo di crescita, espande l’impronta della sua pelle sui muri, Soffi contatto diretto  che lascia impronte sulla materia.

Pier Paolo Calzolari    Creazione di cristalli sulla superficie

Gilberto Zorio  Andorno Micca (Bi) 1944, Oggetti industriali posti in relazione di energia potenziale. Giavellotti tenuti in tensione, canoe dove le reazioni chimiche depositano  cristalli, stella a cinque punte realizzata in rame cuoio,

Mario Merz Milano 1925, autodidatta, Igloo successione di Fibonacci (ritmo universale, prolungamento sviluppo dell’uno all’infinito), neon.

Alighiero Boetti  , i suoi tappetti geografici, duplicazione dell’identità Alighiero & Boetti

Giulio Paolini Genova 1940, Esordisce con Disegno geometrico una tela squadratura ad inchiostro. Questo intento analitico rivolto a strumenti e ambiti del fare artistico emerge in tutta la sua opera.
Creare opere “come se fossero  viste da colore che le avevano ideate”, citazionismo
Impiega elementi primi la tela, il telaio, la linea immagini di opere di altri artisti.

Giovanni Anselmo  Lavori con la pietra

Luciano Fabbro Torino 1936     Italia capovolta appesa ad un filo

Pino Pascali  38 mq circa di Mare, bachi da setola,   


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